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Il villaggio di Stepančikovo e i suoi abitanti

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Il villaggio di Stepančikovo e i suoi abitanti. Dagli appunti di uno sconosciuto
Titolo originaleСело Степанчиково и его обитатели. Из записок неизвестного
AutoreFëdor Dostoevskij
1ª ed. originale1859
1ª ed. italiana1927
Genereromanzo
Sottogenereumoristico
Lingua originalerusso
AmbientazioneImpero Russo, XIX secolo
ProtagonistiFomà Fomìč Opiskin
Egòr Il'ìč Rostanev

Il villaggio di Stepančikovo e i suoi abitanti. Dagli appunti di uno sconosciuto (titolo orig. in russo Село Степанчиково и его обитатели. Из записок неизвестного?, Seló Stepánčikovo i egó obitáteli. Iz zapisok neizvestnogo), è un romanzo umoristico dello scrittore russo Fëdor Dostoevskij. Egli vi lavorò tra il 1857 e il 1858, concependolo inizialmente come una commedia teatrale.[1] Inviato dapprima alla rivista letteraria Russkiy Vestnik - dove venne rifiutato dal redattore principale Michail Nikiforovič Katkov, al quale l'autore aveva dedicato l'opera - e poi a Sovremennik, dove il redattore Nikolaj Alekseevič Nekrasov l'aveva accettato, pur disprezzandolo, ma a un basso prezzo, considerato umiliante da Dostoevskij, il testo fu infine pubblicato tra il novembre e il dicembre 1859 su Otechestvennye Zapiski.[2].

Il romanzo segnò, con Il sogno dello zio (1859), il ritorno di Dostoevskij sulla scena letteraria russa, dopo una pausa forzata di dieci anni dovuta alla condanna subìta dallo scrittore nel 1849.[1]

Sergèj Aleksandrovič (Сергей Александрович), voce narrante della storia, viene invitato nella residenza di suo zio Egòr Il'ìč, colonnello e possidente di Stepančikovo, dove conosce Fomà Fomìč Opiskin (Фома Фомич Опискин). Caricaturale, ridicolo ma cinico, questi rappresenta la figura del parassita, che si spaccia per un erudito sapiente, soggiogando completamente non solo lo zio di Sergèj e la sua anziana madre «generalessa», ma anche altre dame di provincia e l'intera servitù della casa.

La situazione precipita quando Egòr Il'ìč, vedovo ed ora innamorato della giovane domestica Nàsten'ka, trova il coraggio di ribellarsi all'ingerenza di Fomà Fomìč, che vorrebbe farlo sposare in seconde nozze con la poco sana di mente Tat'jana Ivànovna, la quale dispone di un ricco patrimonio. Tuttavia, Fomà Fomìč mostra il proprio disinteresse verso i beni materiali, parendo volersi unicamente affermare come autorità morale dall'invincibile potere oratorio. Il braccio di ferro con l'arrendevole Egòr Il'ìč, che d'altra parte non vuole rinunciare a Nàsten'ka, prosegue tra continui colpi di scena ed ottiene infine una soluzione imprevista.

Infatti, proprio grazie a Fomà Fomìč, cacciato brutalmente di casa ma presto riaccolto nell'abbraccio generale, Egòr Il'ìč riuscirà ad ottenere di poter sposare Nàsten'ka.

Critica d'autore

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Qualche mese prima della pubblicazione, ne spiegò la genesi al fratello Michaìl:

«Questo romanzo, certo, ha gravissimi difetti [...] ma io sono convinto, come di un assioma, che esso abbia grandi pregi e che sia la mia migliore opera. L'ho scritto in due anni [...] L'inizio e la parte centrale sono stati elaborati con cura, il finale, invece, è stato scritto affrettatamente. Ma vi ho messo la mia anima, la mia carne, il mio sangue [...] in esso vi sono due grossissimi caratteri tipici, creati e studiati nel corso di cinque anni, elaborati (secondo me) alla perfezione, caratteri russi in tutto e per tutto e mai rappresentati finora nella letteratura russa.»

Riferimenti letterari

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L'opera è stata citata da Leonardo Sciascia nel romanzo Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia (1977), dove viene riformulata la formula manzoniana «Carneade? Chi era costui?» in «Fomà Fomìč, chi era costui?«», rivolta come offesa, non capita da colui verso il quale è rivolta.

Edizioni italiane

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  • Il villaggio di Stepàncikovo e i suoi abitanti, collana Il Genio Russo, traduzione di Alfredo Polledro con note, Torino, Slavia, 1927. - Collana I Libri Pocket, Milano, Longanesi, 1973; trad. riveduta, Collana La memoria n.22, Palermo, Sellerio, 1981-2000, ISBN 978-88-389-0184-3; Collana Compagnia Extra, Macerata, Quodlibet, 2016, ISBN 978-88-746-2831-5.
  • Il villaggio di Stepančikovo, collana Biblioteca, traduzione di Giorgio Romani, Firenze, Vallecchi, 1949. - Novara, Edipem, 1974, 1977.
  • Il villaggio di Stepàncikovo e i suoi abitanti, trad. di Bruno Osimo, in: Romanzi brevi, a cura di Igor Sibaldi, collana Oscar Grandi Classici n.9, 2 voll., Milano, Mondadori, ottobre 1990, ISBN 88-04-34049-5.
  • Il villaggio di Stepànčikovo e i suoi abitanti. Dalle memorie di uno sconosciuto, collana Asce, traduzione di Miriam Capaldo, Introduzione di Erri De Luca, Roma, Editori Riuniti, novembre 2010, pp. 351, ISBN 978-88-693-3070-4. - Collana Le vele, Roma, Castelvecchi, 2021, ISBN 978-88-329-0578-6.
  • Il villaggio di Stepancikovo, traduzione di Giuseppe D’Ambrosio Angelillo, Milano, Acquaviva, 2011, ISBN 978-88-7877-082-9.
  • Il Villaggio di Stepànčikovo e i suoi abitanti, versione filologica del romanzo a cura di Bruno Osimo, s.l., Osimo Bruno, 2019, ISBN 978-88-98467-80-8.
  • Il villaggio di Stepàncikovo e i suoi abitanti, collana I Grandi Classici, traduzione di Sarah Tardino, s.l., Liberamente, aprile 2023, ISBN 978-88-631-1497-3. - collana Grande Biblioteca, Rusconi, Santarcangelo di Romagna, 2023, ISBN 978-88-180-3760-9; Collana I Classici, Foschi, 2023, ISBN 978-88-332-0165-8.
  • Il villaggio di Stepàncikovo e i suoi abitanti, collana UEF. I Classici, traduzione di Serena Prina, Milano, Feltrinelli, 2025, ISBN 978-88-079-0506-3.
  1. ^ a b Miriam Capaldo, Nota della traduttrice, in F. Dostoevskij, p. XIII.
  2. ^ Cfr. la nota a piè di pagina in F. Dostoevskij, p. 283.
  3. ^ Citato in F. Dostoevskij, seconda di copertina.

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