Gran Premio del Belgio 1984

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Bandiera del Belgio Gran Premio del Belgio 1984
391º GP del Mondiale di Formula 1
Gara 3 di 16 del Campionato 1984
Data 29 aprile 1984
Nome ufficiale XLII Grote Prijs van Belgie
Luogo Zolder
Percorso 4.262 km
Distanza 70 giri, 298,340 km
Clima Soleggiato
Risultati
Pole position Giro più veloce
Bandiera dell'Italia Michele Alboreto Bandiera della Francia René Arnoux
Ferrari in 1'14"846 Ferrari in 1'19"294
(nel giro 64)
Podio
1. Bandiera dell'Italia Michele Alboreto
Ferrari
2. Bandiera del Regno Unito Derek Warwick
Renault
3. Bandiera della Francia René Arnoux
Ferrari

Il Gran Premio del Belgio 1984 è stata la terza prova della stagione 1984 del Campionato mondiale di Formula 1. Si è corsa domenica 29 aprile 1984 sul Circuito di Zolder. La gara è stata vinta da Michele Alboreto su Ferrari; per il vincitore si trattò del terzo successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo il britannico Derek Warwick su Renault e il francese René Arnoux su Ferrari.

Vigilia[modifica | modifica wikitesto]

Sviluppi futuri[modifica | modifica wikitesto]

Il presidente della FISA, Jean-Marie Balestre, annunciò, in una conferenza stampa, al sabato prima della gara, la volontà di limitare ancora, per la stagione 1985, la capacità dei serbatoi, portandola a 195 litri, contro i 220 ammessi nel 1984. Le case costruttrici si dissero subito contrarie; la controproposta della FISA fu di limitare a soli 1.300 cm³ la dimensione ammessa per i propulsori turbo.[1]

Aspetti tecnici[modifica | modifica wikitesto]

In vista dell'appuntamento mondiale in terra belga la Ferrari portò, visti i problemi avuti nei precedenti Gran Premi, due esemplari differenti di freni: uno in carbonio e uno in ghisa.[2] Inoltre non vennero adottate le centraline elettriche utilizzate a inizio stagione, ma si passò all'impiego del sistema di iniezione Lucas.[2]

L'Arrows presentò la nuova A7, a motore BMW.

Gordon Murray predispose prese d'aria più grande, al fine di raffreddare meglio i motori BMW della Brabham. Su un'altra vettura motorizzata dal costruttore germanico, la ATS, sempre per consentire un migliore raffreddamento del propulsore, venne tolta la parte di carrozzeria che lo copriva. La Ligier presentò un nuovo muso, più appuntito, e nuove sospensioni. La RAM affidò anche a Palmer un modello 02. La novità più importante fu l'esordio della Arrows A7, a motore turbo BMW, affidata al solo Thierry Boutsen; Surer proseguì con la vecchia A6, spinta dal Ford Cosworth DFV, visto che il costruttore tedesco non era ancora disposto a fornire due motori alla scuderia britannica. Rimandò, invece, l'esordio la nuova Toleman.

La Goodyear approntò dei nuovi pneumatici radiali, che però vennero scartati da Ferrari e Williams, in quanto non considerati come performanti.[1]

Aspetti sportivi[modifica | modifica wikitesto]

La gara tornò, dopo un anno di assenza, sul Circuito di Zolder. Il circuito aveva già ospitato per 9 volte un'edizione del Gran Premio del Belgio, valida per il mondiale. Quella del 1984 fu la sua ultima apparizione.

Dopo l'incidente nel warm up del Gran Premio del Sudafrica, Piercarlo Ghinzani tornò al volante dell'Osella, pur se ancora con le mani fasciate per consentire la guarigione dalla bruciature.

Mauro Baldi venne confermato alla Spirit, anche grazie a un prolungamento dell'impegno dello sponsor. La livrea della vettura passò dal rosso, delle prime gare, al bianco, colore che era previsto all'origine, ma che era stato sostituito sulla base dell'accordo con Fulvio Ballabio, pilota poi non schierato in stagione. La Tyrrell di Stefan Bellof venne dipinta in nero, grazie all'apporto dello sponsor personale Maredo.[1]

Qualifiche[modifica | modifica wikitesto]

Resoconto[modifica | modifica wikitesto]

La Renault RE50 con cui il team francese disputò la stagione 1984, e che in Belgio ottenne il suo miglior risultato stagionale, col secondo posto per Warwick.

Durante le qualifiche del venerdì Derek Warwick, su Renault ottenne a pochi secondi dal termine, il miglior tempo,[3] precedendo, di due decimi, il pilota della McLaren Alain Prost, poi Nelson Piquet e le due Lotus di Nigel Mansell e Elio De Angelis. Le prime tre posizioni erano attribuite a piloti che montavano gomme Michelin; la pista era resa scivolosa dall'olio lasciato in pista dai molti motori esplosi.[4]

Solo quattordicesimo il compagno di squadra di Prost, Niki Lauda (staccato di due secondi e mezzo dalla pole position provvisoria), fiducioso, però, di rimontare diverse posizioni il giorno seguente.[5] Deludente anche la prestazione delle Ferrari, penalizzata dalle prestazioni delle gomme Goodyear[5] e da alcuni problemi della vettura,[3] con René Arnoux sesto e Michele Alboreto decimo. Vi era la difficoltà, per la casa di Maranello, di portare a una stessa temperatura le gomme anteriori e quelle posteriori. In difficoltà pure le Williams con Keke Rosberg dodicesimo e Jacques Laffite diciassettesimo. Molti piloti testimoniarono un certo timore, nell'affrontare la pista, nel ricordo dell'incidente mortale, occorso a Gilles Villeneuve, nell'edizione corsa nel 1982.[4]

La situazione mutò radicalmente durante le qualifiche del sabato, in cui le due Ferrari fecero registrare i migliori parziali, con Michele Alboreto che riuscì a conquistare la sua prima pole position nel mondiale e René Arnoux in grado di partire al suo fianco in prima fila, con entrambi i piloti che si migliorarono di circa quattro secondi. Per la Ferrari si trattò della trentanovesima doppietta in qualifica, nella storia del mondiale. Alboreto fece segnare 1'14"846, contro il 1'16"311 ottenuto da Warwick, al venerdì; il tempo del pilota italiano abbassava decisamente il limite ottenuto da Prost nel 1982 (1'15"701). Il pilota della Williams, Keke Rosberg, riuscì a portarsi al terzo posto, precedendo lo stesso Warwick, mentre Prost e Piquet, che si erano messi in evidenza il giorno precedente, non poterono migliorarsi a causa della rottura dei rispettivi propulsori. La Brabham, con due suoi piloti, ruppe 7 motori nei due giorni delle qualifiche.[6] Alboreto fu il primo italiano a ottenere una pole position con la Ferrari, dal Gran Premio di Francia 1966, quando era toccato a Lorenzo Bandini.[7]

Al termine delle prove, poi, Forghieri, progettista della Ferrari, diede poche spiegazioni riguardo al miglioramento della vettura, sostenendo, come anche Alboreto, che le modifiche fatte rispetto alla giornata precedente erano minime. Arnoux affermò che il lavoro si era concentrato soprattutto sull'aerodinamica, mentre Lauda attribuì il miglioramento alle gomme, ma il team di Maranello non appoggiò la sua tesi.[6] La McLaren inviò un aereo privato in Francia, al fine di ottenere nuovi pneumatici speciali per la gara dalla Michelin, mentre la Brabham fece giungere del carburante di tipo nuovo.[1]

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

I risultati delle qualifiche[8] furono i seguenti:

Pos Pilota Costruttore Tempo Griglia
1 27 Bandiera dell'Italia Michele Alboreto Bandiera dell'Italia Ferrari 1'14"846 1
2 28 Bandiera della Francia René Arnoux Bandiera dell'Italia Ferrari 1'15"398 2
3 6 Bandiera della Finlandia Keke Rosberg Bandiera del Regno Unito Williams-Honda 1'15"414 3
4 16 Bandiera del Regno Unito Derek Warwick Bandiera della Francia Renault 1'15"611 4
5 11 Bandiera dell'Italia Elio de Angelis Bandiera del Regno Unito Lotus-Renault 1'15"979 5
6 14 Bandiera della Germania Ovest Manfred Winkelhock Bandiera della Germania ATS-BMW 1'16"130 6
7 22 Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese Bandiera dell'Italia Alfa Romeo 1'16"431 7
8 7 Bandiera della Francia Alain Prost Bandiera del Regno Unito McLaren-TAG Porsche 1'16"587 8
9 1 Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Regno Unito Brabham-BMW 1'16"604 9
10 12 Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera del Regno Unito Lotus-Renault 1'16"720 10
11 23 Bandiera degli Stati Uniti Eddie Cheever Bandiera dell'Italia Alfa Romeo 1'16"746 11
12 15 Bandiera della Francia Patrick Tambay Bandiera della Francia Renault 1'17"171 12
13 26 Bandiera dell'Italia Andrea De Cesaris Bandiera della Francia Ligier-Renault 1'17"471 13
14 8 Bandiera dell'Austria Niki Lauda Bandiera del Regno Unito McLaren-TAG Porsche 1'18"071 14
15 5 Bandiera della Francia Jacques Laffite Bandiera del Regno Unito Williams-Honda 1'18"125 15
16 20 Bandiera del Venezuela Johnny Cecotto Bandiera del Regno Unito Toleman-Hart 1'18"321 16
17 18 Bandiera del Belgio Thierry Boutsen Bandiera del Regno Unito Arrows-BMW 1'18"351 17
18 2 Bandiera dell'Italia Teo Fabi Bandiera del Regno Unito Brabham-BMW 1'18"848 18
19 19 Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Regno Unito Toleman-Hart 1'18"876 19
20 24 Bandiera dell'Italia Piercarlo Ghinzani Bandiera dell'Italia Osella-Alfa Romeo 1'19"734 20
21 4 Bandiera della Germania Ovest Stefan Bellof Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 1'19"811 21
22 3 Bandiera del Regno Unito Martin Brundle Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 1'20"123 22
23 25 Bandiera della Francia François Hesnault Bandiera della Francia Ligier-Renault 1'20"439 23
24 17 Bandiera della Svizzera Marc Surer Bandiera del Regno Unito Arrows-Ford Cosworth 1'20"615 24
25 21 Bandiera dell'Italia Mauro Baldi Bandiera del Regno Unito Spirit-Hart 1'20"644 25
26 10 Bandiera del Regno Unito Jonathan Palmer Bandiera del Regno Unito RAM-Hart 1'20"793 26
Vetture non qualificate
NQ 9 Bandiera della Francia Philippe Alliot Bandiera del Regno Unito RAM-Hart 1'21"253 NQ

Gara[modifica | modifica wikitesto]

Resoconto[modifica | modifica wikitesto]

René Arnoux, uno dei protagonisti della gara, autore del giro più veloce.

Al via Michele Alboreto mantenne la testa della corsa, mentre Derek Warwick superò René Arnoux, autore di una brutta partenza, e Keke Rosberg, rimasto praticamente fermo sulla griglia, portandosi così in seconda posizione. Manfred Winkelhock si pose quarto, mentre Nelson Piquet, per evitare il contatto con Rosberg, mise due ruote oltre la pista. Al quinto e sesto posto si posero Elio De Angelis e Riccardo Patrese. Il pilota padovano abbandonò al terzo giro, per un problema all'accensione.

Alboreto cominciò ad imporre un elevato ritmo alla gara, al fine di distanziare gli avversari, con il solo Warwick in grado di seguirlo per alcuni passaggi. Winkelhock, quarto, fungeva un po' da tappo rispetto al resto del gruppo. Al sesto giro uscì di scena anche il leader del mondiale, Alain Prost, che era quinto, costretto al ritiro da un problema allo spinterogeno.

All'ottavo giro Piquet prese la quinta posizione a De Angelis. Nelle retrovie si fece largo Keke Rosberg, che, già al giro 15 era ottavo, dopo aver passato sia Niki Lauda che Patrick Tambay. Il finlandese, al giro 22, passò anche Eddie Cheever. Ancora un giro, e Piquet strappò la quarta piazza a Winkelhock, avvicinandosi poi ad Arnoux. Al giro 24 De Angelis cedette prima a Rosberg, che entrò così in zona punti, poi a Cheever.

Al venticinquesimo passaggio René Arnoux, ormai con le gomme consumate, si fece passare da Piquet, prima di raggiungere i box, per il cambio degli pneumatici. I meccanici ebbero però delle lentezze nel completare l'operazione, che durò diciannove secondi, col francese che rientrò in gara solo tredicesimo. Tra il ventiseiesimo e ventisettesimo giro Winkelhock venne passato sia da Rosberg che da Cheever. L'italoamericano dell'Alfa Romeo fu però subito costretto al ritiro.

Michele Alboreto controllava la gara sempre al comando, davanti a Derek Warwick, Nelson Piquet, Keke Rosberg, Manfred Winkelhock, Elio De Angelis, Andrea De Cesaris e Stefan Bellof. Piquet, autore al giro 32 di un errore di guida alla Bolderbergbocht, subì il sorpasso da parte di Rosberg.

Warwick effettuò la sua sosta, per il cambio gomme, al trentaquattresimo giro; rientrò in gara terzo, alle spalle di Rosberg. Nello stesso giro si fermò anche Winkelhock. La sosta del tedesco fu più lunga, tanto che tornò in gara solo al dodicesimo posto. Il leader della gara, Alboreto, si fermò al giro 39, ripartendo sempre in testa. Al giro 37, intanto, si era ritirato Lauda, a causa di un problema con la pompa dell'acqua; al giro 41, Manfred Winkelhock, autore fino a quel punto di un'ottima prova, abbandonò il gran premio per un guasto elettrico.

Al quarantaquattresimo giro Keke Rosberg andò al pit stop, rientrando in gara sesto, mentre si ritirò De Cesaris, per un'uscita di pista, senza conseguenze per il pilota. Alboreto comandava davanti a Warwick, Piquet, De Angelis (in crisi con gli pneumatici), Bellof, Rosberg e Arnoux. Il francese della Ferrari, al giro 55, riuscì a passare prima Rosberg, poi Bellof e infine De Angelis, portandosi al quarto posto. Il giro dopo anche Rosberg fu capace di un doppio sorpasso, su Bellof e su De Angelis.

Arnoux entrò sul podio virtuale, passando Piquet, al giro 60, alla Bolderberg. Stefan Bellof si fermò ai box, per il cambio gomme, al giro 61, rientrando in gara settimo. Piquet cedette la sua quarta posizione a Rosberg, al giro 64. Un giro dopo Arnoux fu autore di un testacoda alla Kanaal Bocht: fu capace di ripartire, ma dopo essere stato passato sia da Rosberg che da Piquet. Il francese recuperò però la terza posizione: al giro 67 esplose il motore sulla Brabham di Nelson Piquet, mentre, nell'ultimo giro, Keke Rosberg si fermò, per la mancanza di benzina.

Michele Alboreto vinse la sua prima gara in Ferrari, nonché la prima per un pilota italiano al volante di una Rossa dal Gran Premio d'Italia 1966 vinto da Ludovico Scarfiotti. Assieme a lui salirono sul podio Derek Warwick e René Arnoux, mentre Keke Rosberg (comunque classificato), Elio De Angelis e Stefan Bellof completarono la zona dei punti. Il tedesco sarà poi squalificato per i fatti che coinvolsero la Tyrrell.[1][9][10]

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

I risultati del gran premio[11] furono i seguenti:

Pos Pilota Costruttore Giri Tempo/Ritiro Griglia Punti
1 27 Bandiera dell'Italia Michele Alboreto Bandiera dell'Italia Ferrari 70 1h36'32"048 1 9
2 16 Bandiera del Regno Unito Derek Warwick Bandiera della Francia Renault 70 + 42"386 4 6
3 28 Bandiera della Francia René Arnoux Bandiera dell'Italia Ferrari 70 + 1'09"803 2 4
4 6 Bandiera della Finlandia Keke Rosberg Bandiera del Regno Unito Williams-Honda 69 Mancanza di benzina[12] 3 3
5 11 Bandiera dell'Italia Elio De Angelis Bandiera del Regno Unito Lotus-Renault 69 + 1 giro 5 2
SQ 4 Bandiera della Germania Stefan Bellof Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 69 Squalificato[13] 21  
6 19 Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Regno Unito Toleman-Hart 68 + 2 giri 19 1
7 15 Bandiera della Francia Patrick Tambay Bandiera della Francia Renault 68 + 2 giri 12  
8 17 Bandiera della Svizzera Marc Surer Bandiera del Regno Unito Arrows-Ford Cosworth 68 + 2 giri 24  
9 1 Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Regno Unito Brabham-BMW 66 Motore[12] 9  
10 10 Bandiera del Regno Unito Jonathan Palmer Bandiera del Regno Unito RAM-Hart 64 + 6 giri 26  
Rit 21 Bandiera dell'Italia Mauro Baldi Bandiera del Regno Unito Spirit-Hart 53 Sospensione 25  
SQ 3 Bandiera del Regno Unito Martin Brundle Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 51 Squalificato[13] 22  
Rit 26 Bandiera dell'Italia Andrea De Cesaris Bandiera della Francia Ligier-Renault 42 Incidente 13  
Rit 2 Bandiera dell'Italia Teo Fabi Bandiera del Regno Unito Brabham-BMW 42 Testacoda 18  
Rit 14 Bandiera della Germania Manfred Winkelhock Bandiera della Germania ATS-BMW 39 Scarico 6  
Rit 8 Bandiera dell'Austria Niki Lauda Bandiera del Regno Unito McLaren-TAG Porsche 35 Pompa dell'acqua 14  
Rit 23 Bandiera degli Stati Uniti Eddie Cheever Bandiera dell'Italia Alfa Romeo 28 Motore 11  
Rit 5 Bandiera della Francia Jacques Laffite Bandiera del Regno Unito Williams-Honda 15 Problemi elettrici 15  
Rit 25 Bandiera della Francia François Hesnault Bandiera della Francia Ligier-Renault 15 Radiatore 23  
Rit 18 Bandiera del Belgio Thierry Boutsen Bandiera del Regno Unito Arrows-BMW 15 Motore 17  
Rit 24 Bandiera dell'Italia Piercarlo Ghinzani Bandiera dell'Italia Osella-Alfa Romeo 14 Trasmissione 20  
Rit 12 Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera del Regno Unito Lotus-Renault 14 Frizione 10  
Rit 7 Bandiera della Francia Alain Prost Bandiera del Regno Unito McLaren-TAG Porsche 5 Spinterogeno 8  
Rit 22 Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese Bandiera dell'Italia Alfa Romeo 2 Accensione 7  
Rit 20 Bandiera del Venezuela Johnny Cecotto Bandiera del Regno Unito Toleman-Hart 1 Frizione 16  
NQ 9 Bandiera della Francia Philippe Alliot Bandiera del Regno Unito RAM-Hart        

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Decisioni della FISA[modifica | modifica wikitesto]

A seguito delle indagini compiute sulle monoposto della Tyrrell, al termine del Gran Premio di Detroit, la Federazione scoprì che sulle vetture inglesi, durante la gara, veniva effettuato un rabbocco di un liquido contenente pallini di piombo, che serviva per arricchire l'aria immessa sui tromboncini di aspirazione, al fine di ritardare la detonazione del motore, rendendo così possibile l'utilizzo di un maggior rapporto di compressione, ottenendo una maggiore potenza. In una riunione del 18 luglio 1984, la FISA decise di escludere la Tyrrell dalle rimanenti gare del campionato del mondo, e cancellò tutti i punti ottenuti fino al momento della squalifica. Venne deciso che i punti attribuiti ai piloti della scuderia britannica non sarebbero stati assegnati. Le vetture proseguirono a partecipare al campionato, fino al Gran Premio d'Olanda, ma la loro partecipazione fu sub judice.[14] La squalifica della Tyrrell venne confermata dal Tribunale d'Appello della FISA, dopo una riunione del 29 agosto. La scuderia venne esclusa dai successivi gran premi.[15]

Il 9 ottobre la FISA decise di rideterminare le classifiche di tutte le gare, fino a quel momento disputate, facendo scalare in graduatoria tutti i piloti classificatisi alle spalle dei piloti della Tyrrell.[13] Ciò porto a una redistribuzione dei punti, in quanto Stefan Bellof si era classificato sesto: il punto per il sesto posto venne così assegnato ad Ayrton Senna, giunto subito dopo il tedesco; l'altro pilota della Tyrrell, Martin Brundle, si ritirò, invece, durante la gara.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e (FR) 3. Belgique 1984, su statsf1.com. URL consultato il 5 dicembre 2017.
  2. ^ a b Carlo Marincovich, Ferrari ancora per strada, in Repubblica, 27 aprile 1984, p. 27.
  3. ^ a b Carlo Marincovich, Curve buone per la Renault, in Repubblica, 28 aprile 1984, p. 20.
  4. ^ a b Cristiano Chiavegato, Ferrari non si ritrova, in La Stampa, 28 aprile 1984, p. 21.
  5. ^ a b Cristiano Chiavegato, Mentre la Ferrari ha il male oscuro Lauda va a caccia del tris, in Stampa Sera, 28 aprile 1984, p. 12.
  6. ^ a b Carlo Marincovich, Nostra Ferrari dei miracoli, in Repubblica, 29 aprile 1984, p. 40.
  7. ^ (FR) Italie-Pole positions, su statsf1.com. URL consultato il 7 dicembre 2017.
  8. ^ Risultati delle qualifiche, su statsf1.com.
  9. ^ Cristiano Chiavegato, Alboreto e la Ferrari, 18 anni dopo, in Stampa Sera, 30 aprile 1984, p. 13.
  10. ^ Cristiano Chiavegato, Alboreto ha indovinato tutto, in Stampa sera, 30 aprile 1984, p. 20.
  11. ^ Risultati del gran premio, su statsf1.com.
  12. ^ a b Keke Rosberg e Nelson Piquet, pur se ritirati, vennero classificati, avendo coperto più del 90% della distanza.
  13. ^ a b c Stefan Bellof giunse sesto al traguardo. I risultati della Tyrrell saranno successivamente annullati in conseguenza dei fatti del Gran Premio di Detroit. Tutti i piloti, giunti dopo di lui, scalarono di un posto in classifica. Anche l'altro pilota della scuderia inglese, Martin Brundle, venne squalificato, anche se si ritirò durante la gara. Montecarlo cancellato dalla F.1, in La Stampa, 10 ottobre 1984, p. 23. URL consultato il 22 novembre 2017.
  14. ^ Cristiano Chiavegato, Clamoroso: la Tyrrell esclusa, Mansell e Ickx puniti, in La Stampa, 19 luglio 1984, p. 21. URL consultato il 22 novembre 2017.
  15. ^ Cristiano Chiavegato, Alboreto crede nella Ferrari "Vorrei vincere a Monza", in La Stampa, 31 agosto 1984, p. 19. URL consultato il 22 novembre 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Pino Casamassima, Storia della Formula 1, Bologna, Calderini Edagricole, 1996, ISBN 88-8219-394-2.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Campionato mondiale di Formula 1 - Stagione 1984
 

Edizione precedente:
1983
Gran Premio del Belgio Edizione successiva:
1985
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