Ippolito de' Medici

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Ippolito de' Medici
cardinale di Santa Romana Chiesa
Ritratto del cardinale de' Medici di Cristofano dell'Altissimo, ante 1605
Inter Omnes[1]
 
Incarichi ricoperti
 
Natomarzo 1511 ad Urbino[2]
Nominato arcivescovo10 gennaio 1529 da papa Clemente VII
Creato cardinale10 gennaio 1529 da papa Clemente VII
Deceduto10 agosto 1535 ad Itri[2]
 
Ippolito de' Medici
Ritratto di Ippolito de' Medici di Tiziano Vecellio, olio su tela, 139×107 cm, 15321534 circa, Galleria Palatina, Palazzo Pitti, Firenze
Signore di Firenze
Stemma
Stemma
In carica19 novembre 1523
16 maggio 1527 (deposizione)
Predecessorecardinale Giulio de' Medici
(futuro papa Clemente VII)
SuccessoreRestaurazione della Repubblica di Firenze (15271530), poi Alessandro de' Medici
NascitaUrbino[2][3], marzo 1511[2]
MorteItri[2][3], 10 agosto 1535
Luogo di sepolturaBasilica di San Lorenzo in Damaso[2]
DinastiaMedici
PadreGiuliano de' Medici, duca di Nemours[2][3]
MadrePacifica Brandani[2]
FigliAsdrubale de' Medici[2] (ill.)
ReligioneCattolicesimo
MottoInter Omnes

Ippolito di Giuliano de' Medici (Urbino, marzo 1511[2]Itri, 10 agosto 1535[2]), unico figlio, per di più illegittimo[2][3], di Giuliano de' Medici, duca di Nemours[2][3], fu un cardinale e un arcivescovo italiano, che governò come "capo della città"[3] di Firenze fino alla "terza cacciata dei Medici" nel 1527[3] e che partecipò alla spedizione dell'imperatore Carlo V d'Asburgo contro i Turchi del 1532[2].

Bello d'aspetto e ricco d'ingegno e di cultura, autore di rime, traduttore in versi sciolti del II libro dell'Eneide, che dedicò all'amica Giulia Gonzaga, irrequieto, ambizioso, circondato di poeti, di eruditi, di artisti, di musici, ma anche "de bravi et sbricchi" questo "diavolo matto" fu tra le più bizzarre figure della sua epoca.[3]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio illegittimo di Giuliano Duca di Nemours e una certa Pacifica Brandani, Ippolito de' Medici aveva cinque anni quando il padre morì prematuramente (1516). Fu allora accolto dai parenti in particolare dallo zio Papa Leone X e poi dal cardinale Giulio de' Medici, che lo avviò alla carriera ecclesiastica.

Candidato a succedere al potere in città insieme al cugino Alessandro de' Medici quando lo zio Giulio divenne papa Clemente VII (1523) sotto la tutela del cardinale Silvio Passerini, dato che entrambi erano appena dodicenni.

Quando i lanzichenecchi di Carlo V espugnarono Roma con il famoso Sacco, tutta la famiglia scappò dalla città nella cosiddetta "terza cacciata dei Medici". Quando Clemente VII ristabilì la pace con l'Imperatore, ebbe l'aiuto per riprendere la città di Firenze, con l'assedio del 1529-30, dopo il quale fu messo a capo della città il duca Alessandro de' Medici. Ippolito sperava di essere scelto lui al posto dell'odiato cugino Alessandro, suo rivale, mentre fu invece allontanato da Firenze, prima come arcivescovo di Avignone, finché papa Clemente VII come compensazione non lo creò cardinale nel 1529, appena diciottenne con il titolo di Santa Prassede (mutato il 3 luglio 1532 con quello di San Lorenzo in Damaso) e creandolo vescovo di Avignone. Fino alla nomina del cardinale Alessandro Farnese il Giovane, creato da Paolo III, è stato il porporato italiano più giovane.

Fu cardinale legato in Umbria (dal 1529), amministratore delle diocesi di Monreale, Casale e Lecce.

Nel giugno 1532 il papa lo nominò vice-cancelliere e lo inviò come nunzio presso l'imperatore Carlo V, con destinazione Ratisbona. Appassionato più di guerra che di religione, prese parte attiva alla difesa di Vienna dagli assalti dell'esercito ottomano: nel celebre ritratto che ne fece Tiziano è ritratto con la veste guerresca all'ungherese piuttosto che con la porpora cardinalizia.

Rientrò a Roma già nel febbraio del 1533. Esuberante, irrequieto e ambizioso, Ippolito era bello d'aspetto e ricco d'ingegno e di cultura; nella sua residenza romana di Campo Marzio si circondò di poeti, eruditi, artisti, musici, ma anche "de bravi et sbricchi"; fu lui stesso autore di testi poetici e tradusse in versi sciolti il II libro dell'Eneide, che dedicò all'amica Giulia Gonzaga, dei principi di Sabbioneta.

Nel 1535 fu inviato dai fiorentini come ambasciatore dall'imperatore Carlo V, per denunciare i gravi abusi perpetrati dal duca Alessandro[4], ma durante il viaggio si ammalò e morì appena ventiquattrenne, pare per avvelenamento perpetrato dal suo siniscalco Giovanni Andrea de’ Franceschi originario di Borgo San Sepolcro, che subì anche un processo[5]. Pare che il misfatto fosse stato ordito da Alessandro, con la complicità del papa. Fu sepolto nella chiesa di San Lorenzo in Damaso a Roma.

Il suo pregevole ritratto di Tiziano è conservato alla Galleria palatina di Palazzo Pitti a Firenze.

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Da Giulia Gonzaga di Sabbioneta, da poco vedova di Vespasiano Colonna, conte di Fondi, ebbe un figlio illegittimo:

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Piero de' Medici Cosimo de' Medici  
 
Contessina de' Bardi  
Lorenzo de' Medici  
Lucrezia Tornabuoni Francesco Tornabuoni  
 
Selvaggia degli Alessandri  
Giuliano de' Medici, duca di Nemours  
Jacopo Orsini Orso Orsini  
 
Lucrezia Conti  
Clarice Orsini  
Maddalena Orsini Carlo Orsini  
 
Paola Orsini  
Ippolito de' Medici  
 
 
 
Giovanni Antonio Brandani  
 
 
 
Pacifica Brandani  
 
 
 
 
 
 
 
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mario Castagna, Stemmi e vicende di casate mantovane, Montichiari, 2002.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n Irene Fosi - Guido Rebecchini, MEDICI, Ippolito de’, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 22 giugno 2018.
  3. ^ a b c d e f g h Giovanni Battista Picotti, MEDICI, Ippolito de’, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 22 giugno 2018.
  4. ^ Cfr. Rinascimento: LI, 2011, p. 244 (Firenze : L.S. Olschki, 2011).
  5. ^ Crews, Daniel A. “Spanish Diplomacy and the Mysterious Death of Cardinal Ippolito De' Medici.” Mediterranean Studies, vol. 12, 2003, pp. 103–110.
  6. ^ Marietta de' Ricci, ovvero Firenze al tempo dell'assedio racconto ..., Volume 6.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Signore di Firenze Successore
Cardinale Giulio de' Medici 19 novembre 1523 - 16 maggio 1527
con Alessandro de' Medici il Moro
Restaurazione della Repubblica
Predecessore Arcivescovo metropolita di Avignone Successore
Orlando Carretto della Rovere 10 gennaio 1529 - 10 agosto 1535 Alessandro Farnese il Giovane
(amministratore apostolico)
Predecessore Cardinale presbitero di Santa Prassede Successore
Antonio Maria Ciocchi del Monte 10 gennaio 1529 - 3 luglio 1532 Tommaso De Vio, O.P.
Predecessore Abate commendatario dei Santi Vincenzo ed Anastasio alle Tre Fontane Successore
? 1º gennaio 1529 - 10 agosto 1535 Alessandro Farnese il Giovane
Predecessore Legato apostolico di Perugia e dell'Umbria Successore
Silvio Passerini 9 maggio 1529 - 10 agosto 1535 Marino Grimani
Predecessore Amministratore apostolico di Casale Monferrato Successore
Bernardino Castellari
(vescovo)
15 novembre 1529 - 6 marzo 1531 Bernardino Castellari
(vescovo)
Predecessore Cardinale presbitero di San Lorenzo in Damaso Successore
Pompeo Colonna 3 luglio 1532 - 10 agosto 1535 Alessandro Farnese il Giovane
Predecessore Vice-Cancelliere di Santa Romana Chiesa Successore
Pompeo Colonna 3 luglio 1532 - 10 agosto 1535 Alessandro Farnese il Giovane
Predecessore Amministratore apostolico di Monreale Successore
Pompeo Colonna 26 luglio 1532 - 10 agosto 1535 Alessandro Farnese il Giovane
Predecessore Abate commendatario di Saint-Étienne de Caen Successore
François II de Tournon 1º gennaio 1533 - 10 agosto 1535 Alessandro Farnese il Giovane
Predecessore Amministratore apostolico di Lecce Successore
Alfonzo de' Sangro
(vescovo)
20 aprile 1534 - 26 febbraio 1535 Giovanni Battista Castromediano
(vescovo)
Predecessore Legato apostolico della Marca Anconitana Successore
Benedetto Accolti il Giovane 5 settembre 1534 - 10 agosto 1535 Giovanni Domenico De Cupis
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