Helen Menken

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Helen Menken nel 1920

Helen Menken (New York, 12 dicembre 1901New York, 27 marzo 1966) è stata un'attrice teatrale statunitense.[1][2]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Helen Menken nacque a New York da padre franco-tedesco, Frederich Meinken, e da madre irlandese, Mary Madden. Entrambi i suoi genitori erano sordi e la sua prima comunicazione avvenne tramite il linguaggio dei segni. Iniziò a parlare ad alta voce solo all'età di 4 anni.[1][3] Anche la sorella Grace Menken, era un'attrice.[4] All'età di 12 anni fu mandata a studiare in una scuola a Brighton in Inghilterra.[5]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Prima di compiere 14 anni, Menken si esibì nel vaudeville per una stagione, interpretando principalmente parti di personaggi con il cognato. Una disputa quando la troupe si trovava a Dallas la portò ad abbandonare la compagnia e ad unirsi a una compagnia shakespeariana che si trovava anch'essa a Dallas.[5]

Menken in Stage Door Canteen (1943)

Con il nome di Helen Meinken, Menken recitò nel 1915 a Brooklyn[6] e nel 1916 con gli Orpheum Players a Reading, in Pennsylvania.[7] Debuttò a Broadway come attrice adolescente in Parlor, Bedroom and Bath (1917).[8] I suoi più grandi trionfi teatrali furono Settimo cielo (Seventh Heaven) nel 1922-1924 (Janet Gaynor interpretò il ruolo di Diane nella versione cinematografica del 1927); Maria di Scozia (Mary of Scotland) nel 1933-1934, nel ruolo di Elisabetta I al fianco di Helen Hayes (Katharine Hepburn interpretò Maria nella versione cinematografica del 1936); e La vecchia cameriera (The Old Maid), la pièce teatrale vincitrice del Premio Pulitzer interpretata da Menken e Judith Anderson nel 1935. Bette Davis avrebbe interpretato il ruolo di Menken come zitella con un segreto nella versione cinematografica del 1939. L'ultima apparizione di Menken a Broadway fu in uno spettacolo di scarso successo intitolato The Laughing Woman, andato in scena per meno di un mese nel 1937.

Nel 1922 e nel 1924 Menken fu la protagonista del cast estivo dell'Elitch Theatre di Denver, Colorado. Per la stagione estiva del 1924 apparve nel ruolo di Cassie Cook, un ruolo che aveva originato a Broadway, nella commedia Drifting. Dopo essere apparsa a Denver durante l'estate del 1922, il critico teatrale del Denver Post affermò: "Noi che l'abbiamo osservata per un'estate ai Gardens pensavamo di sapere tutto della sua recitazione, ma domenica sera ha dato sfogo a cose che vanno al di là di qualsiasi cosa abbia mai mostrato prima e molto che era superiore al suo miglior lavoro nelle commedie di due anni fa"[9].

La sua interpretazione di Irene De Montcel nella prima produzione in lingua inglese di The Captive, dramma a tema lesbico di Edouard Bourdet, la portò all'arresto (insieme al resto del cast) il 9 febbraio 1927. Questo arresto, che riflette gli atteggiamenti degli anni '20 nei confronti dell'omosessualità, contribuì alla sua mancata carriera cinematografica e forse al suo divorzio da Bogart.

Helen Menken fu una presenza importante dietro le quinte del mondo del teatro, soprattutto all'American Theatre Wing. Ne fu presidente durante la Seconda guerra mondiale e iniziò a ricoprire la carica di presidente del gruppo nel 1957.[3]

Radio[modifica | modifica wikitesto]

Helen Menken recitò in radio negli anni quaranta (interpretando Brenda Cummings in Second Husband[10] e ricreando in particolare la sua interpretazione al fianco di Judith Anderson in un adattamento radiofonico del 1946 de La vecchia cameriera (The Old Maid).

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Helen Menken realizzò un cortometraggio a New York nel 1925 per Lee DeForest, girato con il processo di sonorizzazione su pellicola DeForest Phonofilm, che ebbe vita breve. Il film è conservato nella collezione Maurice Zouary della Biblioteca del Congresso.

Matrimoni[modifica | modifica wikitesto]

Il primo dei suoi mariti fu l'attore Humphrey Bogart, di cui fu a sua volta la prima moglie.[2] Si sposarono al Gramercy Park Hotel di New York il 20 maggio 1926 e divorziarono il 18 novembre 1927.Il 12 Luglio 1932 sposò il dottor Henry T. Smith e divorziò da lui nel 1947, poi nell'ottobre 1948 sposò George N. Richard, su ultimo marito. Non ebbe alcun figlio da questi matrimoni.

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Helen Menken morì per un attacco di cuore durante una festa al Lambs il 27 marzo 1966,[3] all'età di 64 anni.

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Tony Award speciale postumo nel 1966 "per una vita di devozione e di servizio al teatro di Broadway"[11].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Edward Janak, Politics, Disability, and Education Reform in the south: the work of John Eldred Swearingen, New York, Palgrave Macmillan, 2014, pp. 161-199, ISBN 978-1-137-48406-2.
  2. ^ a b Robin Hutton, War Animals: the unsung heroes of World War II, Simon and Shuster, 18 Settembre 2018, ISBN 978-1-62157-766-9.
  3. ^ a b c (EN) Helen Menken, Actress, Dies, in The Daily Capital News, The Associated Press, 29 marzo 1966, p. 14. URL consultato il 1º maggio 2023.
  4. ^ Scott Wilson, Resting Places: The Burial Sites of More Than 14,000 Famous Persons, 3ª ed., MacFarland, 2016, p. 509, ISBN 978-1-4766-2599-7.
  5. ^ a b Gladys Baker, Helen Menken grew up in theatre, in The Birmingham News-Age-Herald, Birmingham, Alabama, 20 ottobre 1935, p. 68. URL consultato il 1º maggio 2023.
  6. ^ Sinners' scores at the Majestic, in Times Union, Brooklyn, New York, 12 ottobre 1915, p. 9. URL consultato il 1º maggio 2023.
  7. ^ Difficult play at the Orpheum, in Reading Times, Reading, Pennsylvania, 18 gennaio 1916, p. 6. URL consultato il 1º maggio 2023.
  8. ^ Parlor, Bedroom and Bath - Cast, su PlayBill. URL consultato il 1º maggio 2023 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2022).
  9. ^ (EN) Theodore Borrillo, Denver's Historic Elitch Theatre: A Nostalgic Journey, 1ª ed., 3 novembre 2012, pp. 131-132, ISBN 978-0974433141.
  10. ^ Vincent Terrace, Radio Programs, 1924-1984: A Catalog of More Than 1800 Shows, MacFarland & Company, Inc., 1999, p. 299, ISBN 978-0-7864-4513-4.
  11. ^ Search Past Tony Award Winners and Nominees, su TonyAwards.com. URL consultato il 1º maggio 2023 (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2016).

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