Giuseppe Civinini

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Giuseppe Civinini

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaIX, X, XI
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoSinistra storica
Professionegiornalista

Giuseppe Civinini (Pisa, 11 aprile 1835Firenze, 19 dicembre 1871) è stato un patriota, giornalista e politico italiano. Fu garibaldino e poi deputato del Parlamento italiano nella IX, X e XI Legislatura. Dal 16 ottobre 1869 fino alla morte fu direttore del quotidiano fiorentino La Nazione.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

I primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Giuseppe Civinini nacque l'11 aprile 1835 a Pisa, in una famiglia colta e discretamente benestante di origine pistoiese.[1]

Era figlio del medico e scienziato Filippo Civinini (1805-1844), professore di anatomia presso l'Università di Pisa, e di Gioconda Marini.[2]

Nel 1844 il padre morì prematuramente e la vedova tornò a Pistoia con i figli Giuseppe e Giulia.

Il patriottismo giovanile[modifica | modifica wikitesto]

A soli 15 anni, Giuseppe si dedicò alla causa repubblicana aderendo alla "Giovine Italia" e impegnandosi in un'intensa attività cospirativa fra la Toscana e il Piemonte che lo portò più volte ad essere arrestato dalla polizia granducale e da quella sabauda con l'accusa di propaganda sovversiva.[2]

Per questo si rifugiò in Inghilterra, a Liverpool. Poco dopo tornò a Genova, dove fu inizialmente protetto dall'esule mazziniano pistoiese Francesco Franchini, ma dove poi venne nuovamente arrestato ed estradato in Toscana.[1] Non essendo state trovate prove decisive a suo carico gli inquirenti furono costretti a rilasciarlo.[3] Si trasferì quindi a Firenze, dove ebbe modo di entrare a far parte del gruppo di patrioti che si riuniva presso la villa di Bettino Ricasoli per preparare azioni cospirative.[3]

Fra il 1850 e il 1857 seguirono sette anni di intensa attività cospirativa che lo videro alternarsi fra Toscana e Piemonte, spesso ospite delle relative galere. A Firenze lavorò qualche tempo nella tipografia "Bianchi-Barbera".[2] In Piemonte invece insegnò come maestro elementare a Cuneo e a Mondovì, ed allo stesso tempo iniziò l'attività giornalistica collaborando a "L'Italia del popolo" di Genova e a "La Sentinella delle Alpi" di Cuneo.[1]

Nel 1858 fece amicizia con il patriota livornese Adriano Lemmi, stretto collaboratore di Giuseppe Mazzini, e lo seguì per due anni, prima in Svizzera e poi in Turchia, a Costantinopoli, come educatore dei suoi figli.[3]

La fase "garibaldina" e l'ingresso in politica[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1860 tornò in Italia per iniziare la sua fase "garibaldina". A Palermo si unì alla spedizione dei Mille e Garibaldi gli affidò incarichi nell'intendenza dell'esercito.[2]

Terminata la campagna del 1860 tornò in Piemonte e si stabilì a Torino dove divenne direttore della rivista «Il diritto», portavoce della sinistra parlamentare, alternando l'attività di giornalista politico a quella militare.[1] Nel 1862 fu ancora con Garibaldi sull'Aspromonte e ne condivide la prigionia nella Fortezza del Varignano, vicino a La Spezia, e il successivo esilio a Caprera.[3]

Civinini si affiliò anche alla Loggia massonica "Dante Alighieri", dove trovò come confratelli l'esponente della sinistra Agostino Depretis, il repubblicano Aurelio Saffi, il democratico Antonio Mordini e tanti altri protagonisti del Risorgimento.[1] Poco dopo Civinini si avvicinò alle posizioni legalitarie della parte dei democratici facenti riferimento a Francesco Crispi e Antonio Mordini, e nel settembre 1864 si oppose, insieme a Crispi, al trasferimento della capitale a Firenze, che a molti patrioti appariva come rinuncia definitiva a Roma capitale.[1] Comunque finì per accettare il fatto compiuto e nel 1865 si spostò a Firenze, divenuta capitale del Regno d'Italia, continuando a dirigere «Il diritto».

L'elezione a deputato in Parlamento[modifica | modifica wikitesto]

Nello stesso anno fu eletto deputato al Parlamento Nazionale nella IX legislatura, nel Collegio elettorale di Pistoia, come candidato della sinistra storica.[4]

Nel 1866 tornò a seguire Garibaldi, partecipando alla vittoriosa battaglia di Bezzecca. In seguito alla rottura con Francesco Crispi, avvenuta per la sua presa di posizione contro la campagna in Trentino, fu costretto a lasciare la direzione de «Il diritto». Fondò allora una nuova rivista, «Il nuovo diritto», in un clima politico piuttosto teso che favoriva intese tra Destra liberale e Sinistra moderata.[1]

Fu in questo contesto che avvenne la svolta politica di Civinini il quale, nel 1867, venne rieletto deputato al Parlamento nella X legislatura, sempre nel collegio di Pistoia, ma questa volta con l'appoggio della Destra di Ricasoli.[2]

Poco dopo fu coinvolto nel primo grosso scandalo dell'Italia unita relativo alla concessione della privativa della fabbricazione dei tabacchi.[5] In tale occasione fu accusato di aver favorito il voto sulla concessione mosso da interessi personali, ma uscì assolto dall'inchiesta parlamentare, e anche dai successivi strascichi giudiziari, per mancanza di prove.

Nel 1870 ebbe pertanto la possibilità di ripresentarsi alle elezioni e fu rieletto per la terza volta.[2]

Gli ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

Dal 16 ottobre 1869 Civinini fu direttore del quotidiano fiorentino La Nazione, a cui dette un'impronta fortemente culturale[1] e una nuova impaginazione, organizzata stabilmente su sei colonne.[6] Iniziò a pubblicare racconti tratti dal Monthly Chronicle e dal New York Magazine, novelle di Charles Dickens e racconti di grandi scrittori e giornalisti italiani e stranieri. Durante il periodo della sua direzione, nelle pagine del quotidiano fiorentino apparvero rubriche letterarie, bibliografiche, musicali, artistiche,[1] che negli ambienti culturali furono molto apprezzate.[7]

Per quanto riguarda l'attività politica, nel gennaio 1871 si schierò contro la "Legge delle Guarentigie", volta a regolare i rapporti tra Stato e Chiesa, dopo la fine dello Stato Pontificio, per assicurare al Papa il libero esercizio del potere spirituale. Di fatto Civinini temeva che con questa legge il Pontefice avrebbe continuato ad influire in modo sensibile nelle scelte politiche dello Stato italiano.[1]

La morte lo colse prematuramente a soli 36 anni, per un male incurabile, il 19 dicembre 1871. Lasciò una giovane vedova, la francese Antonietta Klein, e un figlio piccolo, Filippo.

Gli scritti[modifica | modifica wikitesto]

Oltre ai numerosi articoli pubblicati su quotidiani e riviste italiani e stranieri, fra gli scritti politici di Giuseppe Civinini gli storici sottolineano i seguenti discorsi pronunciati alla Camera: "Per la legge sul riordinamento della amministrazione centrale e provinciale dello stato", "Per la legge che toglie l'esenzione dei chierici dalla leva", "Le disposizioni eccezionali in materia di sicurezza interna", "La questione romana" e "Per la proposta di una inchiesta intorno alla Regia dei Tabacchi", a difesa delle accuse che gli erano state rivolte in merito. Rimase incompiuto un saggio sull'antico impero germanico, che aveva iniziato a scrivere nei mesi precedenti la sua morte.[2][3]

Alcuni scritti pubblicati
  • Giuseppe Civinini, 'Un esule italiano a Costantinopoli nel 1859, tre lettere di Giuseppe Civinini' , (a cura di Filippo Civinini), Pistoia, Off. Tip. Cooperativa, 1912
  • Giuseppe Civinini, 'Le conversazioni del giovedi e altri scritti politici e letterari' , Pistoia, Tip. Niccolai, 1885
  • Giuseppe Civinini, 'Discorso di Giuseppe Civinini deputato del Collegio di Pistoia-città detto nella tornata degli 11 dicembre 1868 nella Camera dei Deputati' , Firenze, Tipografia Eredi Botta, 1868
  • Giuseppe Civinini (deputato del collegio di Pistoia città), 'Ai suoi elettori' , Firenze, Tip. del diritto, 1866

Lasciti al Comune di Pistoia

Nel 1875 la vedova di Giuseppe Civinini, Antonietta Klein, donò la biblioteca del marito al Comune di Pistoia. La libreria, attualmente presso la Biblioteca Forteguerriana, a Pistoia, comprende 953 volumi e 25 miscellanee.[8]

Nel 1936 Filippo Civinini, figlio di Giuseppe, donò al Comune di Pistoia, per disposizione testamentaria, le carte pubbliche e private appartenenti a lui, a suo padre Giuseppe e a suo nonno Filippo (1805-1844). L'intero fondo è conservato presso la Biblioteca Forteguerriana, a Pistoia.[9] Le carte di Giuseppe Civinini rivestono particolare interesse per la storia del Risorgimento italiano e del primo decennio dell'Unità d'Italia.[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j Carlo Onofrio Gori, "Risorgimento. Giuseppe Civinini, il garibaldino pistoiese che divenne direttore de 'La Nazione' ". Intervento dello studioso e storico Carlo Onofrio Gori all'Istituto Professionale di Stato "Barone Carlo De Franceschi" di Pistoia, in occasione della Giornata di studio 'Personaggi pistoiesi del Risorgimento' , Pistoia, 22 marzo 2011
  2. ^ a b c d e f g Carlo Onofrio Gori, "Giuseppe Civinini. Profilo di un garibaldino pistoiese", in 'Camicia rossa' n. 2 (maggio-luglio 2002), su nuke.garibaldini.com. URL consultato il 12 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
  3. ^ a b c d e Vittorio Capponi, "Biografia pistoiese, o notizie della vita e delle opere dei pistoiesi illustri", Pistoia, Tip. Rossetti, 1878, su archiviopistoia.it. URL consultato il 12 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
  4. ^ Candidato in più collegi, Civinini venne eletto nel collegio di Pistoia 2, con 337 voti contro i 317 del moderato Giovanni Camici, appoggiato dalla "Consorteria" di Bettino Ricasoli e Marco Minghetti. (Carlo Onofrio Gori, "Giuseppe Civinini. Profilo di un garibaldino pistoiese", in 'Camicia rossa' n. 2, maggio-luglio 2002) Archiviato il 2 aprile 2015 in Internet Archive.
  5. ^ Il Parlamento nell'agosto 1868 approvò, su proposta del ministro Cambray-Digny, la concessione della privativa della fabbricazione dei tabacchi ad una "regia cointeressata" costituita da una società di capitalisti privati italiani ed esteri, che rafforzò i legami fra entourage governativo e capitalismo bancario. (Carlo Onofrio Gori, "Giuseppe Civinini. Profilo di un garibaldino pistoiese", in 'Camicia rossa' n. 2, maggio-luglio 2002) Archiviato il 2 aprile 2015 in Internet Archive.
  6. ^ Storia de La Nazione[collegamento interrotto]
  7. ^ Con lo pseudonimo di 'Forsitan' , Civinini firmò gli articoli apparsi nella rubrica 'Le conversazioni del giovedì', poi raccolti dalla sorella Giulia Civinini-Arrighi e stampati postumi col titolo "Le conversazioni del giovedì e altri scritti politici e letterari" dalla Tipografia Niccolai di Pistoia, nel 1885.
  8. ^ Biblioteca Comunale Forteguerriana – Libreria di Giuseppe Civinini
  9. ^ Biblioteca Comunale Forteguerriana – Civinini Giuseppe
  10. ^ Sistemi Archivistici – Dettaglio del 'Fondo Civinini Filippo, Giuseppe e Filippo Jr'.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Testi biografici
  • Vittorio Capponi, "Biografia pistoiese, o notizie della vita e delle opere dei pistoiesi illustri", Pistoia, Tip. Rossetti, 1878
  • Arturo Linacher, 'Discorso commemorativo di Giuseppe Civinini pronunciato nel salone del palazzo comunale di Pistoia' , Pistoia, Tip. Niccolai, 1904
  • Alfredo Chiti, 'A proposito del primo deputato di Pistoia' , in: "Bullettino storico pistoiese", vol. 42, n. 4, 1940
  • Giulia Civinini Arrighi, 'La prima giovinezza di Giuseppe Civinini : memorie' , Firenze, Ufficio della Rassegna nazionale, 1906
  • Valeriano Cecconi, 'Giuseppe Civinini di Pistoia. Patriota, deputato giornalista' , Pistoia, Brigata del Leoncino, 2000
  • Carlo Onofrio Gori, 'Giuseppe Civinini. Profilo di un garibaldino pistoiese' , in "Camicia rossa", n. 2, maggio-luglio 2002
  • Carlo Onofrio Gori, 'Un garibaldino che divenne direttore de La Nazione. La storia del deputato pistoiese Giuseppe Civinini' , in "Microstoria", n. 10, aprile 2000
Tesi di Laurea
  • Andrea Gori, 'Giuseppe Civinini nella crisi della democrazia risorgimentale.' , Università degli Studi di Firenze, Facoltà Magistero, anno accademico 1972-1973
  • Teresa Dolfi, 'Giuseppe Civinini direttore de 'La Nazione' e la guerra franco-prussiana, (16 ottobre 1869-19 dicembre 1871)' , Università degli Studi di Firenze, relatore Zeffiro Ciuffoletti, anno accademico 1994-1995
  • Franca La Porta, 'Giuseppe Civinini e la vita politica pistoiese nei primi anni dell'Unità d'Italia' , Università degli Studi di Firenze, Facoltà Magistero, anno accademico 1998-1999

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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