Giovanni II Bentivoglio

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Signori di Bologna
Bentivoglio

Giovanni I
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Giovanni II
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Giovanni II Bentivoglio, ritratto di Ercole de Roberti

Giovanni II Bentivoglio (12 febbraio 1443 - 1 febbraio 1508), figlio del condottiero Annibale I Bentivoglio e di Donnina Visconti, governò Bologna dal 1463 al 1506.

Signore di fatto di Bologna

File:GBentivoglio2.jpg
Giovanni II Bentivoglio

Venne armato cavaliere a nove anni e, in seguito alla morte del cugino Sante Bentivoglio, divenne primo cittadino di Bologna. Benché la città fosse governata da un senato formato dalle famiglie più importanti, Giovanni comandò in modo assolutistico sulla città come fosse sua signoria[1][2].

Appassionato d'arte, si circondò di artisti e intellettuali facendo diventare Bologna, già sede di università, ancor più un centro culturale[3][4].

Matrimonio e discendenza

Famiglia Bentivoglio, di Lorenzo Costa

Dopo la morte del cugino inoltre ne sposò la vedova nel 1464, Ginevra Sforza.

Diede a Lorenzo Costa l'incarico di raffigurare la sua numerosa famiglia. Il dipinto si trova ancora oggi nella chiesa di San Giacomo Maggiore[5]. Ginevra gli diede infatti sedici figli di cui undici raggiunsero l'età adulta:

In politica estera, cercò di mantenere la pace con Sforza, Medici e Papa[6].

Congiura Malvezzi

Nel 1488 però venne scoperto il piano della famiglia Malvezzi, che cercò l'aiuto anche di Lorenzo il Magnifico[7], per eliminare i Bentivoglio. Giovanni fece esiliare tutta la famiglia. Nello stesso periodo fece costruire una torre accanto al suo palazzo[8].

La minaccia di Cesare Borgia

Nel 1500 ospitò i signori di Pesaro e Rimini, Giovanni Sforza e Pandolfo Malatesta fuggiti via con l'avanzata del conquistatore Cesare Borgia che alla fine decise di attaccare Faenza, il cui signore era Astorre Manfredi, parente di Giovanni. Giovanni aiutò anche Astorre ma Faenza capitolò il 7 marzo 1501[9].

Per punire i Bentivoglio, il Borgia avanzò verso Bologna. Consapevole della sua inferiorità numerica, Giovanni cercò di usare la diplomazia inviando i suoi ambasciatori a trattare con Cesare. Questi chiese e ottenne Castel Bolognese e la promessa di aiuti militari[10].

Congiura dei Marescotti

Nel 1501 venne scoperta un'altra congiura organizzata stavolta dalla famiglia Marescotti. Già in precedenza però alcuni oppositori dei Bentivoglio avevano cercato l'appoggio di Cesare Borgia per deporre Giovanni. La repressione stavolta, consigliata da Ginevra, fu più aggressiva: molti esponenti furono uccisi[11].

Alle lotte civili, seguirono una grave carestia nel 1504 e un forte terremoto nel 1505.

Intanto i membri dei Malvezzi e Marescotti scampati alle persecuzioni riuscirono a trovare l'appoggio del papa Giulio II che intimò a Giovanni di lasciare la città con la sua famiglia. In realtà Giulio II era intenzionato a riavere il controllo di Bologna[12].

La cacciata da Bologna

Accordatosi con Luigi XII di Francia, che era stato costretto a mettere a disposizione di Giulio II il proprio esercito, che avrebbe ottenuto un sicuro rifugio a Milano e la conservazione dei propri averi, Giovanni decise di partire la notte del 2 novembre 1506[13]. Nove giorni dopo Giulio II entrò trionfalmente a Bologna. Allontanatisi i Bentivoglio, i loro rivali saccheggiarono e distrussero il Palazzo[14].

I figli di Giovanni tentarono di riprendere il potere ma vennero sconfitti a Casalecchio. Giovanni venne imprigionato e processato ma dichiarato innocente[15].

Morì a Milano nel febbraio del 1508 e venne sepolto nel monastero Maggiore[16].

Note

Voci correlate