Iran dei Qajar
| Iran dei Qajar | |
|---|---|
| Dati amministrativi | |
| Nome completo | Domini protetti dell'Iran |
| Nome ufficiale | ممالک محروسهٔ ایران Mamâlek-e Mahruse-ye Irân |
| Lingue ufficiali | Persiano (lingua di corte, amministrativa e culturale)[1] Azero (lingua di corte)[2] |
| Inno | Salâm-e Shâh (1873–1909) Salamati-ye Dowlat-e 'Aliyye-ye Iran (1909–1925) |
| Capitale | Teheran |
| Politica | |
| Forma di Stato | Monarchia assoluta (1789–1906; 1907–1909)[3] Monarchia costituzionale (1906–1907; 1909–1925) |
| Capo di Stato | Scià di Persia |
| Nascita | 1794 con Agha Muhammad Khan |
| Causa | Deposizione della Dinastia Zand |
| Fine | 1925 con Ahmad Qajar |
| Causa | Deposizione della dinastia Qajar da parte di Reza Pahlavi |
| Territorio e popolazione | |
| Bacino geografico | Medio Oriente |
| Popolazione | 9 milioni di abitanti nel 1812[4] |
| Economia | |
| Valuta | Toman (1794-1825) Qiran (1825-1925) |
| Religione e società | |
| Religioni preminenti | Islam sciita |
| Religioni minoritarie | Cristianesimo Ebraismo Zoroastrismo |
| Evoluzione storica | |
| Preceduto da | |
| Succeduto da | |
| Ora parte di | |
I Domini protetti dell'Iran (in persiano ممالک محروسهٔ ایران) o Stato Sublime dell'Iran (in persiano دولت عِلیّهٔ ایران), più comunemente chiamato Iran dei Qajar, Persia dei Qajar o Impero Qajar, fu l'entità statuale esistita nel moderno Iran[5] durante il periodo di dominazione sul paese della dinastia turca dei Qajar[6][7][8], dominio iniziato nel 1794 e proseguito fino al 1925[5][9].
La dinastia Qajar svolse un ruolo fondamentale nell'unificazione dell'Iran, deponendo Lotf Ali Khan, l'ultimo scià della dinastia Zand, e riaffermando la sovranità iraniana su gran parte del Caucaso. Nel 1796 Muḥammad Khān Qājār conquistò facilmente Mashhad[10] e pose fine a quanto restava della dinastia Afsharide, venendo quindi formalmente incoronato scià dopo la sua campagna punitiva contro i georgiani[11]
La dinastia Qajar perse poi definitivamente gran parte del territorio da lei dominato nel Caucaso nel corso del XIX secolo a favore dell'Impero russo[12][13]; nonostante queste perdite territoriali la dinastia Qajar reinventò la nozione iraniana di regalità[14] e mantenne una relativa indipendenza politica, pur dovendo affrontare importanti sfide alla sua sovranità prevalentemente da parte degli imperi russo e britannico. Alla fine, britannici e russi si spartirono l'Iran dei Qajar con la convenzione anglo-russa del 1907, ritagliandosi zone di influenza reciproca divise da una zona neutrale[15][16][17].
All'inizio del XX secolo, la Rivoluzione costituzionale persiana portò alla creazione di un parlamento eletto o Majlis e all'istituzione di una monarchia costituzionale, deponendo Mohammad Ali Shah Qajar e sostituendolo con Ahmad Shah Qajar; molte delle riforme costituzionali furono poi annullate da un intervento militare guidato dall'Impero russo[15][18]. L'integrità territoriale dell'Iran dei Qajar fu ulteriormente indebolita durante la campagna di Persia della prima guerra mondiale e l'invasione del paese da parte dell'Impero ottomano; quattro anni dopo la fine della guerra, il colpo di Stato in Iran del 1921 portò al potere il colonnello Reza Pahlavi, il quale nel 1925 depose ufficialmente l'ultimo Scià dei Qajar e impose sul paese la sua Dinastia Pahlavi, l'ultima dinastia reale iraniana.
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Sin dall'era della dinastia safavide, Mamâlek-e Mahruse-ye Irân (letteralmente "Domini protetti dell'Iran") era il nome comune e ufficiale per indicare lo Stato dell'Iran[19][20]. L'idea dei "Domini protetti" illustrava un senso di uniformità territoriale e politica in una società in cui la lingua persiana, la cultura, la monarchia e l'Islam sciita stavano diventando elementi integranti di un'identità nazionale iraniana ancora in via di sviluppo[21]. Il concetto presumibilmente aveva iniziato a formarsi sotto l'Ilkhanato mongolo alla fine del XIII secolo, un periodo in cui le azioni regionali, il commercio, la cultura scritta e in parte l'Islam sciita contribuirono alla creazione del primo mondo persiano moderno[22]. La variante abbreviata del nome era mamalik-i Iran ("Domini dell'Iran"), più comunemente usata negli scritti dell'epoca dell'Iran dei Qajar[23].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Origine dei Qajar e ascesa al potere
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Una tarda leggenda sostiene che i Qajar giunsero per la prima volta in Iran nell'XI secolo, insieme ad altri clan della confederazione tribale turca degli Oghuz. Tuttavia, i Qajar non compaiono negli elenchi tribali Oghuz degli storici Mahmud di Kashgar e Rashid al-Din Hamadani: si è ipotizzato che i Qajar facessero originariamente parte di un gruppo tribale più ampio, con i Bayat spesso considerati la tribù più probabile da cui in seguito si separarono. Secondo la stessa leggenda, l'antenato omonimo della tribù Qajar fu Qajar Noyan, che si dice fosse figlio di un mongolo di nome Sartuq Noyan il quale avrebbe servito come atabeg di Arghun, Ilkhan di Persia dal 1284 al 1291. Questa leggenda afferma anche che il sovrano turco-mongolo Tamerlano discendesse dal Qajar Noyan[24]. Sulla base delle affermazioni della leggenda, l'iranologo Gavin Hambly ha ricostruito la storia iniziale dei Qajar in modo ipotetico, suggerendo che immigrarono verso l'Anatolia o la Siria in seguito al crollo dell'Ilkhanato nel 1335; in seguito, durante la fine del XV secolo, i Qajar si reinsediarono nella regione storica dell'Azerbaigian affiliandosi ai popoli che vivevano nelle regioni di Erevan, Gəncə e Karabakh[25]. Come le altre tribù Oghuz in Azerbaigian e nell'Anatolia orientale durante il governo della federazione degli Ak Koyunlu, anche i Qajar probabilmente si convertirono in quel periodo all'Islam sciita e adottarono gli insegnamenti della confraternita safavide[26].
La tribù Qajar iniziò ad acquisire importanza durante l'insediamento dei Safavidi in Iran[26]: quando lo Scià Isma'il I guidò 7000 soldati tribali safavidi nella sua spedizione di successo da Erzincan a Shirvan nel 1500-1501, un contingente di guerrieri Qajar era al suo fianco. In seguito, i Qajar emersero come un gruppo di spicco all'interno della confederazione Kizilbash[27], composta da guerrieri turcomanni e che serviva come forza principale dell'esercito safavide[28]. Nonostante fossero più piccoli di altre tribù, i Qajar continuarono a svolgere un ruolo importante in vari eventi della storia iraniana durante il XVI secolo[29].
I Safavidi lasciarono "Arran" (l'attuale Repubblica dell'Azerbaigian) ai khan turchi locali[30] e, nel 1554, Gəncə fu sottop il governo di Shahverdi Soltan Ziyadoglu Qajar, la cui famiglia arrivò poi a governare anche il Karabakh nell'Arran meridionale[31]. I Qajar ricoprirono numerose missioni diplomatiche e incarichi come governatori per i Safavidi nei secoli XVI e XVII, e furono reinsediati dallo scià ʿAbbās I il Grande in tutto l'Iran. Un gran numero di loro si stabilì anche ad Astarabad (l'attuale Gorgan) vicino all'angolo sud-orientale del Mar Caspio[6], e sarebbe stato questo ramo dei Qajar a salire poi al potere: l'antenato più noto della dinastia Qajar, Shah Qoli Khan dei Quvanlu di Gəncə, sposò una donna dei Quvanlu Qajar di Astarabad e suo figlio, Fath Ali Khan (nato intorno al 1685-1693) fu un rinomato comandante militare durante il regno degli scià safavidi Sultan Husayn e Tahmasp II, finendo ucciso nel 1726. Il figlio di Fath Ali Khan, Mohammad Hasan Khan Qajar (1722-1758), padre del futuro primo scià dei Qajar Muḥammad Khān Qājār, fu ucciso per ordine di Karim Khan, fondatore della dinastia Zand.
Come praticamente ogni dinastia che governò la Persia dall'XI secolo, i Qajar salirono al potere con il sostegno delle forze tribali turche, ma utilizzando persiani istruiti nella loro burocrazia[32]; tra queste tribù turche, i turkmeni dell'Iran giocarono il ruolo più importante nel portare i Qajar al potere[33]. Nel 1779, approfittando della morte dello scià Karim Khan della dinastia Zand, Muḥammad Khān Qājār si ribellò per riunificare l'Iran sotto il suo dominio: Muḥammad Khān era conosciuto come un re crudele, anche per gli standard dell'Iran del XVIII secolo[6], e nella sua ricerca del potere rase al suolo città, massacrò intere popolazioni e accecò circa 20000 uomini nella città di Kerman perché la popolazione locale aveva scelto di difendere la città dal suo assedio[6]. Gli eserciti Qajar a quel tempo erano composti principalmente da guerrieri turcomanni e schiavi georgiani[34]. Nel 1794 Muḥammad Khān aveva eliminato tutti i suoi rivali politici tra cui Lotf Ali Khan, l'ultimo scià della dinastia Zand, e aveva stabilito il controllo su gran parte del paese. Muḥammad Khān pose quindi la sua capitale a Teheran, all'epoca ancora un piccolo centro abitato posto vicino alle rovine dell'antica città di Rey.
La riconquista del Caucaso e le guerre con la Russia
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Il territorio caucasico corrispondente all'attuale Georgia era stato da tempo zona di conquista delle dinastie iraniane. Nel 1747, alla morte dello scià Nadir Shah, Teimuraz II, sovrano del Regno di Cachezia e sottomesso all'autorità iraniana, approfittò del caos scoppiato nell'Iran continentale per dichiarare una piena indipendenza; dopo la sua morte nel 1762, il figlio Eraclio II unificò la Cachezia con il vicino Regno di Cartalia dando vita al Regno di Cartalia-Cachezia, diventando il primo sovrano georgiano a governare una Georgia politicamente unificata dopo tre secoli[35]. Più o meno nello stesso periodo, Karim Khan Zand era asceso al trono iraniano: Eraclio II offrì rapidamente la sua sottomissione al nuovo sovrano iraniano, rimanendo tuttavia di fatto autonomo[36][37]; nel 1783 tuttavia Eraclio II pose il suo regno sotto la protezione dell'Impero russo con la firma del trattato di Georgievsk. Negli ultimi decenni del XVIII secolo la Georgia era infatti diventata un elemento più importante nelle relazioni russo-iraniane[38]: Caterina II di Russia considerava la Georgia un perno per la sua politica caucasica, con l'aspirazione di usarla come base operativa sia contro sia l'Iran che contro l'Impero ottomano[39], gli immediati rivali geopolitici della Russia confinanti a sud. Un ridotto contingente militare russo arrivò a Tbilisi nel 1784, ma fu ritirato nel 1787 nonostante le frenetiche proteste dei georgiani, poiché una nuova guerra contro l'Impero ottomano era iniziata su un fronte diverso[36].
Le conseguenze di questi eventi si verificarono alcuni anni dopo, quando la nuova e forte dinastia iraniana dei Qajar emerse vittoriosa nella prolungata lotta per il potere in Iran. Muḥammad Khān si pose come suo primo obiettivo da sovrano il riportare il Caucaso completamente sotto l'orbita persiana[40]. Per Muḥammad Khān, la sottomissione e la reintegrazione della Georgia nell'impero iraniano facevano parte dello stesso processo che aveva portato alla riunificazione dell'intero Iran sotto il suo dominio: come i Safavidi e Nader Shah prima di lui, i territori caucasici non erano considerati diversi dai territori dell'Iran continentale, e la Georgia era ritenuta una provincia qualunque dell'Iran[36]. Trovando un intervallo di pace tra le loro liti, e con l'Iran settentrionale, occidentale e centrale al sicuro, i Qajar chiesero a Eraclio II di rinunciare al trattato con la Russia e di riaccettare la sovranità iraniana[40], promettendo in cambio pace e sicurezza per il suo regno. L'Impero ottomano, il vicino e rivale dell'Iran, riconobbe i diritti di quest'ultimo su Cartalia e Cachezia per la prima volta in quattro secoli[41] ed Eraclio si appellò quindi alla sua protettrice teorica, l'imperatrice Caterina II di Russia, ma fu ignorato e la Georgia rimase sola a respingere la minaccia iraniana[42]. Ciononostante, Eraclio II rifiutò di sottomettersi all'ultimatum di Muḥammad Khān[43]

Nell'agosto del 1795 Muḥammad Khān attraversò il fiume Aras e, dopo aver raccolto il sostegno dai suoi khan subordinati di Erivan e Gəncə, si assicurò il controllo di una vasta area arrivata a includere parti del Daghestan a nord e tutto il territorio fino al confine più occidentale dell'odierna Armenia a ovest[41]. Muḥammad Khān marciò quindi direttamente su Tbilisi, dove ebbe inizio una grande battaglia tra gli eserciti iraniano e georgiano: nonostante l'aiuto di guerrieri arrivati dalla vicina Imerezia i georgiani, irrimediabilmente in inferiorità numerica, furono infine sconfitti dopo una dura resistenza, e in poche ore Muḥammad Khān ebbe il pieno controllo della capitale georgiana[42]. Dopo la conquista di Tbilisi e l'ottenimento del controllo effettivo della Georgia orientale[11][44], nel 1796 Muḥammad Khān fu formalmente incoronato scià dell'Iran nella Pianura di Mughan[11]; Eraclio II tornò a Tbilisi per ricostruire la città, ma la distruzione della sua capitale fu un colpo mortale per i suoi progetti. Dopo aver appreso della caduta di Tbilisi, per ripristinare il prestigio russo Caterina II dichiarò guerra all'Iran[45] e inviò un esercito nei possedimenti Qajar nell'aprile di quell'anno; il nuovo zar Paolo I di Russia, che succedette a Caterina a novembre, richiamò tuttavia le truppe poco dopo.
Muḥammad Khān fu poi assassinato a Şuşa solo un anno più tardi, nel 1797, mentre preparava una seconda spedizione contro la Georgia[45]; il nipote Fath Ali Shah gli succedette al trono. La ripresa dell'egemonia iraniana sulla Georgia non durò a lungo: nel 1799 i russi marciarono su Tbilisi[46] e i due anni successivi furono segnati da un periodo di confusione e disordine; il regno georgiano, indebolito e devastato, fu facilmente assorbito dalla Russia nel 1801[42][43]. Poiché l'Iran non poteva permettere o consentire la cessione della Transcaucasia e del Daghestan, che avevano fatto parte del concetto di Iran per secoli[45], i Qajar si impegnarono in una serie di guerre con l'Impero russo: la guerra russo-persiana del 1804-1813 e la guerra russo-persiana del 1826-1828, che alla fine si conclusero con la sconfitta dell'Iran e la cessione forzata e irrevocabile delle suddette regioni alla Russia imperiale, secondo quanto disposto dal trattato di Golestan del 1813 e dal trattato di Turkmenchay del 1828[12].
Lo sviluppo sotto Amir Kabir
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Il regno di Fath Ali Shah vide un aumento dei contatti diplomatici con l'Occidente e l'inizio di intense rivalità diplomatiche europee sull'Iran. All'epoca della prima guerra con l'Impero russo, Fath Ali Shah promosse la creazione di un'alleanza con la Francia di Napoleone Bonaparte in funzione anti-russa, concretizzata nella stipula del trattato di Finckenstein e nell'invio di una missione di ufficiali francesi in Iran per addestrare e modernizzare l'esercito locale. Suo nipote Muhammad Shah Qajar, succeduto al trono nel 1834, promosse una campagna militare contro l'Afghanistan a est, scissosi dalla Persia nel 1747, ma due tentativi di conquistare Herat tra il 1837 e il 1838 vennero respinti grazie al supporto dato agli afghani da parte del Regno Unito; sotto il regno di Muhammad Shah, l'Iran iniziò progressivamente a cadere sotto l'influenza dell'Impero russo. Alla morte di Muhammad Shah nel 1848 la successione passò a suo figlio Naser al-Din Shah Qajar, che si dimostrò il più abile e di maggior successo dei sovrani Qajar: durante il regno di Naser al-Din Shah la scienza, la tecnologia e i metodi educativi occidentali furono introdotti in Iran e iniziò la modernizzazione del Paese. Naser al-Din Shah cercò di sfruttare la reciproca ostilità tra Regno Unito e Russia in Asia per preservare l'indipendenza dell'Iran, ma l'interferenza straniera e le invasioni territoriali aumentarono sotto il suo governo e, in definitiva, non fu in grado di impedire a britannici e russi di estendere progressivamente il loro controllo su regioni di tradizionale influenza iraniana[47].

Mirza Taghi Khan Amir-Nezam, già consigliere e conestabile del giovane Naser al-Din, ebbe la responsabilità principale nell'assicurare la successione al trono del principe ereditario nel 1848; quando Nasser al-Din divenne scià, ricompensò Amir-Nezam con la carica di primo ministro e l'appellativo di "Amir Kabir" ("Grande sovrano"), con cui divenne comunemente noto. A quel tempo l'Iran era sull'orlo della bancarotta, ma nei successivi due anni e mezzo Amir Kabir avviò importanti riforme in quasi tutti i settori della società: la spesa pubblica fu tagliata e fu fatta una distinzione tra il bilancio privato e quello pubblico. Gli strumenti dell'amministrazione centrale furono revisionati e Amir Kabir assunse la responsabilità di tutti i settori della burocrazia. Una rivolta dei seguaci del Babismo nel 1848-1849 e un'insurrezione nel Khorasan tra il 1846 e il 1850 furono represse sotto la direzione del primo ministro[48]. L'interferenza straniera negli affari interni dell'Iran fu ridotta e il commercio estero fu incoraggiato. Furono intraprese opere pubbliche come la costruzione del bazar di Teheran; Amir Kabir emanò anche un editto che vietava la scrittura ornata ed eccessivamente formale nei documenti governativi, segnando l'inizio di uno stile di prosa persiano moderno[48].
Uno dei più grandi successi di Amir Kabir fu la costruzione di Dar-ol Fonoun nel 1851, la prima università moderna in Iran e in Medio Oriente: Dar-ol Fonoun fu fondata per formare un nuovo gruppo di amministratori e familiarizzarli con le tecniche occidentali, segnando l'inizio dell'istruzione moderna in Iran. Amir Kabir ordinò che la scuola fosse costruita ai margini della città in modo che potesse essere ampliata secondo necessità, assunse insegnanti francesi e russi, nonché iraniani, per insegnare materie diverse come lingua, medicina, diritto, geografia, storia, economia e ingegneria[49]. Queste riforme provocarono tuttavia l'ostilità di vari notabili che erano stati esclusi dal governo, e che consideravano Amir Kabir un arrivista e una minaccia per i loro interessi: una coalizione formata contro il primo ministro, in cui la regina madre era parte attiva, convinse infine il giovane scià che Amir Kabir volesse usurparne il trono. Nell'ottobre del 1851 lo scià destituì Amir Kabir e lo esiliò a Kashan, dove in seguito fu assassinato per ordine dello stesso sovrano[48].
Influenze straniere e concessioni economiche
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L'Iran dei Qajar divenne nel frattempo una vittima del "Grande gioco" in corso tra Russia e Regno Unito nell'Asia centrale[16]. Nel 1856, nel corso della guerra anglo-persiana, il Regno Unito sventò un nuovo tentativo dell'Iran dei Qajar di riaffermare il suo controllo su Herat; i britannici estesero anche il loro controllo ad altre aree del Golfo Persico durante il XIX secolo. Nel frattempo, nel 1881, la Russia aveva completato la conquista degli attuali Turkmenistan e Uzbekistan, portando la frontiera russa ai confini nord-orientali della Persia e recidendo gli storici legami iraniani con le città di Bukhara, Merv e Samarcanda. Con la stipula del trattato di Akhal il 21 settembre 1881, l'Iran cessò ogni sua rivendicazione su tutte le parti del Turkestan e della Transoxiana, stabilendo il fiume Atrek come nuovo confine con la Russia imperiale[50].
Diverse concessioni commerciali da parte del governo iraniano, approvate tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo come contropartita alla fornitura di prestiti, competenze tecniche moderne e supporto diplomatico, posero gli affari economici del paese in gran parte sotto il controllo straniero. Le terribili condizioni economiche del governo Qajar lo costrinsero a concedere un trattamento preferenziale alle potenze straniere e a consentire loro di accedere ai settori più redditizi dell'economia nazionale[51]. La concessione Reuter del 1872 fu la prima grande concessione accettata dal governo dei Qajar, i quali affidarono all'uomo d'affari britannico Paul Julius Reuter un monopolio della durata di 70 anni su ferrovie, banche e miniere del paese; revocata già nel 1873 a causa delle forti proteste interne nel paese e delle pressioni politiche della Russia, la concessione mise bene in evidenza lo stato disastroso delle finanze dei Qajar[52][53]. nel 1888 fu invece la Russia ad aggiudicarsi una concessione che le lasciava il controllo di tutte le attività sulla pesca nelle acque del Mar Caspio; la concessione, che rimase in vigore fino al 1921, distrusse l'economia delle piccole comunità di pescatori iraniani sulla costa settentrionale del paese[54]. Nel 1890 il governo Qajar affidò invece il monopolio della produzione, commercio ed esportazione del tabacco iraniano alla britannica British American Tobacco; ancora una volta, la mossa innescò violente proteste interne che portarono alla sua cancellazione nel 1892[55][56]. Nel 1901, infine, la concessione D'Arcy affidò all'uomo d'affari britannico William Knox D'Arcy il diritto per 60 anni di esplorare e sfruttare i giacimenti di petrolio nell'Iran sud-orientale; questo portò alla scoperta, nel 1908, del grande giacimento di Masjed-e Soleyman e alla fondazione, un anno più tardi, della Anglo-Iranian Oil Company, che divenne ben presto un colosso dell'industria petrolifera mondiale[57][58].

Nel 1879 la creazione della Brigata cosacca persiana, formazione d'élite comandata da ufficiali russi, diede alla Russia influenza sulla modernizzazione dell'esercito dei Qajar; un'influenza particolarmente importante perché la legittimità della monarchia iraniana si basava su un'immagine di abilità militare, prima di origine turca e poi di influenza europea[15][59]. Entro il 1890 tutori, medici e ufficiali di origine russa ricoprivano importanti posizioni alla corte dello scià, influenzandone personalmente la politica[15][60]. Russia e Regno Unito avevano investimenti concorrenti nell'industrializzazione dell'Iran, comprese strade e linee telegrafiche[61], visti come un modo sia per trarre profitto che per estendere la loro influenza sul paese; tuttavia, la rivalità del "Grande gioco" fu così pronunciata che le reciproche richieste britanniche e russe allo Scià di escludere il rivale bloccarono tutta la costruzione ferroviaria in Iran fino alla fine del XIX secolo[16]. Verso la fine del XIX secolo, molti iraniani credevano che i loro governanti fossero vincolati agli interessi stranieri: la monarchia iraniana divenne più un concetto simbolico, con i diplomatici russi che erano essi stessi mediatori di potere in Iran e lo scià che dipendeva dai prestiti britannici e russi per mantenere in piedi le sue finanze[15][62].
La rivoluzione costituzionale
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Quando Nasser al-Din fu assassinato da Mirza Reza Kermani nel 1896, la corona passò a suo figlio Mozaffar al-Din Shah Qajar[63]; questi si rivelò un sovrano moderato, ma relativamente inefficace. Le stravaganze della corte reale coincidevano con un'inadeguata capacità di garantire entrate statali, il che esacerbò ulteriormente i problemi finanziari dei Qajar; in risposta, lo scià ottenne due ingenti prestiti dalla Russia (in parte spesi poi per finanziare viaggi personali in Europa). La rabbia pubblica crebbe quando lo scià vendette concessioni – come monopoli di costruzione di strade, l'autorità di riscuotere dazi sulle importazioni, ecc. – a imprese europee in cambio di generosi pagamenti allo scià stesso e ai suoi funzionari. La richiesta popolare di limitare l'arbitraria autorità reale a favore dello stato di diritto aumentò con l'aumentare della preoccupazione per la crescente penetrazione e influenza straniera nel paese[47].
L'incapacità dello scià di rispondere alle proteste dell'establishment religioso, dei mercanti e di altre classi sociali spinse vari leader clericali e dei ceti mercantili, nel gennaio del 1906, a rifugiarsi nelle moschee di Teheran e fuori dalla capitale per evitare un probabile arresto. Quando a giugno lo scià rinnegò la promessa di consentire l'istituzione di una "casa di giustizia", o assemblea consultiva, 10000 persone guidate dai mercanti della capitale si rifugiarono nel complesso della legazione britannica a Teheran. Davanti alle proteste, in agosto lo scià, attraverso l'emanazione di un decreto, promise infine l'adozione di una costituzione. In ottobre, un'assemblea eletta si riunì e redasse una costituzione che prevedeva rigide limitazioni al potere reale, un parlamento eletto o Majles con ampi poteri di rappresentanza del popolo e un governo con un gabinetto soggetto alla conferma del Majles. Lo scià approvò la Costituzione il 30 dicembre 1906, ma si rifiutò di cedere tutti i suoi poteri al Majles e allegò al testo una clausola che imponeva la necessità della sua firma per la promulgazione di tutte le leggi. Le "Leggi fondamentali supplementari", approvate nel 1907, garantivano entro certi limiti la libertà di stampa, di parola e di associazione, nonché la sicurezza della vita e della proprietà. Le speranze di una concreta attuazione della costituzione, tuttavia, non si realizzarono[47][64].
Mozaffar al-Din morì nel 1907 e il figlio Mohammad Ali Shah Qajar gli succedette sul trono. Contando sull'aiuto della Russia, Mohammad Ali tentò di abrogare la costituzione e abolire il governo parlamentare: dopo diverse controversie con i membri del Majlis, nel giugno 1908 lo scià usò la sua Brigata cosacca persiana con ufficiali russi per assaltare l'edificio del Majlis, arrestare molti dei deputati e chiudere l'assemblea[65]. Gli oppositori dello scià, tuttavia, si radunarono a Tabriz, Isfahan, Rasht e altrove; nel luglio 1909, le milizie costituzionali marciarono da Rasht a Teheran guidate da Mohammad Vali Khan Khalatbari Tonekaboni, deposero lo scià e ristabilirono la costituzione del 1096. L'ex scià andò in esilio in Russia, e morì poi a Sanremo, in Italia, nell'aprile 1925[47].

Il 16 luglio 1909, il Majles votò per collocare sul trono il figlio undicenne di Mohammad Ali Shah, Ahmad Shah Qajar[66]. Sebbene le forze costituzionali avessero trionfato, si trovarono ad affrontare gravi difficoltà: gli sconvolgimenti della "Rivoluzione costituzionale" e della guerra civile avevano minato la stabilità e i commerci del paese. Inoltre l'ex-scià, con il sostegno russo, lanciò un tentativo di riconquistare il trono, sbarcando truppe nel luglio 1910, andando però incontro a un fallimento. La cosa più grave fu, tuttavia, che la speranza che la Rivoluzione costituzionale avrebbe inaugurato una nuova era di indipendenza dalle grandi potenze ebbe rapidamente fine: il 31 agosto 1907, con la stipula dell'accordo anglo-russo per l'Asia, Russia e Regno Unito divisero il territorio iraniano in sfere di influenza reciproche, sanando i loro decennali dissidi sul controllo del paese. I russi avrebbero goduto del diritto esclusivo di perseguire i propri interessi nelle regioni settentrionali dell'Iran, i britannici nel sud e nell'est; entrambe le potenze sarebbero state libere di competere per vantaggi economici e politici in una sfera "neutrale" al centro del paese. La situazione raggiunse il culmine quando William Morgan Shuster, un amministratore statunitense assunto come tesoriere generale dal governo persiano per riformare le sue finanze, cercò di riscuotere le tasse da potenti funzionari che godevano della protezione della Russia; Shuster arrivò a inviare membri della gendarmeria del tesoro, una forza di polizia del dipartimento delle imposte, nella zona russa, scatenando le protese di Mosca. Quando nel dicembre 1911 il Majlis rifiutò all'unanimità un ultimatum russo che chiedeva le dimissioni di Shuster, truppe russe già presenti nel paese si mossero per occupare la capitale. Per impedirlo, il 20 dicembre i capi delle tribù Bakhtiari e le loro truppe circondarono l'edificio del Majlis, forzarono l'accettazione dell'ultimatum russo e chiusero l'assemblea, sospendendo ancora una volta la costituzione[18][67].
Funzionari britannici e russi si coordinarono mentre l'esercito russo, ancora presente in Iran, invadeva nuovamente la capitale e sospendeva il parlamento. Il governo russo ordinò alle truppe di stanza a Tabriz di "agire duramente e rapidamente", e furono ordinate purghe che portarono a numerose esecuzioni di importanti rivoluzionari. L'ambasciatore britannico, George Head Barclay, espresse disapprovazione per questo "regno del terrore", sebbene avrebbe presto fatto pressione sui ministri persiani affinché ufficializzassero la spartizione anglo-russa dell'Iran. Nel giugno del 1914 la Russia stabilì un controllo militare quasi totale sulla sua zona settentrionale del paese, mentre il Regno Unito aveva acquisito influenza sui leader tribali autonomi Beluci e Bakhtiari nella zona sud-orientale[18].
La prima guerra mondiale e la fine della dinastia
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Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale nel luglio 1914, l'Iran dei Qajar annunciò l'adozione di una rigorosa neutralità il 1º novembre 1914; poco dopo, tuttavia, il paese venne invaso dall'Impero ottomano, da poco sceso in guerra al fianco degli Imperi centrali contro la Triplice Intesa: a quel tempo, gran parte dell'Iran era sotto stretta influenza e controllo russo, e dal 1910 le forze russe erano presenti all'interno del paese al punto che molte delle sue città possedevano guarnigioni russe; questo rese il paese un obiettivo ovvio per gli ottomani. Per questo, come afferma lo storico Touraj Atabaki, dichiarare la neutralità era inutile, soprattutto perché l'Iran non aveva la forza per attuare concretamente questa politica[68].
Nel corso della guerra, truppe ottomane invasero l'Azerbaigian iraniano dando luogo a numerosi scontri con le forze russe lì stanziate[69] Tuttavia, dopo lo scoppio della Rivoluzione russa del 1917 e il successivo ritiro della maggior parte delle truppe russe dall'Iran, gli ottomani presero il sopravvento occupando parti significative del paese, che tennero fino alla fine della guerra nel 1918 ritirandosi solo dopo la stipula dell'armistizio di Mudros. Tra il 1914 e il 1918, le truppe ottomane massacrarono molte migliaia di persone tra la popolazione assira e armena dell'Iran, come parte rispettivamente dei genocidi assiro e armeno[70][71].
L'occupazione della Persia durante la prima guerra mondiale da parte delle truppe russe, britanniche e ottomane fu un duro colpo dal quale Ahmad Shah non si riprese mai completamente. Nel 1919 il governo iraniano dovette accettare un accordo che poneva di fatto il paese sotto la tutela del Regno Unito; l'accordo suscitò forti proteste interne nel paese e fu respinto anche dalla neonata Società delle Nazioni. L'incompetenza e la corruzione del governo dei Qajar avevano ormai scontentato buona parte della popolazione dell'Iran, desiderosa più che mai di un governo più forte e stabile; questo creò quindi il terreno per il colpo di Stato del 21 febbraio 1921, promosso da una coalizione di nazionalisti iraniani guidata dal giornalista radicale Seyyed Zia al-Din Tabataba'i Yazdi e da diversi ufficiali della Brigata cosacca persiana, tra cui il suo comandante il colonnello Reza Pahlavi. Le truppe di Reza Pahlavi occuparono rapidamente Teheran e obbligarono Ahmad Shah a nominare Seyyed Zia come nuovo primo ministro; appena tre mesi dopo, Reza Pahlavi costrinse all'esilio Seyyed Zia a causa di divergenze di opinione, iniziando ben presto a comportarsi come il vero uomo forte dell'Iran. Nominato primo ministro nel 1923, Reza Pahlavi consolidò rapidamente la sua autorità e promosse varie riforme, mostrando insofferenza per gli ostacoli posti da un Majlis quanto mai diviso e litigioso; dando un'ulteriore sterzata autoritaria al paese, nell'ottobre 1925 Reza Pahlavi obbligò il Majlis a deporre Ahmad Shah e ad escludere definitivamente la dinastia Qajar dal potere. Nel dicembre dello stesso anno un'assemblea costituente incoronò Reza Pahlavi come nuovo scià, dando vita alla Dinastia Pahlavi[47].
Ahmad Shah, l'ultimo scià della dinastia Qajar, morì in esilio il 21 febbraio 1930 a Neuilly-sur-Seine, in Francia[72].
Forze armate
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Le forze armate furono una delle maggiori fonti convenzionali di legittimità della dinastia Qajar, sebbene sotto il loro regno l'esercito fu sempre più influenzato dalle potenze straniere nel corso del tempo[15][59]. Le forze irregolari, come la cavalleria reclutata tra le tribù, furono un elemento importante delle forze armate Qajar fino alla fine del XIX secolo, e rimasero a lungo una parte significativa dell'esercito iraniano[73].
Al momento della morte di Muḥammad Khān nel 1797, l'esercito Qajar era al suo apice e contava 60000 uomini in armi, tra cui 50000 cavalieri tribali (savar) e 10000 fanti (tofangchi) reclutati dalla popolazione sedentaria iraniana[74]. L'esercito di suo nipote e successore Fath-Ali Shah era molto più grande e, dal 1805 in poi, incorporò unità addestrate da ufficiali europei[75]. Secondo il generale francese Claude Matthieu, conte di Gardane, che era di stanza in Iran, l'esercito di Fath-Ali Shah contava 180000 uomini nel 1808, superando di gran lunga l'esercito di Muḥammad Khān in termini di dimensioni. Lo storico moderno Maziar Behrooz sostiene che ci sono altre stime che corrispondono approssimativamente alla stima di Gardane, tuttavia questi fu il primo a completare una descrizione completa dell'esercito Qajar visto che Gardane e altri ufficiali francesi furono incaricati di curare il suo addestramento[75]. Secondo il rapporto di Gardane sull'esercito di Fath-Ali Shah, circa 144000 uomini erano cavalieri tribali, 40000 erano fanteria (inclusi reparti addestrati secondo i sistemi europei dell'epoca), mentre 2500 facevano parte delle unità di artiglieria montata su cammelli (zamburak). Circa la metà del numero totale di cavalieri, ovvero 70000-75000, erano i cosiddetti rekabi, soldati che ricevevano i loro stipendi dai fondi personali dello scià durante i periodi di mobilitazione; tutti gli altri erano i cosiddetti velayati, cioè venivano pagati ed erano sotto il comando dei governatori regionali e provinciali iraniani, e venivano mobilitati per unirsi all'esercito reale quando le circostanze lo richiedevano[75]. Inoltre, come era consuetudine, le tribù dovevano fornire truppe per l'esercito a seconda delle dimensioni della loro popolazione. Non esistevano servizi logistici: dopo aver ricevuto la paga, il governo centrale si aspettava che i militari, per la maggior parte, pagassero di tasca propria per le proprie forniture[75].

Durante l'epoca delle guerre con la Russia, la forza principale che difendeva l'Iran dagli invasori russi fu l'esercito della provincia dell'Azerbaigian, comandato dal principe ereditario Abbas Mirza; pertanto, la qualità e l'organizzazione delle sue unità erano superiori a quelle del resto dell'esercito iraniano. I soldati delle unità di Abbas Mirza provenivano dai villaggi dell'Azerbaigian e secondo quote stabilite in linea con l'estensione del reddito prodotto da ciascun villaggio; Abbas Mirza provvedeva al pagamento dell'equipaggiamento e degli armamenti delle sue truppe. James Justinian Morier stimò la forza sotto il comando di Abbas Mirza in 40000 uomini, composti da 22000 cavalieri, 12000 fanti regolari inclusa una forza di artiglieria, e 6000 fanti tribali.
Negli anni 1910, l'autorità governativa dell'Iran dei Qajar era decentralizzata al punto che le potenze straniere cercarono di rafforzare il governo centrale fornendo aiuti militari; benché visto come un processo di modernizzazione difensiva del Paese, ciò portò di conseguenza anche ad aumentare la colonizzazione interna dell'Iran da parte delle potenze europee[76]. In questo contesto, la Gendarmeria iraniana fu fondata nel 1911 con l'assistenza militare della Svezia[76][77]; il coinvolgimento di un paese neutrale fu visto come un modo per evitare la rivalità del "Grande gioco" tra Russia e Regno Unito, nonché per evitare di schierarsi con una particolare alleanza nel preludio dell'imminente prima guerra mondiale. Gli amministratori iraniani pensavano che le riforme avrebbero potuto rafforzare il paese contro le influenze straniere, e la gendarmeria addestrata dagli ufficiali svedesi ebbe un certo successo nel rafforzare il controllo di polizia centrale nel paese[77]. Dopo il 1915, Russia e Regno Unito chiesero tuttavia il richiamo dei consiglieri militari svedesi in quanto accusati di simpatie verso la Germania: alcuni ufficiali svedesi se ne andarono, mentre altri si schierarono con i tedeschi e gli ottomani nel loro intervento in Persia[77].
La Russia creò e addestrò la Brigata cosacca persiana nel 1879, nominalmente una guardia d'élite al servizio diretto della monarchia Qajar ma in realtà usata come veicolo per l'influenza russa sull'Iran[16][78]; il numero di ufficiali russi inseriti nella Brigata cosacca crebbe nel tempo, e dopo l'inizio della Rivoluzione russa molti sostenitori dello zar rimasero in Iran come membri della Brigata cosacca piuttosto che prendere parte alla successiva guerra civile russa[78]. Da parte sua, il Regno Unito creò nel 1916 i South Persia Rifles con soldati locali reclutati nella sua sfera di influenza in Iran; inizialmente l'unità rimase separata dal resto dell'esercito iraniano, ma fu poi riunita a quest'ultimo nel 1921[79]. Tanto la Brigata cosacca, fusa con la gendarmeria e finanziata dai britannici dopo il 1921[80], quanto i South Persia Rifles costituirono il nucleo centrale dell'esercito di Reza Pahlavi negli ultimi anni della dinastia Qajar[78].
Demografia
[modifica | modifica wikitesto]Situazione demografica
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Alla fine del XVIII secolo, durante il periodo finale del regno di Muḥammad Khān, l'Iran (compresi i Khanati del Caucaso sotto la sua influenza) contava circa cinque o sei milioni di abitanti[81].
Nel 1800, tre anni dopo l'inizio del regno di Fath-Ali Shah, l'Iran contava circa sei milioni di cittadini, ma pochi anni dopo, nel 1812, la popolazione contava circa nove milioni di persone; all'epoca, il paese contava circa 70000 ebrei, 170000 cristiani armeni e 20000 zoroastriani. La città di Shiraz, nel sud, contava circa 50000 abitanti mentre Isfahan era la città iraniana più grande dell'epoca, con una popolazione di circa 200000 abitanti. Più a nord, Teheran, che divenne la capitale dell'Iran sotto i Qajar nel 1786, assomigliava più a una guarnigione che a una vera città: a quel tempo, come città in via di sviluppo, ospitava circa 40000-50000 abitanti, ma solo quando vi risiedeva la corte reale iraniana[4]. Durante l'estate, la corte reale si trasferiva in una zona di pascolo più fresca come a Soltaniyeh , vicino a Khamseh (oggi Zanjan), o a Ujan vicino a Tabriz nella provincia dell'Azerbaijan; altri residenti di Teheran si trasferivano durante l'estate a Shemiran, più a nord di Teheran, che si trovava a un'altitudine più elevata e quindi aveva un clima più fresco. Questi spostamenti stagionali riducevano la popolazione di Teheran a poche migliaia di persone nei periodi più caldi dell'anno[82]
Nell'est dell'Iran Mashhad, città che pure ospitava il Santuario dell'Imam Reza e che era stata capitale dell'Iran durante l'era Afsharid, aveva una popolazione inferiore a 20000 abitanti nel 1800. Tabriz, la città più grande della provincia dell'Azerbaigian nonché residenza ufficiale del vali ahd ("principe ereditario"), era una città prospera, ma il terremoto del 1780 aveva devastato il centro abitato e ne aveva invertito lo sviluppo: nel 1809 la popolazione di Tabriz era stimata in 50000 abitanti, comprese 200 famiglie armene che vivevano nel loro quartiere. La popolazione totale della provincia dell'Azerbaigian, secondo una stima del 1806, era compresa tra 500000 e 550000 anime; le città di Khoy e Marand, che all'epoca non erano altro che un amalgama di villaggi, ospitavano rispettivamente 25000 e 10000 abitanti[82].
Nei domini iraniani nel Caucaso, la città di Naxçıvan (Nakhjavan) contava una popolazione totale di circa 5000 abitanti nel 1807, mentre la popolazione totale del Khanato di Erivan era di circa 100000 abitanti nel 1811; tuttavia, quest'ultima cifra non tiene conto delle tribù curde che erano migrate nella provincia. Una stima russa affermava che la regione di Pambak, nella parte settentrionale del Khanato di Erivan, occupata dai russi dopo il 1804 contava una popolazione totale di 2832 abitanti, di cui 1529 musulmani e 1303 armeni cristiani. Secondo l'indagine demografica russa del 1823 sul Khanato del Karabakh, la sua città più grande, Şuşa, contava 371 famiglie divise in quattro quartieri o parrocchie (mahaleh). La provincia stessa era composta da 21 distretti, in cui si trovavano nove grandi domini che appartenevano a musulmani e armeni, 21 villaggi armeni e 90 villaggi musulmani (sia stanziali che nomadi), con gli armeni che costituivano una minoranza rispettata. Nel Khanato di Ganja, la città di Gəncə contava 10425 abitanti nel 1804, al momento della conquista e dell'occupazione russa[82].
Nel 1868 gli ebrei erano la minoranza più significativa a Teheran: la comunità contava 1578 persone salite poi, nel 1884, a 5571[83].
Migrazioni dei mussulmani del Caucaso
[modifica | modifica wikitesto]In seguito alla perdita ufficiale dei vasti territori del Caucaso causata dalle guerre russo-persiane di inizio XIX secolo, divennero inevitabili importanti cambiamenti demografici nell'Iran dei Qajar: i territori di lingua persiana nel Caucaso furono persi con tutti i loro abitanti, e dopo la guerra del 1804-1813, ma anche a seguito della guerra del 1826-1828, grandi migrazioni di popoli caucasici furono dirette verso l'Iran continentale, nell'ambito degli eventi del cosiddetto genocidio circasso. Tra i popoli coinvolti in queste migrazioni vi furono gli Ayrums, i Carapapachi, i Circassi, i Lesghi di religione sciita e altri musulmani transcaucasici[84].

Durante la guerra russo-persiana del 1804-1813, molte migliaia di Ayrum e Carapapachi lasciarono le loro terre e si stabilirono a Tabriz; durante la guerra del 1826-1828, la maggior parte degli Ayrum e dei Carapapachi che erano rimasti ancora nei territori russi appena conquistati migrarono e si stabilirono a Solduz, oggi Naqadeh nell'attuale provincia iraniana dell'Azerbaigian occidentale[85]. Come afferma la The Cambridge History of Iran, «la costante invasione delle truppe russe lungo la frontiera nel Caucaso, le brutali spedizioni punitive del generale Ermolov e il malgoverno spinsero un gran numero di musulmani, e persino alcuni cristiani georgiani, all'esilio in Iran»[86].
A partire dal 1864 e fino all'inizio del XX secolo ebbe luogo un'altra espulsione di massa di musulmani caucasici, a seguito della vittoria finale russa nella lunga serie di conflitti nota come "guerra caucasica"; queste migrazioni, dirette ancora una volta in parte verso l'Iran, includevano masse di azeri caucasici, altri musulmani transcaucasici, così come molti musulmani del Caucaso settentrionale come Circassi, Lesghi sciiti e Laki[84]. Molti di questi immigranti avrebbero svolto un ruolo fondamentale nella successiva storia iraniana, poiché formarono la maggior parte dei ranghi della Brigata cosacca persiana: il nucleo originario della brigata era interamente composto da circassi e altri musulmani caucasici[87].
In aggiunta a questi movimenti, il trattato di Turkmenchay del 1828 incluse il diritto ufficiali per l'Impero russo di incoraggiare l'insediamento di armeni dall'Iran nei territori russi appena conquistati[88]. Fino alla metà del XIV secolo, gli armeni avevano costituito la maggioranza della popolazione nell'Armenia orientale, ma alla fine del secolo, dopo le campagne di conquista di Tamerlano, l'Islam era diventato la fede dominante nella regione e gli armeni divennero una minoranza[89]. Dopo secoli di guerre costanti sull'altopiano armeno, molti armeni scelsero di emigrare e stabilirsi altrove e, in seguito al massiccio trasferimento di armeni e musulmani ordinato dallo scià safavide ʿAbbās I il Grande nel 1604-1605, il loro numero diminuì ulteriormente. Al tempo dell'invasione russa dell'Iran, circa l'80% della popolazione del Khanato di Erivan nell'Armenia iraniana era composta da musulmani (persiani, turchi e curdi), mentre gli armeni cristiani costituivano una minoranza di circa il 20%[90]. Dopo la stipula del trattato di Golestan (1813) e del trattato di Turkmenchay (1828), l'Iran fu costretto a cedere l'Armenia iraniana (comprendente anche l'attuale Armenia) ai russi[91][92], e sotto l'amministrazione russa la composizione etnica della regione cambiò di nuovo: per la prima volta in più di quattro secoli, gli armeni etnici iniziarono a formare nuovamente una maggioranza in una parte dell'Armenia storica[93].
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