Giuseppe Di Rorai

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Giuseppe Di Rorai
Lapide commemorativa e busto del capitano dei Granatieri Giuseppe Di Rorai, caduto in Libia, posti sul porticato (lato piazza) del Palazzo Barbiani, sede municipale di Cavarzere, il 28 maggio 1950.
NascitaLoreo, 25 ottobre 1895
MorteMarsa Brega, 11 giugno 1923
Luogo di sepolturacimitero di Cavarzere
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoGranatieri di Sardegna
Reparto2º Reggimento "Granatieri di Sardegna"
Anni di servizio1914-1923
GradoCapitano
GuerrePrima guerra mondiale
BattaglieStrafexpedition
Comandante di1ª Compagnia, VII Battaglione eritreo
Decorazionivedi qui
dati tratti da Storia di una medaglia ritrovata[1]
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Giuseppe Di Rorai (Loreo, 25 ottobre 1895Marsa Brega, 11 giugno 1923) è stato un militare italiano, pluridecorato ufficiale del Regio Esercito durante la prima guerra mondiale, fu decorato con la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria durante le operazioni di riconquista della Libia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Loreo[1] (provincia di Rovigo) il 25 ottobre 1895, figlio di Giovanni e Maria Bonandini, seguì la famiglia trasferitasi a Cavarzere dove compì i primi studi, che proseguirono successivamente a Este e Rovigo. Mentre frequentava l'Istituto di ragioneria fu chiamato a prestare servizio militare nel Regio Esercito, assegnato il 31 dicembre 1914 all'81º Reggimento fanteria "Torino". Dopo aver frequentato il corso Allievi Ufficiali di complemento, nel luglio 1915, un mese dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, raggiunse, con il grado di sottotenente di complemento, il 2º Reggimento "Granatieri di Sardegna" in zona di operazioni. Il reggimento si trovava allora schierato nella zona di Monfalcone,[2] ma successivamente operò sull'altopiano di Asiago in occasione dell'offensiva austro-ungarica del maggio 1916.[3] Decorato con una prima Medaglia d'argento al valor militare ritornò nel settore carsico promosso al grado di tenente. Si distinse a Selo (18-23 agosto 1917)[4] dove ottenne la Medaglia di bronzo al valor militare, venendo promosso al grado di capitano nel novembre 1917, distinguendosi come comandante di compagnia sul Piave[5] dove fu decorato con altre due Medaglie d'argento al valor militare. Entrato in servizio permanente effettivo, dopo la fine della guerra fu trasferito in Eritrea, assegnato al VII Battaglione eritreo di stanza a Massaua nel settembre 1919. Per fronteggiare la rivolta araba del 1922 il suo reparto fu trasferito in Libia.[6]

Durante le operazioni di riconquista della Cirenaica operò in qualità di Comandante della 1ª Compagnia del VII Battaglione eritreo.[7] Si distinse particolarmente durante i combattimenti di Uadi Mftam, 29 marzo 1923; e in quello successivo di Marsa Brega (11 giugno)[5] dove trovò la morte in combattimento vicino a Bir-Bilal.[7] Alla sua memoria fu decretata la concessione della Medaglia d'oro al valor militare.[N 1][N 2] I funerali furono celebrati a Cavarzere nel 1924, alla presenza del quadrumviro Italo Balbo, futuro Maresciallo d'Italia e Governatore della Libia.[1]

La città di Rovigo ne ha onorato la memoria intitolandogli una via, così come la città di Roma. Inoltre il comune di Loreo gli ha intitolato la caserma della Guardia di Finanza[1] e un piazzale. La sezione dell'Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna di Padova e lo stadio comunale di Cavarzere portano il suo nome.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Personificazione vera delle più elette virtù militari, eroica figura di ufficiale seppe anche combattendo contro i ribelli della Cirenaica far rifulgere il suo indomito valore e mostrarsi degno delle ambite ricompense di cui era già insignito. In testa alla sua compagnia a Uadi Mftam seppe con somma perizia, con slancio ammirevole, con prontezza ed energia, condurre vittoriosamente il primo attacco delle nostre truppe contro un forte campo ribelle, che sconfisse mettendolo in precipitosa fuga. A Marsa Brega il suo contegno calmo e sereno di fronte al soverchiante nemico suscitò l'ammirazione dei suoi ascari. Colpito a morte mentre col grido fatidico di "Savoia" trascinava i suoi all'assalto rivolse il suo ultimo pensiero alla Patria lontana, inneggiando alla vittoria delle nostre armi. Uadi Mftam, 29 marzo 1923; Marsa Brega, 11 giugno 1923
— Regio Decreto 1 ottobre 1925
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Conduceva compatta e ordinata la propria compagnia all'assalto e alla conquista di una posizione sotto il violento fuoco nemico di mitragliatrici. Sosteneva poi e respingeva con fermezza, tenacia e coraggio mirabili ripetuti contrattacchi avversari, infondendo con il suo esempio la calma ed il vigore nei propri dipendenti. Capo Sile, 14-16 gennaio 1918
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Alla testa della sua compagnia al grido di "Savoia" si lanciò all'attacco di una trincea nemica con tale impeto da indurre il nemico alla resa. Attaccato di fianco da forze nemiche, calmo ma risoluto, contrattaccò con largo getto di bombe a mano, uccidendo parte degli attaccanti e facendo prigionieri. Durante il resto della giornata fu sempre esempio magnifico di slancio, coraggio ed ardire. Casoni-Colle dell'Orso (Carso), 2 luglio 1918
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Guidava con intelligente e valoroso ardire una ricognizione nelle linee avversarie, riportandone utili informazioni e catturando prigionieri. In un violento e breve combattimento di sorpresa, con lotta corpo a corpo, caduto in mano del nemico e disarmato, riusciva con gran coraggio e destrezza a liberarsi; bell'esempio di coraggio ai compagni e ai gregari. Altopiano di Asiago, 24-30 maggio 1916
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Incaricato di provvedere al collegamento con reparto di altro corpo, guidando con abilità la propria compagnia, assolse lodevolmente il suo compito. Mantenne poi la posizione occupata per il collegamento, respingendo contrattacchi nemici in forze superiori e dando bello esempio di virtù militari. Selo, 18-23 agosto 1917

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Della decorazione si persero poi le tracce per un lungo periodo. Messa all'asta da un privato, la medaglia è stata successivamente recuperata nel 2013 per interessamento del luogotenente Vittorino Foscaro, e ora si trova esposta all'interno della Caserma della Guardia di Finanza di Loreo.
  2. ^ In commutazione di una quarta Medaglia d'argento al valor militare conferitagli con la seguente motivazione: In testa alla sua compagnia a Uadi Meftam, seppe con somma perizia, con slancio ammirevole, con prontezza ed energia, condurre vittoriosamente il primo attacco delle nostre truppe contro un forte campo ribelle. A Marsa Brega il suo contegno calmo e sereno di fronte al soverchiante nemico suscitò l'ammirazione dei suoi ascari. Colpito a morte mentre con il grido fatidico di Savoia, trascinava i suoi all'attacco, rivolse il suo ultimo pensiero alla patria lontana, inneggiando alla vittoria delle nostre armi. Uadi Meftani, 29 marzo 1923-Marsa Brega, 11 giugno 1923.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Bellato 2014, p. 20.
  2. ^ Cavaciocchi, Ungari 2014, p. 59.
  3. ^ Cavaciocchi, Ungari 2014, p. 106.
  4. ^ Cavaciocchi, Ungari 2014, p. 132.
  5. ^ a b Ferrarese 1973, p. 44.
  6. ^ Del Boca 2010, p. 442.
  7. ^ a b Del Boca 2010, p. 443.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Alberto Cavaciocchi, Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
  • Angelo Del Boca, Gli Italiani in Libia. Tripoli bel suol d'amore. 1860-1922, Milano, A. Mondadori Editore, 2010.
  • Rolando Ferrarese, Cavarzere attraverso i tempi, Vigorovea, Tipografia La Grafica, 1973.
  • Mark Thompson, La guerra bianca. Vita e morte sul fronte italiano 1915-1919, Milano, Il Saggiatore s.p.a., 2009, ISBN 88-6576-008-7.

Periodici[modifica | modifica wikitesto]

  • Andrea Bellato, Storia di una medaglia ritrovata, in Il Granatiere, n. 2, Roma, Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna, aprile-giugno 2014, p. 20-21.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]