Julie Clary

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Julie Clary
Julie Clary ritratta con la figlia Zenaide da Robert Lefèvre nel 1807
Regina consorte di Spagna
Stemma
Stemma
In carica6 giugno 1808 -
11 dicembre 1813
PredecessoreMaria Luisa di Parma
SuccessoreMaria Isabella di Portogallo
Regina consorte di Napoli
In carica30 marzo 1806 -
8 luglio 1808
PredecessoreMaria Carolina d'Austria
SuccessoreCarolina Bonaparte
Nome completoMarie Julie Clary
Altri titoliContessa di Survilliers
NascitaMarsiglia, Francia, 26 dicembre 1771
MorteFirenze, Italia, 7 aprile 1845
Luogo di sepolturaBasilica di Santa Croce, Firenze
Casa realeClary per nascita
Bonaparte per matrimonio
PadreFrançois Clary
MadreFrançoise Rose Somis
ConsorteGiuseppe Bonaparte
FigliGiulia Giuseppina
Zenaide Letizia Giulia
Carlotta Napoleona

Julie Clary (Marie Julie Clary[1]; Marsiglia, 26 dicembre 1771Firenze, 7 aprile 1845), nata in una famiglia della borghesia marsigliese, divenne regina consorte di Napoli (1806-1808) e di Spagna e delle Indie (1808-1813) come moglie di Giuseppe Bonaparte, fratello maggiore dell'imperatore Napoleone Bonaparte.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dalla nascita alla gioventù[modifica | modifica wikitesto]

Julie nacque a Marsiglia il 26 dicembre 1771, figlia di François Clary (1725-1794), un ricco produttore e commerciante di sete di Marsiglia, e della sua seconda moglie Françoise Rose Somis (1737-1815)[1].

A causa della rivoluzione, giunta a Marsiglia nel 1791, la famiglia Clary si trasferì nella proprietà Rous, subito fuori Marsiglia. Lì Julie conobbe François Félix Rous, cugino acquisito di sua sorella Rose. Iniziò tra i due una relazione che durò fino al 1792, quando Félix Rous, tenente delle guardie della regina Maria Antonietta, subì un incidente e venne dichiarato morto.

Sua sorella Désirée Clary, di sei anni più giovane di Julie, fu per brevissimo tempo, nel 1795, fidanzata di Napoleone Bonaparte. Divenne regina di Svezia e Norvegia (con il nome di Desideria) quando suo marito, il maresciallo Bernadotte, fu incoronato Carlo XIV Giovanni di Svezia (Carlo III Giovanni di Norvegia). Suo fratello Nicholas Joseph Clary fu creato I Conte Clary e sposò Anne Jeanne Rouyer.

Il 1º agosto 1794 a Cuges (dipartimento di Bouches-du-Rhône) sposò Giuseppe Bonaparte, fratello maggiore di Napoleone, che divenne in seguito re di Napoli e poi re di Spagna. Ebbero tre figlie, di cui due sopravvissute.

Nel 1796 Giuseppe prese parte con Napoleone alla prima campagna d'Italia. L'anno seguente, durante la Prima Repubblica francese, lui e Julie vennero nominati diplomatici, prima alla corte dei duchi di Parma e poi a Roma, lasciando la città solo dopo i disordini del 28 dicembre 1797 e l'assassinio del generale Duphot. Tornati in Francia, Giuseppe fu membro del Consiglio dei Cinquecento, l'organo legislativo inferiore all'epoca del Direttorio, nel 1798. In preparazione del colpo di Stato del 18 brumaio, tentò di riconciliare Napoleone con il generale Bernadotte, facendolo sposare con la sorella di sua moglie, Désirée Clary. Fu in questo periodo che acquistò la proprietà di Mortefontaine.

Durante le guerre napoleoniche svolse il compito di inviato per conto di suo fratello e firmò trattati con gli Stati Uniti, l'Austria, la Gran Bretagna e lo Stato Pontificio tra i quali il trattato di Mortefontaine (1800), la pace di Luneville (1801) e la pace di Amiens (1802).

Vita da regina[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1806 suo marito fu creato re di Napoli e quindi Julie divenne regina di Napoli, ma rimase per due anni a Parigi, alla corte del cognato imperatore Napoleone I. Nell'aprile 1808 Julie fu inviata a Napoli per aiutare il marito a sedare delle piccole rivolte e per tenere la reggenza del regno fino all'arrivo di Gioacchino Murat e della cognata Carolina, nuovi sovrani di Napoli. Nel 1808, infatti, Giuseppe fu creato re di Spagna e Julie divenne regina di Spagna. Tuttavia, non visse mai in Spagna, preferendo vivere a Mortefontaine, nel dipartimento dell'Oise, o a Parigi. Era tenuta informata a Vichy e a Plombières circa le relazioni adultere del marito con la nativa cubana-caraibica contessa vedova di Jaruco, Teresa de Montalvo, e con Maria del Pilar Acedo, marchesa di Montehermoso.

Dopo la caduta di Napoleone[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la sconfitta dell'esercito napoleonico francese nella battaglia di Vitoria il 21 giugno 1813 e l'ingresso delle truppe alleate a Parigi nel 1814, Julie acquistò il castello di Prangins in Svizzera, vicino al lago Lemano, dove Giuseppe e le due bambine andarono, in attesa di Julie, rimasta in Francia per la morte della madre. A Parigi, in quel periodo, Julie venne arrestata e portata davanti al nuovo re, Luigi XVIII, e allo zar di Russia, Alessandro I. Solo per l'intervento del cognato, Jean Baptiste Bernadotte, diventato in quel periodo principe ereditario svedese, riuscì ad essere liberata e a preparare, insieme alla cognata Hortense Bonaparte, il ritorno del cognato, esiliato all'isola d'Elba.

Dopo la battaglia di Waterloo e la caduta di Napoleone, Giuseppe Bonaparte acquistò un immobile nello Stato di New York, nei pressi del fiume Delaware, con il ricavato della vendita dei dipinti spagnoli presi dai palazzi, castelli, monasteri e palazzi comunali saccheggiati a Madrid.

Jacques-Louis David, L'incoronazione di Napoleone

Ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

Julie andò con le figlie a Francoforte, dove rimase per circa sei anni, separata dal marito trasferitosi negli Stati Uniti. In seguito si trasferì a Bruxelles e poi a Firenze, in Italia, presso il Palazzo Serristori, vicino alla residenza del cognato Camillo Borghese. È stata descritta come affascinante nei suoi salotti, maestosa alle Tuileries, tranquilla, dignitosa, ottima amazzone, pacifica e generalmente ben voluta nelle varie corti dove si era recata e amata moltissimo dai parigini e napoletani più bisognosi. La duchessa di Abrantes, Laura Junot, nel suo memoriale scrisse che "nessun uomo bisognoso, parigino e napoletano, ha mai dimenticato la benevolenza dei suoi atti verso il prossimo e nessun soldato francese ha dimenticato le sue balsamiche cure al castello degli Invalides, dopo le campagne militari di Napoleone."

Durante questo periodo si separò dalla sorella Desirée che, in quanto nuova regina svedese, si trasferì in Svezia.

Julie Clary Bonaparte

Nel 1840 Giuseppe raggiunse Julie a Firenze. Nonostante gli adulteri, lei si riferiva sempre a Giuseppe come a "il mio caro marito".

Giuseppe Bonaparte morì tra le sue braccia il 28 luglio 1844, all'età di settantasei anni. Julie morì otto mesi dopo, il 7 aprile 1845, all'età di settantatré anni. Furono sepolti fianco a fianco nella basilica di Santa Croce a Firenze.

Diciassette anni dopo, nel 1862, l'auto-proclamato imperatore francese Napoleone III portò i resti di Giuseppe Bonaparte in Francia e li inumò alla destra del fratello minore, l'imperatore Napoleone I. I resti di Julie sono ancora presso la basilica di Santa Croce a Firenze, accanto a quelli di sua figlia, Carlotta, morta a Sarzana il 3 marzo 1839, all'età di trentasette anni, nel dare alla luce un bambino illegittimo nato morto.

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Jean Baptiste Wicar, Julie Clary e le sue figlie, 1808, Palazzo Reale di Caserta

Julie diede a suo marito tre figlie:

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Jacques Clary Antoine Clary  
 
Marguerite Canolle  
Joseph Clary  
Catherine Barosse Angelin Barosse  
 
Jeanne Pélissière  
François Clary  
François Ammoric David Ammoric  
 
Magdalene Chabrande  
Françoise Agnès Ammoric  
Jeanne Boisson Maurice Boisson  
 
Gabrielle Bouquette  
Marie Julie Clary  
Jean Louis Somis François Somis  
 
Françoise Chiosio  
Joseph Ignace Somis  
Françoise Bouchard Antoine Christophe Bouchard  
 
Catherine Martel  
Françoise Rose Somis  
François Soucheiron Louis Soucheiron  
 
Claire Tolode  
Catherine Rose Soucheiron  
Anne Cautier César Cautier  
 
Thérèse Amauric  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Darryl Lundy, Genealogia di Giulia Clary, su thepeerage.com, thePeerage.com, 10 maggio 2003. URL consultato il 18 settembre 2009.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Manuel Ríos Mazcarelle. Reinas de España, Casa de Borbón, I, Alderabán, El legado de la historia, Madrid, 1999, 1edizione, ISBN 8488676573.
  • Juan Balansò. Julia Bonaparte, reina de España, Planeta, 1991 - 170 pagine, 1 edizione, ISBN 8432045381, 2001 2 edizione, ISBN 9788432045387
  • Nadia Verdile, Regine. Spose bambine, eroine e sante dall'Europa alla corte di Napoli, Lucca, Maria Pacini Fazzi Editore, 2018.

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Controllo di autoritàVIAF (EN13101987 · ISNI (EN0000 0000 2820 0005 · CERL cnp00586103 · LCCN (ENn92082342 · GND (DE118714074 · BNE (ESXX5395706 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n92082342