Granita

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Granita
Tris di granite: fragola, mandarino e mandorla
Origini
Luogo d'origineBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
Dettagli
Categoriabevanda

La granita è un dolce freddo al cucchiaio, tipico della cucina siciliana. Si tratta di un composto liquido semi-congelato preparato con acqua, zucchero e un succo di frutta o altro ingrediente (oltre alla frutta sono più diffusi mandorla, pistacchio, caffè o cacao).

Viene spesso confusa con il sorbetto, insieme al quale può essere considerata uno dei progenitori del gelato e dal quale si differenzia per la consistenza più granulosa (da cui il nome) e cremosa allo stesso tempo — anche se questa consistenza varia di zona in zona (vedi sotto) ed è quasi indistinguibile da quella del sorbetto classico nella Sicilia orientale[1].

Il contenuto in zuccheri, storicamente del 25-35%,[2] attualmente è stato ridimensionato utilizzando nella produzione della granita una percentuale di zuccheri del 18-20%. A differenza del gelato e del sorbetto, l'aria nel prodotto finale sarà quasi completamente assente. Nella preparazione è importante che la gelatura avvenga per gradi e mantenendo in movimento il composto, in modo che l'acqua non si separi sotto forma di cristalli di ghiaccio insipidi dall'aroma zuccherato[3].

Si serve solitamente in bicchieri di vetro trasparenti. Tradizionalmente va accompagnata da pane fresco e croccante, che è stato sostituito nel tempo dalla tipica brioscia siciliana preparata con pasta lievitata all'uovo e dalla forma a base semisferica sormontata da una pallina (chiamata tuppu o coppola o anche naso). A granita câ brioscia era ed è la colazione tipica dei siciliani, specialmente in estate e nelle zone costiere[3].

In alternativa, la granita viene anche consumata “da passeggio”, servita in bicchieri di plastica, cartone plastificato o polistirolo, per rinfrescarsi durante le passeggiate nelle lunghe serate estive. Inoltre è abitudine diffusa nei bar siciliani quella di aggiungere piccole quantità di granita di limone per creare variazioni del tè freddo, dell'acqua minerale o perfino della birra. La granita di caffè viene invece aggiunta al caffè freddo per ottenere il cosiddetto "mezzofreddo" siciliano, sostituto del caffè espresso nelle afose giornate estive.

Storia

Le origini della granita vengono solitamente fatte risalire alla dominazione araba in Sicilia. Gli arabi portarono con sé la ricetta dello sherbet, bevanda ghiacciata aromatizzata con succhi di frutta o acqua di rose[4].I nobili Messinesi, usavano la neve che d'inverno veniva raccolta sull'Etna, sui monti Peloritani, Iblei o Nebrodi e stivata durante l'anno nelle nivieri, apposite costruzioni in pietra erette sopra grotte naturali o artificiali. In estate veniva prelevato il ghiaccio formatosi per essere poi grattato e ricoperto di sciroppi di frutta o di fiori. Questa preparazione, che sopravvive anche nella grattachecca romana, era diffusa ancora fino al primo Novecento con il nome di rattata (grattata)[3].

Durante il XVI secolo si apportò un notevole miglioramento alla ricetta dello sherbet, scoprendo di poter usare la neve, mista a sale marino, come eutettico per poter congelare le preparazioni - la neve raccolta passò così da ingrediente a refrigerante. Nacque il pozzetto, un tino di legno con all'interno un secchiello di zinco, che poteva essere girato con una manovella. L'intercapedine veniva riempita con la miscela eutettica e il tutto poi posto in un letto isolante di paglia. La miscela congelava il contenuto del pozzetto per sottrazione di calore, mentre il movimento rotatorio impediva la formazione di cristalli di ghiaccio troppo grossi[3].

La granita così preparata ha soppiantato nei secoli la rattata. Nel corso del XX secolo, il pozzetto manuale raffreddato da ghiaccio (o neve) e sale è stato dappertutto sostituito dalla gelatiera.

Ad Acireale, dal 2012, si svolge il festival Nivarata (anivarata.it) dedicato a "il rito della Granita Siciliana" artigianale.[5] Il festival prende il nome dai Nivaroli, preziose figure del passato che quando ancora non esistevano i frigoriferi, attraverso la raccolta e la custodia della neve depositata sulle sommità delle montagne, rendeva possibile la realizzazione del dolce freddo al cucchiaio, tipicamente siciliano, la granita[6].

Il festival, nelle successive edizioni ha ospitato gelatieri provenienti dalle diverse parti della Sicilia ma non solo: ha aperto le porte a gelatieri italiani ed esteri, che fanno gustare al pubblico delle granite speciali, create appositamente per l'evento.

Le granite in concorso durante i giorni del festival, che si svolge annualmente tra maggio e giugno, vengono infatti gustate e giudicate dal pubblico e da una giuria tecnica di qualità costituita da nomi illustri del settore.

Gusti e varianti locali

Granita di mandorla
Granita alla mandorla con brioche
Origini
Luogo d'origineBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
Zona di produzioneSicilia
Dettagli
Categoriadolce
RiconoscimentoP.A.T.
Settorepaste fresche e prodotti della panetteria, biscotteria, pasticceria e confetteria
Granita di gelsi neri
Origini
Luogo d'origineBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
Zona di produzioneSicilia
Dettagli
Categoriadolce
RiconoscimentoP.A.T.
Settorepaste fresche e prodotti della panetteria, biscotteria, pasticceria e confetteria

Non si può facilmente determinare una “formulazione originale” della granita. Secondo fonti autorevoli, le granite più tradizionali erano quelle ai gusti di limone, alla mandorla al cioccolato e al caffè[7] , e nella Sicilia orientale cannella, gelsomino e “scursunera” (barba di becco)[7][8]. Mentre la barba di becco oggi non viene più utilizzata, il termine dialettale scursunera viene ormai impiegato, specie nel palermitano, per designare la granita di gelsomino con cannella[9].

Le mandorle usate per la preparazione della granita contengono talvolta una minima percentuale di mandorla amara, decisiva per l'intenso aroma.

La granita nella descritta consistenza semi-liquida è diffusa soprattutto nella parte orientale dell'isola. Nella parte occidentale il termine "granita" viene regolarmente applicato alla gramolata (in Sicilia chiamata cremolata), a consistenza più fine ed omogenea, e le due ricette si sovrappongono e confondono spesso.

Curiosità: il termine principalmente Messinese "mezza con panna", che se non si specifica il gusto si riferisce esclusivamente alla granita di caffè, è dato dal fatto che fino agli anni 50 - 60, quando la granita veniva accompagnata con del pane croccante di forma lunga e sottile, il bicchiere della granita era di capacità maggiore dell'attuale (peraltro la forma del bicchiere stesso, sviluppato molto in altezza, era ideale per il pane sopra descritto); allora le persone che preferivano una quantità minore di granita, ne chiedevano appunto "mezza". Così la granita iniziò ad essere servita nel comune bicchiere dell'acqua. Oggi la granita "standard" è diventata appunto quest'ultima. Chiedere oggi infatti "una granita di caffè con panna" oppure "una mezza con panna" è praticamente la medesima cosa.[senza fonte]

Molto diffusi nel Catanese sono il gusto al pistacchio (originario di Bronte), alla mandorla (la minnulata catanese, cioè mandorlata, su cui si versa un goccio di caffè caldo) ed i gusti alle frutta: gelsi neri, pesca, fragola, mandarino, ananas.

A Messina e nelle Isole Eolie la scelta di gusti è analoga a quella catanese (prevalentemente Limone, Fragola, Caffè e Pesca), ma la composizione è diversa: leggermente più dolciastra la granita messinese, viceversa più tendente all'aspro quella catanese-siracusana. Una peculiarità messinese è la cosiddetta “granita di cioccolato”, che in realtà è preparata con il cacao magro[1].

A Siracusa le granite universalmente diffuse in tutti i bar sono state per tradizione: limone, caffè e mandorla (quest'ultima a volte nella versione con mandorla grezza ovvero tritata senza rimuovere la pelle marrone dopo la sgusciatura). È ormai comune, specie nei bar più alla moda, trovare innumerevoli gusti.

In provincia di Ragusa, in particolare nel modicano, è particolare la granita di mandorla abbrustolita.

A Trapani e nel sanvitese è tipica quella al gelsomino, ottenuta dall'estrazione dell'essenza del fiore. Altra specialità della cucina trapanese è la granita di gelsi neri, senza trascurare quella di mandorle e al limone.

Nel piccolo borgo costiero di Favazzina del comune di Scilla nel reggino, è invece una consuetudine estiva la granita di fico e di fico d'india.

La granita non va confusa con la grattachecca di Roma, ovvero ghiaccio tritato con aggiunta di succo. Si ottiene invece partendo da acqua e succo lavorati insieme a basse temperature in modo da evitare la formazione di macrocristalli di ghiaccio.

Riconoscimenti

La Regione Siciliana ha inserito nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani le seguenti varianti:

  • granita di gelsi neri
  • granita di mandorla

Note

  1. ^ a b Jeffrey Steingarten, The Mother of All Ice Cream, in The Man Who Ate Everything, Vintage Books, 1997, pp. 361–380, ISBN 0-375-70202-4.
  2. ^ Harold McGee, On Food and Cooking, Scribner, 2004, p. 289, ISBN 0-684-80001-2.
  3. ^ a b c d Angelo Benivegna, Il gusto della tradizione, Trapani, Coppola Editore, 2003, ISBN 88-87432-28-7.
  4. ^ Afshin Molavi, Persian Pilgrimages, W. W. Norton & Company, 2002, ISBN 0-393-05119-6.
  5. ^ Festival della Granita Siciliana 2012, su anivarata.it. URL consultato il 30 giugno 2014.
  6. ^ Nivarata 2016: le migliori granite siciliane, su Dissapore. URL consultato il June 6, 2016.
  7. ^ a b Giuseppe Coria, Profumi di Sicilia. Il libro della cucina siciliana, Catania, Cavallotto, 1981 (ristampa 2006), pp. 528-530, ISBN 88-86803-00-1.
  8. ^ Giuseppe Pitrè, Cartelli, pasquinate, canti, leggende, usi del popolo siciliano, Palermo, Reber, 1913.
  9. ^ Rosario Perricone, Dietro il nome della Scorzonera, www.repubblica.it, 14. agosto 2010

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