Gli anni struggenti

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Gli anni struggenti
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia
Anno1979
Durata90 min
Rapporto1,66:1
Generecommedia
RegiaVittorio Sindoni
SoggettoNicola Badalucco
SceneggiaturaVittorio Sindoni, Nicola Badalucco e Mario Gallo
ProduttoreMario Gallo
Casa di produzioneMegavision - Filmalpha
FotografiaSafai Teherani
MontaggioAngelo Curi
MusicheRiz Ortolani
Interpreti e personaggi

Gli anni struggenti è un film italiano del 1979 diretto da Vittorio Sindoni. Il film è noto anche con il titolo alternativo Il concorrente.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

1960. Il ventenne Saverio Bivona, figlio di un eminente pedagogo di Capo d'Orlando, parte per Roma per concorrere al posto di insegnante elementare insieme ad altri 8000 aspiranti. Il ragazzo è sin da bambino assillato dagli insegnamenti del padre che ha come modello il pedagogo svizzero Johann Heinrich Pestalozzi, ma nell'albergo dove risiede fa la conoscenza di Andreina, un'altra candidata e se ne innamora a prima vista. Per Andreina è lo stesso, e i due piuttosto che studiare, preferiscono andare in giro per la città. Trasferitisi ben presto nella medesima camera, i due giovani non dimenticano soltanto gli impegni di studio ma anche i rispettivi fidanzati: lui la siciliana Grazia che invano gli telefona e lei il veneto Remigio che a sua volta si affida invano al telefono.

Saverio non si presenta all'esame, ma il padre, giunto dalla Sicilia, riesce a farglielo ripetere e lo costringe a ripresentarsi un anno dopo. Anche questa volta Saverio preferirebbe passeggiare con Andreina, ma non riesce a trovarla e allora decide di andare a fare l'esame dove manifesta la sua ribellione al dispotico padre in maniera eclatante facendo scena muta. Tornato a casa, senza dare spiegazioni, decide di andarsene via da casa e dal nucleo familiare e partire per un personale lungo viaggio di contestazione.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

È stato presentato in concorso al Festival di Locarno 1979.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Antonella Venegoni, C'è anche la figlia di Salerno, su La Stampa, 7 agosto 1979, p. 7.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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