Harakat Nour al-Din al-Zenki

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Harakat Nour al-Din al-Zenki (in arabo حركة نور الدين الزنكي?, Movimento Nour al-Din al-Zenki) è un gruppo indipendente coinvolto nella Guerra civile siriana. È parte del Consiglio del Comando Rivoluzionario Siriano ed ha ricevuto dei missili anticarro BGM-71 TOW di produzione statunitense. È una delle fazioni ribelli più importanti ad Aleppo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Harakat Nour al-Din al-Zenki è stato formato nel 2011 da Shaykh Tawfiq Shahabuddin nell'area Shaykh Salman a nord-ovest di Aleppo e la maggiore concentrazione di combattenti del gruppo si trova nei suoi sobborghi nordoccidentali. Harakat Nour al-Din al-Zenki ha preso parte agli iniziali combattimenti della Battaglia di Aleppo, conquistando il quartiere di Salaheddine, prima di ritirarsi nella campagna.

Il gruppo è passato attraverso varie affiliazioni dalla sua fondazione. All'inizio era una branca del Movimento al-Fajr, si unì poi alle Brigate Tawhid durante l'attacco di Aleppo, prima di allearsi con il Fronte Autenticità e Sviluppo, supportato dall'Arabia Saudita. Nel gennaio 2014 fu una delle fazioni fondatrici dell'Esercito dei Mujaheddin, da cui uscì nel maggio seguente, ottenendo un cospicuo finanziamento dall'Arabia Saudita, che era riluttante nel finanziare l'Esercito per via delle sue connessioni con la Fratellanza Musulmana Siriana. Nel dicembre dello stesso anno Harakat Nour al-Din al-Zenki si unì al Fronte del Levante, una coalizione di ribelli islamisti operanti ad Aleppo.

Il gruppo ha anche ricevuto aiuti finanziari dagli USA per mezzo di un programma della CIA volto a finanziare i gruppi di ribelli moderati.

Il 6 maggio 2015 il gruppo, insieme ad altri 13, partecipò all'operazione Fayah Halab, volta alla conquista di Aleppo.

Il 19 ottobre 2015 il comandante del gruppo è stato ucciso durante un combattimento contro le forze governative nell'area di Aleppo.

Crimini di guerra[modifica | modifica wikitesto]

Secondo Amnesty International, Harakat Nour al-Din al-Zenki, insieme alla 16 Divisione, al Fronte del Levante, a Ahrar al-Sham e al Fronte al-Nusra, è stato coinvolto nel rapimento e nella tortura di giornalisti e operatori umanitari nella Aleppo controllata ai ribelli nel 2014 e nel 2015.

Il 19 luglio 2016, durante l'Offensiva di Aleppo del Nord, combattenti di al-Zenki si sono filmati mentre decapitavano un bambino palestinese di nome Abdullah Issa dall'età compresa fra 10 e 13 anni. Sostenevano che il bambino avesse combattuto per le forze governative ad Aleppo con il gruppo palestinese Liwa al-Quds. Liwa al-Quds ha negato e sostenuto che il bambino provenisse invece da una povera famiglia di rifugiati e che fosse stato rapito da un ospedale. L'assassinio è accaduto in un campo profughi non ufficiale a nord di Aleppo, Ein El Tal. Al-Zenki ha condannato l'omicidio e che una commissione giudiziaria indipendente è stata nominata per indagare sull'incidente[1]. Alcuni dei militanti presenti nel video tuttavia sono stati ripresi alcuni giorni dopo mentre partecipavano all'assalto ribelle contro le forze governative a sud di Aleppo per spezzare l'assedio della parte est della città. Un portavoce del Governo degli Stati Uniti ha detto che una volta appurata la verità sull'episodio, verrà deciso se continuare a sostenere il gruppo di islamisti[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) US-Backed Syrian Rebels Film Themselves Beheading 10 Year-Old Boy, su mintpressnews.com, 20 luglio 2016. URL consultato il 15 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2016).
  2. ^ SIRIA/ Ribelli sostenuti dagli Usa decapitano un ragazzino palestinese di 12 anni, su ilsussidiario.net. URL consultato il 15 agosto 2016.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]