Giuseppe Albanese Ruffo

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Giuseppe Albanese Ruffo
NascitaL'Aquila, 18 novembre 1915
MorteGot el Ualeb, 29 maggio 1942
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoBersaglieri
Reparto12º Reggimento bersaglieri
Anni di servizio1936-1942
GradoCapitano
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna del Nordafrica
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena
dati tratti da Le Medaglie d'oro al Valor Militare Volume secondo (1942-1959)[1]
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Giuseppe Albanese Ruffo (L'Aquila, 18 novembre 1915Got el Ualeb, 29 maggio 1942) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque all'Aquila il 18 novembre 1915.[2] Dopo aver conseguito il diploma di geometra presso l'Istituto tecnico "Pietro Giannone" di Foggia,[3] si arruolò nel Regio Esercito nel 1934 venendo ammesso a frequentare la Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena, da cui uscì con il grado di sottotenente, assegnato all'arma di fanteria nel 1936.[3] Dopo aver frequentato la Scuola di applicazione di fanteria a Parma, fu assegnato in servizio all'8º Reggimento bersaglieri.[3]

Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, combatte sul fronte occidentale, al comando di una compagnia di cannoni controcarro.[3] Rimase sul fronte francese fino a che, in vista della costituzione della 133ª Divisione corazzata "Littorio",[4] fu trasferito al 12º Reggimento bersaglieri.[5] Frequentò il corso per unità autoblindate, al termine del quale, nel novembre 1941, fu assegnato in servizio al CXXXIII Battaglione bersaglieri.[3] Nel febbraio 1942 il CXXXIII Battaglione fu trasformato nell'VIII Battaglione bersaglieri corazzato[5] destinato ad operare in Africa Settentrionale Italiana.[5] Divenuto capitano, assunse il comando della 1ª Compagnia, raggiunse a bordo di un velivolo l'aeroporto di Castelbenito il 18 aprile dello stesso anno. Rimase ucciso in combattimento a Got el Ualeb il 29 maggio,[2] e per onorarne il coraggio fu decretata la concessione della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3] Una via di Roma porta il suo nome, così come una caserma.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di compagnia autoblinde in operazione esplorativa, trascinava il proprio reparto con ferma decisione e con l’esempio a breve distanza dai centri di resistenza avversari. Fatto segno ad intensa reazione di artiglieria, armi contro-carro e automatiche, ordinava ai propri plotoni di prendere posizione al riparo di dune e proseguiva con la sua sola autoblinda verso l’avversario per obbligarlo a rivelare l’ubicazione e la consistenza delle difese. Colpito da proiettile di artiglieria che gli uccideva il primo pilota, dispostane la sostituzione, si portava ancora avanti. Colpito una seconda volta e ferito in più parti dei corpo, con due morti a bordo, e la macchina immobilizzata, ordinava ai marconista, egli pure ferito, di mettersi in salvo e rimaneva solo e deciso al sacrificio supremo per compiere interamente la sua missione coi riferire per radio al proprio comandante superiore le notizie raccolte. Colpito in pieno per la terza volta, immolava alla Patria la sua giovinezza eroica. Supremo esempio di cosciente ardimento e di indomito valore. Got el Ualeb, 29 maggio 1942 .[6]»

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, Le Medaglie d'oro al Valor Militare Volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1968.
  • (EN) Philip S. Jowett e Stephen Andrew, The Italian Army Vol.1, Botley, Osprey Publishing Company, 2000, ISBN 1-85532-864-X.
  • (EN) Ian W. Walker, Iron Hulls, Iron Hearts. Mussolini's Elite Armoured Divisions in North Africa, Marlborough, The Crowood Press, 2003.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]