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Isabelle Adjani

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Isabelle Adjani al Festival di Cannes del 2018

Isabelle Yasmina Adjani (Parigi, 27 giugno 1955) è un'attrice e cantante francese.

Di origini berbere e tedesche, è tra le attrici francesi più apprezzate e premiate della storia del cinema. Detiene il record assoluto di César vinti da un attore, ovvero cinque, ottenuti per le interpretazioni in Possession (1981), L'estate assassina (1983), Camille Claudel (1988), La regina Margot (1994) e La journée de la jupe (2009). Per il medesimo premio ha inoltre ottenuto altre quattro nomination.

Due volte candidata all'Oscar - la prima volta per l'interpretazione in Adele H. - Una storia d'amore (1975) e la seconda in occasione di Camille Claudel (1988) - ha detenuto per ventotto anni il record di più giovane candidata all'Oscar come migliore attrice protagonista (all'epoca di Adele H. aveva appena vent'anni).[1] È l'unica attrice ad aver vinto per due volte nello stesso anno il Prix d'interprétation féminine, trionfando al Festival di Cannes 1981 grazie alle interpretazioni in Possession e Quartet. Ha vinto anche l'Orso d'argento per la migliore attrice al Festival di Berlino 1989 per l'interpretazione in Camille Claudel, nonché due David di Donatello per Lo schiaffo (1974) e Adele H. - Una storia d'amore.

In carriera ha recitato ruoli di rilievo in cult movie quali L'inquilino del terzo piano (1976) di Roman Polański e Nosferatu, il principe della notte (1979) di Werner Herzog, primo remake del capolavoro espressionista Nosferatu il vampiro (1922). La sua interpretazione in Possession (1981) è considerata tra le più iconiche della storia del cinema horror e tra le migliori performance femminili di sempre.[2][3][4][5]

Origini, formazione e inizi

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Isabelle Adjani ne L'École des Femmes (1973)

Isabelle Adjani nasce nel XVII arrondissement di Parigi il 27 giugno 1955; figlia di Mohammed Chérif Adjani, un immigrato algerino, nato a Costantina da una famiglia berbera originaria di Iferhounène (in Cabilia)[6], soldato dell'esercito francese durante la seconda guerra mondiale; e di Emma-Augusta Schweinberger, detta Gusti, un'immigrata tedesca originaria della Baviera e di religione cattolica.[7]

Cresce con il padre meccanico, la madre casalinga ed il fratello minore Éric Hakim in una casa popolare nella periferia nord della capitale, a Gennevilliers, imparando a parlare sia il francese che il tedesco. Oltre a queste due lingue, imparerà ad esprimersi fluentemente in inglese, idioma con il quale reciterà in alcuni dei suoi film più famosi. Frequenta il liceo prima a Courbevoie e poi a Reims. Proprio durante il periodo scolastico si approccia alla recitazione, partecipando ad una messa in scena dell'opera teatrale La casa di Bernarda Alba.

A quattordici anni ottiene il suo primo ruolo in un film per bambini, Le Petit Bougnat (1970). Nel 1972 si fa notare nella commedia I primi turbamenti, film nel quale incrocia per la prima volta la collega Isabelle Huppert, altra futura stella del cinema mondiale.

Nel 1973, senza passare dal tradizionale percorso del Conservatoire national supérieur d'art dramatique, entra a far parte della Comédie-Française, dove è particolarmente apprezzata per l'interpretazione di Agnès in L'École des Femmes di Molière. Nel 1974 ricopre il ruolo principale in Ondine di Jean Giraudoux, messa in scena da Raymond Rouleau. Nello stesso anno è la protagonista femminile della miniserie televisiva Le secret des Flamands.

L'ascesa e la prima candidatura all'Oscar

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Adèle Hugo, il primo grande ruolo biografico interpretato da Isabelle Adjani, che le valse la prima candidatura all'Oscar per il film Adele H. - Una storia d'amore (1975), diretto da François Truffaut

Il 1974 è l'anno della prima affermazione cinematografica. Dopo aver recitato in Ariane, Isabelle Adjani si rivela al grande pubblico con Lo schiaffo di Claude Pinoteau, nel quale interpreta una ragazza in ribellione contro il padre (interpretato da Lino Ventura). Il successo de Lo schiaffo pone Isabelle Adjani nella cerchia delle attrici francesi più popolari e le fa vincere nel 1975, appena ventenne, un David di Donatello speciale come migliore attrice straniera esordiente. Ha così inizio la grande ascesa dell'attrice, ricercata da molti dei registi più importanti del panorama internazionale.

Il primo celebrato regista a sceglierla è François Truffaut, che di lei - non ricambiato - si innamora.[7] Il cineasta francese la sceglie per interpretare la drammatica vicenda di Adèle Hugo. Nel 1974 Truffaut scrive alla diciannovenne Adjani, invitandola ad accettare la parte. L'attrice parigina è attirata dal ruolo, ma anche molto combattuta per via dei vincoli della Comédie-Française. Il regista non demorde e scrive all'attrice:

(francese)
«Votre visage tout seul raconte un scénario, vos regards créent les situations dramatiques, vous pourriez même vous permettre de jouer un film sans histoire, ce serait un documentaire sur vous et cela vaudrait toutes les fictions.»
(italiano)
«Il suo viso racconta da solo una sceneggiatura intera, i suoi sguardi creano situazioni drammatiche, potrebbe anche permettersi di recitare in un film senza storia, sarebbe un documentario su di lei e varrebbe più di qualsiasi storia romanzata.»

Isabelle Adjani infine accetta e diviene la protagonista di Adele H. - Una storia d'amore (1975), optando per l'uscita dalla Comédie-Française e per la consacrazione alla carriera cinematografica a discapito di quella teatrale. La drammaticità della vicenda narrata esalta l'intensità recitativa dell'attrice. Adjani sembra posseduta dal personaggio, e questa circostanza colpisce l'intera troupe. Ostinandosi a rifiutare di ripetere le scene, l'attrice di origine berbera si impegna moltissimo durante le riprese, fino a trascinare l'équipe in uno stato di profonda tensione.[9] Quello di Adèle Hugo è il primo esempio di personalità fragile e problematica, ai limiti della follia, interpretato da Isabelle Adjani nel corso della sua carriera al cinema. Una tipologia di ruolo che, forte della sua intensità recitativa, l'attrice si ritroverà ad interpretare con estremo successo molte volte in carriera.

Il film segna la ribalta internazionale dell'attrice. Premiata - tra gli altri - dal National Board of Review, nel 1976 Isabelle Adjani si aggiudica il David di Donatello per la migliore attrice straniera, ottiene la sua prima candidatura al César per la migliore attrice e, soprattutto, la sua prima nomination all'Oscar alla miglior attrice. Appena ventenne, Adjani diviene la più giovane candidata della storia all'Oscar alla migliore attrice protagonista, un record detenuto per ventotto anni, fino alla nomination della tredicenne Keisha Castle-Hughes nel 2004.[1] Adjani è anche la prima candidata francese all'Oscar per un film interpretato in lingua madre.

Il successo internazionale

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Isabelle Adjani con l'artista Herman Braun-Vega durante le riprese de L'inquilino del terzo piano (1976)

La ribalta internazionale ottenuta con Adele H. porta l'attrice a collaborare con Roman Polański nel thriller psicologico in lingua inglese L'inquilino del terzo piano (1976), film nel quale compare nel ruolo di Stella. Malgrado lo scarso successo al botteghino, con il tempo il film - terza pellicola della cosiddetta "trilogia dell'appartamento" del regista polacco - si affermerà come un cult movie.

Sempre nel 1976 lavora con il regista André Téchiné in Barocco, primo film girato insieme a Gérard Depardieu. Per questa pellicola Adjani ottiene la sua seconda candidatura al Premio César. Nello stesso periodo, a causa delle prospettate scene di nudo, declina l'offerta di Luis Buñuel per Quell'oscuro oggetto del desiderio.[10] Dopo la commedia Vivere giovane (1977), il 1978 è l'anno dell'esordio hollywoodiano con Driver l'imprendibile di Walter Hill, nel quale l'attrice compare al fianco di Ryan O'Neal.

Tornata in Europa, nel 1979 Adjani è impegnata in Nosferatu, il principe della notte del regista tedesco Werner Herzog. Il film è il primo remake dello storico Nosferatu il vampiro (1922). L'attrice interpreta, contemporaneamente in inglese e tedesco, i panni della protagonista femminile, succedendo idealmente a Greta Schröder, protagonista del capolavoro di Friedrich Wilhelm Murnau. Tra le interpretazioni più celebri ed importanti della carriera di Isabelle Adjani, quella in Nosferatu, il principe della notte è una performance fortemente influenzata dallo stile dell'espressionismo tedesco. In merito all'interpretazione di Adjani nel film di Herzog, parlando dell'attrice, il noto critico cinematografico americano Roger Ebert esaltò la sua «curiosa qualità che sembra farla esistere su un piano etereo».[11]

Nel 1979 l'attrice parigina interpreta anche Emily Brontë nel film di André Téchiné Les Sœurs Brontë. Nello stesso anno diventa madre di Barnabé, nato dall'unione con il direttore della fotografia Bruno Nuytten, conosciuto sul set di Barocco.

L'interpretazione in Possession e l'apice

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Dopo due anni di assenza, Isabelle Adjani fa ritorno al cinema nel 1981 con la commedia Clara et les Chics Types, ma soprattutto con la controversa pellicola in lingua inglese Possession, diretta dal polacco Andrzej Żuławski e girata a Berlino Ovest. Dopo avere in un primo momento rifiutato l'offerta per il film, spingendo la produzione a considerare Judy Davis, l'attrice francese ebbe infine un ripensamento sulla decisione iniziale (favorito anche dal compagno Bruno Nuytten), decidendo di accettare il difficile ruolo di Anna.[12] Nel film - che vede nel cast anche Sam Neill - Adjani sfoggia la più iconica performance della sua carriera, interpretando con radicale intensità una donna lacerata da una profonda crisi spirituale e psicologica.

L'interpretazione dell'attrice francese in Possession, molto acclamata dalla critica internazionale, viene considerata tra le più sconvolgenti in assoluto nella storia del cinema horror, nonché tra le migliori interpretazioni femminili di tutti i tempi.[4][5] Il film valse all'attrice vari premi, ma il vero trionfo è il Prix d'interprétation féminine al Festival di Cannes 1981, nel quale Adjani stabilisce un altro primato, venendo premiata come migliore attrice per due film nel corso della stessa edizione del festival. Oltre a Possession, Adjani è infatti premiata anche per Quartet, film diretto da James Ivory. Nel 1982, per l'interpretazione in Possession, l'attrice conquista anche il suo primo Premio César.

Il ruolo di Anna, reso ancora più esasperante dallo stile recitativo sopra le righe voluto dal regista Żuławski, si rivelò profondamente debilitante sul piano psicologico per Isabelle Adjani. In un’intervista rilasciata anni dopo l'attrice ha dichiarato che le ci vollero anni per riprendersi dall’esperienza del film. «Possession - spiegò Adjani nel 2002 - era un film impossibile da realizzare, e ciò che ho fatto in quel film era altrettanto impossibile. Eppure, l’ho fatto, e mi è costato carissimo. Nonostante tutti i premi, tutti gli onori che ho ricevuto, mai più un trauma del genere, nemmeno in un incubo».[13] Non mancarono le voci, confermate dal regista, secondo cui l'attrice avrebbe tentato il suicidio dopo le riprese del film.[14] L'iconica interpretazione di Isabelle Adjani in Possession, divenuta una vera e propria performance cult, ha ispirato il videoclip del singolo dei Massive Attack (feat. Young Fathers) Voodoo in My Blood (2016), che vede come protagonista Rosamund Pike.[15] L'interpretazione di Adjani in Possession, inoltre, è stata fonte di ispirazione per Lily-Rose Depp in occasione delle riprese del film Nosferatu (2024) di Robert Eggers.[16]

Dopo Possession l'attrice si ritrova ad interpretare ancora ruoli drammatici. Nel 1982 interpreta Antonieta Rivas Mercado nel film biografico Antonieta. Nello stesso anno è anche in Che cavolo mi combini papà?!! con Yves Montand. Durante questo periodo rifiuta il ruolo di protagonista in Prénom Carmen di Jean-Luc Godard per incompatibilità col regista.[7] Nel 1983 è protagonista in Mia dolce assassina di Claude Miller e L'estate assassina di Jean Becker. Per quest'ultimo film - nel quale mette in scena una delle performance più sensuali ed intense della sua carriera - ottiene il suo secondo Premio César. Nel 1985 è la protagonista femminile di Subway di Luc Besson, film per il quale ottiene la quinta candidatura al César come migliore attrice.

Dopo il flop hollywoodiano di Ishtar (1987), nel 1988 Adjani diventa anche produttrice, finanziando il film biografico Camille Claudel, nel quale recita la parte dell'omonima scultrice al fianco di Gérard Depardieu. Per questo film - diretto dall'ex compagno Bruno Nuytten - l'attrice ottiene nel 1989 l'Orso d'argento per la migliore attrice ed il suo terzo Premio César. Nel 1990 arriva anche la seconda candidatura all'Oscar. A inizio anni novanta riduce le sue apparizioni cinematografiche per dedicarsi alla vita privata, contraddistinta dalla nuova relazione con l'attore Daniel Day-Lewis.

Il ritorno al cinema

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Isabelle Adjani al Festival di Cannes 2009

Il ritorno di Isabelle Adjani avviene nel 1994, quando interpreta Margherita di Valois ne La regina Margot di Patrice Chéreau, film per il quale ottiene il suo quarto César. Dopo la sofferta fine della relazione con Daniel Day-Lewis, torna ad Hollywood con Diabolique (1996) di Jeremiah S. Chechik. Nel 1997 presiede la giuria del 50° Festival di Cannes.

Ritornata al teatro nel 2000, interpreta La dame aux camélias con la regia di Alfredo Arias. Nei primi anni duemila, dopo un periodo di pausa dal cinema, partecipa esclusivamente a film francesi, tra cui La Repentie (2002), Adolphe (2002), Bon Voyage (2003) e Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano (2003). Nel 2006 torna al teatro con La Dernière Nuit pour Marie Stuart. Nel 2010 vince il suo quinto Premio César per l'interpretazione in La journée de la jupe (2009), stabilendo un record ineguagliato.

Nel 2011 è ancora con Gérard Depardieu in Mammuth, mentre negli ultimi anni ha recitato - tra gli altri - in Il mondo è tuo (2018), Sœurs (2020), Peter von Kant (2022), Masquerade - Ladri d'amore (2022) e Le ladre (2023). Negli anni più recenti partecipa anche a miniserie tv come La favorita del re (2022), nella quale interpreta la protagonista Diana di Poitiers, e The Perfect Couple (2024).

Nel 2022, in collaborazione con Olivier Steiner, lavora al monologo teatrale Le Vertige Marilyn, dedicato a Marilyn Monroe.[17] Dal monologo è tratto il primo libro dell'attrice, Du côté de chez Marilyn, pubblicato nel 2024 e scritto a quattro mani con lo stesso Steiner.

Carriera da cantante

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Come molte sue colleghe, anche Isabelle Adjani si fa tentare dalla canzone: è Serge Gainsbourg che la fa esordire in questa disciplina nel 1974, facendole registrare, per uno show televisivo di Maritie e Gilbert Carpentier, la canzone Rocking Chair.[18] Nel 1983 realizza un intero album, Isabelle Adjani, sotto la direzione di Gainsbourg e ottiene il primo posto nella hit parade dei 45 giri con Pull Marine, che si avvale di un videoclip realizzato da Luc Besson.

Alcuni anni dopo, farà uscire un singolo scritto senza Gainsbourg, La princesse au petit pois (La principessa sul pisello), che non otterrà grande successo. Nel 2006 si è parlato di un suo nuovo album, scritto da Jacno, dopo che dei tentativi precedenti con Pascal Obispo si erano rivelati infruttuosi. Dopo alcune collaborazioni musicali tra il 2002 ed il 2022, nel 2023 esce il suo secondo album, Adjani, bande originale, nel quale duetta con cantanti di fama internazionale come Seal, Simon Le Bon, Youssou N'Dour, Peter Murphy e Benjamin Biolay.

Isabelle Adjani nel 2012

A inizio carriera Isabelle Adjani è stata legata sentimentalmente a due colleghi della Comédie-Française: prima André Dussollier e poi Francis Huster. Dopo la relazione con il regista e direttore della fotografia Bruno Nuytten, padre del primo figlio Barnabé, a metà anni ottanta si è legata al collega americano Warren Beatty.

Nel 1989, dopo la prima inglese di Camille Claudel, ha avviato una relazione con Daniel Day-Lewis, interrotta via fax dall'attore nel 1995, prima della nascita del figlio della coppia Gabriel-Kane.[19] Nel 1996, per sottrarsi all'assedio di fans e giornalisti che le rendeva impossibile la vita a Parigi, l'attrice si è trasferita in Svizzera, a Ginevra, dove ha cresciuto il figlio.[18] Nel primo decennio del nuovo secolo Adjani ha frequentato il musicista Jean-Michel Jarre e il neurochirurgo Stéphane Delajoux.

Spesso in contrasto con l'invadenza dei media nella sua vita privata, l'attrice è stata al centro delle polemiche al Festival di Cannes 1983, quando si rifiutò di partecipare al tradizionale photocall dopo la conferenza stampa di presentazione de L'estate assassina. In segno di protesta contro l'attrice, i fotografi decisero di boicottarla al suo arrivo sul red carpet per la prima del film: posarono le macchine fotografiche e le voltarono le spalle.[20]

Tra il 1986 e l'inizio del 1987 l'attrice è stata vittima di una grave campagna diffamatoria, secondo la quale sarebbe stata malata di AIDS o addirittura già morta. Il 18 gennaio 1987 Adjani intervenne su TF1, intervistata da Bruno Masure, per smentire le illazioni e condannare l'accaduto.[21] Il sociologo Jean-Noel Kapferer ha attribuito l'origine della campagna diffamatoria alle posizioni xenofobe del Front National, che si sarebbero riversate contro l'attrice dopo una sua intervista nella quale parlava del padre algerino.[22]

La nipote Zoé Adjani-Vallat, figlia del fratello Éric Hakim, ha intrapreso a sua volta la carriera di attrice.[23]

Figura di spicco della diaspora algerina in Francia, Isabelle Adjani ha mantenuto un legame molto forte con il paese d'origine del padre. Nel 1988 si reca in Algeria e partecipa ad un comizio nel campus di Bouzaréah, alla vigilia del referendum proposto dal presidente Chadli Bendjedid, con l’intento di sostenere l'affermazione del sistema democratico.[24]

Nel 1999 rifiuta di recarsi all’Eliseo per la cerimonia ufficiale in onore del presidente algerino Abdelaziz Bouteflika.[18] Già nel 1997, sostenendo la manifestazione parigina «per la pace in Algeria», aveva rilasciato un'intervista di grande risonanza che le valse l'affetto del popolo algerino, con un titolo in prima pagina su Le Figaro: «L’Algeria mi impedisce di dormire, e a voi?». Nel 2009 partecipa all’inaugurazione del Festival panafricano di Algeri.

Nel 1989, in occasione della cerimonia con cui le è assegnato il Premio César per Camille Claudel, fa scalpore leggendo un brano del romanzo I versi satanici di Salman Rushdie, su cui pendeva una fatwā dell'Ayatollah iraniano Ruhollah Khomeyni.[18]

  • Isabelle Adjani, 2 ou 3 choses qu'on ne sait pas d'elle, regia di Frank Dalmat (2013)

Con la Comédie-Française

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Fuori dalla Comédie-Française

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Album in studio

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Riconoscimenti

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Isabelle Adjani alla Berlinale nel 2010

Doppiatrici italiane

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Nelle versioni in italiano delle opere in cui ha recitato, Isabelle Adjani è stata doppiata da:

  1. ^ a b (EN) Christopher Tsang, Best Actress Oscar lineup features two non-English performances for first time in almost 50 years, su yahoo.com. URL consultato il 28 maggio 2025.
  2. ^ (EN) Lena Wilson, Isabelle Adjani in Possession (Great horror performances #1), su seventh-row.com. URL consultato il 24 marzo 2025.
  3. ^ (EN) Federico Furzan, Isabelle Adjani Gave Arguably the Best Horror Performance of All Time in This Movie, su movieweb.com. URL consultato il 24 marzo 2025.
  4. ^ a b (EN) German Torres Ascencio, The 20 Best Female Movie Performances of All Time, su tasteofcinema.com. URL consultato il 28 maggio 2025.
  5. ^ a b (EN) The 100 Best Female Performances of All Time, su scenebygreen.com. URL consultato il 28 maggio 2025.
  6. ^ Dictionnaire étonnant des célébrités, de Jean-Louis Beaucarnot et Frédéric Dumoulin, First éditions, 2015, page 11
  7. ^ a b c Valerio Cappelli, Isabelle Adjani: «Io, e i miei ricordi teneri e dolorosi di Truffaut, Bertolucci, Godard, Dépardieu...», su corriere.it. URL consultato il 28 maggio 2025.
  8. ^ Lettera senza data (ma: ottobre 1974), archivi di Les Films du Carrosse, dossier CCH 74 (2)
  9. ^ (FR) Marc Arlin, L'histoire d'Adèle H.: le film de la passion impossible entre Isabelle Adjani et François Truffaut, su programme-tv.net. URL consultato il 28 maggio 2025.
  10. ^ (FR) Fabienne Pascaud, Isabelle Adjani : “J’aime passionnément ce métier, mais je passe mon temps à y échapper”, su telerama.fr. URL consultato il 28 maggio 2025.
  11. ^ (EN) Roger Ebert, Herzog’s vampire movie, haunted by Murnau’s, su rogerebert.com. URL consultato il 28 maggio 2025.
  12. ^ (EN) Gordon Campbell, On The Psychological Horror Film Possession, su scoop.co.nz. URL consultato il 28 maggio 2025.
  13. ^ (FR) Possession, secrets de tournage, su allocine.fr. URL consultato il 28 maggio 2025.
  14. ^ (EN) Tom Leatham, Possession: The movie that made Isabelle Adjani attempt suicide, su faroutmagazine.co.uk. URL consultato il 28 maggio 2025.
  15. ^ (EN) Il nuovo video di Massive Attack e Young Fathers è una versione sci-fi di “Possession”, su vice.com. URL consultato il 24 marzo 2025.
  16. ^ (EN) How Lily Rose-Depp's 'Nosferatu' Performance Emulates This 1981 Horror Classic, su movieweb.com. URL consultato il 24 marzo 2025.
  17. ^ Rodolfo Di Giammarco, Isabelle Adjani: "Porto in scena l’estasi di Marilyn", su repubblica.it. URL consultato il 30 maggio 2025.
  18. ^ a b c d Isabelle Adjani: biografia dell'attrice francese amata dai registi cult, su cosmopolitan.com. URL consultato il 28 maggio 2025.
  19. ^ Fulvia Caprara, L’addio al cinema della star che cercava la perfezione assoluta, su lastampa.it. URL consultato il 28 maggio 2025.
  20. ^ Sara Paneccasio, Al via il Festival di Cannes: i momenti più scandalosi della storia della Croisette, su thewalkoffame.it. URL consultato il 28 maggio 2025.
  21. ^ (FR) Thomas Snégaroff, Histoire de folles rumeurs. Isabelle Adjani a le Sida, su franceinfo.fr. URL consultato il 30 maggio 2025.
  22. ^ (FR) Katia Rimbert, Isabelle Adjani revient sur la rumeur qui la disait atteinte du sida, su programme-tv.net. URL consultato il 30 maggio 2025.
  23. ^ Ilaria Solari, "Le ragazze si salvano da sole". Zoé Adjani, nipote d'arte a Venezia, è la nostra donna del giorno #1, su elle.com. URL consultato il 28 maggio 2025.
  24. ^ (FR) Ce qu’Isabelle Adjani dit de l’Algérie, su middleeasteye.net. URL consultato il 28 maggio 2025.
  • Jean-Luc Douin, Comédiennes Aujourd'hui, Editions Lherminier, Collection Le Champ de la Caméra, 1980
  • Claire Devarrieux, Les acteurs au travail, Editions Foma/Hatier, Collection 5 Continents, 1981
  • Christian Roques-Briscard, La Passion d'Adjani, Editions Pierre-Marcel Favre, 1987
  • Christian Dureau, Isabelle Adjani: biographie non autorisée, Editions Justine, 1987
  • François-Marie Banier, Photographies, Editions Gallimard - Denoël, 1991
  • Meinolf Zurhorst, Isabelle Adjani, Ihre Filme, Ihr Leben, Wilhelm Heyne Verlag. München. 1992
  • Michèle Halberstadt, Adjani aux pieds nus - Journal de La repentie, Editions Calmann-Levy, 2002

Isabelle Adjani è autrice delle prefazioni dei seguenti volumi:

  • Liliane Binard e Jean-Luc Clouard, Le drame de la pédophilie, Editions Albin Michel, 1997
  • Henry-Jean Servat, La légende de Cannes, Editions Assouline, 2004

L'attrice ha pubblicato, in collaborazione con lo scrittore Olivier Steiner, il volume:

  • Du côté de chez Marilyn, Editions de l'Observatoire, 2024

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Premio César per la migliore attrice Successore
Catherine Deneuve
per L'ultimo metrò
1982
per Possession
Nathalie Baye
per La spiata
I
Nathalie Baye
per La spiata
1984
per L'estate assassina
Sabine Azéma
per Una domenica in campagna
II
Anémone
per Innocenza e malizia
1989
per Camille Claudel
Carole Bouquet
per Troppo bella per te!
III
Juliette Binoche
per Tre colori: Film Blu
1995
per La Regina Margot
Isabelle Huppert
per Il buio nella mente
IV
Yolande Moreau
per Séraphine
2010
per La journée de la jupe
Sara Forestier
per Le Nom des gens
V
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