Gran Premio degli Stati Uniti d'America-Est 1976

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Bandiera degli Stati Uniti GP degli Stati Uniti-Est 1976
279º GP del Mondiale di Formula 1
Gara 15 di 16 del Campionato 1976
Data 10 ottobre 1976
Nome ufficiale XIX Grand Prix of the United States
Luogo Watkins Glen
Percorso 5,435 km
Distanza 59 giri, 320,665 km
Clima Soleggiato
Risultati
Pole position Giro più veloce
Bandiera del Regno Unito James Hunt Bandiera del Regno Unito James Hunt
McLaren-Ford Cosworth in 1'43"622 McLaren-Ford Cosworth in 1'42"851
(nel giro 53)
Podio
1. Bandiera del Regno Unito James Hunt
McLaren-Ford Cosworth
2. Bandiera del Sudafrica Jody Scheckter
Tyrrell-Ford Cosworth
3. Bandiera dell'Austria Niki Lauda
Ferrari

Il Gran Premio degli Stati Uniti d'America-Est 1976 è stata la quindicesima prova della stagione 1976 del Campionato mondiale di Formula 1. Si è corsa domenica 10 ottobre 1976 sul Circuito di Watkins Glen. La gara è stata vinta dal britannico James Hunt su McLaren-Ford Cosworth; per il vincitore si trattò del settimo successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo il sudafricano Jody Scheckter su Tyrrell-Ford Cosworth e l'austriaco Niki Lauda su Ferrari. Grazie a questo risultato la Scuderia Ferrari si aggiudicò matematicamente per la quarta volta, la seconda consecutiva, la Coppa Costruttori.

Gli organizzatori del gran premio vennero premiati dalla FOM col Race Promoters' Trophy per il 1976, quale gara meglio organizzata nella stagione.

Vigilia[modifica | modifica wikitesto]

Sviluppi futuri[modifica | modifica wikitesto]

Vittorio Brambilla comunicò l'abbandono della March al termine della stagione. Si prospettò un suo impiego in Brabham.[1]

Analisi per il campionato piloti[modifica | modifica wikitesto]

Niki Lauda, con 8 punti di vantaggio su James Hunt, avrebbe potuto laurearsi per la seconda volta campione del mondo piloti di F1.

L'austriaco, che aveva 5 vittorie, come l'inglese, e che non doveva scartare punti, esattamente come Hunt, si sarebbe laureato campione se:

  • avesse vinto;
  • fosse giunto secondo con Hunt che non vince;
  • fosse giunto terzo con Hunt al massimo quinto;
  • fosse giunto quarto con Hunt al massimo sesto;
  • fosse giunto quinto con Hunt fuori dalla zona punti.

Analisi per il campionato costruttori[modifica | modifica wikitesto]

La Scuderia Ferrari aveva 16 punti di margine sulla McLaren-Ford Cosworth e 18 sulla Tyrrell-Ford Cosworth. Quest'ultima però, non poteva più vincere il mondiale avendo vinto solo una gara in stagione contro le sei del Cavallino. Il regolamento prevedeva che contassero solo i migliori 7 risultati delle ultime otto gare, ma nessuna delle due case ancora in lizza dove scartare punti negli ultimi due gran premi. Marcava punti solo la prima delle vetture al traguardo.

La casa italiana poteva vincere la coppa costruttori se:

  • una sua vettura fosse giunta nelle prime quattro posizioni;
  • oppure la McLaren non avesse vinto, indipendentemente dal risultato della Ferrari;

Aspetti sportivi[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver ospitato il Gran Premio di Long Beach in marzo, gli Stati Uniti accolsero nuovamente il circus col tradizionale appuntamento del Glen. Per distinguere i due eventi la gara a Watkins Glen venne anche denominata Gran Premio degli Stati Uniti d'America-Est.

La Wolf-Williams sostituì l'infortunato Chris Amon con l'australiano, al suo esordio nel mondiale, Warwick Brown, proveniente dalla Formula 5000. L'altro pilota infortunatosi a Mosport, Guy Edwards, venne sostituito da un altro esordiente, il brasiliano Alex-Dias Ribeiro, giunto quarto nel Campionato europeo di F2 con una March-BMW.

Nelle prove private svolte al mercoledì prima della gara Hunt chiuse in 1'42"64, davanti a Lauda in 1'43"08. Lauda fece montare l'alettone utilizzato a Monza e non quello usato a Mosport.[2]

A seguito di tali risultati l'ingegner Mauro Forghieri, della Ferrari, dichiarò:

«Watkins Glen è un tipo di circuito neutro, che non dovrebbe favorire nessuna vettura. C'è il problema di rendere la macchina il meno sottosterzante possibile: le prove di ieri ci hanno aiutato. Possiamo essere abbastanza soddisfatti e se Lauda non ha eguagliato la prestazione di Hunt, è solo perché ha impostato gli allenamenti sulla preparazione e non ha cercato il tempo come l'inglese[3]»

Qualifiche[modifica | modifica wikitesto]

Resoconto[modifica | modifica wikitesto]

Al venerdì, complice il brutto tempo, solo un piccolo manipolo di piloti tentò di girare. Quando l'austriaco Otto Stuppacher, uscì per primo, nel tentativo di strappare la qualificazione sfuggitagli in Canada, la pista era quasi impraticabile a causa dell'acqua. Teddy Mayer, capo della McLaren sarcasticamente commentò che i piloti ottengono una posizione di qualifica che è in rapporto di proporzionalità inversa con il loro quoziente d'intelligenza.

La pioggia smise poco prima dell'inizio della sessione pomeridiana del venerdì, e dopo 15 minuti in cui la pista restò umida, i piloti iniziarono a optare per le gomme slick. I tempi scesero rapidamente. Il miglior tempo fu di Hunt, in 1'43"622, davanti a Jody Scheckter e Ronnie Peterson. Lauda chiuse quinto, Regazzoni quattordicesimo, penalizzato da un guasto alla frizione, che lo costrinse a usare il muletto.[4]

Patrick Depailler, che guidava una delle Tyrrell a 6 ruote, e James Hunt stavano duellando per la pole, con Depailler che seguiva la McLaren di Hunt sulla pista, quando il contenitore dell'aria compressa della McLaren cadde e colpì la Tyrrell sulle due gomme anteriori sinistre e sulla monoscocca. Si ruppero entrambe le gomme, e dopo essersi fermato per riparare il danno e sostituirle, lo sterzo della vettura di Depailler non era più ben calibrato, tanto che il francese fu solo settimo in griglia. Più tardi, quando Hunt fu ai box, vicino a un contenitore d'aria compressa da 150 libbre, Rob Walker gli chiese: "È quello che hai gettato a Depailler?" James rispose: "No, questo lo stiamo tenendo per Niki per domenica!"

La pioggia delle prove del sabato fu ancora più intensa di quella della mattina del venerdì, tanto che nessuno poté migliorare i tempi e la griglia rimase immutata. La sessione ufficiale, prevista per la mattina, venne posticipata fino al primo pomeriggio, ma senza esito. I pompieri cercarono anche di asciugare la pista con i loro mezzi, ma solo Brambilla e Peterson uscirono dai box, senza però segnare tempi validi. Hunt ottenne così ancora una volta la pole, davanti a Jody Scheckter su Tyrrell, e alle March di Ronnie Peterson e Vittorio Brambilla; quinto Niki Lauda su Ferrari. Stuppacher fu l'unico non qualificato. Per l'inglese della McLaren questa fu l'ottava pole stagionale.[5]

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Nella sessione di qualifica[6] si è avuta questa situazione:

Pos Pilota Costruttore Tempo Griglia
1 11 Bandiera del Regno Unito James Hunt Bandiera del Regno Unito McLaren-Ford Cosworth 1'43"622 1
2 3 Bandiera del Sudafrica Jody Scheckter Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 1'43"870 2
3 10 Bandiera della Svezia Ronnie Peterson Bandiera del Regno Unito March-Ford Cosworth 1'43"941 3
4 9 Bandiera dell'Italia Vittorio Brambilla Bandiera del Regno Unito March-Ford Cosworth 1'44"250 4
5 1 Bandiera dell'Austria Niki Lauda Bandiera dell'Italia Ferrari 1'44"257 5
6 34 Bandiera della Germania Ovest Hans-Joachim Stuck Bandiera del Regno Unito March-Ford Cosworth 1'44"265 6
7 4 Bandiera della Francia Patrick Depailler Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 1'44"516 7
8 28 Bandiera del Regno Unito John Watson Bandiera degli Stati Uniti Penske-Ford Cosworth 1'44"719 8
9 16 Bandiera del Regno Unito Tom Pryce Bandiera del Regno Unito Shadow-Ford Cosworth 1'45"102 9
10 8 Bandiera del Brasile Carlos Pace Bandiera del Regno Unito Brabham-Alfa Romeo 1'45"274 10
11 5 Bandiera degli Stati Uniti Mario Andretti Bandiera del Regno Unito Lotus-Ford Cosworth 1'45"311 11
12 26 Bandiera della Francia Jacques Laffite Bandiera della Francia Ligier-Matra 1'45"324 12
13 7 Bandiera dell'Australia Larry Perkins Bandiera del Regno Unito Brabham-Alfa Romeo 1'45"363 13
14 2 Bandiera della Svizzera Clay Regazzoni Bandiera dell'Italia Ferrari 1'45"534 14
15 30 Bandiera del Brasile Emerson Fittipaldi Bandiera del Brasile Copersucar-Ford Cosworth 1'45"646 15
16 17 Bandiera della Francia Jean-Pierre Jarier Bandiera del Regno Unito Shadow-Ford Cosworth 1'45"979 16
17 12 Bandiera della Germania Ovest Jochen Mass Bandiera del Regno Unito McLaren-Ford Cosworth 1'46"067 12
18 19 Bandiera dell'Australia Alan Jones Bandiera del Regno Unito Surtees-Ford Cosworth 1'46"402 18
19 22 Bandiera del Belgio Jacky Ickx Bandiera del Regno Unito Ensign-Ford Cosworth 1'46"605 19
20 6 Bandiera della Svezia Gunnar Nilsson Bandiera del Regno Unito Lotus-Ford Cosworth 1'46"776 20
21 24 Bandiera dell'Austria Harald Ertl Bandiera del Regno Unito Hesketh-Ford Cosworth 1'49"418 21
22 25 Bandiera del Brasile Alex-Dias Ribeiro Bandiera del Regno Unito Hesketh-Ford Cosworth 1'49"669 22
23 21 Bandiera dell'Australia Warwick Brown Bandiera del Canada Wolf Williams-Ford Cosworth 1'51"124 23
24 18 Bandiera degli Stati Uniti Brett Lunger Bandiera del Regno Unito Surtees-Ford Cosworth 1'51"373 24
25 20 Bandiera dell'Italia Arturo Merzario Bandiera del Canada Wolf Williams-Ford Cosworth 2'00"932 25
26 38 Bandiera della Francia Henri Pescarolo Bandiera del Regno Unito Surtees-Ford Cosworth 2'05"211 26
NQ 39 Bandiera dell'Austria Otto Stuppacher Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 2'11"070 NQ

Gara[modifica | modifica wikitesto]

Resoconto[modifica | modifica wikitesto]

Nella notte anche la neve fece la sua comparsa sul circuito, ma la domenica fu il sole ad accogliere 100.000 spettatori, la massima affluenza mai registrata per una gara al Glen.

La gara iniziò con quasi un'ora di ritardo visto il freddo sul circuito. I piloti partirono senza la tradizionale bandiera sventolata al via da Tex Hopkins, una presenza storica per Watkins Glen. Un segnale semaforico aveva preso il posto di Hopkins, e, al segnale, Jody Scheckter balzò davanti a Hunt e guidò la corsa per il primo giro. I due erano seguiti da Vittorio Brambilla, Ronnie Peterson, Niki Lauda, Patrick Depailler, John Watson sulla Penske, la Lotus di Mario Andretti e Jacques Laffite su Ligier. Il motore sulla vettura di Andretti perse presto potenza, tanto che l'italoamericano venne risucchiato a centro gruppo in poche tornate.

Scheckter e Hunt presero il largo, con la Tyrrell mentre Lauda venne penalizzato dal duo della March. Al quarto giro l'austriaco passò comunque Peterson e al quinto Brambilla.

Nel frattempo una vera battaglia venne ingaggiata per il quarto posto tra Brambilla, Peterson, Patrick Depailler, Laffite, Carlos Pace, Watson, Clay Regazzoni, Andretti e Jochen Mass. Hans-Joachim Stuck, che partiva sesto ma che era stato penalizzato al via da un problema alla frizione tanto da finire 24º, recuperò molto terreno e si accodò alla bagarre. Al settimo giro Depailler passò Peterson ma, poco dopo, fu costretto al ritiro per un guasto al sistema di alimentazione del carburante.

Al giro 11 Peterson attaccò con successo il compagno di scuderia Brambilla; il monzese perse una posizione anche a favore di Jacques Laffite. Un giro dopo lo svedese fu costretto al ritiro per una sospensione danneggiata nel sorpasso su Brambilla.

Al giro 15, l'Ensign di Jacky Ickx andò larga alla curva 6, una curva a sinistra all'entrata della zona conosciuta come 'The Boot'. La vettura immediatamente sbandò a destra e sbatté contro gli armco. Il musetto finì sotto il guardrail, la vettura si aprì in due e la parte posteriore prese fuoco. Ickx uscì rapidamente da ciò che restava della vettura e andò sull'erba, dove cadde a terra, per le ferite alle gambe e alle anche. Non riportò però ferite serie. Emerson Fittipaldi, che lo stava seguendo, affermò che si trattava del peggior incidente al quale avesse assistito, e che aveva potuto sentire il rumore del colpo che la vettura aveva dato alle barriera, pur col casco in testa e col motore acceso e rumoroso della sua vettura. Nello stesso giro Watson rallentò, venne passato da Regazzoni e Mass, prima di recuperare potenza e porsi al nono posto.

Dopo 20 giri la classifica vedeva in testa sempre in trio composto da Scheckter, Hunt e Lauda, che godeva di un certo margine su Laffite, Brambilla, Pace, Regazzoni e Jochen Mass. Un giro dopo Regazzoni venne passato dal tedesco della McLaren. Al 24º giro si ritirò Mario Andretti, undicesimo, con una sospensione rotta. In testa, mentre Lauda perdeva competitività si accese la lotta tra Hunt e Scheckter per la prima posizione.

Davanti Scheckter stava perdendo grip e Hunt stava diventando sempre più veloce con la sua McLaren, in caccia del sudafricano. Il gap si ridusse a 1,3 secondi al giro 29, e a mezzo secondo al giro 30. Al 37º giro, Hunt si buttò all'interno alla fine del rettilineo di ritorno e passò in testa. Guadagnò due secondi nei due giri seguenti, al giro 41, mancò una marcia alla chicane nel tentativo di doppiare alcuni piloti, e Scheckter fu di nuovo davanti. Il sudafricano mantenne la testa fino al 46º giro, quando venne passato nuovamente da Hunt al termine del rettilineo di ritorno e prese la testa della corsa, fino a vincere per la sesta volta in stagione. A 6 tornate dal termine, giro 53, Hunt fece segnare il giro più veloce della gara. Scheckter aveva capito che era meglio accontentarsi di un buon secondo posto.

Nel frattempo, nelle retrovie, Jacques Laffite fu costretto al ritiro per lo scoppio di uno pneumatico al giro 36, mentre stava avvicinandosi a Lauda, per la terza posizione. Poco dopo anche Brambilla fu costretto al ritiro, con uno pneumatico danneggiato dai detriti lasciati dal pilota della Ligier. Si trovò così quarto Jochen Mass, davanti a Hans-Joachim Stuck che era riuscito a infilare Clay Regazzoni che aveva rallentato per le bandiere gialle. Sia Brambilla che Regazzoni si lamentarono a fine gara per la scarsa segnalazione sul tracciato.[7] Al giro 42 il ticinese perse ancora una piazza, questa volta a vantaggio di John Watson.

Lauda, sofferente per il sovrasterzo prodotto dalle gomme dure e dal tempo caldo, a malapena batté il compagno di scuderia di Hunt, Jochen Mass, terminando terzo, dietro a James Hunt e Jody Scheckter. Il coraggio del pilota austriaco fu evidente, quando sollevandosi il casco, mostrò un sottocasco insanguinato per le ferite che si erano riaperte sul suo viso durante la gara. Ottenne 4 punti ma la distanza che lo separava da Hunt era di soli 3 punti (68 a 65) quando mancava una sola gara al termine. La Scuderia Ferrari fu comunque certa di aver vinto il quarto titolo costruttori (bissando il successo della stagione 1975).[8]

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

I risultati del gran premio[9] sono i seguenti:

Pos No Pilota Costruttore Giri Tempo/Ritiro Pos.Griglia Punti
1 11 Bandiera del Regno Unito James Hunt Bandiera del Regno Unito McLaren-Ford Cosworth 59 1.42'40"742 1 9
2 3 Bandiera del Sudafrica Jody Scheckter Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 59 + 8"030 2 6
3 1 Bandiera dell'Austria Niki Lauda Bandiera dell'Italia Ferrari 59 + 1'02"324 5 4
4 12 Bandiera della Germania Jochen Mass Bandiera del Regno Unito McLaren-Ford Cosworth 59 + 1'02"458 17 3
5 34 Bandiera della Germania Hans-Joachim Stuck Bandiera del Regno Unito March-Ford Cosworth 59 + 1'07"978 6 2
6 28 Bandiera del Regno Unito John Watson Bandiera degli Stati Uniti Penske-Ford Cosworth 59 + 1'08"190 8 1
7 2 Bandiera della Svizzera Clay Regazzoni Bandiera dell'Italia Ferrari 58 + 1 Giro 14  
8 19 Bandiera dell'Australia Alan Jones Bandiera del Regno Unito Surtees-Ford Cosworth 58 + 1 Giro 18  
9 30 Bandiera del Brasile Emerson Fittipaldi Bandiera del Brasile Copersucar-Ford Cosworth 57 + 2 Giri 15  
10 17 Bandiera della Francia Jean-Pierre Jarier Bandiera del Regno Unito Shadow-Ford Cosworth 57 + 2 Giri 16  
11 18 Bandiera degli Stati Uniti Brett Lunger Bandiera del Regno Unito Surtees-Ford Cosworth 57 + 2 Giri 24  
12 25 Bandiera del Brasile Alex Ribeiro Bandiera del Regno Unito Hesketh-Ford Cosworth 57 + 2 Giri 22  
13 24 Bandiera dell'Austria Harald Ertl Bandiera del Regno Unito Hesketh-Ford Cosworth 54 + 5 Giri 21  
14 21 Bandiera dell'Australia Warwick Brown Bandiera del Canada Wolf Williams-Ford Cosworth 54 + 5 Giri 23  
NC 38 Bandiera della Francia Henri Pescarolo Bandiera del Regno Unito Surtees-Ford Cosworth 48 Non Classificato 26  
Rit 16 Bandiera del Regno Unito Tom Pryce Bandiera del Regno Unito Shadow-Ford Cosworth 45 Motore 9  
Rit 9 Bandiera dell'Italia Vittorio Brambilla Bandiera del Regno Unito March-Ford Cosworth 34 Gomma 12  
Rit 26 Bandiera della Francia Jacques Laffite Bandiera della Francia Ligier-Matra 34 Gomma 4  
Rit 8 Bandiera del Brasile Carlos Pace Bandiera del Regno Unito Brabham-Alfa Romeo 31 Collisione 10  
Rit 7 Bandiera dell'Australia Larry Perkins Bandiera del Regno Unito Brabham-Alfa Romeo 30 Sospensione 13  
Rit 5 Bandiera degli Stati Uniti Mario Andretti Bandiera del Regno Unito Lotus-Ford Cosworth 23 Sospensione 11  
Rit 22 Bandiera del Belgio Jacky Ickx Bandiera del Regno Unito Ensign-Ford Cosworth 14 Incidente 19  
Rit 6 Bandiera della Svezia Gunnar Nilsson Bandiera del Regno Unito Lotus-Ford Cosworth 13 Motore 20  
Rit 10 Bandiera della Svezia Ronnie Peterson Bandiera del Regno Unito March-Ford Cosworth 12 Sospensione 3  
Rit 20 Bandiera dell'Italia Arturo Merzario Bandiera del Canada Wolf Williams-Ford Cosworth 9 Incidente 25  
Rit 4 Bandiera della Francia Patrick Depailler Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 7 Pompa della benzina 7  
NQ 39 Bandiera dell'Austria Otto Stuppacher Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Piloti

Costruttori

Motori

Giri al comando

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Brambilla lascia la March, in Stampa Sera, 11 ottobre 1976, p. 17.
  2. ^ Michele Fenu, Lauda-Hunt, una sfida ormai troppo pericolosa, in Stampa Sera, 8-10-1976, p. 11.
  3. ^ Michele Fenu, Lauda all'ora della verità, in La Stampa, 8-10-1976, p. 17.
  4. ^ Michele Fenu, Lauda solo quinto, in La Stampa, 9-10-1976, p. 18.
  5. ^ Michele Fenu, Duello Lauda-Hunt arbitra la pioggia, in La Stampa, 10 ottobre 1976, p. 19.
  6. ^ Sessione di qualifica, su statsf1.com.
  7. ^ Michele Fenu, Hunt sesta vittoria, sempre all'attacco, in Stampa Sera, 11 ottobre 1976, p. 17.
  8. ^ Michele Fenu, Tra Scheckter e Hunt una gara a staffetta, in Stampa Sera, 11 ottobre 1976, p. 17.
  9. ^ Risultati del gran premio, su formula1.com.
  10. ^ La Scuderia Ferrari vinse matematicamente la Coppa Costruttori per il 1976.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Doug Nye (1978). The United States Grand Prix and Grand Prize Races, 1908-1977. B. T. Batsford. ISBN 0-7134-1263-1
  • Rob Walker (Gennaio 1977). "18th United States Grand Prix: An Evening At The Glen". Road & Track, 81-84.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Campionato mondiale di Formula 1 - Stagione 1976
 

Gran Premio degli Stati Uniti d'America-Est Edizione successiva:
1977
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