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Governo d'Azeglio II

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Governo D'Azeglio II
StatoRegno di Sardegna (bandiera) Regno di Sardegna
Presidente del ConsiglioMassimo d'Azeglio
(Destra storica)
CoalizioneDestra storica, Indipendenti
LegislaturaIV
Giuramento21 maggio 1852
Dimissioni22 ottobre 1852
Governo successivoCavour I
4 novembre 1852

Il Governo D'Azeglio II è stato il nono esecutivo del Regno di Sardegna, ed il secondo tra quelli guidati da Massimo d'Azeglio.

Esso, nato in seguito alle dimissioni del governo precedente, è rimasto in carica dal 21 maggio al 4 novembre (sebbene già dimissionario dal precedente 22 ottobre), per un totale di 167 giorni, ossia 5 mesi e 14 giorni.

In questo governo venne conferita competenza, tramite regio decreto (R.D. 21 marzo 1852), al "Ministero della guerra" in materia di marina militare, in ottica di una futura costituzione di quest’ultima in un ministero separato.

Compagine di governo

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Appartenenza politica

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Partito Presidente Ministri Totale
Destra storica 1 4 5
Indipendente (politica) - 3 3
Carica Titolare
Presidenza del Consiglio dei ministri
Presidente del Consiglio dei ministri Massimo d'Azeglio (Destra storica)
Ministero Ministri
Affari Esteri Massimo d'Azeglio (Destra storica)
Lavori Pubblici Pietro Paleocapa
(Indipendente)
Interno Alessandro Pernati di Momo (Destra storica)
Pubblica Istruzione Carlo Bon Compagni di Mombello (Destra storica)
Ad interim
Guerra Alfonso La Marmora (Indipendente)[1]
Finanze Luigi Cibrario (Indipendente)
Affari Ecclesiastici e di Grazia e Giustizia Carlo Bon Compagni di Mombello (Destra storica)
  • 21 maggio - Il governo giura dinnanzi al Re.
  • 5 luglio - Dopo essere stato presentato qualche tempo prima, il disegno di legge sull’istituzione del matrimonio civile viene approvato dalla Camera dei Deputati, controllata dalla Destra storica. Tale approvazione, tuttavia, susciterà molto scalpore tra gli ambienti più vicini alla Santa Sede, portando così a disaccordi con il Re Vittorio Emanuele II di Savoia ed il Senato Subalpino, contrari.
  • 21 ottobre - Il Re comunica al Consiglio dei ministri che non avrebbe sanzionato il suddetto disegno di legge qualora fosse approvato, causando così le dimissioni del Presidente Massimo d'Azeglio (già contrario anche agli accordi politici, noti con il nome di Connubio che Cavour stava intavolando). Il Re dunque, accettatele, invita Camillo Benso, conte di Cavour a formare il nuovo esecutivo con la condizione di un accordo con la Santa Sede, ma questi declina tale prerequisito, indicando Cesare Balbo come candidato. Tuttavia, il rifiuto anche di quest’ultimo, costringe il Re a rivolgersi nuovamente, svincolato da ogni obbligo, a Cavour.
  • 4 novembre - In seguito al giuramento del nuovo esecutivo, termina ufficialmente l’esperienza di governo.
  1. ^ Militare in congedo.
  • Francesco Bartolotta, Parlamenti e Governi d'Italia dal 1848 al 1970, 2 Voll., Vito Bianco Editore, Roma 1971.
  • Indro Montanelli, L'Italia del Risorgimento, Superbur Rizzoli Editore, Milano 1998.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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