Inno nazionale (Pakistan)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Pāk sarzamīn
inno nazionale pakistano
Dati generali
Nazione Bandiera del Pakistan Pakistan
Adozione 13 agosto 1954
Lingue urdu
Componimento poetico
Autore Abu Al-Asar Hafeez Jalandhari
Epoca 1952
Composizione musicale
Autore Ahmed Ghulam Ali Chagla
Audio
Versione del Governo del Pakistan (info file)
Versione per orchestra e coro, 2022 (info file)
start=

Banda della U.S. Navy, versione strumentale, 2003. (info file)
start=

L'inno nazionale del Pakistan,[N 1] noto anche col suo incipit Pāk Sarzamīn (lett. "La terra sacra"),[N 2] fu dapprima inno del Dominion del Pakistan per divenire poi inno della Repubblica Islamica del Pakistan indipendente.[1] La musica è opera di Ahmad G. Chagla (1949) mentre i testi furono redatti, in un urdu con forti influssi persiani, pochi anni dopo da Hafeez Jalandhari (1952). L'inno fu trasmesso pubblicamente per la prima volta su Radio Pakistan il 13 agosto 1954, intonato dallo stesso Jalandhari e venne di lì a poco (16 agosto) adottato ufficialmente dal Ministero degl'Interni del Governo del Pakistan .

Poco dopo l'adozione ufficiale,[2] quello stesso anno, il brano venne registrato da undici importanti cantanti pachistani, tra cui Ahmad Rushdi, Kaukab Jahan, Rasheeda Begum, Najam Ara, Naseema Shaheen, Zawar Hussain, Akhtar Abbas, Ghulam Dastagir, Anwar Zaheer e Akhtar Wasi Ali.[3]

Ahmed Rushdi registrò l'inno nazionale del Pakistan nel 1954.

All'inizio del 1948, A. R. Ghani, un mussulmano del Transvaal in Sudafrica, bandì due premi da cinquemila rupie ciascuno che sarebbero andati al poeta e al compositore del nuovo inno nazionale per il neonato Stato indipendente del Pakistan. I premi vennero pubblicizzati tramite un annuncio che apparve sulla stampa governativa, pubblicato nel giugno 1948. Nel dicembre 1948 il governo del Pakistan istituì il Comitato per l'inno nazionale (National Anthem Committee, NAC) col compito di elaborare la composizione e il testo dell'inno. Dapprincipio, il NAC fu presieduto dal Segretario all'Informazione, Sheikh Muhammad Ikram; tra i suoi membri figuravano numerosi politici, poeti e musicisti, tra cui Abdur Rab Nishtar, Ahmad G. Chagla e Hafeez Jalandhari.[senza fonte] La NAC incontrò tuttavia delle difficoltà nel trovare musica e testi adatti allo scopo.

Allorché il presidente indonesiano Sukarno divenne il primo capo di Stato straniero a visitare il Pakistan, il 30 gennaio 1950, non venne suonato alcun inno nazionale pachistano. Nel 1950, l'imminente visita di Stato dello scià dell'Iran rese la questione ancora più urgente, spingendo il governo del Pakistan a chiedere al NAC di presentare un inno di Stato senza ulteriori indugi. Il presidente del NAC, allora ministro federale dell'Istruzione, Fazlur Rahman, incaricò diversi poeti e compositori di redigere i testi, ma nessuna delle opere presentate fu ritenuta idonea. La NAC esaminò inoltre diverse melodie e infine selezionò quella presentata da Ahmed G. Chagla, sottoponendola per l'approvazione formale.[4] Il 21 agosto 1950 il governo del Pakistan adottò la melodia di Chagla come inno nazionale.[5]

L'inno nazionale, ancora privo senza testo, fu quindi eseguito per la prima volta per un capo di stato straniero in occasione della visita di stato dello scià iraniano in Pakistan, ricevuto a Caraci il 1° marzo 1950 da una banda del Pak Bahr'ya, la Marina pachistana.[senza fonte]

Successivamente, lo stesso inno venne suonato per il primo ministro Liaquat Ali Khan durante la sua visita ufficiale negli Stati Uniti il 3 maggio 1950. Venne di nuovo eseguito dinnanzi alla NAC, il 10 agosto 1950.[6] Il riconoscimento ufficiale dell'inno nazionale, tuttavia, giunse solamente nell'agosto del 1954.[6] La NAC distribuì le registrazioni del brano a poeti illustri che, in risposta, scrissero e sottoposero all'attenzione della NAC diverse centinaia di proposte di testi. Alla fine, il testo opera di Hafeez Jalandhari ricevette l'approvazione e il nuovo inno fu trasmesso pubblicamente per la prima volta sulle onde di Radio Pakistan il 13 agosto 1954, intonato dallo stesso Hafeez Jalandhari.[7] L'approvazione ufficiale venne annunciata dal Ministero dell'Informazione e della Radiodiffusione il 16 agosto 1954. Il compositore Ahmed G. Chagla, che morì nel 1953, non fece quindi in tempo ad assistere all'ufficializzazione dell'inno da lui composto. Nel 1955 11 importanti cantanti pachistani si esibirono intonando l'inno; tra di loro: Ahmad Rushdi, Kaukab Jahan, Rasheeda Begum, Najam Ara, Naseema Shaheen, Zawar Hussain, Akhtar Abbas, Ghulam Dastagir, Anwar Zaheer e Akhtar Wasi Ali.[8][9][10]

Nel 2021, l’allora ministro degl'Interni Fawad Chaudhry annunciò che l’inno nazionale sarebbe stato nuovamente registrato con una migliore qualità.[11] Il progetto venne portato a compimento nel 2022, sotto il governo di Shehbaz Sharif.[12] La nuova registrazione, cui parteciparono 155 cantanti, 48 musicisti e 6 direttori d'orchestra, fu resa pubblica il 14 agosto 2022.[12]

Testi e melodia

[modifica | modifica wikitesto]

L'inno nazionale è l'interpretazione di una composizione in tre strofe, la cui melodia s'ispira alla musica orientale, ma è arrangiata in modo da poter essere facilmente suonata anche da gruppi stranieri.[senza fonte]

La musica, composta dal musicista e compositore pachistano Ahmad G. Chagla nel 1949, riflette la formazione dell'autore unendo elementi delle musiche orientale e occidentale. Per suonare l'inno nazionale,[13] la cui durata è in genere di circa 80 secondi,[2][5][14] vengono tipicamente impiegati ventuno strumenti musicali[5] e trentotto tonalità diverse.[5]

Il testo è in alto urdu classico, scritto dal poeta pachistano Hafeez Jalandhari nel 1952. Le tre strofe non presentano ripetizioni.[2] I testi hanno un vocabolario poetico persiano assai ricercato,[15] mentre il ricorso all'indostano si limita alla posposizione «kā» (in urdu کا?).[16]

Testo urdu Traslitterazione Trascrizione fonetica Traduzione[N 3]

پاک سرزمین شاد باد کشویر حسین شاد باد تو نشان عزم عالی شام ارض پاکستان مرکزِ یقین شاد باد

Pāk sarzamīn s̱ẖād bād, Kis̱ẖwar-i ḥasīn s̱ẖād bād, Tū nis̱ẖān-i 'azm-i 'ālī s̱ẖān Arẓ-i Pākistān! Markaz-i yaqīn s̱ẖād bād.

paːk səɾ.zə.miːn ʃaːd baːd ǀ kɪʃ.ʋə.ɾ‿e‿hə.siːn ʃaːd baːd ǀ tuː nɪ.ʃaː.n‿e‿əz.m‿e‿aː.liː‿ʃaːn əɾ.z‿e‿paː.kɪs.taːn ǀ məɾ.kə.z‿e‿jə.qiːn ʃaːd baːd ǁ

Sia benedetta la terra sacra, Lieto sia il regno prodigo, Tu, simbolo di risoluzione, O Terra del Pakistan! Benedetta sia la cittadella di fede.

پاک سرزمین کا نظام قوت اخوت عوام قوم ملک سلطنت پاینده تبنده باد شاد باد منزلِ مراد

Pāk sarzamīn kā niz̤ām, Quwwat-i Uḵẖuwwat-i 'awām, Qaum, mulk, salt̤anat, Pāyindah tābindah bād! S̱ẖād bād manzil-i murād.

paːk səɾ.zə.miːn kaː nɪ.zaːm ǀ qʊʋ.ʋə.t‿e‿ʊ.xʊʋ.ʋə.t‿e‿ə.ʋaːm ǀ qɔːm ǀ mʊlk ǀ səl.tə.nət paː.(j)ɪn.daː taː.bɪn.daː baːd ǀ ʃaːd baːd mən.zɪ.l‿e‿mʊ.ɾaːd ǁ

L'ordine di questa terra sacra, La forza della fraternità della gente, La Nazione, il Paese, lo Stato possano risplendere di gloria sempiterna! Benedetto sia l'obiettivo della nostra ambizione.

پرچم ستاره و هلال رهبر ترقی و کمال ترجمان ماضی شان حال جان استقبال سایۂ خدائے ذوالجلال

Parcam-i sitārah o-hilāl, Rahbar-i taraqqī o-kamāl, Tarjumān-i māẓī, s̱ẖān-i ḥāl Jān-i istiqbāl! Sāyah-yi Ḵẖudā-yi Ẕū l-jalāl.

pəɾ.t͡ʃə.m‿e‿sɪ.taː.ɾaː‿oː‿hɪ.laːl ǀ rɛɦ.bə.ɾ‿e‿tə.ɾəq.qiː‿oː‿kə.maːl ǀ təɾ.d͡ʒʊ.maː.n‿e‿maː.ziː ʃaː.n‿e‿haːl d͡ʒaː.n‿e‿ɪs.təq.baːl ǀ saː.jaː.(j)e‿xʊ.daː.(j)e‿zʊː‿l.d͡ʒə.laːl ǁ

La bandiera della mezzaluna e della stella ìndica la strada al progresso e alla perfezione; Dragomanno del passato, orgoglio del presente, ispirazione per il futuro! Ombra di Dio, del Glorioso e Onnipotente.


\header { tagline = ##f }
\layout { indent = 0 \context { \Score \remove "Bar_number_engraver" } }

global = {
 \language "deutsch"
 \key f \major
}

manoDX = \relative c' { \global
 f4 a8. b16 c4 d8. b16
 c1
 f8. f16 c8. c16 d4 b8 \times 2/3 {a16 b a}
 g1
 a8 a b g a c d e
 f4 e8 d c b a4
 c8. c16 b8. a16 b4 a8. g16
 f2. r4 \bar "||"

 f4 g8. b16 as4 g8. e16
 f2. f4
 g8. g16 as8. b16 c8. c16 d8. e16
 f1
 b,4 c e8. e16 f4
 g8 as g f g e f4
 c4 b8. a16 b8. b16 a8. g16
 f1 \bar "||"

 f8. f16 a8. b16 c8. c16 d8. b16
 c1
 f8. f16 c8. c16 d8. d16 b8. a16
 g1
 a8. a16 b8 g a c d e 
 f4 e8 d c b a4
 c8. c16 b8. a16 b4 a8. g16 
 f1  \bar "|."
}

manoSX = { 
\stemUp
 f2 e4 f
 f b a g
 f e d2
 e4 d c b,
 f e f2
 <f a>2 g4 f
 <c f>2 <b, f>4 e
 <c f>2. r4

 f4 e f c
 des c b, des 
 e f8. g16 as4 b
 c' b a g
 f e c' b
 e'8 f' e' d' e' c' a4
 f b8. a16 f4 e4
 f4 c d e

 f2 e4 f
 f b a g
 f e f2
 e4 d c b,
 c e f2
 <a d'>2 g2
 <c f>2 b,4 e
 <a, f>1
}

manoSXX = \relative c { 
\stemDown
 f4 d c b
 a g f e
 d c b' g
 c b a g
 f c' f, b8 c
 d2 e4 f
 a, d g, c
 f,2. r4

 r1
 r1
 c'4 c4 f4 g
 as g f es
 d c c d
 c2. f,4
 a d g, c
 f, a b c

 f4 d c b
 a g f e
 d c b' g
 c b a g
 f c' f, b8 c
 d2 e4 f
 a, d g, c
 f,1
}

testo = \lyricmode {
Pāk sar -- za -- mīn s̱ẖād "" bād,
Kis̱ẖ -- war -i ḥa -- sīn s̱ẖād "" "" "" bād,
Tū ni -- s̱ẖān -i 'azm -i 'ā -- lī s̱ẖān,
Arẓ -i Pā -- ki -- stān!
Mar -- kaz -i ya -- qīn s̱ẖād bād 
Pāk.

Sar -- za -- "" mīn kā ni -- z̤ām,
Quw -- wat -i U -- "" ḵẖuw -- wat -i 'a -- wām,
Qaum, mulk, sal -- t̤a -- nat
Pā -- yin -- dah tā -- bin -- dah bād!
S̱ẖād bād "" man -- zil -i mu -- rād.

Par -- cam -i si -- tā -- rah o- hi -- lāl,
Rah -- bar -i ta -- raq -- qī o- ka -- māl,
Tar -- ju -- mān -i mā -- ẓī, s̱ẖān -i ḥāl,
Jān -i i -- stiq -- bāl!
Sā -- yah -yi Ḵẖu -- dā-yi "Ẕū l-" ja -- lāl.
}

spartito = \new PianoStaff <<
    \new Staff \with { \magnifyStaff #6/7 } \with { midiInstrument = "bright acoustic"} {\clef treble \manoDX }
    \addlyrics { \testo }
    \new Staff \with { \magnifyStaff #6/7 } \with { midiInstrument = "acoustic grand"} << \global \clef bass {\manoSX} {\manoSXX} >>
>>

\score {
  \spartito
  \layout { }
  \midi { \tempo 4 = 95 }
}
  • 1947 – Il 14 agosto nasce il nuovo stato del Pakistan.
  • 1949 – Il musicista pachistano Ahmad G. Chagla compone la musica per il Qaumī Tarānah (durata: 80 secondi).
  • 1950 – La banda della marina pachistana esegue per la prima volta l'inno, senza testo, per un capo di Stato straniero in occasione della visita di Stato dello scià iraniano a Caraci il 1° marzo 1950.
  • 1952 – Vengono selezionati tra 723 proposte i versi dal poeta pachistano Hafeez Jullundhri.
  • 1954 – Il brano è adottato ufficialmente come inno nazionale e trasmesso per la prima volta su Radio Pakistan il 13 agosto
  • 1955 – L'inno è eseguito da 11 cantanti pachistani, tra cui Ahmad Rushdi e Shamim Bano.
  • 1996 – L'inno è eseguito per la prima volta con chitarra elettrica dalla rock band pachistana Junoon nel loro album Inqilaab.
  • 2009 – Il brano è eseguito per la prima volta come brano acustico strumentale dal musicista pachistano Jehangir Aziz Hayat.
  • 2011 – Il 14 agosto, 5857 persone si danno covengno in uno stadio di Caraci per cantare la Qaumī Tarānah, stabilendo un nuovo primato mondiale per il maggior numero di persone radunate per cantare un inno nazionale simultaneamente.[19]
  • 2012 – Il 20 ottobre, 70000 persone in uno stadio di Lahaur cantarono il Qaumī Tarānah, stabilendo il primato mondiale per il maggior numero di persone riunite per cantare un inno nazionale contemporaneamente, certificato dal Guinness dei primati.[20]
  • 2017 – Il 4 agosto, Coke Studio Pakistan (decima stagione) ha pubblicato una versione dell'inno con diversi interpreti per celebrare i 70 anni del Pakistan.[21][E 1]
  • 2022 – L'inno viene registrato nuovamente con strumenti moderni e con una qualità superiore; venne poi pubblicato nel 75° anniversario dell'indipendenza del Pakistan.[E 2][12][22]
Annotazioni
  1. ^ in urdu پاکستان کا قومی ترانہ?, Pākistān ka Qaumī Tarānah, AFI: ˈpaːkɪstaːn kaˑ ˈqɔːmiː təˈɾaːnaˑ
  2. ^ in urdu پاک سرزمین?, AFI: ˈpaːk ˈsəɾzəmiːn
  3. ^ Per traduzioni in lingua inglese, cfr.:[17][18]
Fonti sitografiche
Miscellanea
  1. ^ (UR) قومی ترانہ, su Consulate General of Pakistan, Jeddah. URL consultato il 29 maggio 2024.
  2. ^ a b c (EN) Information of Pakistan, su infopak.gov.pk. URL consultato il 31 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2007).
  3. ^ (EN) Death Anniversary of Ahmed Rushdi, su dunyanews.tv, Duniya News. URL consultato il 1º settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2016).
  4. ^ (EN) Michael Jamieson Bristow, Forty National Anthems, su national-anthems.org. URL consultato il 12 aprile 2006 (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2006).
  5. ^ a b c d (UR) Aqeel Abbas Jafari, Pakistan Chronicle, 1ª ed., Caraci, Wirsa Publishers, 2010, p. 42, ISBN 9789699454004.
  6. ^ a b (EN) National Anthem, su infopak.gov.pk, Ministero dell'Informazione e della Radiodiffusione, Governo del Pakistan. URL consultato il 29 novembre 2007 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2007).
  7. ^ (UREN) Walled City of Lahore Authority, National Anthem of Pakistan.
  8. ^ (EN) Mazhar Iqbal, Ahmad Rushdi, su mazhar.dk. URL consultato il 12 aprile 2006 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2005).
  9. ^ (EN) James Minahan, The Complete Guide to National Symbols and Emblems [2 volumi], ABC-CLIO, 23 dicembre 2009, ISBN 9780313344978.
  10. ^ (EN) Xing Hang, Encyclopedia of National Anthems, The Scarecrow Press, 2003, p. 480, ISBN 0-8108-4847-3.
  11. ^ (EN) Arhama Altaf, Pakistan's National Anthem All Set For Its HD Recording By PTV, su BOL News, 21 aprile 2021. URL consultato il 14 agosto 2022.
  12. ^ a b c (EN) PM to launch re-recorded national anthem on Independence Day, su The Express Tribune, 13 agosto 2022. URL consultato il 14 agosto 2022.
  13. ^ (EN) Mazhar Iqbal, The Basic Facts, su mazhar.dk. URL consultato il 12 aprile 2006 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2005).
  14. ^ (EN) Ministero dell'Informazione, Governo del Pakistan, Basic Facts, su infopak.gov.pk. URL consultato il 12 aprile 2006 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2006).
  15. ^ (EN) Alex Vatanka, Iran and Pakistan: Security, Diplomacy and American Influence, I.B.Tauris, 28 luglio 2015, p. 14, ISBN 9780857739155.
  16. ^ (EN) The national anthem of Pakistan, in Dawn, 13 agosto 2011. URL consultato il 2 maggio 2019.
  17. ^ (EN) What are the lyrics to Pakistan’s national anthem?, 10 novembre 2022. URL consultato il 1º aprile 2024.
  18. ^ (EN) National Anthem of Pakistan, su Internet Indian History Sourcebook. URL consultato il 1º aprile 2024.
  19. ^ (EN) Pakistan creates new anthem record, in The Express Tribune, 12 agosto 2011. URL consultato il 1º gennaio 2012.
  20. ^ (EN) Pakistan reclaims anthem singing record, in The News. URL consultato il 31 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2013).
  21. ^ (EN) Rafay Mahmood, Exclusive: Coke Studio 10's line-up will leave you starstruck, in The Express Tribune, 4 luglio 2017. URL consultato il 4 luglio 2017.
  22. ^ (EN) Re-recording of the National Anthem set to release on August 14, su Daily Times, 6 agosto 2022. URL consultato il 14 agosto 2022.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]