Miaplacidus

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Miaplacidus
Beta Carinae
ClassificazioneSubgigante bianca
Classe spettraleA2 IV
Distanza dal Sole113 anni luce
CostellazioneCarena
Coordinate
(all'epoca J2000)
Ascensione retta09h 13m 11,977s
Declinazione-69° 43′ 01,95″
Lat. galattica-14,4073
Long. galattica285,9784
Dati fisici
Diametro medio7 923 000 km
Raggio medio5,85 R
Massa
Periodo di rotazione2,1 giorni
Velocità di rotazione139 km/s[1]
Temperatura
superficiale
9,100 K (media)
Luminosità
Età stimata350 milioni di anni
Dati osservativi
Magnitudine app.+1,68
Magnitudine ass.-1,03
Parallasse29,34 ± 0,47 mas
Moto proprioAR: -157,66 mas/anno
Dec: +108,91 mas/anno
Velocità radiale−5 km/s
Nomenclature alternative
Miaplacidus, Gl 339.2, HR 3685, CD−69°600, HD 80007, GCTP 2213.00, SAO 250495, FK5 348, CP−69°1023, HIP 45238, GC 12764

Coordinate: Carta celeste 09h 13m 11.977s, -69° 43′ 01.95″

Miaplacidus (Beta Carinae / β Car / β Carinae) è la seconda stella più luminosa della costellazione della Carena, dopo Canopo, ed è la ventottesima stella più luminosa del cielo notturno, con una magnitudine apparente di +1,68. La distanza stimata dal sistema solare è di 113 anni luce circa[2]

Miaplacidus è stata la seconda stella più luminosa anche dell'antica costellazione della Nave Argo, attualmente smembrata in tre parti: la Carena, la Poppa e la Vela. È stata anche la stella alfa dell'antica costellazione della Quercia di Carlo.

Osservazione[modifica | modifica wikitesto]

β Carinae
La posizione di β Carinae nella costellazione della Carena.

Miaplacidus è una stella facilmente riconoscibile, sia per la sua luminosità, sia perché forma un asterismo con le stelle Theta Carinae, Upsilon Carinae e Omega Carinae chiamato Croce di diamante.

Si tratta di una stella situata nell'emisfero celeste australe. La sua posizione fortemente australe comporta che la stella sia osservabile prevalentemente dall'emisfero sud, dove si presenta circumpolare anche da gran parte delle regioni temperate; dall'emisfero nord la sua visibilità è invece limitata alle regioni temperate inferiori e alla fascia tropicale. La sua magnitudine pari a +1,68 le consente di essere scorta con facilità anche dalle aree urbane di moderate dimensioni.

Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale ricade nei mesi compresi fra febbraio e giugno; nell'emisfero sud è visibile anche per buona parte dell'inverno, grazie alla declinazione australe della stella, mentre nell'emisfero nord può essere osservata limitatamente durante i mesi primaverili boreali.

Caratteristiche fisiche[modifica | modifica wikitesto]

La stella è una subgigante bianca di classe spettrale A2IV, anche se alcune fonti la classificano come gigante di classe A1III[2]. È oltre 200 volte più luminosa del Sole, ha un raggio quasi 6 volte superiore, mentre la massa è tripla rispetto a quella solare. L'età della stella varia a seconda delle fonti, anche se dovrebbe comunque essere compresa tra i 260 e i 350 milioni di anni[1][3]. La sua magnitudine assoluta è di -1,03 e la sua velocità radiale positiva indica che la stella si sta allontanando dal sistema solare.

A differenza di altre stelle di classe A simili, non si è finora riscontrata la presenza di un disco protoplanetario attorno alla stella.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome Miaplacidus apparve per la prima volta nel 1856 nell'atlante stellare Geography of the Heavens, di Elijah Hinsdale Burritt. L'origine del nome rimase un mistero per diversi anni, fin quando William Higgins, un esperto sui nomi delle stelle, suggerì che il nome fosse una combinazione derivata dalle parole مياه miyāh (acque), di provenienza araba, e del termine latino placidus (placido)[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Jim Kaler, MIAPLACIDUS (Beta Carinae), su Stars (archiviato dall'url originale il 19 maggio 2012).
  2. ^ a b c Erik Anderson, Charles Francis, XHIP: An Extended Hipparcos Compilation, in Astronomy Letters, 23 marzo 2012.arΧiv:1108.4971
  3. ^ Spitzer 24µm photometry of A dwarfs (Rieke+, 2005). La stella ha da poco terminato l'idrogeno nel suo nucleo da fondere in elio e comincerà a fondere quest'ultimo elemento in carbonio tra circa 2,5 milioni di anni, dopodiché entrerà nello stadio di gigante rossa
  4. ^ The history of the star: Miaplacidus constellationsofwords.com

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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