Guido Miotto

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Guido Miotto
NascitaThiene, 14 aprile 1909
MorteVolks, 31 marzo 1943
Cause della mortedeceduto per malattia
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoParacadutisti
Reparto52º Reggimento artiglieria, 52ª Divisione fanteria "Torino"
Anni di servizio1915-1917
GradoTenente medico
GuerreGuerra d'Etiopia
Guerra di Spagna
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna di Russia
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Seconda battaglia difensiva del Don
Operazione Piccolo Saturno
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le Medaglie d'Oro al Valor Militare Vol.2 (1949-1952)[1]
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Guido Miotto (Thiene, 14 aprile 1909Volks, 31 marzo 1943) è stato un militare italiano, decorato con Medaglia d'oro al valor militare alla memoria durante la seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Thiene il 14 aprile 1909[2] Iscritosi alla facoltà di medicina dell'università di Padova, nel corso del 1935 abbandonò temporaneamente gli studi, e si arruolò volontario nel Regio Esercito per combattere nella guerra d'Etiopia, partendo per l'Africa Orientale Italiana in forza al VI Battaglione universitario CC.NN. "Curtatone e Montanara"[3] della 6ª Divisione CC.NN. "Tevere".[2] Ritornò in Italia nel giugno 1936 e completò, laureandosi, gli studi in medicina conseguendo poi l'abilitazione all'esercizio della professione medica. Dietro sua domanda entrò nel Corpo sanitario militare, con il grado di sottotenente di complemento, nel corso del 1937.[2] Lavorò inizialmente presso l'ospedale militare di Verona, e nel novembre 1938 partì per prestare servizio nella guerra civile spagnola in forza al 2º Reggimento bersaglieri.[2]

Nel febbraio 1939 fu assegnato in forza alla 33ª Batteria artiglieria da montagna[N 1] del battaglione alpini "Vestone", inquadrata nella costituenda Divisione "Frecce Verdi" del CTV, che non fece in tempo a divenire operativa in quanto la guerra era oramai finita,[3] e il suo reparto rientrò rapidamente in Patria nel maggio dello stesso anno, ed egli fu congedato.[2]

Poco prima l'entrata in guerra del Regno d'Italia, il 1 giugno 1940 fu richiamato alle armi, assegnato alla 84ª sezione sanità come tenente medico.[2] Partecipò alle operazioni sul fronte francese, e poi fu trasferito, su sua domanda, alla specialità paracadutisti.[2] Trasferito al 15º Reggimento artiglieria, fu poi assegnato al 52º Reggimento artiglieria della 52ª Divisione fanteria "Torino", partì per il fronte russo al seguito del ARMIR il 20 luglio 1942.[2] Prese parte all'avanzata verso il Don, e poi alla seconda battaglia difensiva del dicembre dello stesso anno. Catturato dall'Armata Rossa durante la fasi iniziali della ritirata dell'ARMIR, fu mandato a piedi, in un viaggio a marce forzate, verso il gulag di Kalasc, continuando a prestare servizio come medico durante il trasferimento.[3] Successivamente fu mandato via treno insieme a numerosi malati[N 2] verso l'ospedale di Volks, situato nei pressi di Stalingrado, in un viaggio di venti giorni, continuando a prestare soccorso ai malati sul vagone che lo trasportava, fino a che non si spense, il 23 aprile 1943, colpito dal tifo petecchiale.[3] Dopo la fine della guerra, su proposta del maggiore Giuseppe Zigiotti, capo dell’ufficio sussistenza della Divisione fanteria "Torino" gli fu assegnata la Medaglia d'oro al valore militare alla memoria, con decreto del 20 novembre 1958.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale medico di un gruppo di artiglieria divisionale, incurante del pericolo si prodigava nel raccogliere e curare i feriti e gli ammalati nei posti più avanzati e battuti, distinguendosi particolarmente durante duro ripiegamento. Catturato, si dedicava senza risparmio e senza preoccuparsi della sua incolumità tra innumerevoli ammalati di morbo contagioso, finché, colpito egli stesso dal male, moriva nel compimento del suo dovere stoicamente compiuto. Fronte russo, dicembre 1942 - aprile 1943.[4]»
— Decreto del Presidente della Repubblica 20 novembre 1958[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il piccolo contingente di "Fiamme Verdi" era costituito dai Battaglioni alpini "Edolo" e "Vestone" con la 19ª e 33ª Batteria d’artiglieria da montagna.
  2. ^ Internati nei gelidi capannoni di Kalasc vi erano numerosissimi feriti, congelati, ammalati, moribondi, e vivi allo stremo delle forze.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 244.
  2. ^ a b c d e f g h i Combattenti Liberazione.
  3. ^ a b c d Il Gazzettino.
  4. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  5. ^ Registrato alla Corte dei conti il 9 gennaio 1959, Esercito registro 1, foglio 164.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]