HMS Dorsetshire (40)

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HMS Dorsetshire
Descrizione generale
TipoIncrociatore pesante
ClasseCounty
Proprietà Royal Navy
Identificazione40
Ordine1926[1]
CantierePortsmouth
Impostazione21 settembre 1927
Varo29 gennaio 1929
Entrata in servizio30 settembre 1930
Destino finaleAffondata da un aereo giapponese il 5 aprile 1942
Caratteristiche generali
Dislocamento(standard) 10.035 t
(a pieno carico) 13.420
Lunghezza192,9[1] m
Larghezza20,1[1] m
Pescaggio5,2[1] m
Propulsione8 caldaie Admiralty a tre cilindri
Turbine meccaniche Parsons
4 assi
80.000 Shp[1]
Velocità32,25[1] nodi (58 km/h)
Autonomia12.500 n.mi. a 12 nodi (22.000 km a 22 km/h)[1]
Equipaggio700[1]
Armamento
Armamentoartiglieria alla costruzione:
  • 8 pezzi da 203 mm in 4 torri binate
  • 8 pezzi da 102 mm antiaerei binati
  • 24 pezzi da 40 mm "Pom-pom" antiaerei ottupli
  • 2 lanciasiluri quadrupli da 610 mm
Corazzaturada 25 a 100 mm a protezione della stiva
30 mm sul ponte
25 mm torrette
113 mm cintura
Mezzi aerei2 idrovolanti Supermarine Walrus, 1 catapulta
Note
MottoPro Patria et commitatu
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La HMS Dorsetshire (Pennant number 40) è stata un incrociatore pesante della Classe County in servizio nella Royal Navy tra il 1930 e il 1942 e terza a portare il nome della Contea inglese del Dorsetshire, oggi conosciuta semplicemente come Dorset. Venne varata il 29 gennaio 1929 presso i cantieri di Portsmouth[2], entrando in servizio il 30 settembre 1930[3]. Nella seconda guerra mondiale ebbe come ufficiale in comando il capitano Augustus Agar (1890–1968).

Servizio[modifica | modifica wikitesto]

Anni Trenta[modifica | modifica wikitesto]

Dopo l'entrata in servizio divenne l'ammiraglia del Secondo Squadrone Incrociatori; nel 1931 si trovava nell'Atlantic Fleet durante l'Ammutinamento di Invergordon ma la sollevazione ebbe fine prima che i marinai della nave vi prendessero parte. Tra il 1933 e il 1936 servì in Africa come ammiraglia della 6ª squadra incrociatori[3]. In questo anno subì delle modifiche prima di essere inviata nel Settore Cinese, dove rimase per quattro anni inquadrata nella 5ª squadra incrociatori.

Servizio in Atlantico e Sudafrica[modifica | modifica wikitesto]

Nel dicembre 1939, pochi mesi dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale la Dorsetshire, insieme ad altre unità della Royal Navy, venne inviata in Uruguay per partecipare alla caccia all'incrociatore tedesco Admiral Graf Spee, subito dopo la Battaglia del Río de la Plata. La nave lasciò Simon's Town in Sudafrica il 13 dicembre, giorno stesso della battaglia, ma non aveva ancora raggiunto le acque uruguayane il 17 dicembre, giorno in cui l'incrociatore tedesco venne autoaffondato dai suoi marinai.

Per il periodo successivo operò nell'Atlantico e nel febbraio 1940 intercettò la nave supporto tedesca Wakama, che venne immediatamente autoaffondata dall'equipaggio. Il 2 marzo successivo lasciò le Isole Falkland con a bordo feriti provenienti dall'Exeter dirigendosi a Città del Capo via Tristan da Cunha. L'11 marzo seguente i feriti ed i prigionieri tedeschi vennero finalmente sbarcati. La Dorsetshire tornò quindi in Gran Bretagna, arrivando a Plymouth il 25 maggio. Dopo meno di una settimana ripartì per Freetown, in Sierra Leone. In giugno seguì le mosse della nave da battaglia Richelieu, appartenente alla marina della Francia di Vichy, in trasferimento da Dakar a Casablanca. Durante il viaggio la nave invertì la rotta tornando in Senegal, su ordine dell'ammiraglio François Darlan. La Dorsetshire continuò a seguire le mosse della Flotta francese per tutto il mese di luglio. Il 4 settembre entrò in bacino di carenaggio a Durban, tornando a Simon's Town per il 20 settembre.

Subito dopo venne trasferita nell'Oceano Indiano, partecipando in novembre al bombardamento di Zante nella Somalia italiana. In dicembre tornò nell'atlantico, partecipando alla caccia alla "corazzata tascabile" tedesca Admiral Scheer che aveva da poco affondato un mercantile britannico nell'Atlantico meridionale. Il 18 gennaio 1941 catturò il mercantile francese Mendoza, scortandolo poi a Takaradi. In marzo fu nuovamente di ritorno a Simon's Town.

Sopravvissuti della Bismarck vengono presi a bordo della Dorsetshire

Alla fine del maggio 1941 fu una delle navi da guerra britanniche che parteciparono alla Caccia alla Bismarck. Il 27 maggio ricevette l'ordine di finire la Bismarck, già messa fuori uso da continui attacchi aerei e navali, con i siluri, ma l'equipaggio della nave tedesca aveva già iniziato le procedure di autoaffondamento. La Dorsetshire, insieme al cacciatorpediniere Maori, riuscì quindi a recuperare solo 110 marinai tedeschi[4], prima di allontanarsi dalla zona a causa della sospettata presenza di un U-Boot.

Nel settembre seguente partì da Freetown per scortare il convoglio WS-10X, partito dalla Gran Bretagna con meta il Sudafrica, formato da cinque navi trasporto truppe in rotto per il Medio Oriente. Alla fine di dicembre intercettò la nave appoggio tedesca Python impegnata a rifornire due sottomarini in emersione. Appena avvistata la nave britannica i sottomarini si immersero, attaccando con i siluri la Dorsetshire senza colpirla, mentre l'equipaggio della Python autoaffondava la nave.

Servizio nell'Oceano Indiano e affondamento[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1942 venne assegnata alla Eastern Fleet[3] nell'Oceano Indiano. Durante la sortita della Marina imperiale giapponese nell'Oceano Indiano la Dorsetshire e Cornwall, appartenente alla stessa classe, vennero attaccate da aerosiluranti a circa 320 km a sudovest di Ceylon, il 5 aprile. La Dorsetshire, colpita da dieci bombe, affondò per prima alle 14 circa. La Cornwall, colpita otto volte, affondò circa dieci minuti dopo. Dell'equipaggio morirono 234 uomini e i superstiti, più di cinquecento, vennero recuperati il giorno successivo dall'incrociatore leggero Enterprise e dai cacciatorpediniere Paladin e Panther[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Morris, p. 182.
  2. ^ Colledge, p. 114.
  3. ^ a b c Morris, p. 185.
  4. ^ Peillard, p. 229.
  5. ^ Jackson, p. 72.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Colledge JJ, Ships of the Royal Navy. The complete record of all fighting ships of the Royal Navy from 15th century to the present, a cura di Ben Warlow, Philadelphia & Newbury, Casemate, 2010, ISBN 978-1-935149-07-1.
  • (EN) Robert Jackson, History of the Royal Navy, Londra, Parragon, 1999, ISBN 0-7525-3219-7.
  • (EN) Douglas Morris, Cruisers of the Royal and Commonwealth navies, Liskeard, Maritime Books, 1987, ISBN 0-907771-35-1.
  • Léonce Peillard, La battaglia dell'Atlantico, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1992, ISBN 88-04-35906-4.

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