Il sottotenente Gustl

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Il sottotenente Gustl
Titolo originaleLieutenant Gustl
AutoreArthur Schnitzler
1ª ed. originale1900
1ª ed. italiana1984
GenereRacconto
Lingua originaletedesco
AmbientazioneAustria, Novecento
PersonaggiSottotenente Gustl, Habetswallner il panettiere
ProtagonistiGustl

Il sottotenente Gustl è un racconto antimilitarista[1] di Arthur Schnitzler, scritto nel 1900, dopo Al pappagallo verde. È stato pubblicato nel supplemento di Natale del 1900, della Neue Freie Presse e poi nel 1901 con le illustrazioni di M. Coschell, da S. Fischer (Berlino). Il testo è quasi interamente un monologo interiore ed è considerato il primo esperimento di questo genere nella letteratura tedesca[2]. Vi si rappresentano le ossessioni, le paure e le nevrosi di un giovane tenente dell'esercito imperiale. Da questo testo è stata tratta la sceneggiatura dell'omonimo film, girato nel 1962, e interpretato da Hans Moser.

Duello all'arma bianca, Würzburg c.1900

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Scritto tra Al pappagallo verde (Der grüne Kakadu, 1899) e Girotondo (Reigen, 1900), Il sottotenente Gustl è un lungo monologo del protagonista, che inizia a teatro, dove si rappresenta un oratorio. L'ufficiale ha avuto il biglietto da un amico ma non è affatto contento di essere in sala: si annoia, è irrequieto, pensa soprattutto alle donne, in particolare a Steffi, una mantenuta delle cui grazie gode "lasciando le spese all'altro". (Schnitzler, pg. 7) Ma accetta la promiscuità perché il suo senso dell'onore è molto superficiale, e corrisponde alle sole apparenze[3]. Rimugina anche sul duello che dovrà affrontare contro un dottore ebreo che ha provocato di proposito. Poco dopo termina il concerto e tutti escono. Nella calca di fronte al guardaroba dove Gustl cerca di prendere il cappotto, viene spinto violentemente da un omone grande e grosso: è il panettiere Habetswallner, che conosce perché frequentano lo stesso bar. Impreca ad alta voce e lo spinge a sua volta ma questi impugna l'elsa della spada dell'ufficiale e gli intima di tacere dicendogli, praticamente nell'orecchio: "se il signor tenente fa il minimo scalpore le tiro fuori la sciabola dal fodero, la faccio in due e mando i pezzi al comando del suo reggimento". (Schnitzler, pg. 30) Gustl non reagisce e lascia andare l'uomo, di cui teme la forza. Rimane come scioccato e non riesce a riprendersi: "Santo cielo ho sognato? Lo ha detto veramente? ... ma dov'è?... Se ne sta andando... Dovrei snudare la sciabola e tagliarlo a pezzi - - Santo cielo, non avrà mica sentito nessuno?... No, parlava sottovoce, al mio orecchio... Ma perché non lo raggiungo e non gli scoperchio il cranio?... No, non va, non va... avrei dovuto farlo subito... Perché non l'ho fatto subito?... Non potevo... non mollava l'impugnatura, ed è dieci volte più forte di me...". (Schnitzler, pg. 35) Continuando a rimuginare sull'incredibile offesa, e specialmente sull'epiteto ragazzaccio con cui è stato apostrofato, cammina agitato per le vie di Vienna per molte ore, in piena notte, fino a giungere al Prater.

Qui resta tutta la notte seduto su una panchina, rigirando nella mente le mille ipotesi sul comportamento che deve assumere un ufficiale in casi come questo: alla fine ritiene che l'unico modo per salvare l'onore sia uccidersi e decide di farlo sparandosi una pallottola alla tempia. Infatti il panettiere potrebbe raccontare a tutti di aver offeso un ufficiale senza che questi reagisse e di averlo minacciato a piacimento, contando sulla sua vigliaccheria. Gustl è diviso tra un senso dell'onore puramente formale e l'incapacità di ribellarsi allo schema sociale che è costretto a subire. Mentalmente dice addio alla madre e alla sorella, pensa a come salutare gli amici ed è pronto al gesto estremo, ormai è passata l'alba, si avvia verso casa: "Ah... ecco!... e adesso raccogli le idee, Gustl... prendi le ultime disposizioni! Sicché domattina la facciamo finita... domattina alle sette... le sette sono una bella ora". (Schnitzler, pg. 51) Prima però si concede una colazione sostanziosa: ordina caffè, panna e cornetti. La cameriera lo serve e gli dice: "Signor tenente ha già sentito?..." Cosa?..."il fornaio si è sentito male a mezzanotte ed è morto sul colpo"... "Che fortuna essere venuto qui al caffè altrimenti mi sarei ucciso per niente...pare quasi una fatalità". (Schnitzler, pg. 59) Liberato dalla paura di essere denunciato per la sua vigliaccheria, ora che sa che il fornaio non potrà più parlare con nessuno, Gustl esplode in una felicità incontenibile e pensa già al duello di domani: "aspetta un po' mio caro! Mi sento proprio in vena... ti ridurrò in poltiglia". (Schnitzler, pg. 61)

Significato letterario[modifica | modifica wikitesto]

Gustl è un aperto atto d'accusa contro il comportamento antisemita e ipocrita della gerarchia militare asburgica, in un momento critico di passaggio, a cavallo del Novecento. Il racconto ha suscitato critiche feroci da parte dell'apparato militare e della Corte, che l'ha subito bollato come un attacco alla santità dell'onore dell'imperial-regio Esercito, e quindi uno dei fondamenti della Duplice Monarchia. L'autore ebreo e la "stampa ebraica", guidata da Moriz Benedikt, capo della Neue Freie Presse, sono stati identificati come nemici dello stato.[4] Schnitzler, medico militare e tenente della Riserva con il grado di ufficiale, è stato considerato un traditore ed è stato pertanto rimosso dal suo incarico da una corte d'onore[5]. La Neue Freie Presse è stata costretta a pubblicare un editoriale in cui si lodavano le "eccellenti qualità del corpo degli ufficiali austriaci".[6]

Anche se si svolgono sullo sfondo del tramonto dell'impero asburgico, le storie di Schnitzler sono sorprendentemente contemporanee. Gustl rappresenta la voglia di vivere senza pentimento che viene costretta dalle convenienze a scegliere la morte, almeno fino a quando uno scioglimento inaspettato, dettato dal caso, lo rimette in vita.[7] Il monologo interiore e le trame rivelatrici, sono tecniche innovative che Schnitzler padroneggia da maestro per svolgere i temi preferiti dei suoi racconti.

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lorenzo Bellettini: Il potere della forma, Frankfurter Allgemeine Zeitung, 14 ottobre 2011
  2. ^ Lankelot, novembre 2010: - Arthur Schnitzler con "Il sottotenente Gustl" introduce nel mondo della letteratura un modello che Joyce utilizzerà solo qualche anno più tardi e che farà la fortuna dello scrittore irlandese. Eppure Schnitzler afferma di aver trovato nel romanzo "Les lauriers sont coupés" di Dujardin un punto di riferimento importante, l'ispirazione fondante per la creazione del monologo interiore de "Il sottotenente Gustl".
  3. ^ Horst Grobe: Arthur Schnitzler: Lieutenant Gustl: Analisi del testo e interpretazione (vol. 463), C Bange editore, Hollfeld 2011
  4. ^ vgl. Ursula Renner, Dokumentation eines Skandals. Arthur Schnitzlers „Lieutenant Gustl“. In: Hofmannsthal-Jahrbuch zur europäischen Moderne 15/2007, S. 33 - 216
  5. ^ Lankelot, novembre 2010: - Perché una reazione tanto severa? Perché il personaggio del sottotenente Gustl è considerato tanto offensivo e lesivo dell'onore dell'intero esercito? Semplice: perché Gustl è un personaggio imbarazzante, vile, superficiale, mediocre e meschino. Il giovane militare, in sostanza, incarna alla perfezione la grettezza di una parte della società austriaca del tempo.
  6. ^ Werner Mück (Hg.) : Österreich: das war unser Jahrhundert, Kremayr & Scheriau, 1999, S. 152
  7. ^ Evelyne Polt-Heinzl: Arthur Schnitzler: Lieutenant Gustl. Note e documenti. Reclam Verlag, Stuttgart 2009, ISBN 978-3-15-016017-6

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Cercignani, Fausto, Arthur Schnitzler e il solitario cammino dell'io. «Doktor Gräsler», «Frau Berta Garlan», «Frau Beate und ihr Sohn», «Der Weg ins Freie», in Studia austriaca, Milano, 1992, pp. 61-88.
  • Allerdissen, Rolf. Arthur Schnitzler: Impressionistischer Rollenspiel und skeptischer Moralismus in seinen Erzählungen. Bonn: Bouvier, 1985.
  • Beharriell, Frederick J. "Schnitzler's Anticipation of Freud's Dream Theory." Monatshefte 45 (1953): 81-89.
  • Farese, Giuseppe. Arthur Schnitzler. Una Vita a Vienna (1862-1931). Milan: Mondadori, 1997.
  • Freud, Sigmund. "Briefe an Arthur Schnitzler." Ed. Heinrich Schnitzler. Neue Rundschau 66 (1955): 95-106.
  • Reitani, Luigi. Arthur Schnitlzer. Sulla Psicoanalisi. Milan: SE, 2001.

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