Giovanni Battista Morandi

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Giovanni Battista Morandi

Giovanni Battista Morandi, pseudonimo di Battista Pietro Morandi (Novara, 3 dicembre 1876[1]Carso, 15 novembre 1915[2]), è stato uno storico e storico dell'arte italiano. È annoverato tra i padri della storiografia novarese[3].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giovinezza e formazione[modifica | modifica wikitesto]

Nacque il 3 dicembre 1876 da Cesare e Clementina Cucchi a Novara, in una famiglia già votata all'insegnamento[1][4].

Nella città natale studiò dalle scuole elementari fino al liceo classico (quest'ultimo frequentato presso l'istituto Carlo Alberto[5]). Nel 1897 era iscritto all'Università di Torino, facoltà di lettere, come alunno interno del collegio Caccia. Poco avvezzo alla pedanteria e ai rigidi schemi della formazione del tempo, si rammaricava di non eccellere negli studi. Si immerse dunque nello studio della storia locale prevalentemente da autodidatta[1].

Nell'ottobre 1897 abbandonò l'università e si arruolò nella milizia alpina con alcuni compagni. Terminato il periodo di servizio obbligatorio, si congedò col grado di sottotenente e riprese gli studi[1].

Fu richiamato temporaneamente alle armi nel 1903. Dopo il congedo, a novembre dello stesso anno, si iscrisse all'Università di Genova e si laureò[1].

A Novara[modifica | modifica wikitesto]

«Attendeva a questi lavori e a questi impegni con la sua calma mite, serena e bonaria di benedettino in abito borghese.»

Tornò quindi a Novara, dove si dedicò con passione alla storia cittadina, guadagnandosi la stima del direttore della Biblioteca Civica, Raffaele Tarella, che molto lo consigliò e incoraggiò[1].

Nel 1904/1905 il Consiglio Comunale riunì la Biblioteca Civica e la Biblioteca Negroni, e Morandi fu incaricato (assieme ad Alessandro Viglio e al personale della Biblioteca Civica) di catalogarne tutte le opere, avendo così modo di conoscerne approfonditamente tutto il patrimonio[1].

Il 24 dicembre 1906 il Comune lo incaricò dell'inventario del Museo Civico e della consegna del museo stesso all'amministrazione della Biblioteca Negroni. Il 16 gennaio 1910 fu inaugurato il Museo Civico e il 14 aprile 1911 Morandi ne fu nominato direttore, con voto unanime, a riconoscimento ufficiale delle tante fatiche[1].

Fu in quegli anni che lo studio di Morandi divenne il punto di incontro del cenacolo di appassionati della storia, dell'arte e dell'archeologia novarese che sarebbe sfociato alcuni anni dopo nella Società Storica Novarese. Vi facevan parte Lino Cassani (parroco di Sant'Eufemia[6]), Augusto Lizier (esperto di storia economica) e Francesco Pezza (votato agli studi sulla Lomellina, sua terra d'origine)[7].

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Scoppiata la prima guerra mondiale, partì nuovamente con gli alpini, col grado di capitano del 122º Reggimento fanteria "Macerata". Dal fronte inviò diverse lettere con pensieri e osservazioni sulla vita di guerra. Morì il 15 novembre 1915 sul Carso, durante la quarta battaglia dell'Isonzo, colpito alla testa da un cecchino[2][5][3]:

«Un mattino levò la testa per esplorare le mosse dell'avversario; una mitragliatrice gli scagliò la morte. Così cadde nel silenzio, per un atto di semplice e sublime dispregio del pericolo, umile, senza iattanza, come era vissuto.»

Il suo cappello da alpino, perforato dalla pallottola austriaca, è custodito tra i cimeli del Museo "Aldo Rossini"[5].

In quanto socio corrispondente della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti di Torino, durante l'assemblea del 31 gennaio 1916 il socio Giuseppe Cesare Barbavara di Gravellona ne pronunciò il discorso commemorativo[4].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Novara e l'invasione austriaca del '59, Edizioni del Giornale, Novara, 1905
  • L'ospedale Maggiore della Carità di Novara - Memorie storiche, Parzini, Novara, 1907
  • Il castello di Novara dalle origini al 1500, Cantone, Novara, 1912
  • Novaresi e Mussulmani, Cantone, Novara, 1912
  • Le carte del museo civico di Novara (881-1346), Pinerolo, 1913
  • Le carte dell'Archivio Capitolare di Santa Maria di Novara, con Ferdinando Gabotto, Augusto Lizier, Andrea Leone e Oreste Scarzello, 1913-1924

Nel 1907, inoltre, fondò il Bollettino Storico per la Provincia di Novara e ne divenne il primo direttore, contribuendo con 81 articoli[8][9].

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Subito dopo la morte, l'intero fascicolo VI del 1915 del Bollettino Storico per la Provincia di Novara fu dedicato a Morandi[10].

Nel 1926 il comune di Novara gli intitolò una via nel quartiere Sacro Cuore, precedentemente nota come strada del Castello[11][12].

Nel 1994 il giornalista e scrittore Romolo Barisonzo gli ha dedicato un capitolo nel terzo volume della serie Novaresi bella gente, ove è descritto come uomo di spirito, riservato, di piacevole compagnia[3].

Il 14 novembre 2015, in occasione del centenario della scomparsa, la Società Storica Novarese ha organizzato un evento per ricordarne la figura. L'evento, patrocinato dal Comune di Novara, si è tenuto presso la Sala dell'Arengo del complesso monumentale del Broletto[13].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Viglio.
  2. ^ a b Mirella Montanari, Morandi Giovanni Battista, su SIAS - Archivio di Stato di Novara, 15 maggio 2005. URL consultato il 10 maggio 2022.
  3. ^ a b c Romolo Barisonzo, Giovanni Battista Morandi - La storia di Novara, in Novaresi bella gente, vol. 3, Torino, EDA, 1994, pp. 120-121.
  4. ^ a b c Necrologio del conte Barbavara.
  5. ^ a b c Luigi Simonetta, 13 ottobre 2018 - In ricordo e onore, su Società Storica Novarese. URL consultato il 10 maggio 2022.
  6. ^ Oggi, 30 Novembre, ricordiamo..., su Diocesi di Novara, 30 novembre 2020. URL consultato il 4 novembre 2021.
  7. ^ Francesco Cognasso, La nostra storia raccontata da Francesco Cognasso, su Società Storica Novarese, 1971. URL consultato l'11 maggio 2022.
  8. ^ Indice per autore - M (PDF), su Società Storica Novarese. URL consultato il 10 maggio 2022.
  9. ^ Elena Lunghi, 1907-2007 - Il Bollettino Storico ha 100 anni (PDF), in Bollettino Storico per la Provincia di Novara, n. 1, Novara, Società Storica Novarese, 2007, pp. 7-12, ISSN 0392-1107 (WC · ACNP). URL consultato il 10 maggio 2022.
  10. ^ Bollettino Storico per la Provincia di Novara - 1915 - IX, su Società Storica Novarese. URL consultato il 10 maggio 2022.
  11. ^ Denominazione Vie - Scheda via Morandi, su Comune di Novara. URL consultato l'8 maggio 2022.
  12. ^ Alessandro Viglio, Un importante gruppo di nuove denominazioni di vie cittadine e suburbane, in Bollettino Storico per la Provincia di Novara, n. 1, Novara, Stab. Tip. Cattaneo, 1927, pp. 121-124. URL consultato il 25 maggio 2023.
  13. ^ Antonio Poggi Steffanina, La Società Storica Novarese ricorda G. B. Morandi, su Famiglia nuaresa, 13 novembre 2015. URL consultato il 10 maggio 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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