Il guardiano del Louvre

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Il guardiano del Louvre
Titolo originaleThe Ring of Thoth
AutoreArthur Conan Doyle
1ª ed. originale1890
Genereracconto
Sottogenerefantastico
Lingua originaleinglese
AmbientazioneParigi, Museo del Louvre

Il guardiano del Louvre (The Ring of Thoth) è un racconto fantastico del 1890 di Arthur Conan Doyle. Costituisce, probabilmente, la fonte principale di molti dei film sul mito della mummia che vennero girati e prodotti nel corso del XX secolo. L'altra storia di Doyle dalle atmosfere egizia è il romanzo breve La mummia (Lot no.249).

Trama[modifica | modifica wikitesto]

John Vance Stuart Smith, studioso di storia antica e in particolare dell'Antico Egitto, è in visita a Parigi e in particolare al Museo del Louvre. Qui fa il casuale incontro con uno strano guardiano dalle fattezze egiziane, ma non quelle dei moderni abitatori di questa antica e gloriosa terra, ma di un egiziano del tempo dei faraoni.

Immerso nei suoi studi, il professor Smith si addormenta su una delle scrivanie che il museo mette a disposizione degli studiosi che visitano per studio il famoso museo parigino. Improvvisamente si sveglia, ma la mezzanotte è ormai passata e si ritrova rinchiuso all'interno dell'immensa struttura. Al sopraggiungere della luce di una torcia, il professore si nasconde, pensando fosse un ladro, ma pronto a dire la verità se si dovesse imbattere in una guardia. In realtà è solo il guardiano egiziano che, con cautela ma deciso, si dirige verso la sala dei reperti egizi e si avvicina ad una mummia particolare.

Il professore, incuriosito, si avvicina per vedere meglio, e osserva che il custode toglie dal suo sarcofago l'antico reperto, fa alcuni preparativi e inizia a spogliare delle bende il corpo ormai morto. Sotto le bende c'è una splendida fanciulla le cui fattezze, grazie alle antiche e misteriose arti egiziane, sono rimaste preservate dallo scorrere del tempo: ma proprio in quel momento il professore si fa scoprire.

Il custode, allora, in un primo momento lo minaccia di morte, per poi, alla fine, raccontargli la sua incredibile storia. Egli, in realtà, è Sos-rah, figlio del Gran Sacerdote di Osiris. Addestrato alle arti magiche, il giovane già a sedici anni era in grado di competere con i più grandi sapienti. I suoi studi lo portarono a scoprire una Sostanza Pura che, iniettata nel sangue, dona l'immortalità: è proprio tale sostanza che gli ha consentito di giungere fino a lì senza subire gli effetti del tempo. Tale maledizione, perché ora sa che tale è, all'inizio venne condivisa con il suo migliore amico, Phàrmesh, Sacerdote di Thoth. I due giovani, però, si innamorano della stessa donna, Atmea, figlia del nuovo governatore di Abarys. La giovane, tra i due, scelse Sos-rah, senza però sapere che anche Phàrmesh provava un grande amore per la fanciulla.

A causa di una terribile epidemia Sos-rah, per salvare l'amata, le propone di prendere anche lei la Sostanza Pura, ma Atmea, invocando il Sommo Osiris, in un primo momento si oppone, per poi cedere. Il giorno stabilito, però, la giovane muore, lasciando il mago a piangere lacrime amare di solitudine. Ad acuire tale solitudine ci pensa l'amico Phàrmesh, che gli comunica di aver scoperto una formula che annulla gli effetti della Sostanza Pura, il cui segreto mai gli rivelerà per vendicarsi dell'amore che a lui è stato negato a causa di Sos-rah.

Da allora l'egiziano vaga per il mondo alla ricerca di un modo per scoprire questa formula e, ora che l'ha trovato, per niente al mondo si lascerà sfuggire l'occasione di riunirsi alla sua amata Atmea.

«Ieri mattina, gli inservienti addetti alla pulizia del Museo, fecero una macabra scoperta nella sala principale dell'Ala Egizia. Uno dei custodi del Louvre giaceva morto a terra, abbracciato ad una mummia svestita dei suoi indumenti. Il cadavere era già rigido, e fu quasi impossibile staccarlo dalla mummia alla quale stava abbarbicato. Una vetrina che conteneva oggetti di immenso valore era vuota, ma molti dei gioielli sono stati scoperti nelle tasche degli addetti alla pulizia. Gli inquirenti che hanno avviato le indagini, sono del parere che il custode volesse rubare la mummia per rivenderla ad un collezionista, morendo per infarto sotto lo sforzo o per qualch'altra causa imprecisata. Il morto era un tipo molto misterioso, e probabilmente il caso verrà archiviato»

E con questa nota finale, letta da Smith al ritorno in patria, si conclude un incredibile racconto che, certamente, ha influenzato non pochi cineasti.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

I passi citati sono tutti tratti dai racconti così come vengono pubblicati dalla casa editrice Newton&Compton sul libro La mummia e altri racconti nella traduzione di Gianni Pilo.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]