Infinito (modo)
L'infinito è una forma verbale usata in quasi tutte le lingue indoeuropee.[1] È la forma normalmente scelta per il lemma dei verbi nei dizionari ed in genere non è riferita ad alcuna persona grammaticale (io, tu, lui, lei); dispone del tempo presente e di quello passato. In italiano, la forma dell'infinito di un verbo come andare è composta da una radice (and-), da una vocale tematica (-a-) e da una desinenza (-re). L'infinito passato sarà essere andato.
Infinito presente (infinito semplice) | Infinito passato (infinito composto) | |
Formazione con il verbo ausiliare avere |
mangiare | avere mangiato |
Formazione con il verbo ausiliare essere |
andare | essere andato |
L'infinito nelle lingue romanze[modifica | modifica wikitesto]
L'infinito ricorre assai spesso in combinazione con un verbo servile o modale, ad esempio:
- devo prendere la scala
- voglio mangiare qualcosa
- posso permettermi una vacanza.
I verbi non modali reggono in genere una preposizione:
- vado a comprare il pane
- cerco di guadagnarmi la vita
- esco a trovare un amico.
L'infinito di un verbo ha la proprietà di poter comportarsi contemporaneamente da verbo e da sostantivo:[2]
- fare sport giova alla salute
dove fare come sostantivo funge da soggetto di giovare, ma come verbo regge "sport"
- bere alcol alla guida è pericoloso
dove bere è soggetto di essere, ma come verbo regge "alcol".
Come il gerundio, l'infinito ha una molteplicità di usi nella subordinazione implicita,[3] di cui si propongono pochi esempi:
- Invece di fare rumore, stammi a sentire (proposizione avversativa).
- Mi stette a sentire senza far rumore (proposizione esclusiva).
- Sento arrivare i miei, sono già in ascensore (proposizione oggettiva)
- È meglio rinunciare ai nostri propositi (proposizione soggettiva).
Dagli esempi, emerge una notevole duttilità dell'infinito, il quale è povero di valori grammaticali propri: questi piuttosto emergono solo nel contesto. [4]
Dell'infinito esiste una forma semplice o presente (mangiare) ed una composta o passata (aver mangiato), la quale indica un'azione compiuta:[5]
- non posso quasi credere di aver visto così tanti uccelli in un momento solo.
La forma passata si trova spesso in proposizioni temporali e causali, cioè quelle introdotte da dopo e da per:[6]
- Dopo aver studiato tanti mesi, posso finalmente andare all'esame.
- Anna è andata in prigione per aver ammazzato il marito.
In tutte le lingue romanze come l'italiano, le costruzioni ottenute sono paragonabili.
Anche nelle altre lingue romanze, l'infinito è raggruppabile in diverse coniugazioni (in italiano sono -are, -ere, -ire), fondamentali per la struttura delle diverse forme verbali dei vari tempi e modi, le quali possono distinguersi in base ai vari gruppi di appartenenza.
- spagnolo: -ar, -er, -ir
cantar (cantare), beber (bere), vivir (vivere)
- portoghese: -ar, -er, -ir
falar (parlare), vender (vendere), partir (andare via, partire). Eccezione: pôr (porre). In casi particolari, le forme portoghesi dell'infinito hanno delle forme personali per facilitare la comprensione della proposizione subordinata.[7]
- francese: -er, -ir, -oir oppure -re
parler, (cantare), dormir (dormire), avoir (avere), prendre (prendere). Come si nota, la terza coniugazione dell'italiano corrisponde in francese al secondo gruppo di verbi, mentre il terzo ed il quarto rispecchiano a grandi linee la seconda coniugazione.
- romeno: -a, -e, -ea, -i oppure -are, -ere, -ére, -ire
a cânta/cântare (cantare), a bea/bere (bere), a tăcea/tăcere (tacere), a dormi/dormire (dormire). Il romeno possiede due forme di infinito, corto e lungo: a mânca verso mâncare - mangiare.
La distinzione in gruppi di coniugazione, tipica di queste lingue, è un'eredità del latino, il quale prevedeva quattro coniugazioni: -are, -ēre, -ĕre, -ire: allĭgare (legare), fulgēre (risplendere), fundĕre (sbaragliare), repĕrire (trovare). Fanno eccezione alcuni verbi irregolari tra cui il più usato è sum (essere) che all'infinito fa esse. Incidentalmente, si precisa in questa sede che nei vocabolari di latino si trova il verbo non all'infinito, ma alla prima persona singolare.
- catalano: -ar, -er, -re, -ir
L'infinito nelle lingue germaniche[modifica | modifica wikitesto]
Nelle lingue germaniche, la distinzione tra le varie coniugazioni del verbo non esiste.
- inglese: L'infinito è segnalato dalla particella: to (infinitive marker paragonabile a quello del romeno).
to go (andare), to sleep (dormire)
La funzione di verbo sostantivato è spesso coperta dal gerundio.[8]
- In tedesco, l'infinito termina in genere con la desinenza -en
hören (sentire), machen (fare), wollen (volere).
Note[modifica | modifica wikitesto]
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Infinito, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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