Infratel Italia

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Infratel Italia S.p.A.
StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione23 dicembre 2003 a Roma
Fondata daMinistero delle imprese e del made in Italy
Sede principaleRoma
GruppoInvitalia
Persone chiave
  • Eleonora Fratesi, Presidente
  • Marco Bellezza, Amministratore delegato
SettoreTelecomunicazioni
Fatturato53,6 milioni di euro[1] (2017)
Utile netto1,06 milioni di euro[1] (2017)
Sito webwww.infratelitalia.it

Infratel Italia - Infrastrutture e Telecomunicazioni per l'Italia S.p.A. è una società pubblica italiana che opera nel settore delle telecomunicazioni per il Ministero dello sviluppo economico del quale è una società in house. Effettua progettazione, realizzazione e manutenzione di reti di telecomunicazioni in fibra ottica per l'accesso a internet tramite connessione a banda larga e ultralarga.

Infratel Italia attualmente si occupa anche dell'attuazione della "strategia Italiana per la banda ultralarga" attraverso il cosiddetto "piano aree bianche" che ha l'obiettivo di realizzare e integrare le infrastrutture capaci di aumentare le opportunità per l’accesso a internet veloce con tecnologie FTTH e FWA.

È controllata da Invitalia, che ne possiede il 100% delle azioni.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Infratel Italia nasce il 23 dicembre 2003 con il compito di realizzare reti di telecomunicazioni in aree a fallimento di mercato, ovvero zone (prevalentemente nel Mezzogiorno d'Italia) in cui i costi sostenuti per la costruzione delle infrastrutture non saranno remunerati una volta che queste entreranno in servizio. Dopodiché tale rete verrà affittata ai vari operatori di telecomunicazione che forniranno la connessione ai cittadini della zona cablata. In seguito la sua missione si è estesa alla copertura di aree in divario digitale in tutto il territorio nazionale.

Il 3 marzo 2015 il Governo italiano ha approvato la "Strategia Italiana per la Banda Ultralarga", che ha l’obiettivo di contribuire a ridurre il divario infrastrutturale e di mercato esistente, attraverso la creazione di condizioni più favorevoli allo sviluppo integrato delle infrastrutture di telecomunicazione fisse e mobili, e rappresenta il quadro nazionale di riferimento per le iniziative pubbliche a sostegno dello sviluppo delle reti a banda ultra larga in Italia, al fine di soddisfare gli obiettivi fissati dall’Agenda Digitale Europea entro il 2020.[3] Infratel si occupa di porre in atto tale piano strategico.

Attività[modifica | modifica wikitesto]

Attuatore del Piano nazionale banda larga, al 31 dicembre 2012 ha gestito la realizzazione di 6684 km di tracciato ottico che servono 2,5 milioni di utenti abilitati alla banda larga, con un investimento di 285 milioni di euro[4][5], riducendo il divario digitale delle zone coperte, dal 15,5% al 5,1% (fine 2011)[6][7].

Il 40% degli utenti coperti da rete Infratel si è abbonato a servizi ADSL[8].

Gestione aziendale[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2017 Infratel ha realizzato ricavi per 53,6 milioni di euro ed utili per 1,06 milioni[9][10].

Infratel Italia prevede, tra il 2017 e il 2020, la costruzione di una rete pubblica in fibra ottica in 7300 comuni italiani (comprese tutte le aree a fallimento di mercato), con un investimento diretto dello Stato di circa 3 miliardi di euro.[11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/sez_controllo_enti/2014/delibera_60_2014.pdf Archiviato il 23 settembre 2015 in Internet Archive. Relazione Corte dei Conti su Invitalia e controllate, 2012
  2. ^ Società controllate - Invitalia, su invitalia.it. URL consultato il 25 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2015).
  3. ^ Strategia per la Banda Ultra Larga, su bandaultralarga.italia.it.
  4. ^ ap.camcom.it
  5. ^ infratelitalia.it. URL consultato il 19 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2013).
  6. ^ corrierecomunicazioni.it
  7. ^ itespresso.it. URL consultato il 19 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 20 maggio 2013).
  8. ^ ilsole24ore.com
  9. ^ invitalia.it
  10. ^ corteconti.it (PDF). URL consultato il 19 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2013).
  11. ^ Tlc, Giacomelli: "Accordo decisivo per la banda ultralarga, le Regioni per la prima volta condividono un piano nazionale", su sviluppoeconomico.gov.it. URL consultato il 13 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2016).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • garr.it (PDF), su www2.garr.it. URL consultato il 19 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
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