Giulia Centurelli

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Autoritratto

Giulia Centurelli (Ascoli Piceno, 31 ottobre 1832Roma, 24 gennaio 1872) è stata una poetessa, pittrice e patriota italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque ad Ascoli Piceno nel 1832 da una famiglia di umili origini e si formò presso la scuola cittadina di belle arti del conte Orazio Centini Piccolomini[1]. Entrò giovanissima a far parte dell'associazione segreta ascolana Apostolato Dantesco[2], un'organizzazione patriottica di ispirazione mazziniana sorta nel 1855 e, in tali circostanze, ne conobbe il fondatore Nicola Gaetani Tamburini col quale intrecciò un lungo rapporto epistolare[3].

Nel 1857, la polizia pontificia scoprì l'attività dell'Apostolato Dantesco, arrestò Tamburini e gli altri soci e, due anni più tardi, la stessa sorte toccò a Centurelli che fu confinata per un anno nell'Ospedale civile di Santa Margherita di Ascoli Piceno. In occasione della sua liberazione, avvenuta il 19 settembre 1860, compose "Rendimento di grazie nel giorno della riscossa" e proseguì l'impegno politico partecipando alla raccolta firme per un plebiscito, dal quale tuttavia le donne restavano escluse, per l'annessione delle Marche al Regno d'Italia[4].

Dopo l'unificazione, Giulia Centurelli insegnò disegno presso la Scuola Normale Femminile di Ascoli Piceno e, dal 1870, lavorò a Roma nella Scuola Superiore Femminile diretta dalla poetessa e patriota Erminia Fuà Fusinato.

Morì di vaiolo a Roma il 24 gennaio 1872.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

La produzione artistica di Giulia Centurelli risulta in parte dispersa. Realizzò disegni, miniature e riproduzioni ispirate ad artisti come Guido Reni. Tra le sue opere sopravvissute e più apprezzate si ricordano la Sacra Famiglia, copia della Madonna della Cesta di Pieter Paul Rubens, un autoritratto giovanile e il Ritratto di Italo Selva, tutte conservate ad Ascoli Piceno nella Pinacoteca civica[5]. Giulia Centurelli si dedicò anche alla poesia, di ispirazione patriottica risorgimentale, e i suoi versi furono pubblicati su alcuni giornali dell'epoca come Vita nuova di Roma e Il giornale di Ascoli Piceno[6]. Tradusse, inoltre, i canti del poeta magiaro Sandor Petöfi pubblicati a Roma nel 1871.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Riccardo Gabrielli, "All’ombra del colle di San Marco : memorie storiche degli ascolani illustri e benemeriti dal 1830 ai giorni nostri", Ascoli Piceno, Tip. F. Fiori e figlio, 1948.
  2. ^ Giulia Centurelli nel Risorgimento marchigiano Archiviato il 14 luglio 2014 in Internet Archive. URL consultato il 5 luglio 2014
  3. ^ Bruno Ficcadenti, Lettere e poesie per una rivoluzione, Ascoli Piceno, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, Comitato di Ascoli Piceno, 1988
  4. ^ Eccezionalmente ammessa al voto nel plebiscito marchigiano del 1860 Maria Alinda Bonacci Brunamonti
  5. ^ Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno URL consultato il 5 luglio 2014
  6. ^ Oscar Greco, Bibliografia femminile italiana del XIX secolo, Venezia, s.n., 1875.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Maria Gabriella Mazzocchi, Giulia Centurelli: una donna ascolana del Risorgimento, in Flash, la Rivista del Piceno, n. 400, 2013
  • Gian Luca Fruci, Cittadine senza cittadinanza. La mobilitazione femminile nei plebisciti del Risorgimento (1847-1870), in Genesis, V/2, 2006, pp. 21–55
  • Maria Pia Casalena, Scritti storici di donne italiane: bibliografia 1800-1945, Firenze, Olschki, 2003 ISBN 88-222-5261-6
  • Dizionario biografico dei Marchigiani, a cura di Giovanni M. Claudi e Liana Catri, Ancona, Il lavoro editoriale, 2002 ISBN 88-7663-334-0
  • Teresa Paoletti, Donne ascolane nella storia e nell'arte, Ascoli Piceno, Società Tipografica Cooperativa, 1911

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