Ignazio Castrogiovanni

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Ignazio Castrogiovanni
NascitaPalermo, 18 agosto 1896
MorteCanale di Sicilia, 17 dicembre 1942
Cause della mortenaufragio
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Marina
GradoCapitano di vascello in servizio permanente effettivo
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra d'Etiopia
Guerra di Spagna
Seconda guerra mondiale
CampagneOccupazione italiana dell'Albania (1939-1943)
BattaglieBattaglia di mezzo giugno
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Navale di Livorno
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959)[1]
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Ignazio Castrogiovanni (Palermo, 18 agosto 1896Canale di Sicilia, 17 dicembre 1942) è stato un militare e marinaio italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

L’Aviere fotografato a Messina nel gennaio 1941, durante le prove di annebbiamento di tale porto.

Nacque a Palermo il 18 agosto 1896.[2] Dopo aver conseguito il diploma di capitano di lungo corso presso l'Istituto nautico di Palermo, nel 1916, in piena prima guerra mondiale, fu arruolato nella Regia marina ed ammesso a frequentare il Corso allievi ufficiali di complemento, conseguendo la promozione a guardiamarina nel gennaio 1916 e quella a sottotenente di vascello l'anno successivo.[2] Partecipò alle operazioni navali imbarcato su silurante di superficie, tra cui il cacciatorpediniere Nembo dove fu decorato con la prima medaglia d'argento al valor militare per il comportamento tenuto durante le fasi dell'affondamento dell'unità.[2] Nel 1919 conseguì la promozione a tenente di vascello e, destinato alla Squadra del Levante di base a Costantinopoli, fu imbarcato dapprima sulla nave da battaglia Vittorio Emanuele, e poi sull'esploratore Venezia.[2] Partecipò attivamente all'opera di soccorso durante una grande incendio che devastò Smirne, ottenendo un Encomio Solenne dal Ministero della Marina.[2] Trasferito in servizio permanente effettivo nel 1920, frequentò il corso superiore di Livorno e poi prestò successivamente servizio presso il Comando Marina Difesa di La Spezia e presso la base navale di La Maddalena.[2] Dal 1926 al 1929 fu imbarcato su varie unità siluranti di superficie e, promosso capitano di corvetta, assunse nel 1932 il comando del sommergibile Santorre Santarosa e nel 1933 quello del cacciatorpediniere Alessandro Poerio.[2]

Divenuto capitano di fregata fu nominato comandante del cacciatorpediniere Giuseppe Sirtori ed in seguito fu imbarcato come vicecomandante sull'incrociatore pesante Trento.[2] Partecipò alle operazioni militari in Africa Orientale (1935-1936), alla guerra di Spagna (1936-1938) ed alle operazioni militari per l'occupazione dell'Albania (nell'aprile 1939).[2] Con l'entrata del Regno d'Italia nella seconda guerra mondiale, avvenuta il 10 giugno 1940, dal settembre di quell'anno al marzo 1941, fu di stanza a Tripoli con l'incarico di capo di stato maggiore del locale Comando Marina, incarico che mantenne anche con la promozione a capitano di vascello.[2] Nell'aprile 1942 ebbe il comando del cacciatorpediniere Ugolino Vivaldi e di comandante della XIV Squadriglia cacciatorpediniere, segnalandosi, in particolar modo, nel corso della battaglia di mezzo giugno, dove fu decorato con la medaglia d'argento al valor militare e nell'agosto dello stesso anno passo al comando del cacciatorpediniere Aviere.[2] Salpato con la sua nave da Napoli il 16 dicembre 1942 di scorta alla motonave tedesca Ankara diretta a Biserta, il giorno successivo, nelle acque a nord di Biserta, il cacciatorpediniere Aviere fu improvvisamente colpito da due siluri lanciati dal sommergibile inglese Splendid che ne provocarono l'immediato affondamento.[2] Gettatosi nelle acque, in un mare gelido ed avverso, cedette il proprio posto sulla zattera ad un marinaio del suo equipaggio esausto e scomparve tra i flutti.[3] Fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Già valoroso combattente della guerra 1915-18, riprendeva il suo posto di combattimento nel conflitto 1940-43, confermando elevate doti di perizia e di ardimento. Comandante di squadriglia cacciatorpediniere in ardue missioni ed in vittoriosi scontri navali, si distingueva per elevato spirito aggressivo e leggendario valore. Al comando di altra squadriglia cacciatorpediniere effettuava nuove, rischiose missioni di guerra, finché — durante scorta a motonave veloce lungo rotte aspramente contrastate dall’avversario — la sua unità veniva affondata in seguito ad insidioso fatale attacco subacqueo. Animato ‘da nobile senso di altruismo e permeato dei più alti doveri di comandante, si preoccupava unicamente della salvezza dell’equipaggio. Naufrago in un mare gelido ed avverso, benché estenuato nelle forze, cedeva con sublime altruismo il suo posto su zattera a più bisognosi; e scompariva poi nei flutti suggellando con generoso sacrificio la nobile esistenza tutta dedicata alla Patria e alla Marina. Canale di ‘Sicilia, 17 dicembre 1942 .[4]»
— Decreto del Presidente della Repubblica del 27 maggio 1949.
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Travolto in mare, in seguito all'affondamento del cacciatorpediniere Nembo sul quale era imbarcato, dava esempio di forza serena, infondendo coraggio ai marinai che riusciva a tener riuniti fino a guadagnare la spiaggia, superando istanti pericolosi. Basso Adriatico 17 ottobre 1916
— Decreto Luogotenenziale 29 ottobre 1916.
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Durante l'affondamento di un cacciatorpediniere colpito da siluro nemico si recava prontamente sul posto ed, armata con pochi volenterosi una motobarca, accorreva, presso la nave, prodigandosi con animoso slancio per la raccolta dei naufraghi d dei feriti caduti in mare. In una notte seguente, colpito ancora da siluri un cacciatorpediniere, pur sotto l'offensiva aerea avversaria, si portava incurante del pericolo presso le due navi organizzando il salvataggio dei naufraghi ed efficacemente contribuendo con la sua opera direttiva a rendere meno grave il numero delle perdite. In successiva incursione di velivoli nemici che colpirono un piroscafo incendiandolo, con pronta e provvida iniziativa organizzava le operazioni di spegnimento riuscendo a circoscrivere e quindi domare le fiamme. Tobruch, 5 luglio - 20 luglio - 9 agosto 1940
— Regio Decreto 9 settembre 1941.
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di Squadriglia CT,, impegnata in lungo, aspro e vittorioso combattimento contro forze prevalenti, ha condotto la sua formazione, fatta segno alla violentissima azione offensiva del nemico, con perizia, slancio e serenità, infliggendo le più gravi perdite all'avversario e contribuendo così all'esito vittorioso del combattimento. Colpita ed immobilizzata la sua nave, continuava a combattere, mentre prendeva con pronta energia tutti i provvedimenti atti a domare la minaccia di un violento incendio, scoppiato a bordo. Dopo lunga e tenace lotta contro le fiamme, aggravata dall'insidia aerea avversaria, riusciva a condurre in salvo la sua unità, dando prova di eccellenti qualità marinaresche ed ottime doti di comando. Battaglia di Pantelleria, 14-16 giugno 1942
— Regio Decreto 30 dicembre 1942.
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Capo di Stato Maggiore di una Base della Tripolitania, oltre a distinguersi nella preparazione ed organizzazione dei servizi lui affidati, sotto numerosi bombardamenti, dava prova di sprezzo del pericolo, organizzando soccorso ad uomini ed unità sinistrate, salvando due navi da sicuro affondamento, incurante del carico di munizioni che minacciava di scoppiare. Esempio di alte virtù militari, di calma e coraggio a tutti i suoi dipendenti. Tripolitania, giugno 1940 - marzo 1941
— Regio Decreto 9 febbraio 1942.
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Capo Squadriglia e comandante di silurante nel corso di difficile missione di scorta ad importante convoglio diretto in Africa Settentrionale, durante la quale l'azione offensiva nemica diurna e notturna si era prolungata per parecchie ore con numerosi attacchi di aerei bombardieri, aerei siluranti e di sommergibili, ha svolto esemplare azione di comando, contribuendo al felice esito della missione. Mediterraneo Centrale, 22-25 gennaio 1942
— Decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1948.
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Destinato in zona d'operazioni oltremare e successivamente comandante e Capo Squadriglia di cacciatorpediniere, effettuava numerose missioni di guerra e scorte a convogli in acque insidiate dall'avversario. Animato da elevato sentimento del dovere, dimostrava in ogni circostanza sereno coraggio e spirito combattivo .Africa Settentrionale, 10 giugno - 17 agosto 1940 e 3 settembre 1940 - 13 marzo 1941-Mediterraneo Centrale, 22 aprile - 23 agosto 1942
— Decreto Luogotenenziale 12 marzo 1946.
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Mediterraneo centrale, 25 luglio 1942-17 dicembre 1942
— Determinazione del 12 marzo 1946.
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'ordine coloniale della Stella d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Croce di Ferro di seconda classe - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paolo Alberini e Franco Prosperini, Uomini della Marina, 1861-1946, Roma, Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Marina Militare, 2016, ISBN 978-8-89848-595-6.
  • Franco Bargoni, Esploratori Italiani, Roma, Ufficio Storico della Marina Militare, 1996.
  • Aldo Cocchia, Convogli. Un marinaio in guerra 1940-1942, Milano, Ugo Mursia, 2004, ISBN 978-88-425-3309-2.
  • Giorgio Giorgerini, La battaglia dei convogli in Mediterraneo, Milano, Ugo Mursia, 1977.
  • Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare. La Marina tra vittoria e sconfitta, 1940-1943, Milano, Mondadori, 2002, ISBN 978-88-04-50150-3.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 135.
  • Rolando Notarangelo e Gian Paolo Pagano, Navi mercantili perdute, Roma, Ufficio Storico Marina Militare, 1997, ISBN 978-88-98485-22-2.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]