Hordeum secalinum

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Segale selvatica
Hordeum secalinum
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Monocotiledoni
(clade) Commelinidi
Ordine Poales
Famiglia Poaceae
Sottofamiglia Pooideae
Tribù Triticeae
Genere Hordeum
Specie H. secalinum
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Liliopsida
Sottoclasse Commelinidae
Ordine Cyperales
Famiglia Poaceae
Sottofamiglia Pooideae
Tribù Triticeae
Genere Hordeum
Specie H. secalinum
Nomenclatura binomiale
Hordeum secalinum
Schreb., 1771
Nomi comuni

Orzo perenne
Orzo falsa segale

La segale selvatica (nome scientifico Hordeum secalinum Schreb., 1771) è una specie di pianta spermatofita monocotiledone appartenente alla famiglia Poaceae (sottofamiglia Pooideae ex Graminaceae).[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome generico (Hordeum) è un nome romano dell'orzo.[2] L'epiteto specifico (secalinum) indica una pianta che cresce nei campi di segale.[3]

Il nome scientifico della specie è stato definito dall'entomologo e naturalista tedesco Johann Christian Daniel von Schreber (Weißensee, 17 gennaio 1739 – Erlangen, 10 dicembre 1810) nella pubblicazione "Spicilegium Florae Lipsicae" (Spicil. Fl. Lips. 148) del 1771.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento
Le foglie
Infiorescenza
I fiori
Spighetta generica con tre fiori diversi

Queste piante arrivano ad una altezza di 40 – 70 cm. La forma biologica è emicriptofita cespitosa (H caesp), sono piante erbacee, bienni o perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e presentano ciuffi fitti di foglie che si dipartono dal suolo. Tutta la pianta è glauca.[4][5][6][7][8][9][10]

Radici[modifica | modifica wikitesto]

Le radici sono fascicolate.

Fusto[modifica | modifica wikitesto]

La parte aerea del fusto è un culmo gracile e eretto. Per almeno 1/3 dell'altezza nella parte apicale è nudo. La base è ingrossata per la presenza delle guaine persistenti (ma non è bulbosa). I nodi sono 3 - 5 per culmo.

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie. Non sono presenti i pseudopiccioli e, nell'epidermide delle foglia, le papille.

  • Guaina: la guaina è abbracciante il fusto; sono presenti dei padiglioni auricolari falcati; la guaina è sparsamente villosa o subglabra.
  • Ligula: la ligula, in genere con apice troncato e membranosa, è subnulla (0,5 – 1 mm).
  • Lamina: la lamina, piana e qualche volta a forma convoluta, è larga 2 – 4 mm. Lunghezza della lamina: 15 cm.

Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]

Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze, di tipo racemoso terminale (un racemo per infiorescenza), hanno la forma di una spiga lanceolata sottile, formata da diverse spighette. Le spighette sono strettamente embricate, disposte su tre serie. La spighette centrali sono fertili e sessili, le laterali sono sterili e pedicellate (pedicelli oblunghi). La rachilla ai nodi è piuttosto fragile; mentre gli internodi sono allungati. La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli (o a due ranghi[11]), anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale. Il colore può essere screziato di violaceo. Dimensione della spiga: larghezza 7 mm; lunghezza 2 – 8 cm.

Spighetta[modifica | modifica wikitesto]

Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, compresse lateralmente con forme da ellittiche a oblunghe, sottese da due brattee distiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da un fiore. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla sotto ogni fiore fertile; oppure può cadere l'intera spighetta.

  • Glume: le glume, persistenti, sono ridotte a delle semplici reste (7 – 14 mm di lunghezza).
  • Palea: la palea è un profillo lanceolato con alcune venature.
  • Lemma: il lemma ha una forma lanceolata mutica con resta; le venature sono 5. Dimensione dei lemmi: lunghezza: 6 – 9 mm. Lunghezza con resta: 8 – 13 mm

Fiore[modifica | modifica wikitesto]

I fiori fertili sono attinomorfi formati da 3 verticilli: perianzio ridotto, androceo e gineceo.

  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[5]
*, P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.

Frutti[modifica | modifica wikitesto]

I frutti sono dei cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti avvolti dalle glume, con forme da ovate a oblunghe, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è lungo e lineare. L'embrione è provvisto di epiblasto; ha inoltre un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono. L'endosperma è farinoso.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria). In particolare i frutti di queste erbe possono sopravvivere al passaggio attraverso le budella dei mammiferi e possono essere trovati a germogliare nello sterco.[12]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[13] – Distribuzione alpina[14])

Fitosociologia[modifica | modifica wikitesto]

Areale alpino[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista fitosociologico alpino Hordeum secalinum appartiene alla seguente comunità vegetale:[14]

  • Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
  • Classe: Molinio-Arrhenatheretea
  • Ordine: Arrhenatheretalia elatioris
  • Alleanza: Cynosurion

Areale italiano[modifica | modifica wikitesto]

Per l'areale completo italiano Hordeum secalinum appartiene alla seguente comunità vegetale:[16]

  • Macrotipologia: vegetazione delle praterie
  • Classe: Agrostietea stoloniferae Oberdorfer, 1983
  • Ordine: Potentillo anserinae - Polygonetalia avicularis Tüxen, 1947
  • Alleanza: Alopecurion utriculati Zeidler, 1954

Descrizione. L'alleanza Alopecurion utriculati è relativa allo sviluppo su prati igrofili e suoli oligoalini, e quindi a basso grado di salinità. L’alleanza ha una distribuzione europea sud-orientale (areali mediterranei e submediterranei) e atlantica.[17]

Specie presenti nell'associazione: Cynosurus cristatus, Trifolium repens, Phleum pratense, Alopecurus utriculatus, Cichorium intybus, Ranunculus marginatus, Ranunculus velutinus, Carex divisa, Scorzonera jacquiniana, Trifolium squamosum, Trifolium resupinatum, Trifolium patens, Gaudinia fragilis, Oenanthe silaifolia.

Altre alleanze per questa specie sono:[16]

  • Polygonion tenoreani
  • Ranunculion velutini

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa specie (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9 700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9 500[7]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 11 sottofamiglie, il genere Hordeum è descritto all'interno della sottofamiglia Pooideae con oltre 40 specie distribuite nelle regioni temperate del nord in tutto il mondo.[4][5]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Il genere della specie di questa voce è descritto all'interno della tribù Triticeae (supertribù Triticodae T.D. Macfarl. & L. Watson, 1982). La supertribù Triticodae comprende tre tribù: Littledaleeae, Bromeae e Triticeae. All'interno della supertribù, la tribù Triticeae forma un "gruppo fratello" con la tribù Bromeae.[18]

Il genere Hordeum comprende solamente piante poliploidi con i genomi designati "H, I, X, e Y". Inoltre questo genere è stato soggetto ad una "evoluzione reticolata"[19] per fenomeni di ibridazione, o per il trasferimento orizzontale di geni ma anche per l’endosimbiosi.[4]

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[9]

  • Critesion secalinum (Schreb.) Á.Löve
  • Frumentum pratense E.H.L.Krause
  • Hordeum maritimum Roth
  • Hordeum maritimum O.F.Müll.
  • Hordeum maximum Vill.
  • Hordeum pratense Huds.
  • Hordeum rothii Link
  • Hordeum sibiricum Link ex Steud.
  • Zeocriton maritimum P.Beauv.
  • Zeocriton secalinum (Schreb.) P.Beauv.

Specie simili[modifica | modifica wikitesto]

La pianta di questa voce può essere confusa con la specie Hordeum jubatum L. che comunque si distingue per le reste più lunghe (4 – 6 cm) e che conferiscono alla spiga un caratteristico aspetto crinito. Si trova soprattutto nel Nord America e Asia Orientale.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 16 giugno 2020.
  2. ^ Etymo Grasses 2007, pag. 139.
  3. ^ Etymo Grasses 2007, pag. 263.
  4. ^ a b c Kellogg 2015, pag. 227.
  5. ^ a b c Judd et al 2007, pag. 311.
  6. ^ a b Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 533.
  7. ^ a b Strasburger 2007, pag. 814.
  8. ^ Pasqua et al 2015, pag. 467.
  9. ^ a b World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 16 giugno 2020.
  10. ^ Motta 1960, vol.2 pag.470.
  11. ^ Kellogg 2015, pag. 28.
  12. ^ Kellogg 2015, pag. 73.
  13. ^ Conti et al. 2005, pag. 112.
  14. ^ a b c d Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 938.
  15. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 16 giugno 2020.
  16. ^ a b Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org. URL consultato il 17 giugno 2020.
  17. ^ Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 57.1.3 ALL. ALOPECURION UTRICULATI ZEIDLER 1954. URL consultato il 17 giugno 2020.
  18. ^ Soreng et al. 2017, pag.284.
  19. ^ Treccani, su treccani.it, p. evoluzione reticolata. URL consultato il 12 luglio 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]