Vai al contenuto

Giuliano-Dalmata

Coordinate: 41°48′58.73″N 12°29′59.56″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Q. XXXI Giuliano-Dalmata
Via Oscar Sinigaglia, il centro storico del quartiere
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Lazio
Provincia  Roma
Città Roma Capitale
CircoscrizioneMunicipio Roma IX
Data istituzione13 settembre 1961
Codice231
Superficie7,99 km²
Abitanti20 616 ab.
Densità2 580,58 ab./km²
Mappa dei quartieri di
Mappa dei quartieri di

Giuliano-Dalmata è il trentunesimo quartiere di Roma, indicato con Q. XXXI.

Geografia fisica

[modifica | modifica wikitesto]

Si trova nell'area sud della città.

Il quartiere confina:

Monumento ai caduti giuliani e dalmati (1961)

Nacque come Villaggio Operaio E42, adibito ad alloggiare gli operai impegnati nell'allestimento dell'Esposizione Universale di Roma (che originò il quartiere EUR, rinominato nel 1965 in quartiere Europa).

Con lo scoppio della guerra gli operai abbandonarono le loro case che, dopo una breve occupazione anglo-americana, rimasero abbandonate. Nel 1947, dodici famiglie di profughi giuliani si insediarono nel villaggio, ribattezzandolo Villaggio Giuliano.

L'inaugurazione ufficiale e la consegna delle prime unità abitative agli esuli (le camerate dell'ex villaggio operaio ristrutturate e riadattate a piccoli appartamenti), avviene il 7 novembre 1948 alla presenza del segretario del Consiglio dei ministri Giulio Andreotti e di Francesca Romani, consorte del Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi. In quell'occasione ci fu il primo matrimonio della comunità. Il fiumano Armando Chioggia, classe 1921, sposò nella piccola cappella del Villaggio la romana Fernanda Tombesi, quasi a volere suffragare ufficialmente l'unione della gente giuliana e dalmata con l'accogliente città di Roma.

Nel 1955, in seguito all'arrivo di circa duemila profughi giuliani e dalmati, assunse il nome attuale.

Il 4 novembre 1961 fu inaugurato sulla via Laurentina, per volere dell'Opera Profughi, un monumento costituito da un masso carsico con incastonata la scritta "AI CADUTI GIULIANI E DALMATI" e gli stemmi delle città giuliano-dalmate di Pola, Fiume e Zara.[1]

Il 10 febbraio 2008, in occasione della celebrazione del quarto Giorno del ricordo, è stato inaugurato, su largo Vittime delle Foibe Istriane, un monumento commemorativo per le vittime dei massacri delle foibe.

Monumenti e luoghi d'interesse

[modifica | modifica wikitesto]
Chiesa di Santa Giovanna Antida (Fonte Meravigliosa)
Monumento alle vittime delle foibe (2008)
Centro idrico di Vigna Murata (1989)

Architetture religiose

[modifica | modifica wikitesto]
Inizialmente sede della Parrocchia di San Marco Evangelista, eretta nel 1950, nel 1979 venne intitolata a San Giuseppe da Copertino dall'allora cardinale vicario Ugo Poletti.
Sabato 14 febbraio 2015[2] la parrocchia è stata elevata a chiesa titolare con l'omonimo titolo.
La chiesa ospita una delle tre urne contenenti le ceneri di Giuseppe da Copertino. Le altre due urne sono conservate nella Basilica di San Giuseppe da Copertino ad Osimo e nel Santuario di San Giuseppe da Copertino nell'omonima città di Copertino.
Nella sede originaria dove era sita la chiesa intitolata a San Marco Evangelista, sorgono i giardini intitolati al maestro Lodovico Zeriav. All'interno di essi il monumento della Lupa romana di Pola.
Parrocchia eretta l'11 dicembre 1969 con il decreto del cardinale vicario Angelo Dell'Acqua "Pastoris vigilantis".
Parrocchia eretta il 1º giugno 1980 con il decreto del cardinale vicario Ugo Poletti "Le instancabili premure".
Parrocchia eretta il 17 ottobre 1989 con decreto del cardinale vicario Ugo Poletti.
  • Bassorilievo in travertino raffigurante il Leone di San Marco realizzato dallo scultore Pietro De Laurentiis. L’opera venne realizzata nel 1953 per La Casa della Bambina Giuliana e Dalmata sorta grazie ad una donazione di Marcella e Oscar Sinigaglia. Sotto il Leone Marciano e la scritta ci sono quattro formelle simboliche che rappresentano Trieste, Dalmazia, Istria, Fiume. Oggi l’edificio è sede della Protezione Civile della Regione Lazio.
  • Cippo carsico. Monumento dedicato ai "Caduti giuliani e dalmati", su via Laurentina presso il civico 628. 41.821321°N 12.480917°E
Sul masso carsico, tratto dai campi di battaglia della prima guerra mondiale, uno stemma bronzeo che raccorda gli emblemi dell'Istria, di Fiume, di Trieste, di Gorizia e della Dalmazia. Venne inaugurato il 4 novembre 1961.
  • Mosaico del pittore polesano Amedeo Colella, già funzionario dell'Opera per l'assistenza i profughi giuliani e dalmati, collocato nella piazza Giuliani e Dalmati nel 1962.
  • Monumento alle vittime delle foibe, su largo Vittime delle Foibe Istriane, nei pressi della stazione Laurentina della Metro B. 41.827773°N 12.479196°E
Opera del maestro Giuseppe Mannino. Nella dedica si legge: «Ai martiri dell'Istria, della Venezia-Giulia e di Fiume, del mare di Dalmazia, infoibati e annegati per amore della libertà e dell'Italia (1943/1947). La Regione Lazio, la città di Roma e la comunità giuliano-dalmata esule, a perenne ricordo. Roma, 10 febbraio 2008.»
  • Centro idrico di Vigna Murata, su via del Casale Solaro. Sistema di distribuzione idrica del XX secolo (1989). 41.822859°N 12.497052°E
L'opera è stata progettata dall'architetto Francesco Palpacelli ed è costituita da un serbatoio e una torre piezometrica. Realizzata in acciaio ITACOR 2, raggiunge un'altezza massima di circa 120 metri.[3]
Giuseppe Tosi (Pola, 4 agosto del 1890 - Abbazia, maggio 1945), maestro di scuola elementare e direttore didattico nel comune di Volosca-Abbazia tra le due guerre mondiali, fu ucciso dalla polizia segreta jugoslava, detta OZNA, che iniziò ad operare indiscriminati arresti all'indomani dell'occupazione dell'Istria e di Fiume, tra la fine di aprile e i primi di maggio 1945: in pochi giorni oltre cinquanta italiani di Abbazia e dintorni furono imprigionati e poi uccisi con efferata violenza, tra cui Tosi[4]. Esisteva una prima sede istituita nel 1958 in via Canzone del Piave n. 12, che ora ospita il comando dei vigili urbani del Municipio Roma IX.

Nel 1962 Alberto Sordi girò un film in bianco e nero dal titolo Il commissario. Molte scene del film sono ambientate all'Eur. Una scena è stata girata al Villaggio Giuliano-Dalmata di Roma.

Parte del film Borotalco (1982), diretto da Carlo Verdone, è ambientata nel quartiere, nella zona Prato Smeraldo-Fonte Meravigliosa. Si riconoscono i moderni (per l'epoca) edifici di via Elio Lampridio Cerva (casa di Nadia), via Veranzio (casa di Rossella) e piazza Zamagna. Famosa la scena in cui Verdone chiede alla moglie dove sia via Lampridio Cerva (... e 'ndo stà?), stupendosi del nome inconsueto.

Il quartiere ha fatto da sfondo ad alcune scene di altri film, tra cui 7 chili in 7 giorni (1986) di Luca Verdone con Renato Pozzetto e Carlo Verdone e Da grande (1987) di Franco Amurri con Renato Pozzetto.

Vi è situato il cinema UCI Luxe Maximo, della catena United Cinemas International dentro il centro commerciale Maximo, situato in Via Laurentina.

Geografia antropica

[modifica | modifica wikitesto]

Nel territorio del quartiere Giuliano-Dalmata si estende l'intera zona urbanistica 12B Villaggio Giuliano e gran parte della 12E Cecchignola.

Suddivisioni storiche

[modifica | modifica wikitesto]

Del territorio di Giuliano-Dalmata fa parte l'unica frazione all'interno di un quartiere: Castello della Cecchignola.

Il confine nord con il quartiere Ardeatino è delineato dalla via di Vigna Murata, che prende il nome dai ruderi di un'antica villa.
Alcune targhe indicanti il nome della via, quali via dei Corazzieri e via Antonio Cippico, riportano la sigla C.S. X, ossia Condotta Sanitaria (gli attuali Distretti Sanitari delle ASL), anziché Q. XXXI, secondo la vecchia suddivisione toponomastica della città.

Le strade sono perlopiù dedicate a personaggi giuliani e dalmati, o che hanno avuto a che fare con l'area giuliano-dalmata, ed eventi che li hanno riguardati, come largo Vittime delle Foibe Istriane, largo Eccidio di Malga Bala, piazzale dei Militari caduti nei lager e il parco Caduti per Trieste. Vi sono inoltre vie dedicate a combattenti nella Resistenza italiana e lo stesso ponte 4 giugno 1944 prende il nome dalla data della Liberazione di Roma[5].

Vi si trovano, inoltre, strade a tema militare, dovute alla presenza della città militare della Cecchignola e strade dedicate ad astronomi, donne di valore e toponimi di zona[6].

Infrastrutture e trasporti

[modifica | modifica wikitesto]
È raggiungibile dalla stazione Laurentina.
  1. ^ Per maggiori informazioni sulla storia dell'insediamento dei profughi giuliani si veda M. Micich, I Giuliano-Dalmati a Roma e nel Lazio. L'esodo tra cronaca e storia (1945-2004), 3ª ed. Le immagini relative all'inaugurazione del Villaggio giuliano di Roma e del matrimonio Chioggia girate dall'Istituto Luce nel 1948, nonché filmati relativi ai profughi nella capitale, sempre conservati dall'Istituto Luce, sono stati raccolti, insieme a varie interviste a residenti del Quartiere giuliano-dalmata, nel video documentario di E. Loria, Vivere in esilio. Memorie del Villaggio giuliano-dalmata di Roma, Roma, Ass.ne per la cultura fiumana istriana e dalmata nel Lazio, 2010.
  2. ^ Concistoro Ordinario Pubblico: Assegnazione dei Titoli o Diaconie e Voto su alcune cause di Canonizzazione, 14.02.2015
  3. ^ Valearchy, Centro Idrico di Vigna Murata, su ArchiDiAP, 15 ottobre 2014.
  4. ^ Marino Micich, Il martirio di Giuseppe Tosi. Ricordo di un maestro di frontiera, in «La Voce di Fiume», a.XXXIII, n.1, gennaio 2009.
  5. ^ Ponte 4 giugno 1944, su geoportale.comune.roma.it, Roma Capitale - SISTO - Sistema informativo toponomastico. URL consultato il 15 maggio 2024.
  6. ^ Vie e piazze di Roma intitolate a personaggi e toponimi della Venezia Giulia si trovano dettagliatamente elencate nel volume di M. Micich e G. de Angelini, Stradario giuliano dalmata di Roma. Personaggi, luoghi, memorie nelle vie e piazze della capitale, Roma, Ass.ne per la cultura fiumana istriana e dalmata nel Lazio, 2007.
  • AA.VV., Il Villaggio giuliano-dalmata di Roma. Cronaca e storia di uomini e fatti (1947-2003), Roma, Associazione per la cultura fiumana, istriana e dalmata nel Lazio, 2003.
  • Giorgio Carpaneto e altri, I quartieri di Roma, Roma, Newton Compton Editori, 1997, ISBN 978-88-8183-639-0.
  • Roberta Fidanzia, Storia del quartiere Giuliano-Dalmata di Roma. CD-ROM, Roma, Drengo, 2003, ISBN 978-88-88812-01-4.
  • Marino Micich, I Giuliano-Dalmati a Roma e nel Lazio. L'esodo tra cronaca e storia (1945-2001), Roma, Associazione per la cultura fiumana, istriana e dalmata nel Lazio, 2002.
  • Marino Micich, I Giuliano-Dalmati a Roma e nel Lazio. L'esodo tra cronaca e storia (1945-2004), 3ª ed., Roma, Associazione per la cultura fiumana, istriana e dalmata nel Lazio, 2004.
  • Marino Micich e Gianclaudio de Angelini, Stradario giuliano dalmata di Roma. Personaggi, luoghi, memorie nelle vie e piazze della capitale, Roma, Associazione per la cultura fiumana, istriana e dalmata nel Lazio, 2007.
  • Mauro Quercioli, QUARTIERE XXXI. GIULIANO DALMATA, in I Rioni e i Quartieri di Roma, vol. 8, Roma, Newton Compton Editori, 1991.
  • Claudio Rendina e Donatella Paradisi, Le strade di Roma, vol. 1, Roma, Newton Compton Editori, 2004, ISBN 88-541-0208-3.
  • Claudio Rendina, I quartieri di Roma, vol. 2, Roma, Newton Compton Editori, 2006, ISBN 978-88-541-0595-9.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Roma: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Roma