Gleb Pavlovskij

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Gleb Pavlovskij nel 2012

Gleb Olegovič Pavlovskij (in russo Глеб Оле́гович Павло́вский?; Odessa, 5 marzo 1951Mosca, 26 febbraio 2023[1]) è stato un politologo, giornalista e attivista russo descrittosi come "tecnologo politico". Durante l'era dell'Unione Sovietica è stato perseguitato come dissidente.[2] Dal 1996 al 2011 è stato consigliere politico di Vladimir Putin. Dopo di allora, è stato critico del governo russo.

Pavlovskij è stato presidente della "Fondazione per una Politica Effettiva" (FEP).[3] Nel 1997, ha aiutato la creazione di Russian Journal, uno dei siti più vecchi della Russia.[4] Pavlovskij e la FEP hanno organizzato e finanziato molti dei primi siti di Runet, incluso Lenta.Ru. Dal 2005 al 2008, Pavlovskij ha ospitato il telegiornale settimanale Real Politics, trasmesso su NTV Russia alle 22:00 di sabato. Nel 2012 è diventato caporedattore di Gefter.ru, un blog in lingua russa intitolato allo storico sovietico Mikhail Gefter (1918–1995).

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Pavlovskij è nato a Odessa, in Ucraina, il 5 marzo 1951 in una famiglia di ingegneri. Dal 1968 al 1973 ha studiato storia all'Università di Odessa. La sua prima pubblicazione (su un giornale universitario) è stata censurata dal Politburo per il suo presunto "umore anarchico ed estremista di sinistra".

All'età di 21 anni, Pavlovskij e i suoi amici organizzarono una comune politica ,"Субъект Исторической Деятельности" (Soggetto di azione storica), ispirata dallo spirito delle proteste del 1968 e dagli ideali del marxismo intellettuale (allora si definiva un "Zen marxista").[5] In questa fase, Pavlovskij iniziò ad aumentare i suoi legami con il movimento dissidente a Odessa. Negli anni '70 si recò a Mosca per incontrare altri compagni dissidenti: Michail Gefter, Genrich Batiščev, Grigorij Pomeranc e altri. È entrato in contatto per la prima volta con il KGB nel 1974.[5]

Con il passare degli anni '70, Pavlovskij consolidò il suo posto nel movimento dissidente di Mosca e iniziò a pubblicare un giornale clandestino intitolato "Poiski", riuscendo ad evitare solo per un certo tempo l'interferenza del KGB. Nel 1982 fu arrestato per attività antisovietica e condannato a 3 anni di esilio nella Repubblica di Komi.[6] Prima del processo, ha collaborato inizialmente con le autorità, anche se durante il processo ha rinnegato la sua testimonianza.[5] A Komi si guadagnava da vivere come imbianchino e fuochista. Nel 1985 era tornato alla vita civile a Mosca, dove riuscì a perseguire ulteriori impegni.[5] Nel 1991-1992 è stato vicepresidente della casa editrice Kommersant, nel 1994 è stato sino al 1995 redattore capo della rivista trimestrale Переделы Власти, nel 1995 ha fondato e condiretto la rivista Sreda.

Nel 1995 ha creato la "Fondazione per una Politica Effettiva" (in russo: Фонд эффективной политики) insieme a Maksim Mejer e Marat Gelman, dirigendola sino al 2009. Nel 1997 è stato il fondatore e responsabile della rivista Internet Russian Journal (potrebbe essere il primo blog russo), nel 2005 ha cofondato e diretto la casa editrice Europe, nell'aprile 2012 ha fondato (e diretto) anche il blog Gefter.ru.

Tra il 1996 e il 2011, Pavlovskij ha lavorato a stretto contatto con Vladimir Putin come consigliere del Cremlino e stratega politico durante il mandato iniziale di Putin come presidente e primo ministro.[7][8] Pavlovskij è stato licenziato da questa posizione nella primavera del 2011.[7][9] È quindi diventato un critico del governo russo.[8]

Nel giugno 2020, in occasione della pandemia del COVID-19, ha detto di Putin in un'intervista al quotidiano italiano Il Riformista: "Putin non è una figura poi così importante nella nostra politica. È importante l’élite che lo circonda. Putin è diventato un anello di troppo del sistema che ha creato: così lo vede oggi il suo entourage. Persone che sono dove sono grazie a lui, e che hanno ancora bisogno di lui per avere legittimità. Ma che ultimamente non hanno visto alcun aiuto da parte sua. Perché Putin oggi non risolve nulla e non gestisce nulla. Solo, controlla attentamente che nessun altro prenda il suo posto".[10]

Pavloskij è morto la notte del 27 febbraio 2023 all'età di 72 anni nel primo ospizio di Mosca intitolato a Vera Millionshchikova.[11] La causa della morte è stata una grave malattia.[12]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

È stato sposato tre volte. All'inizio degli anni '70 sposò Olga Gapeeva, dalla quale ebbe un figlio, Sergei. Nel 1976 il matrimonio si sciolse. Si è poi sposato altre due volte. In complesso ha avuto sei figli.[13]

Premi[modifica | modifica wikitesto]

  • Gratitudine del Presidente della Federazione Russa (25 luglio 1996) - per la partecipazione attiva all'organizzazione e allo svolgimento della campagna elettorale del Presidente della Federazione Russa nel 1996
  • Gratitudine del Presidente della Federazione Russa (12 agosto 1999) - per la partecipazione attiva alla preparazione del Discorso del Presidente della Federazione Russa all'Assemblea Federale nel 1999
  • Medaglia dell'Ordine "Al Merito alla Patria", II grado (23 aprile 2008) - per il supporto informativo e le attività sociali attive per lo sviluppo della società civile nella Federazione Russa
  • Gratitudine del Presidente della Federazione Russa (5 maggio 2011) - per il suo grande contributo allo sviluppo dei media domestici, molti anni di lavoro coscienzioso e attività sociale attiva
  • Vincitore del Premio letterario Alexander Pyatigorsky (2020) - per aver creato un nuovo linguaggio descrittivo per il sistema di potere che si è formato in Russia negli ultimi vent'anni e uno dei cui creatori era l'autore stesso

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (RU) Умер политолог Глеб Павловский, su Коммерсант. URL consultato il 27 febbraio 2023.
  2. ^ (RU) Русский Журнал. Досье. Глеб Павловский [Russian Journal dossier: Gleb Pavlovsky, biographical information extracted from the four volume Иное"], in Russian Journal, 1998 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2021).
  3. ^ (RU) FEP, su fep.ru, 1º marzo 2005 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2005).
  4. ^ (EN) About the Russian Journal, su english.russ.ru, 17 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 17 luglio 2011).
  5. ^ a b c d (EN) I Krastev, G Pavlovsky e T. Zhurzhenko, The politics of no alternatives or 'How power works in Russia': an interview with Gleb Pavlovsky, in Eurozine, 9 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2017).
  6. ^ (EN) The Trial of Gleb Pavlovsky, 18 August 1982 (65.1), in A Chronicle of Current Events, 18 agosto 1982, ma non circolata (o tradotta) fino alla pubblicazione sul sito 'Rights in Russia' il 20 novembre 2014. URL consultato il 16 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2021).
  7. ^ a b (EN) Fiona Hill e CG. Gaddy, Mr. Putin: operative in the Kremlin, Washington, D.C., Brookings Institution Press, 2013, p. 25, ISBN 9780815723769.
  8. ^ a b (EN) M. Kirk, The Frontline Interview: Gleb Pavlovsky, in Frontline, PBS, 2017. URL consultato l'11 giugno 2022.
  9. ^ (EN) Tom Parfitt, Gleb Pavlovsky: Putin's World Outlook. Interview by Tom Parfitt. What are the roots of Putin's ideological worldview?, in New Left Review, luglio 2014. URL consultato il 13 febbraio 2020.
  10. ^ Riccardo Amati, Intervista a Gleb Pavlosky: "Il virus rafforza il regime ma il mito di Putin è finito", in Il Riformista, 7 giugno 2020. URL consultato il 28 febbraio 2023.
  11. ^ (RU) Gleb Pavlovsky, su t.me. URL consultato il 27 febbraio 2023 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2023).
  12. ^ (RU) Скончался известный политолог Глеб Павловский, su n4k.ru. URL consultato il 27 febbraio 2023 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2023).
  13. ^ (RU) Инакомыслящий, 3 dicembre 2012. URL consultato il 28 febbraio 2023 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2012).

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