Incurvariina

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Incurvariina
Incurvaria masculella
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Protostomia
Phylum Arthropoda
Subphylum Tracheata
Superclasse Hexapoda
Classe Insecta
Sottoclasse Pterygota
Coorte Endopterygota
Superordine Oligoneoptera
Sezione Panorpoidea
Ordine Lepidoptera
Sottordine Glossata
Infraordine Heteroneura
Divisione Incurvariina
Börner, 1939
Superfamiglie

Gli Incurvariina Börner, 1939[1] sono una divisione di lepidotteri appartenente all'infraordine Heteroneura, diffusa in tutto il mondo con 580 specie.[2][3][4][5][6]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Adulto[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di piccoli lepidotteri alquanto primitivi che, pur avendo una nervatura alare di tipo eteroneuro, si distinguono dai Ditrysia per il fatto di possedere un apparato riproduttore femminile provvisto di un'unica apertura destinata sia all'accoppiamento, sia all'ovodeposizione;[3][5] per questo motivo in passato venivano riunite con le Nepticuloidea, le Palaephatoidea e le Tischerioidea nella divisione Monotrysia, oggi considerata desueta in quanto polifiletica.[2][3][5][7]
È presente una connessione tergosternale, immediatamente posteriore rispetto al primo spiracolo addominale, formata da un processo ventrocaudale del primo tergite, che va a collegarsi all'estensione anterolaterale del secondo sternite.[5][8]
Le ali sono spesso grigiastre, ma possono anche avere riflessi metallici ed iridescenze molto vivaci. I microtrichi sono presenti ed uniformemente distribuiti. Come nei Ditrysia, si osserva una riduzione del sistema legato al settore radiale (Rs) nell'ala posteriore, con anastomosi di Sc ed R dal quarto basale fino al termen, ed Rs non ramificata; l'accoppiamento alare è di tipo frenato (con frenulum a singola setola composita nei maschi), ed è presente l'apparato di connessione tra ala anteriore e metatorace; si possono inoltre osservare un ponte precoxale[9] e la perdita del primo sternite addominale, mentre il secondo può suddividersi (completamente o parzialmente) in uno sclerite anteriore più piccolo (S2a) ed uno posteriore più sviluppato (S2b).[3][5][10][11]
Gli ocelli sono assenti, come pure i chaetosemata. I palpi mascellari presentano di solito cinque segmenti e quelli labiali solo due, corti e con setole laterali sul secondo; l'haustellum è presente e perfettamente funzionante, e misura circa 3/4 della lunghezza dei palpi mascellari.[3][12]
Le antenne sono molto variabili, potendo essere lunghissime come nelle Adelidae, oppure corte e lanceolate come nelle Heliozelidae, o ancora bipettinate come nei maschi di Andesiana.[3][5]

La famiglia Andesianidae è presente esclusivamente in Cile e Argentina

Nelle zampe, l'epifisi è sempre presente, mentre gli speroni tibiali hanno formula 0-2-4.[3][5]
L'apparato genitale maschile rivela, su ogni valva, una struttura a pettine detta pectinifer, assente nelle Andesianidae.[3][5]
Nel genitale femminile, fatta eccezione per le Andesianidae, l'ovopositore è ben sviluppato e perforante, al fine di permettere l'inserimento delle uova all'interno dei tessuti fogliari della pianta ospite.[3][5]
L'apertura alare arriva fino ai 61 mm delle femmine di Andesiana.[3][5]

Uovo[modifica | modifica wikitesto]

Le uova, spesso inserite singolarmente nei tessuti della pianta ospite, possono essere allungate e reniformi come nelle Prodoxidae.[3]

Larva[modifica | modifica wikitesto]

Nel bruco, che di regola possiede un capo prognato, si possono osservare sei stemmata (e.g. Adelidae).[3][13]
Le zampe toraciche possono essere assenti oppure ben sviluppate, o ancora sostituite da calli ambulacrali.[3][5][13]
Le pseudozampe, poste sui segmenti addominali da III a VI, possono essere tipicamente assenti (Heliozelidae), oppure sostituite da calli (e. g. Prodoxidae); gli uncini pseudopodiali, quando presenti, sono disposti su diverse file (Adelidae).[3][13]

Pupa[modifica | modifica wikitesto]

La pupa è dectica, con appendici libere e dotate di movimento (Heliozelidae), o solo debolmente aderenti al corpo (Adelidae). L'impupamento avviene all'interno di un astuccio sericeo, intessuto dal bruco nell'ultimo stadio di sviluppo.[3][13]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Nel complesso, la divisione è presente in tutte le ecozone del pianeta. Le Adelidae sono cosmopolite, ma molto più presenti in Europa e Nord America; le Cecidosidae si trovano in Sud America, Africa e Nuova Zelanda; le Heliozelidae e le Incurvariidae sono presenti ovunque tranne in Nuova Zelanda; le Prodoxidae sono assenti in Africa e Oceania; le Andesianidae, infine, sono esclusive dell'Argentina e del Cile.[3][5][14][15][16][17][18]

L'habitat è rappresentato da foreste a latifoglie e comunque zone boschive.[3][5]

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Le larve dei membri di questa divisione possono produrre mine nelle foglie o sotto la corteccia della pianta nutrice, e alcune specie sono anche responsabili della formazione di galle (Cecidosidae); almeno durante l'ultimo stadio di sviluppo larvale, viene sempre prodotto un astuccio, intessendo materiale proveniente dalla lettiera del sottobosco; l'impupamento avviene all'interno di questo astuccio, di solito ai piedi della pianta ospite.[3][13]

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Le larve di questo taxon attaccano generi appartenenti a svariate famiglie, tra cui:[3][13][16]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

In precedenza questo taxon era considerato una sezione appartenente alla divisione Monotrysia, in seguito abbandonata in quanto dimostratasi polifiletica.[1][3]
Inizialmente comprendeva la sola superfamiglia Incurvarioidea, oggi considerata un sinonimo di Adeloidea.[2]
Il genere Andesiana, descritto per la prima volta da Patricia Gentili nel 1989, venne inizialmente inserito nelle Cossidae,[19] per poi essere elevato allo status di famiglia (Andesianidae) da Davis & Gentili nel 2003,[5] come gruppo primitivo all'interno dei Monotrysia. Attualmente viene incluso nelle Incurvariina, all'interno della superfamiglia Andesianoidea.[2]

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Non sono stati riportati sinonimi:[2][3]

Superfamiglie e famiglie[modifica | modifica wikitesto]

Il taxon comprende 2 superfamiglie, per un totale di 6 famiglie, 45 generi e 580 specie.[2]
Il nome Incurvarioidea, frequentemente utilizzato, va considerato un sinonimo di Adeloidea; poiché il secondo nome è stato talvolta utilizzato prima del 2000, l'articolo 35.5 dell'ICZN in questo caso non trova applicazione. Va sottolineato inoltre che le Crinopterygidae Spuler, 1898 sono qui considerate una sottofamiglia delle Incurvariidae, in accordo con Van Nieukerken et al. (2011):[2]

  • Superfamiglia Adeloidea Bruand, 1850 - Mém. Soc. Emul. Doubs (II serie) 1 (5 famiglie, 44 generi, 577 specie)[20]
    • Famiglia Adelidae Bruand, 1850 - Mém. Soc. Emul. Doubs (II serie) 1 (5 generi, 294 specie)[20]
    • Famiglia Cecidosidae Bréthes, 1916 - An. Soc. cient. argent. 82: 132 (5 generi, 15 specie)[21]
    • Famiglia Heliozelidae Heinemann & Wocke, 1876 - Schmett. Deutschl. Schweitz 2: 389-825 + 1-102 (12 generi, 125 specie)[22]
    • Famiglia Incurvariidae Spuler, 1898 - Übers. lepid. gross. Bad. (13 generi, 42 specie)[23]
    • Famiglia Prodoxidae Riley, 1881 - In Rep. Int. pol. exp. Point Barrow - Pt. IV (9 generi, 98 specie)[24]
  • Superfamiglia Andesianoidea Davis & Gentili, 2003 - (1 famiglia, 1 genere, 3 specie)[5]

Alcune specie[modifica | modifica wikitesto]

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Nessuna specie appartenente a questa divisione è stata inserita nella Lista rossa IUCN[25]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (DE) Carl Julius Bernard Börner, Die Grundlagen meines Lepidopterensystems, in Verhandlungen VII Internationalen Kongresses für Entomologie, vol. 2, 1939, pp. 1372-1424.
  2. ^ a b c d e f g (EN) Nieukerken, E. J. van, Kaila, L., Kitching, I. J., Kristensen, N. P., Lees, D. C., Minet, J., Mitter, C., Mutanen, M., Regier, J. C., Simonsen, T. J., Wahlberg, N., Yen, S.-H., Zahiri, R., Adamski, D., Baixeras, J., Bartsch, D., Bengtsson, B. Å., Brown, J. W., Bucheli, S. R., Davis, D. R., De Prins, J., De Prins, W., Epstein, M. E., Gentili-Poole, P., Gielis, C., Hättenschwiler, P., Hausmann, A., Holloway, J. D., Kallies, A., Karsholt, O., Kawahara, A. Y., Koster, S. (J. C.), Kozlov, M. V., Lafontaine, J. D., Lamas, G., Landry, J.-F., Lee, S., Nuss, M., Park, K.-T., Penz, C., Rota, J., Schintlmeister, A., Schmidt, B. C., Sohn, J.-C., Solis, M. A., Tarmann, G. M., Warren, A. D., Weller, S., Yakovlev, R. V., Zolotuhin, V. V., Zwick, A., Order Lepidoptera Linnaeus, 1758. In: Zhang, Z.-Q. (Ed.) Animal biodiversity: An outline of higher-level classification and survey of taxonomic richness (PDF), in Zootaxa, vol. 3148, Auckland, Nuova Zelanda, Magnolia Press, 23 dicembre 2011, pp. 212-221, ISSN 1175-5334 (WC · ACNP), OCLC 971985940. URL consultato l'11 dicembre 2014.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u (EN) Scoble, M. J., Early Heteroneura, in The Lepidoptera: Form, Function and Diversity, seconda edizione, London, Oxford University Press & Natural History Museum, 2011 [1992], pp. 213-219, ISBN 978-0-19-854952-9, LCCN 92004297, OCLC 25282932.
  4. ^ (EN) Kristensen, N. P., Morphology and phylogeny of the lowest Lepidoptera-Glossata: Recent progress and unforeseen problems (PDF), in Bulletin of the Sugadaira Montane Research Centre, vol. 11, University of Tsukuba, 1991, pp. 105-106, ISSN 09136800 (WC · ACNP), OCLC 747190906. URL consultato il 1º dicembre 2014.
  5. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p (EN) Davis, D. R. and Gentili, P., Andesianidae, a new family of monotrysian moths (Lepidoptera:Andesianoidea) from austral South America (PDF), in Invertebrate Systematics, vol. 17, n. 1, Collingwood, Victoria, CSIRO Publishing, 24 marzo 2003, pp. 15-26, DOI:10.1071/IS02006, ISSN 1445-5226 (WC · ACNP), OCLC 441542380. URL consultato il 12 dicembre 2014.
  6. ^ (EN) Davis, D. R., The Monotrysian Heteroneura, in Kristensen, N. P. (Ed.) - Handbuch der Zoologie / Handbook of Zoology, Band 4: Arthropoda - 2. Hälfte: Insecta - Lepidoptera, moths and butterflies, Kükenthal, W. (Ed.), Fischer, M. (Scientific Ed.), Teilband/Part 35: Volume 1: Evolution, systematics, and biogeography, ristampa 2013, Berlino, New York, Walter de Gruyter, 1999 [1998], pp. 65 - 90, ISBN 978-3-11-015704-8, OCLC 174380917. URL consultato il 16 dicembre 2014.
  7. ^ (EN) Dugdale, J. S., Female Genital Configuration in the Classification of Lepidoptera (PDF), in New Zealand Journal of Zoology, vol. 1, n. 2, Wellington, 1974, pp. 127-146, DOI:10.1080/03014223.1974.9517821, ISSN 1175-8821 (WC · ACNP), OCLC 60524666. URL consultato il 15 dicembre 2014.
  8. ^ (EN) Kyrki, J., Adult abdominal sternum II in ditrysian tineoid superfamities - morphology and phylogenetic significance (Lepidoptera) (abstract), in Annales entomologici Fennici / Suomen hyönteistieteellinen aikakauskirja, vol. 49, Helsinki, Suomen Hyönteistieteellinen Seura, 1983, pp. 89-94, ISSN 0003-4428 (WC · ACNP), LCCN 91649455, OCLC 2734663. URL consultato il 7 aprile 2015.
  9. ^ (EN) Nielsen, E. S. & Kristensen, N. P., The Australian moth family Lophocoronidae and the basal phylogeny of the Lepidoptera-Glossata (abstract), in Invertebrate Taxonomy, vol. 10, n. 6, Melbourne, CSIRO, 1996, pp. 1199-1302, DOI:10.1071/IT9961199, ISSN 0818-0164 (WC · ACNP), OCLC 842755705.
  10. ^ (EN) Brock, J. P., A contribution towards an understanding of the morphology and phylogeny of the Ditrysian Lepidoptera (abstract), in Journal of Natural History, vol. 5, n. 1, Londra, Taylor & Francis, 1971, pp. 29-102, DOI:10.1080/00222937100770031, ISSN 0022-2933 (WC · ACNP), LCCN 68007383, OCLC 363169739. URL consultato il 24 marzo 2015.
  11. ^ (EN) Kristensen, N. P., Studies on the morphology and systematics of primitive Lepidoptera (Insecta) (abstract), in Steenstrupia, vol. 10, n. 5, Copenaghen, Zoologisk Museum, 1984, pp. 141-191, ISSN 0375-2909 (WC · ACNP), LCCN 78641716, OCLC 35420370. URL consultato il 30 marzo 2015.
  12. ^ (EN) Nielsen, E. S. & Common, I. F. B., Lepidoptera (moths and butterflies) Chapter 41, in Naumann, I. D. (Ed.). The Insects of Australia: a textbook for students and research workers, Vol. 2, 2ª edizione, Carlton, Victoria e Londra, Melbourne University Press & University College of London Press, 1991, pp. 817-915, ISBN 9780522844542, LCCN 94143880, OCLC 25292688.
  13. ^ a b c d e f (EN) Davis, R. D. & Frack, D. C., Micropterigidae, Eriocraniidae, Acanthopteroctetidae, Nepticulidae, Opostegidae, Tischeriidae, Heliozelidae, Adelidae, Incurvariidae, Prodoxidae, Tineidae, Psychidae, Ochsenheimeriidae, Lyonetiidae, Gracillariidae, Epipyropidae, in Stehr, F. W. (Ed.). Immature Insects, vol. 1, seconda edizione, Dubuque, Iowa, Kendall/Hunt Pub. Co., 1991 [1987], pp. 341- 378, 456, 459, 460, ISBN 978-0-8403-3702-3, LCCN 85081922, OCLC 13784377.
  14. ^ (EN) Robert J. B. Hoare, Dugdale, J. S., Description of the New Zealand incurvarioid Xanadoses nielseni, gen. nov., sp. nov. and placement in Cecidosidae (Lepidoptera) (abstract), in Invertebrate Systematics, vol. 17, n. 1, 2003, pp. 47-57, DOI:10.1071/IS02024. URL consultato il 23 giugno 2012.
  15. ^ (EN) Nielsen, E. S., Primitive (non-ditrysian) Lepidoptera of the Andes: diversity, distribution, biology and phylogenetic relationships (PDF), in Journal of Research on the Lepidoptera, 1(suppl.), Arcadia, California, Lepidoptera Research Foundation, 1985, pp. 1-16, ISSN 0022-4324 (WC · ACNP), LCCN 2010202002, OCLC 1754781. URL consultato il 31 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
  16. ^ a b (EN) Common, I. F. B., Heteroneurous Monotrysian Moths / Incurvarioidea, in Moths of Australia, Slater, E. (fotografie), Carlton, Victoria, Melbourne University Press, 1990, pp. 160-168, ISBN 978-0-522-84326-2, LCCN 89048654, OCLC 220444217.
  17. ^ (EN) Malcolm J. Scoble, A new incurvariine leaf-miner from South Africa, with comments on structure, life-history, phylogeny and the binomial system of nomenclature (Lepidoptera:Incurvariidae) (abstract), in Journal of the Entomological Society of southern Africa, vol. 43, n. 1, 1980, pp. 77-88, ISSN 00138789. URL consultato il 23 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2014).
  18. ^ (EN) Nielsen, E. S. & Davis, D. R., The first southern hemisphere prodoxid and the phylogeny of the Incurvarioidea (Lepidoptera) (PDF), in Systematic Entomology, vol. 10, n. 3, Oxford, Blackwell Science, luglio 1985, pp. 307-322, ISSN 0307-6970 (WC · ACNP), OCLC 4646400693. URL consultato il 10 gennaio 2015.
  19. ^ (ES) Patricia Gentili, Revision sistemática de los Cossidae (Lep.) de la Patagonia Andina, in Revista de la Sociedad Entomológica Argentina, vol. 45, 1989, pp. 3-76.
  20. ^ a b Charles Théophile Bruand d'Uzelle, Mémoires de la Société d'Émulation du Département du Doubs (II serie), vol. 1, Besançon, Imprimerie de Dodivers et C., 1850.
  21. ^ (ES) Juan Brèthes, Estudio fito-zoológico sobre algunos lepidópteros argentinos productores de agallas (PDF), in Anales de la Sociedad Cientifica Argentina, vol. 82, Buenos Aires, Casa Editora de Coni Hermanos, 1916, pp. 132. URL consultato il 23 giugno 2012.
  22. ^ Hermann von Heinemann, Maximilian Ferdinand Wocke, Die Schmetterlinge Deutschlands und der Schweiz, vol. 2, 1876, pp. 389-825, (+) 1-102.
  23. ^ Arnold Spuler, Übersicht über die Lepidopterenfauna des Großherzogtums Baden und der anstoßenden Länder, Karlsruhe, 1898, pp. 361 pp..
  24. ^ Charles Valentine Riley, Pt. IV. Natural History - Insects, in Report of the International polar expedition to Point Barrow, Alaska, Washington, Govt. Print. Off., 1881.
  25. ^ IUCN 2012. IUCN Red List of Threatened Species. Version 2012.2., su iucnredlist.org. URL consultato il 29 dicembre 2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]