Giuseppe Valle

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Giuseppe Valle

Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Aeronautica
Durata mandato6 novembre 1933 –
31 ottobre 1939
Capo del governoBenito Mussolini
PredecessoreRaffaello Riccardi
SuccessoreFrancesco Pricolo

Dati generali
Partito politicoPartito Nazionale Fascista
Titolo di studiolaurea
ProfessioneAviatore
Giuseppe Valle
NascitaSassari, 17 dicembre 1886
MorteRoma, 20 luglio 1975
Cause della mortenaturali
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Regia Aeronautica
ArmaEsercito
Aviazione
Gradogenerale di armata aerea (grado oggi non più esistente comunque riconosciutogli a vita con decreto dopo la guerra[senza fonte])
Guerreguerra italo-turca
prima guerra mondiale
guerra d'Etiopia
guerra di Spagna
seconda guerra mondiale
Decorazionivedi qui
scheda
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Giuseppe Valle (Sassari, 17 dicembre 1886Roma, 20 luglio 1975) è stato un atleta, dirigente sportivo e generale italiano, che ricoprì l'incarico di sottocapo di stato maggiore (1929-1930) e poi di capo di stato maggiore dell'Aeronautica (15/10/1928-10/11/1939). È stato tra i fondatori della Società Podistica Lazio nel 1900.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Frequenta l'Accademia militare di Modena e la Scuola di applicazione di artiglieria e genio e il 5 settembre 1907 è promosso al grado di sottotenente in servizio permanente effettivo. Il Tenente Valle nel 1910 è uno dei primi ufficiali del Battaglione Specialisti del Servizio Aeronautico e nel novembre del 1911 viene assegnato in servizio navigante sul dirigibile militare P.1, basato a Vigna di Valle. Il mese successivo si imbarca come ufficiale di bordo sul dirigibile P.2, impiegato nella guerra di Libia, rimanendovi fino al maggio 1912. Dall'agosto 1912 il Tenente Valle è uno degli ufficiali che presiedono agli esperimenti ed al montaggio e che ne costituiscono il primo equipaggio dell'M.1 (dirigibile). Il 19 giugno 1914 viene nominato comandante in 1ª di dirigibile.

Dopo l'entrata in guerra dell'Italia nella prima guerra mondiale, il 24 maggio 1915, assume il comando del dirigibile P.4 della Marina a Campalto fino alla fine del successivo mese di settembre e poi la direzione del 4° Cantiere dirigibili. Il 30 maggio 1915 da Campalto decolla alle 19:35 al comando del dirigibile P.4 con a bordo il tenente Francesco Pricolo. L'aeronave sgancia 4 torpedini da 162, 4 da 130 e 6 incendiarie alle 22.30 da 1.450 metri sull'arsenale di Pola. Le torpedini incendiarie vennero lanciate sullo Scoglio Santa Caterina (Pola) e sui depositi di nafta. Alla fine del settembre 1915 il Capitano Valle fu trasferito al Cantiere della Marina di Ferrara per comandare il V.2 da ottobre 1915 a maggio 1916, poi l'M.14 e quindi dei Cantieri mobilitati di Padova e dell'Aeroporto di Ferrara-San Luca dal novembre 1915 al maggio 1916. Il 5 aprile 1916 decolla da Ferrara con il V.2 alle 22:30 (il suo ufficiale di bordo era il capitano Pricolo) per sganciare 600 kg di esplosivo, da 1.950 metri di quota, alle 02:00 del 6 maggio sul nodo ferroviario di Nabresina. Il 25 maggio successivo sempre con in V.2 parte da Ferrara alle 20:45 e, dopo il malfunzionamento del terzo motore, decide di non entrare in territorio nemico ma di lanciare 16 granate-mina da 118 mm e 12 da 162 mm sulle difese e strutture di Punta Salvore rientrando a Ferrara alle 04:15. Dal 1º luglio 1916 prende il comando del dirigibile M.9 fino al giugno 1917.

Transita nelle file della Regia Aeronautica, dopo la sua costituzione come arma indipendente nel 1923, con il grado di colonnello assumendo l'incarico di comandante del Gruppo dirigibili[1]. Nel 1926 consegue il brevetto di pilota di idrovolante, per essere poi nominato comandante della neonata Accademia Aeronautica. Il 28 marzo 1926 riceve dal re Vittorio Emanuele III la bandiera di istituto. Nel novembre 1928 lascia il comando dell'Accademia Aeronautica per assumere le funzioni di capo dell'Ufficio centrale del demanio. Nel 1929 diviene di Sottocapo di stato maggiore dell'Aeronautica, incarico che lascia il 22 febbraio 1930 per divenire Capo di stato maggiore della Regia Aeronautica, alle dipendenze del Ministro Italo Balbo. Tra il dicembre 1930 e il gennaio 1931 prende parte alla Crociera aerea transatlantica Italia-Brasile, la prima delle due trasvolate atlantiche di massa organizzate da Balbo. Il 10 novembre 1933 lascia l'incarico di Capo di stato maggiore, per riassumerlo il 22 marzo 1934. L'incarico era abbinato alla carica di Sottosegretario di Stato[senza fonte], alle dirette dipendenze del Ministro Benito Mussolini. La dipendenza agli ordini del Duce era, però, solo formale[2] in quanto gli venne sempre lasciata ampia autonomia[3]. Balbo ricevette la lettera in cui gli si comunicavano i nuovi compiti il 5 novembre 1933, rispose con un «Mio grande capo, sempre agli ordini!» e il 7 si recò da Mussolini per la consueta visita di congedo[4]. Il ministero dell'aviazione ritornò nelle mani del Duce, che dimissionò anche Raffaello Riccardi da sottosegretario, con il generale Valle che rimase Capo di stato maggiore della Regia Aeronautica ed assunse anche l'incarico di Sottosegretario. In questa nuova veste il generale Valle scrisse un rapporto segreto in cui dimostrò che Balbo aveva falsificato le cifre sull'effettiva consistenza numerica degli aeroplani, salvo essere accusato dal suo successore, Francesco Pricolo, di aver fatto la stessa cosa[5] Data l'attitudine dei capi fascisti di mettersi in cattiva luce l'un l'altro agli occhi di Mussolini, le dichiarazioni di Valle sono da prendere con cautela: Balbo, nei fatti, fu certamente più energico e miglior organizzatore della maggior parte dei suoi colleghi. In ogni caso anche il Duce, pochi giorni dopo averlo licenziato, lo informò che la cifra di 3.125 aeroplani in forza alla Regia Aeronautica da lui fornita era esagerata. Balbo dovette scusarsi chiarendo che aveva incluso nei conteggi anche gli aerei da addestramento, da turismo e addirittura quelli in produzione. Il vero numero degli aerei efficienti al combattimento era, secondo Balbo, 1.765. Mussolini capì che la politica dei raid oltreoceano e dei primati, peraltro da lui sostenuta, aveva distolto l'attenzione dall'efficienza bellica dell'Arma azzurra[6].

Nel 1939 fu nominato consigliere nazionale della Camera dei Fasci e delle Corporazioni[7]

Nel settembre 1939, durante una riunione dei capi di stato maggiore delle forze armate (gli altri erano l'ammiraglio Domenico Cavagnari e il Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio), si oppose alla preventivata entrata in guerra, dichiarando a Mussolini l'impreparazione della propria forza armata[1]. In quella occasione Valle propose di sospendere la vendita del lotto di bombardieri S.79 alla Jugoslavia, a beneficio della Regia Aeronautica, ma non venne ascoltato[8]. Il 10 novembre 1939 viene sostituito dal generale di squadra aerea Francesco Pricolo. Dopo la fine della seconda guerra mondiale gli vengono mosse numerose accuse (illecito arricchimento, fascistizzazione della forza, ecc...) e nel 1947 è sottoposto a processo, dal quale esce assolto[8]. Decorato di una medaglia d'oro al valore aeronautico e di due medaglie d'argento al valor militare, è deceduto a Roma il 20 luglio 1975.

Carriera sportiva[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni atleti di varie società romane, tra cui Valle (sotto la prima bandierina a sinistra) in veste di atleta della Società Podistica Lazio, insieme anche ad altri biancocelesti tra cui Olindo Bitetti (alla sua destra).

In gioventù è stato tra i fondatori della Polisportiva S.S. Lazio,[9] nonché atleta, ed il 18 marzo 1932 fu eletto presidente onorario del sodalizio biancoceleste[10]. Fu un eccellente podista, campione studentesco sulla distanza di 20 km. Il 13 marzo 1904 partecipa al "Premio Lazio", gara di 20 km, classificandosi in tempo utile. Tra il 1913 ed il 1925 partecipa a numerose gare di mongolfiere in Francia, Belgio, Stati Uniti, Svizzera e Spagna.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • I miei trent'anni di volo, edizione limitata di 200 copie con autografi dannunziani, A. Mondadori, Milano, 1939.
  • La dottrina - lo spirito, dal volume speciale dedicato alle Forze Armate in Rassegna Italiana, giugno 1939.
  • Uomini nei cieli, Centro Edit. Nazionale, Roma, 1958.
  • Pace e guerra nei cieli, Giovanni Volpe Editore, 1966.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
«Con intelligenza, perizia e ardimento, nella sua qualità di comandante di un dirigibile, seppe portare a compimento due azioni offensive contro la Piazza marittima di Pola nelle notti dal 30 al 31 maggio e 6-7 giugno 1915, guadagnando la via del ritorno al cantiere di Campalto, malgrado che il dirigibile fosse stato colpito da proiettili nemici, ripristinandolo in piena efficienza per la seconda missione e per una terza, dopo che era stato più seriamente offeso nell'attacco aereo del mattino dell'8 giugno 1915, dimostrando il fermo proposito di agire efficacemente contro il nemico e riuscendovi. Pola, 30-31 maggio, 6-7 giugno 1915
— Regio Decreto 12 agosto 1916.[11]
Grande ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
«Capo di stato maggiore della Regia Aeronautica ha svolto - agli ordini del Duce - opera tenacemente dinamica e di sicura fede per la preparazione, la continuità e la condotta delle operazioni che riaffermarono e conclusero il trionfo della Patria Fascista
— Regio Decreto 31 luglio 1939.[11]
Medaglia d'oro al valore aeronautico - nastrino per uniforme ordinaria
«Ha partecipato alla Crociera Aerea Transatlantica in qualità di Pilota. Orbetello-Rio de Janeiro, 17 dicembre 1930-15 gennaio 1931
— Regio Decreto 22 gennaio 1931.
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Quale comandante dei cantieri dirigibili, prendeva parte, anche di sua iniziativa, a numerose, arditissime azioni di bombardamento, ottenendone efficacissimi risultati dovuti alla sua rara perizia di comando ed al suo conosciuto ardire. Cielo del Carso, del Chiapovano, della Pianura Veneta, maggio 1917-luglio 1918
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Con mirabile intelligenza, perizia ed ardimento, nella sua qualità di comandante dei dirigibili P 4 e V. 2, portò a compimento le azioni di bombardamento contro la Ferriera di Muggia (13 giugno 1915), il Nodo ferroviario Divazza (16 giugno 1915), lo Stabilimento tecnico Triestino (4 luglio 1915), il Cantiere San Marco di Trieste (6 luglio 1915), la Stazione di Grignano (16 luglio 1915), il Bivio ferroviario Nabresina (21 luglio 1915), il Viadotto ferroviario Sestiana (22 luglio 1915), gli Hangars di Parenzo (7 agosto 1915), il Nodo ferroviario di Nabresina (5 aprile 1916), riuscendo sempre, spesso in condizioni di tempo difficili, a riprendere gli hangars di Campalto o di Ferrara, anche quando, per l'azione del tiro nemico, l'involucro del dirigibile era stato forato in più punti
Croce al merito di guerra (3 concessioni) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine coloniale della Stella d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della Crociera aerea del Decennale - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Croix de Guerre 1914-1918 (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Antonio Peliccia, Giuseppe Valle. Una difficile eredità , Ufficio storico stato maggiore Aeronautica, Roma, 1999.
  2. ^ Pricolo, Francesco. La Regia Aeronautica nella seconda guerra mondiale (novembre 1939-novembre 1941), Longanesi & C., Milano, 1970.
  3. ^ Valle, Giuseppe. Uomini nei cieli, Centro Edit.Nazionale, Roma, 1958.
  4. ^ Rocca 1993, pp. 58-59.
  5. ^ Mack Smith 1992, pp. 223-224.
  6. ^ Rocca 1993, p. 59.
  7. ^ http://storia.camera.it/deputato/giuseppe-valle-18861217#nav
  8. ^ a b Botti, Ferruccio. Pariani, Cavagnari, Valle parte terza, Storia Militare n. 126, Ermanno Albertelli editore, Parma, marzo 2004.
  9. ^ Lazio, all'alba furono in quindici: la nuova scoperta sulla storia della società biancoceleste, su lalaziosiamonoi.it. URL consultato il 5 luglio 2018.
  10. ^ Il Littoriale, 18 marzo 1932.
  11. ^ a b Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe D'Avanzo, Ali e poltrone, Roma, Ciarrapico Editore, 1976.
  • Ordine Militare d'Italia 1911-1964, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1969.
  • Franco Pagliano, Aviatori italiani: 1940-1945, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004, ISBN 88-425-3237-1.
  • Antonio Peliccia, Giuseppe Valle. Una difficile eredità, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1999.
  • Francesco Pricolo, La Regia Aeronautica nella seconda guerra mondiale (novembre 1939-novembre 1941), Milano, Longanesi & C., 1970.
  • Giuseppe Santoro, L'Aeronautica Italiana nella II Guerra Mondiale (2 volumi), Roma, Danesi, 1950.
  • Annunziato Trotta, Testo delle motivazioni di concessioni delle Medaglie d'Oro al Valor Aeronautico, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1978.
Periodici
  • Ferruccio Botti, Pariani, Cavagnari, Valle. Parte terzaStoria Militare, n. 126, Parma, Ermanno Albertelli editore, marzo 2004.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Capo di stato maggiore dell'Aeronautica militare Successore
Armando Armani 15 ottobre 1928 - 23 novembre 1933 Antonio Bosio (generale)
Predecessore Capo di stato maggiore dell'Aeronautica militare Successore
Antonio Bosio (generale) 22 marzo 1934 - 10 novembre 1939 Francesco Pricolo
Predecessore Sottosegretario del Ministero dell'aeronautica Successore
Raffaello Riccardi 16 novembre 1933 - 31 ottobre 1939 Francesco Pricolo
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