Gregorio Barbarigo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Gregorio Barbarigo
cardinale di Santa Romana Chiesa
Ritratto del cardinale Barbarigo, opera di Giovanni Raggi
 
Incarichi ricoperti
 
Nato16 settembre 1625 a Venezia
Ordinato presbitero21 dicembre 1655 dal patriarca Gianfrancesco Morosini
Nominato vescovo9 luglio 1657 da papa Alessandro VII
Consacrato vescovo29 luglio 1657 dal cardinale Marcantonio Bragadin
Creato cardinale5 aprile 1660 da papa Alessandro VII
Deceduto18 giugno 1697 (71 anni) a Padova
 
San Gregorio Barbarigo
Statua di San Gregorio Barbarigo nella Chiesa di Santa Maria del Giglio a Venezia, opera di Giovanni Maria Morlaiter
 

Vescovo e cardinale

 
Nascita16 settembre 1625 a Venezia
Morte18 giugno 1697 (71 anni) a Padova
Venerato daChiesa cattolica
Beatificazione6 luglio 1761 da papa Clemente XIII
Canonizzazione26 maggio 1960 da papa Giovanni XXIII
Ricorrenza18 giugno; 17 giugno (messa tridentina)
AttributiBastone pastorale

Gregorio Giovanni Gaspare Barbarigo (Venezia, 16 settembre 1625Padova, 18 giugno 1697) è stato un cardinale e vescovo cattolico italiano che è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Barbarigo, incisione

Nacque in una ricca e influente famiglia veneziana. Sua madre, Chiara Lion, morì di peste quando Gregorio aveva appena due anni. Suo padre, Giovanni Francesco Barbarigo, era senatore della Repubblica di Venezia e fervente cattolico.

Il padre lo iniziò all'educazione nelle scienze belliche e nelle scienze naturali e gli fece completare un corso di diplomazia.

Nel 1643 accompagnò l'ambasciatore veneziano Alvise Contarini a Münster in Germania per le negoziazioni in preparazione della Pace di Vestfalia che pose termine alla Guerra dei trent'anni. A Münster conobbe l'arcivescovo Fabio Chigi, nunzio apostolico in Germania e futuro papa Alessandro VII, che partecipava alle negoziazioni. Dopo tre anni, nel 1646, tornò a Venezia, e continuò gli studi a Padova.

All'Università degli Studi di Padova studiò greco, matematica, storia, filosofia, e ottenne un dottorato in utroque iure il 25 settembre 1655.

Nei suoi progetti, desiderava diventare religioso, ma il suo direttore spirituale gli consigliò di intraprendere la via per diventare prete diocesano, perché vedeva in lui le doti del parroco. Fu ordinato presbitero il 21 dicembre 1655 all'età di trent'anni.

Il papa Alessandro VII lo chiamò poco tempo dopo a Roma nel 1656. Gli conferì l'incarico di "prelato domestico di sua santità" e gli affidò altri incarichi tra i quali la guida del Tribunale della Segnatura Apostolica.

Quando nel maggio del 1656 scoppiò a Roma l'epidemia di peste, il papa lo pose a capo della speciale commissione che aveva il compito di portare soccorso agli appestati. Barbarigo si dedicò assiduamente a tale missione visitando personalmente i malati, organizzando in modo scrupoloso la sepoltura dei deceduti, ed aiutando in modo particolare le vedove e gli orfani.

Vescovo di Bergamo[modifica | modifica wikitesto]

Terminata l'epidemia di peste nel 1657, il papa gli offrì il vescovado della importante diocesi di Bergamo. Prima di acconsentire, Gregorio Barbarigo chiese che lo si lasciasse celebrare prima una Messa nella quale chiedere a Dio che gli rivelasse ciò che doveva fare. Durante questa Messa avvertì che il Signore lo invitava ad accettare il nuovo incarico. Fu così eletto vescovo il 9 luglio e ordinato il 29 luglio 1657.

Giunto a Bergamo chiese che si desse ai poveri ciò che si sarebbe speso per i festeggiamenti del suo ricevimento. In seguito vendette tutti i suoi averi e li distribuì ai bisognosi. Suo desiderio era imitare in tutto il grande arcivescovo di Milano san Carlo Borromeo.

Diede disposizioni affinché si aumentasse la diffusione della stampa religiosa tra il popolo e raccomandò specialmente gli scritti di San Francesco di Sales. Nelle sue visite missionarie alloggiava in casa di gente povera e mangiava con loro adattandosi a uno stile austero e dimesso. Di giorno si dedicava all'insegnamento del catechismo, e di notte passava lunghe ore in preghiera. Dette ordine al portiere del palazzo vescovile di svegliarlo a qualunque ora della notte se ci fosse stato da visitare qualche malato. Al medico che gli consigliava di non sciuparsi visitando i malati rispose: «È il mio dovere, e non posso fare altrimenti!».

Papa Alessandro VII lo creò cardinale il 5 aprile 1660 con il titolo di San Tommaso in Parione (opterà per il titolo di San Marco il 13 settembre 1677).

Vescovo di Padova[modifica | modifica wikitesto]

Il 24 marzo 1664 il papa lo mandò vescovo a Padova, diocesi che guiderà per trentatré anni fino alla morte.

Palazzo Barbarigo

Si dedicò personalmente ad organizzare le lezioni di catechismo e ad invitare tutti alla celebrazione della Messa.

Visitò le 320 parrocchie della diocesi, includendo le più lontane e difficili da raggiungere. Organizzò i parroci e formò i catechisti.

Ritratto nella Sala dei Vescovi, Palazzo Vescovile, Padova
Duomo di Padova - Teca contenente il corpo del Santo

Fece aumentare il numero delle stamperie di libri religiosi, e si interessò in modo particolare affinché i futuri sacerdoti fossero ben formati. Il suo seminario arrivò a essere considerato uno dei migliori d'Europa. In qualità di cancelliere dello Studio di Padova, rifiutò in un primo momento, nel 1678, di concedere la laurea in teologia a Elena Lucrezia Cornaro, affermando che sarebbe stato «uno sproposito dottorar una donna» e avrebbe significato «renderci ridicoli a tutto il mondo».[1]

Come cardinale partecipò ai conclavi del 1667, 1676, 1689 e 1691, ma non a quello del 1669-70. Papa Innocenzo XI, eletto nel 1676, lo trattenne a Roma per tre anni e mezzo come suo consigliere, e gli affidò la supervisione dell'insegnamento cattolico nella città.

Lavorò per la riunificazione con le Chiese orientali.

San Gregorio Barbarigo sulla facciata della chiesa di San Rocco a Venezia

Morì il 18 giugno 1697 e fu esposto e sepolto nella cattedrale di Padova.

Sulla facciata di Palazzo Barbarigo in Canal Grande, presso Santa Maria del Giglio, c'è una lapide che recita:

DONDE ALLA VITA E ALLA GRAZIA USCI’
GREGORIO BARBARICO
PATRIZIO VENETO VESCOVO EGREGIO
TORNO’ NEL CORPO
RAGGIANTE GLORIA DI SANTITA’
AGLI AVITI FASTI NUOVI GIUNGENDO
ONDE CHI PASSA
CONVERTA IL CUORE ALLE CELESTI COSE
ALVISE CONTE GIUSTINIANI POSE
25 SETTEMRE 1960.

Culto[modifica | modifica wikitesto]

Fu beatificato il 16 luglio 1761 da papa Clemente XIII e canonizzato il 26 maggio 1960 da papa Giovanni XXIII con commemorazione liturgica al 17 giugno. Dopo il Concilio Vaticano II la data della memoria è stata spostata al 18 giugno.

Genealogia episcopale e successione apostolica[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ S. Serena, S. Gregorio Barbarigo e la vita spirituale e culturale nel suo seminario di Padova, I, 1963, p. 215.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • M. O'Callaghan, Barbarigo, Gregory, St., in New Catholic Encyclopedia, vol. 2, New York, McGraw-Hill, 1967, New Catholic Encyclopedia (1967).
  • L'itinerario biografico di Gregorio Barbarigo dal contesto familiare all'episcopato. Lettere ai familiari, a cura di Pierantonio Gios, Padova 1996;
  • Liliana Billanovich, Fra centro e periferia. Vicari foranei e governo diocesano di Gregorio Barbarigo vescovo di Padova. 1664-1697, Padova 1999;
  • Liliana Billanovich e Pierantonio Gios (a cura di), Gregorio Barbarigo patrizio veneto vescovo e cardinale nella tarda Controriforma (1625-1697). Atti del Convegno di studi (Padova, 7-10 novembre 1996), Padova, 1999, ISBN 978-8897835035.
  • Sebastiano Serena, S. Gregorio Barbarigo e la vita spirituale e culturale nel suo seminario di Padova, 2 voll., Padova, Antenore, 1963;
  • Pierluigi Giovannucci, Governare una diocesi a un secolo dal Tridentino: il cardinale Barbarigo a Padova tra uniformazione istituzionale e pastoralità, Ricerche di storia sociale e religiosa : 82, 2, 2012 (Roma: Storia e letteratura, 2012);
  • Antonio Menniti Ippolito, Il processo di canonizzazione di Gregorio Barbarigo. Riflessioni su un volume recente, in Rivista di storia della Chiesa in Italia, vol. 57, n. 1, 2003, pp. 185-196, JSTOR 43050089.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Bergamo Successore
Luigi Grimani 9 luglio 1657 - 24 marzo 1664 Daniele Giustiniani
Predecessore Cardinale presbitero di San Tommaso in Parione Successore
Pietro Campori 21 giugno 1660 - 13 settembre 1677 Bandino Panciatichi
Predecessore Vescovo di Padova Successore
Giorgio Corner 24 marzo 1664 - 18 giugno 1697 Giorgio Cornaro
Predecessore Cardinale presbitero di San Marco Successore
Pietro Vito Ottoboni 13 settembre 1677 - 18 giugno 1697 Marcantonio Barbarigo
Controllo di autoritàVIAF (EN20486022 · ISNI (EN0000 0001 1022 2967 · SBN SBLV150880 · BAV 495/7164 · CERL cnp00550471 · LCCN (ENnb98016208 · GND (DE119223155 · BNE (ESXX1348623 (data) · BNF (FRcb133373305 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-nb98016208