Gloria Grahame

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Gloria Grahame
Statuetta dell'Oscar Oscar alla miglior attrice non protagonista 1953

Gloria Grahame Hallward (Los Angeles, 28 novembre 1925[1][2]New York, 5 ottobre 1981) è stata un'attrice statunitense.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlia di una nota attrice teatrale e insegnante di recitazione, Gloria Grahame non ebbe difficoltà a intraprendere una prestigiosa carriera di attrice sui palcoscenici di Broadway[3]. Nel 1944 firmò un contratto in esclusiva con la MGM[4] e si mise in evidenza con ruoli di bionda e sensuale tentatrice, capace di irretire con il suo fascino anche personaggi maschili miti come il George Bailey (James Stewart) de La vita è meravigliosa (1946) di Frank Capra[3]. L'anno dopo ottenne la prima nomination agli Oscar come miglior attrice non protagonista per il ruolo di Ginny Tremaine in Odio implacabile (1947), ma a vincere fu Celeste Holm per Barriera invisibile.

La Grahame ne Il bruto e la bella (1952)

Il film che la mise in luce fu però il noir Il diritto di uccidere (1950), diretto dall'allora marito Nicholas Ray, con cui inaugurò una lunga galleria di personaggi di "bad girls" con drammatici conflitti interiori, che l'attrice interpretò durante gli anni cinquanta[3]. Per Il bruto e la bella (1952) vinse un Oscar alla miglior attrice non protagonista per il ruolo di Rosemary Bartlow, la volubile e civettuola moglie di uno scrittore. Nello stesso anno interpretò la bellissima Angela, un'artista circense, ne Il più grande spettacolo del mondo e l'ambigua Irene in So che mi ucciderai. L'anno dopo offrì l'indimenticabile interpretazione della vulnerabile e disperata prostituta Debbie nel noir Il grande caldo (1953) di Fritz Lang[5], il cui volto viene sfigurato e rappresenta la doppia natura del personaggio, una donna perduta che si riscatta per amore del poliziotto interpretato da Glenn Ford[3].

Nel successivo La bestia umana (1954), sempre diretto da Fritz Lang, la Grahame diede un'altra grande prova nei panni di un'equivoca seduttrice, ruolo che era già stato di Simone Simon ne L'angelo del male (1938) di Jean Renoir[5]. Il suo ultimo vero grande personaggio fu quello di una moglie nevrotica nel melodramma La tela del ragno (1955) di Vincente Minnelli, mentre la partecipazione al musical Oklahoma! (1956) chiuse praticamente la stagione d'oro dell'attrice[3].

Dagli anni sessanta la carriera della Grahame fu discontinua e complicata da alterne vicende personali[3], aggravate da trascurati problemi di salute. Nel marzo del 1974 le fu diagnosticato un cancro al seno. La Grahame si sottopose subito alla radioterapia, cambiò dieta, smise di fumare e bere alcolici e si rivolse anche a cure omeopatiche. In meno di un anno il cancro andò in remissione, ma si ripresentò nel 1980, allorché la Grahame rifiutò di riconoscere la diagnosi e di sottoporsi nuovamente alla radioterapia. Nonostante la malattia, Grahame continuò a lavorare in produzioni teatrali negli Stati Uniti e nel Regno Unito, vivendo per qualche tempo a Liverpool. Mentre lavorava a Londra nel settembre 1981 si sottopose a un trattamento per rimuovere il liquido in eccesso nell'addome, ma durante la procedura il medico accidentalmente le forò l'intestino causandole una peritonite. Dopo essere stati informati dell'accaduto, i suoi figli Timothy e Paulette si recarono a Londra e decisero di portare la madre di nuovo negli Stati Uniti, dove nell'ottobre del 1981 fu ricoverata all'ospedale St. Vincent a New York City. Morì un paio di ore dopo il ricovero, all'età di 57 anni[6]. È sepolta nel Oakwood Memorial Park Cemetery a Chatsworth, in California.

Con Humphrey Bogart ne Il diritto di uccidere (1950)

Gli ultimi tormentati anni della vita di Gloria Grahame sono stati rievocati nel film Le stelle non si spengono a Liverpool (2017) di Paul McGuigan, interpretato da Annette Bening, Jamie Bell e Julie Walters e basato sull'omonimo libro di memorie dell'attore Peter Turner.[7]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatrici italiane[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) OLDEST/YOUNGEST ACTING NOMINEES AND WINNERS (PDF), su Academy of Motion Picture Arts & Sciences. URL consultato il 21 marzo 2024.
  2. ^ (EN) Josh Barbanel, GLORIA GRAHAME IS DEAD AT 55; PLAYED SULKING-BLONDE ROLES, in The New York Times, 7 ottobre 1981. URL consultato il 21 marzo 2024.
  3. ^ a b c d e f Le Garzantine - Cinema, Garzanti, 2002, pag. 488
  4. ^ (EN) Gloria Grahame, su Hollywood Walk of Fame. URL consultato il 30 agosto 2023.
  5. ^ a b Il chi è del cinema, De Agostini, 1984, Vol. I, pag. 210
  6. ^ (EN) Susan King, Classic Hollywood: Remembering Gloria Grahame before ‘Film Stars Don’t Die in Liverpool’, su Los Angeles Times, 23 dicembre 2017.
  7. ^ (EN) Frank Cottrell Boyce, Film Stars Don't Die in Liverpool: the tragic life of Hollywood sensation Gloria Grahame, su The Guardian, 14 novembre 2017.
  8. ^ La vita è meravigliosa su ciakhollywood.com
  9. ^ Oklahoma! su ciakhollywood.com

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Oscar alla miglior attrice non protagonista Successore
Kim Hunter
per Un tram che si chiama desiderio
1953
per Il bruto e la bella
Donna Reed
per Da qui all'eternità
Controllo di autoritàVIAF (EN48684 · ISNI (EN0000 0001 1019 7116 · Europeana agent/base/149961 · LCCN (ENn86036599 · GND (DE118961713 · BNE (ESXX1546547 (data) · BNF (FRcb12151173c (data) · J9U (ENHE987007334554405171 · WorldCat Identities (ENlccn-n86036599