Il libro nero - Nuovo diario di Gog

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Il libro nero - Nuovo diario di Gog
Ritratto di Giovanni Papini di Julius Zirinsky
AutoreGiovanni Papini
1ª ed. originale1951
Genereromanzo
Sottogeneresatira, fantastico, fantascienza, filosofico
Lingua originaleitaliano
ProtagonistiGog (Goggins)
Preceduto daGog

Il libro nero - Nuovo diario di Gog è un romanzo satirico-fantascientifico di Giovanni Papini del 1951, seguito di Gog pubblicato vent'anni prima e vincitore del Premio Marzotto nel 1952.[1]

Come il precedente, è una raccolta di brani tratti dal diario immaginario del personaggio di Gog, con visioni profetiche, fantastiche e paurose sul destino dell'individuo nella società capitalistica, alle quali in parte si ispirò Huxley[2].

Come il romanzo precedente venne tradotto in varie lingue. Per i suoi spunti fantastici l'opera è accostata ai primi esempi della fantascienza italiana del dopoguerra:[3] nel romanzo ad esempio si immagina un'epoca futura imprecisata in cui i processi penali verranno svolti da un "Tribunale elettronico" gestito da "macchine pensanti".[4]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

«Ho messo questo titolo – di mio arbitrio – perché i fogli di questo nuovo diario appartengono quasi tutti a una delle più nere età della storia umana, cioè degli anni dell'ultima guerra e del dopoguerra. Ho dovuto tralasciare, però, alcuni frammenti che mi son parsi troppo scandalosi o troppo dolorosi. Nella natura di Mr. Gog, insieme a una morbosa cupidigia intellettuale, v'è anche un non so che di sadico e di questa sua crudeltà, sia pur teorica e platonica, rimangono tracce anche nelle pagine che ho tradotto.»

Papini inserisce in questo nuovo diario alcune "interviste immaginarie" di Gog ad alcune delle più influenti personalità del tempo in vari campi - tra i quali Salvador Dalí, Pablo Picasso, Molotov, Adolf Hitler, Guglielmo Marconi, Aldous Huxley, Paul Valéry e Lin Yutang - e una serie di immaginari manoscritti inediti e autografi di alcuni grandi autori della letteratura, tra cui Walt Whitman, Miguel Cervantes, Victor Hugo, Stendhal, Franz Kafka, Lev Tolstoj, Goethe e William Blake.[5]

Influenza culturale[modifica | modifica wikitesto]

Secondo lo storico dell'arte Richard Dorment,[6][7][8] il regime di Francisco Franco e la NATO utilizzarono la serie di interviste immaginarie di Papini del Diario nero come propaganda contro Pablo Picasso,[9] per minare pesantemente la sua immagine di sostenitore del comunismo. Nel 1962 l'artista chiese al suo biografo Pierre Daix di mettere in luce la falsità dell'intervista, cosa che fece ne Les Lettres Françaises.[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ CriticaLetteraria: Pillole Di Autore - Da "Il libro nero" di Giovanni Papini
  2. ^ Storia della letteratura italiana del Novecento, Giacinto Spagnoletti, 1994, ISBN 8879834169, p. 175
  3. ^ Valla 2000, parte III.
  4. ^ Copia archiviata, su books.google.it. URL consultato il 3 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2014).
  5. ^ Gog, Papini e il libro nero della modernità, su lintellettualedissidente.it. URL consultato il 3 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2014).
  6. ^ The Spectator, 2 April 1993, p. 24.
  7. ^ "Letter: That Notorious Fake," The Independent, 14 March 1994.
  8. ^ "The quotation occurs in an 'interview' with an Italian journalist named Giovanni Papini. It was published in 1951 in a volume of Papini's collected journalism entitled Il Libro Nero: Nuovo Diario di Gog, a copy of which is in the British Library. That interview is a notorious fake. According to Pierre Daix, in his respected 1977 biography of Picasso, the artist knew about Il Libro Nero, but ignored it until 1955, when it was used against him by Franco's government. Because Picasso was a communist and this was the height of the Cold War, it was further disseminated by Nato intelligence. At this point Picasso asked Daix to expose the whole affair, which Daix did in a series of articles in Les Lettres Françaises between 1962 and 1965. In the biography, Daix described the contents of II Libro Nero as 'imaginary interviews and false confessions'. Papini was not a fraud, but a journalist who used the literary device of the pretend interview to write profiles of famous people, including Kafka, Tolstoy, Freud, Molotov, Hitler, Cervantes, Goethe, William Blake and Robert Browning. Picasso never met Papini and never said the words Papini attributed to him." — The Spectator, 1 May 1998, p. 27.
  9. ^ "Apology for a False Picasso 'Quote'," Life, Vol. LXVI, No. 2, January 17, 1969, p. 18B.
  10. ^ Pierre d'Aix, Les Lettres Francaises, 12-18, Décembre, 1963.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Papini, Il Libro Nero: nuovo diario di Gog, collana Letteratura Contemporanea, Vallecchi, 1951.

Bibliografia critica[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]