Imitazione (Giacomo Leopardi)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Imitazione è una poesia scritta da Giacomo Leopardi e fa parte della raccolta Canti. La lirica è una libera interpretazione della strofa in ottonari La feuille del poeta francese Antoine-Vincent Arnault. Compare la prima volta nell'edizione del 1835, pubblicata a Napoli dall'editore Saverio Starita.

Testo[modifica | modifica wikitesto]

Lungi dal proprio ramo,

povera foglia frale,

dove vai tu? — Dal faggio

lá dov’io nacqui, mi divise il vento.

Esso, tornando, a volo

dal bosco alla campagna,

dalla valle mi porta alla montagna.

Seco perpetuamente

vo pellegrina, e tutto l’altro ignoro.

Vo dove ogni altra cosa,

dove naturalmente

va la foglia di rosa,

e la foglia d’alloro

Parafrasi[modifica | modifica wikitesto]

Staccata dal proprio ramo, povera foglia fragile, dove vai? Il vento mi ha portato via dal faggio su cui sono cresciuta. Il vento cambiando di volta in volta direzione volando sul bosco, sulla campagna, mi porta dalla valle alla montagna. Con il vento vado continuamente come un pellegrino, e non so nient'altro. Vado dove vanno tutte le altre cose, dove va naturalmente la foglia di rosa, e la foglia d'alloro.

Analisi[modifica | modifica wikitesto]

L’imitazione è composta da una strofa libera di 13 endecasillabi e settenari, fu pubblicata per la prima volta nei Canti. Leopardi descrive il destino della foglia di rosa e di alloro cioè amore e gloria che diventeranno nulla con la morte.

Fonte originaria[modifica | modifica wikitesto]

Il componimento è una riscrittura in italiano della poesia di Antoine-Vincent Arnault La feuille, pubblicata nello Spettatore, nel 1818[1][2].

De ta tige détachée,
Pauvre feuille desséchée,
Où vas-tu ? — Je n’en sais rien.
L’orage a brisé le chêne
Qui seul était mon soutien ;
De son inconstante haleine,
Le zéphyr ou l’aquilon
Depuis ce jour me promène
De la forêt à la plaine,
De la montagne au vallon.
Je vais où le vent me mène,
Sans me plaindre ou m’effrayer ;
Je vais où va toute chose,
Où va la feuille de rose
Et la feuille de laurier.

Versione di Dante Gabriel Rossetti[modifica | modifica wikitesto]

Dante Gabriel Rossetti si cimentò in una traduzione in inglese, in trimetri giambici, della poesia di Antoine-Vincent Arnault, The Leaf, indicando tuttavia che la propria fonte di ispirazione fosse l'imitazione di Leopardi[3][4][5].

‘Torn from your parent bough,
Poor leaf all withered now,
Where go you?’ ‘I cannot tell.
Storm-stricken is the oak-tree
Where I grew, whence I fell.
Changeful continually,
The zephyr and hurricane
Since that day bid me flee
From deepest woods to the lea,
From highest hills to the plain.
Where the wind carries me
I go without fear or grief:
I go whither each one goes,—
Thither the leaf of the rose
And thither the laurel-leaf.’

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Per il riferimento bibliografico: Imitazione, dai Canti di Giacomo Leopardi, su wikisource.
  2. ^ Per il testo in francese: La feuille, di Antoine-Vincent Arnault, da wikisource.
  3. ^ A Translation of Rossetti's, di Albert Edmund Trombly, pubblicato su Modern Language Notes, Vol. 38, No. 2 (Feb., 1923), pp. 116-118.
  4. ^ Arnault, Leopardi, Rossetti: Three Men on a Poem, di Ellsworth Mason, pubblicato su Italica, Vol. 30, No. 4 (Dec., 1953), pp. 223-226
  5. ^ Informazioni generali sulla traduzione di Rossetti, con brevi annotazioni bibliografiche ed accademiche, dal Rossetti Archive.