Giulio Bizzozero
Giulio Bizzozero | |
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Senatore del Regno d'Italia | |
Legislature | XVII |
Dati generali | |
Università | Università degli Studi di Pavia, Università degli Studi di Torino e Università degli Studi di Padova |
Giulio Bizzozero (Varese, 20 marzo 1846 – Torino, 8 aprile 1901) è stato un ematologo, patologo, politico e accademico italiano. È ritenuto il padre dell'istologia italiana, nonché uno dei più significativi precursori della medicina preventiva. Fu promotore del Positivismo in Italia.
La vita[modifica | modifica wikitesto]
Figlio di Penhelope Papanicolau, zia dell’illustre medico Georgios Papanicolaou (noto ai più per il Pap test), emigrata in Italia nel 1838.
Laureato in Medicina all'Università degli Studi di Pavia nel 1866 (all'età di 20 anni), nel 1867 già insegnava Patologia generale a Pavia ed era direttore del laboratorio di patologia sperimentale, appositamente creato per lui da Paolo Mantegazza.
Nel 1872 vinse il concorso per la cattedra di genio fra gli insegnanti all'Università degli Studi di Torino che, sotto la successiva direzione da parte dello stesso Bizzozero, divenne uno dei centri europei più importanti per la medicina. Dopo aver superato il concorso per la cattedra di patologia generale presso la Facoltà Medico-Chirurgica di Torino, dal 1873 incominciò ad insegnare presso questa sede. Il suo metodo poneva alla base della ricerca l'osservazione e la sperimentazione.[1] In seguito egli fu direttore dell'Accademia militare (1898-1899), quindi membro del Consiglio superiore di sanità e di quello della Pubblica Istruzione. Nominato senatore, si batté in parlamento per la questione sociale e la sanità pubblica.
L'attività scientifica e l'impegno politico e sociale[modifica | modifica wikitesto]
Dal punto di vista scientifico, Bizzozero è ricordato per i suoi importanti studi di ematologia. L'anno prima di laurearsi aveva già dimostrato la funzione ematopoietica del midollo osseo e, nel 1881, comunicava all'Accademia di Medicina alcune fondamentali scoperte sulle piastrine come terzo componente morfologico del sangue e sulla loro importanza nel processo della trombosi[2]. Bizzozero è inoltre famoso per i suoi studi sulle capacità rigenerative dei tessuti, sulla struttura del tessuto connettivo, sull'origine infettiva della tubercolosi, sulla flogosi e per la sua descrizione del processo della fagocitosi.
Per quanto riguarda il suo impegno in campo politico e sociale, egli sostenne con forza e convinzione l'importanza della sperimentazione nelle discipline scientifiche e promosse attivamente la costruzione di nuovi laboratori presso l'ateneo torinese. In questo contesto, Insieme ad altri scienziati, contribuì alla nascita degli Istituti biologici nelle sedi di corso Raffaello e corso Massimo D'Azeglio.[3]
Quando, a causa di una grave malattia agli occhi, Bizzozero non fu più in grado di dedicarsi agli studi al microscopio, intensificò la sua attività in difesa della salute pubblica. Tra i risultati di questo vigoroso impegno si possono contare, nella sola Torino, numerosi esempi di iniziative da lui promosse e realizzate: il laboratorio di igiene, la rete idrica e fognaria, l'ospedale Amedeo di Savoia per le malattie infettive, i bagni municipali. Intraprese inoltre numerose azioni di prevenzione, in particolare contro la malaria e la tubercolosi.
In sua memoria la città di Varese, oltre ad ospitare la sua tomba presso il Cimitero monumentale di Giubiano, gli ha dedicato una via nei pressi dell'Università degli Studi dell'Insubria.
Le opere[modifica | modifica wikitesto]
Le opere più importanti prodotte da Bizzozero sono senz'altro il Corso di istologia normale ed il rivoluzionario Lezioni di patologia generale, in cui basa tale scienza su ricerche sperimentali e sull'osservazione al microscopio dei processi patologici. Suo inoltre, il Manuale di microscopia clinica, con aggiunte riguardanti l'uso del microscopio nella medicina legale, che fu stampato in cinque edizioni e tradotto in diverse lingue. È da ricordare anche l'Archivio per le scienze mediche, una delle prime riviste di ricerca biomedica, cui Bizzozero diede vita nel 1876.
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
![]() |
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia |
![]() |
Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro |
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Medaglia commemorativa delle campagne delle Guerre d'Indipendenza (1 barretta) |
![]() |
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia |
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Dianzani 2003, pp. 82–108.
- ^ Giulio Bizzozero, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ Dianzani 2003, pp. 181–194.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Questo testo proviene in parte dalla relativa voce del progetto Mille anni di scienza in Italia, opera del Museo Galileo. Istituto Museo di Storia della Scienza di Firenze (home page), pubblicata sotto licenza Creative Commons CC-BY-3.0
- Renata Allìo, Maestri dell'Ateneo torinese dal Settecento al Novecento, Torino, Centro studi di storia dell'Università di Torino, 2004.
- Mario Umberto Dianzani, La medicina torinese fra vitalismo e positivismo : la vittoria del positivismo (da Moleschott a Bizzozzero), Torino, Edizioni Accademia di Medicina, 2003.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giulio Bizzozero
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Giulio Bizzozero, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Giulio Bizzozero, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Giulio Bizzozero, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Giulio Bizzozero, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Giulio Bizzozero, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Giulio Bizzozero, su siusa.archivi.beniculturali.it, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.
- Opere di Giulio Bizzozero, su Liber Liber.
- Opere di Giulio Bizzozero, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
- (EN) Opere di Giulio Bizzozero, su Open Library, Internet Archive.
- Giulio Bizzozero, su Senatori d'Italia, Senato della Repubblica.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 47563523 · ISNI (EN) 0000 0001 0897 0579 · SBN IT\ICCU\SBLV\206774 · LCCN (EN) n86818591 · GND (DE) 119068370 · BNF (FR) cb12274332n (data) · BNE (ES) XX5192803 (data) · WorldCat Identities (EN) lccn-n86818591 |
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