Häfeli DH-5

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Häfeli DH-5
Il DH-5 esposto presso il Flieger-Flab-Museum di Dübendorf.
Descrizione
Tipoaereo da ricognizione
Equipaggio2
ProgettistaAugust Häfeli
CostruttoreBandiera della Svizzera EKW
Data primo volo1919
Data entrata in servizio1922
Data ritiro dal serviziogiugno 1940
Utilizzatore principaleBandiera della Svizzera Esercito Svizzero
Esemplari80
Dimensioni e pesi
Lunghezza7,60 m
Apertura alare12,50 m
Altezza3,10 m
Superficie alare31,40
Peso a vuoto859 kg
Peso max al decollo1 271 kg
Propulsione
Motoreun LFW III
Potenza220 hp (164 kW)
Prestazioni
Velocità max180 km/h
Autonomia480 km
Tangenza5 600 m
Armamento
Mitragliatriciuna in caccia, una brandeggiabile posteriore
Notedati riferiti alla versione DH-5A

i dati sono estratti da:
The Illustrated Encyclopedia of Aircraft (Part Work 1982-1985)[1]

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L'Häfeli DH-5 fu un aereo da ricognizione monomotore, biposto e biplano, sviluppato dall'azienda aeronautica svizzera Eidgenössischen Konstruktionswerkstätten (EKW) nei tardi anni dieci del XX secolo.

Progettato dall'ingegnere August Häfeli, fu adottato dall'Esercito svizzero per la sua componente aerea, le Truppe d'aviazione, rimanendo in servizio, negli esemplari aggiornati, fino al 1940.

Tecnica[modifica | modifica wikitesto]

L'Häfeli DH-5 era un velivolo dall'impostazione, per l'epoca, convenzionale, un monomotore in configurazione traente, biposto e biplano, realizzato con struttura in legno ricoperta da tela, che mantenne quasi inalterato il progetto originale in tutte le versioni costruite.

La fusoliera, realizzata con struttura in legno, integrava i due abitacoli separati aperti per i due membri dell'equipaggio, l'anteriore, collocato tra le ali, destinato al pilota ed il posteriore all'osservatore/mitragliere. Posteriormente terminava in un impennaggio classico monoderiva con timone ricoperto da tela verniciata.

La velatura era di tipo biplana a scalamento positivo, con ala superiore ed inferiore, di diverso disegno, la prima, l'unica ad integrare gli alettoni, fortemente smussata al centro per consentire l'accesso al posto di pilotaggio. Erano collegate tra loro da una doppia coppia, una per lato, di montanti interalari esterni ed inclinati, più un complesso di montanti interni che fissava il tronco centrale dell'ala superiore alla fusoliera, soluzione che consentiva lo smontaggio della velatura per facilitare il rimessaggio in minor spazio, il tutto integrato da tiranti obliqui ad X in cavetto d'acciaio.

Il carrello d'atterraggio era un semplice biciclo anteriore, ad asse rigido ed ammortizzato, posto sotto la fusoliera all'altezza dell'ala inferiore, integrato posteriormente da un pattino d'appoggio anch'esso ammortizzato collocato sotto la coda.

La propulsione era affidata ad un motore di progettazione svizzera, sviluppato dalla Schweizerische Lokomotiv- und Maschinenfabrik, dall'architettura motore 8 cilindri a V e raffreddato a liquido collocato all'apice anteriore della fusoliera ed abbinato ad un'elica bipala in legno a passo fisso. A seconda della versione venne equipaggiato con un LFW I da 180 PS, o un LFW II da 200 PS o un LFW III da 220 PS, con conseguente incremento delle prestazioni, tutti abbinati ad un radiatore di tipo anulare posto appena dietro all'elica.

L'armamento consisteva in una mitragliatrice posizionata in caccia, abbinata ad un dispositivo di sincronizzazione che consentiva al pilota di sparare senza conseguenze attraverso il disco dell'elica, ed una (o una binata a seconda delle fonti) montata su supporto brandeggiabile ad anello nell'abitacolo posteriore.

Impiego operativo[modifica | modifica wikitesto]

Un Caudron C.59 con marche civili svizzere CH-125 e, in secondo piano, un Häfeli DH-5 delle Truppe d'aviazione dell'Esercito svizzero.

Gli esemplari del primo lotto di 39 esemplari, numeri di serie da 402 a 440,[2] iniziarono ad essere consegnati alle squadriglie d'aviazione dal maggio 1922[3], dei quali otto in carico alla Squadriglia d'aviazione 17[4][5], ai quali seguirono altri 20 esemplari MV nel 1924, ed altri 20 nella versione DH-5A (MV 5a) nel 1929.[6] I più longevi risultano rimasti in organico fino all'8 giugno 1940.[3]

Versioni[modifica | modifica wikitesto]

DH-5
indicato anche come MV, prima versione avviata alla produzione in serie, equipaggiata con un motore 8 cilindri a V raffreddato a liquido LFW I (180 PS) o LFW II (200 PS) e realizzata in 59 esemplari.[2]
DH-5A
indicato anche come MV-1, sviluppo, versione equipaggiata con un motore V8 LFW III da 220 hp (164 kW) raffreddato a liquido. Gli esemplari ancora in condizioni di volo vennero modificati a Thun nel 1932, modificando la velatura, equipaggiandola con alette Handley Page sul bordo d'attacco alare, e la cellula per permettere ai membri dell'equipaggio di indossare i paracadute.[7]
DH-5X
indicato anche come M Va, singolo esemplare da valutazione equipaggiato con un motore Hispano-Suiza HS-42 (8Fb) importato dalla Francia, non avviato alla produzione in serie per indisponibilità di propulsori, esemplare perso per incidente nel 1933.[8]

Utilizzatori[modifica | modifica wikitesto]

Bandiera della Svizzera Svizzera

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Orbis 1985.
  2. ^ a b Häfeli DH-5 (MV).
  3. ^ a b (EN) Christoph Kugler, Haefeli DH5 Fleetlist, su AIRcraft PICtures from Switzerland, http://www.airpic.ch/. URL consultato il 22 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2014).
  4. ^ Squadriglia d'aviazione 17, su Forze aeree svizzere, http://www.lw.admin.ch/internet/luftwaffe/it/home.html. URL consultato il 5 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 14 febbraio 2016).
  5. ^ (DE) Die Chronik der Fliegerstaffel 17, su Schweizer Luftwaffe, http://www.lw.admin.ch/internet/luftwaffe/de/home.html. URL consultato il 5 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2011).
  6. ^ (DE) Häfeli - Immatrikulation, su old.hermannkeist.ch, http://old.hermannkeist.ch/. URL consultato il 5 aprile 2014.
  7. ^ Häfeli DH-5 (MV-1).
  8. ^ Häfeli DH-5 (M Va).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) The Illustrated Encyclopedia of Aircraft (Part Work 1982-1985), Orbis Publishing, 1985.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]