Giovanni Antonio Sogliani

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Ritratto di Giovanni Antonio Sogliani, 1568, illustrazione tratta da Le Vite di Giorgio Vasari

Giovanni Antonio Sogliani (Firenze, 1492Firenze, 15 luglio 1544) è stato un pittore italiano.

Giovanni Antonio Sogliani, La mensa di san Domenico, affresco, 1536, Convento di San Marco, Firenze
San Giovanni Battista (inizi del XVI secolo), Museo Mandralisca, Cefalù

Fu apprezzato per la capacità che ebbe di rappresentare lo spirito della Controriforma attraverso atmosfere melanconiche nel linguaggio figurativo immediato. Egli dedicò la sua intera vita alla pittura e lavorò per più di 25 anni nella bottega di Lorenzo di Credi che seguì lo stile di Leonardo da Vinci, Fra' Bartolomeo e Mariotto Albertinelli.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Di Giovan Antonio Sogliani ci parla Giorgio Vasari, che lo conosce bene e ne dice:

«Fu il Sogliani persona onesta e religiosa molto, e sempre attese ai fatti suoi, senza essere molesto a niuno dell'arte [...] il quale era tanto nell'aspetto freddo e malinconico, che parea la stessa malinconia [...] Nel qual templ, fattosi bonissimo pittore, mostrò poi in tutte l'opere essere fedelissimo discepolo di quello [Lorenzo di Credi, NdT.] ed imitatore della sua maniera [...] di natura lunghetto ed agiato nel lavorare»

È il Vasari stesso che ci ha tramandato una lunga lista di opere che Sogliani intraprese ma spesso neanche portate a termine, dato che i commissionatori non vivevano abbastanza per vedere realizzate le loro opere, mentre altri erano troppo impazienti e si rivolgevano ad altri pittori (tra cui il Vasari stesso).

Sogliani eseguì i dipinti dell'abside del Duomo di Pisa dove terminò anche la Madonna con i Santi e La Madonna delle Grazie, già iniziata da Andrea del Sarto.

Benché avesse viaggiato molto, soprattutto in Francia, trascorse la maggior parte della sua vita a Firenze, dove è possibile ammirare la sua opera principale: l'affresco raffigurante la mensa di San Domenico datato 1536, nel Cenacolo grande del convento di San Marco[1]. Nella scena si vede il miracolo dei due angeli che portano del pane a San Domenico e ai suoi frati, che lo circondano, dopo che hanno pregato.

Nella parte superiore dell'affresco è collocata una crocifissione con San Giovanni Evangelista, la Madonna e inginocchiati uno per lato Santa Caterina da Siena e san Antonino arcivescovo di Firenze[2].

La Cappella di Sant'Anna che era annessa all'Ospedale Bonifacio di Firenze, conservava una Concezione della Vergine del Sogliani, opera che poi fu trasferita nella galleria dell'Ospedale di Santa Maria Nuova, sempre in questa città.

Tra le opere fuori di Firenze da segnalare il Cenacolo e la Lavanda dei piedi di Anghiari (AR) commissionati nel 1531 dalla Compagnia di S. Maria della Misericordia e realizzato nel 1533. A tale opera contribuì anche Giorgio Vasari, così come lo stesso documenta:

«Ricordo come adì 8 marzo 1533 Giovannantonio Sogliani, pittore fiorentino, mi chiamò ajutarli a finire un cenachulo a olio che doveva andare Anghiari nel quale lavorai 10 giornate pel prezzo di grossi 2 al giorno che montò scudi 2».[3]

La grandiosa tavola si trova nella Propositura di Anghiari.

Il Sogliani morì a cinquantadue anni, dopo avere molto sofferto per un mal di prostata.

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ G. Briganti (a cura di), Il Cinquecento, 1988, p. 841
  2. ^ G. Vasari, 1550, p. 761
  3. ^ G. Vasari, Ricordanze, 1533.
  4. ^ Due disegni preparatori, per una diversa scena da rappresentare in questo cenacolo, si conservano agli Uffizi. (Moltiplicazione dei pani e dei pesci).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Breve bibliografia, su members.efn.org. URL consultato il 28 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2015).
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