Giovanni Camillo Ciabilli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Giovanni Camillo Ciabilli (Castello di Signa, 6 luglio 1675Firenze, 28 agosto 1746) è stato un pittore e poeta italiano.

Giovanni Camillo Ciabilli, Gloria di Sant'Anastasio, Chiesa di San Frediano in Cestello (Firenze)
Giovanni Camillo Ciabilli, Martirio di Sant'Anastasio, Chiesa di San Frediano in Cestello (Firenze)

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni Camillo Ciabilli si formò nella bottega del decoratore Simone Pignoni. Dal 1694 al 1696, per la famiglia fiorentina Guasconi, dipinse un ritratto, una tela con Assunzione di Maria, una miniatura con Incoronazione della Vergine.[1] Nel coro della chiesa di San Bartolomeo in Pantano, a Pistoia, realizzò una tavola con Santi vallombrosani e con altri dipinti decorò l'abbazia dei Santi Salvatore e Lorenzo a Settimo.

L'abate Ascanio Baiocchi gli diede incarico di affrescare la prima cappella a sinistra della chiesa collegiata di San Frediano in Cestello, a Firenze: nella cupola egli dipinse la Gloria di San Anastasio, contornato da angeli musicanti seduti e da altri angeli in volo circolare, intorno all'occhio luminoso della cupola. Questo affresco, ispirato al Correggio, è prezioso per lo scorcio ardito del coro angelico volante, colorato nelle tonalità dei rosa e con tocchi di grigio e di pallido azzurro. Nei pennacchi Giovanni Camillo Ciabilli dipinse figure allegoriche, forse Virtù, e nelle lunette due miracoli del santo: a sinistra San Anastasio libera gli ossessi e a destra San Anastasio fra gli armati. Qui i colori sono più marcati, con accostamenti di punte di rosso e di verde. Le forme classicheggianti risentono della lunga tradizione manieristica. Per la tela sull'altare egli scelse come soggetto il Martirio per soffocamento del santo che appare stretto fra soldati, sullo sfondo di un tetro paesaggio.

Nel 1712, insieme ad altri pittori, ebbe l'incarico di preparare 24 dipinti a tempera, di grandi dimensioni, per la chiesa di San Lorenzo (Firenze), in vista della canonizzazione di papa Pio V. Nel 1716, per la qualità e il numero delle sue opere pittoriche, gli venne concessa la cittadinanza fiorentina.

Collaborò anche alla realizzazione dell'apparato funebre di Cosimo III de' Medici, nel 1724, che ebbe luogo in S. Lorenzo. Nel 1737 dipinse per la Confraternita di San Niccolò al Ceppo due ovali in tela con Santi ed espose sue tele all'Annunziata.[2]

Agli Uffizi si conserva un suo Autoritratto, databile primo quarto del Settecento.[3]

Il Museo Giuliano Ghelli, a San Casciano in Val di Pesa, possiede un olio su tela a lui attribuito: il Martirio di Santa Lucia, proveniente dalla locale chiesa di Santa Maria del Gesù.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Firenze, Biblioteca Riccardiana, codice 2427: Archivio della famiglia Guasconi.
  2. ^ Fabia Borroni Salvadori, Le esposizioni d'arte a Firenze dal 1674 al 1767, Scandicci-Firenze, L'impronta, 1974, pp. 30 n. 191, 75, SBN IT\ICCU\SBL\0562329.
  3. ^ Olio su tela, 73x58 cm, numero catalogo A218 Appartenuto al medico di Pistoia Tommaso Puccini, poi all'abate e incisore Antonio Pazzi, arrivò agli Uffizi nel 1768. Sul retro vi sono queste due quartine, ironiche, scritte dallo stesso pittore: «Era nella stagion quando il bollore/del sangue è intento a penetrar la cute/e che Febo sferzando con l'ardore/fa sien le forze umane quasi pasciute/mi cadde in mente un certo pizzicore/di voler pinger mie fattezze mute/frettoloso allo specchio mi portai/con deboli pennelli mi abbozzai.» Gli Uffizi Catalogo generale, Firenze, Centro Di, 1979, p. 838, SBN IT\ICCU\SBL\0331970.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Ulrich Becher, Felix Thieme, Allgemeines lexikon dei bilden den kunstler von der antike: bis zur gegenwart, Leipzig, E. A. Sumann, 1907-1950, VI, p. 556, SBN IT\ICCU\RMS\1469365.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN96365826 · ISNI (EN0000 0000 6873 8790 · CERL cnp01939764 · ULAN (EN500093429 · GND (DE1027585078 · WorldCat Identities (ENviaf-96365826