Antonio Caracciolo (vescovo)

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Antonio Caracciolo
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Troyes
 
Nato1515 circa a Melfi
Ordinato presbitero5 aprile 1539 dal cardinale Jean du Bellay
Nominato vescovo5 ottobre 1551 da papa Giulio III
Consacrato vescovo15 novembre 1551 dal vescovo Gabriel Bouvery
Deceduto1570 circa a Châteauneuf-sur-Loire
 

Antonio Caracciolo (Melfi, 1515 circa – Châteauneuf-sur-Loire, 1570 circa) è stato un vescovo cattolico italiano.

Esponente clericale di rilievo in Francia, venne in seguito scomunicato e processato dall'Inquisizione per essersi convertito al calvinismo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Melfi attorno al 1515, da Giovanni III Caracciolo, principe di Melfi, ed Eleonora Sanseverino, dopo la pace Pace di Cambrai, si trasferì con la famiglia a Parigi, crescendo alla corte di Francesco I di Valois. All'età di 20 anni lasciò la corte per dedicarsi al sacerdozio, recandosi alla grotta di Sainte Baume ma tornò presto a Parigi. Nel 1538 entrò nei canonici regolari di Sant'Agostino presso l'abbazia di San Vittore.

Ordinato suddiacono e poi sacerdote da Jean du Bellay, il re Francesco I gli conferì la nomina di amministratore dei beni dell'abbazia. Ricevute accuse di eresia poiché predicava le dottrine dei Riformati, fu processato dal tribunale dell'Inquisizione a Roma ma venne assolto, grazie all'intervento del nuovo sovrano Enrico II e di un suo parente, il cardinale Gian Pietro Carafa, futuro papa Paolo IV. Ritornato in Francia e nominato vescovo, nel 1551 gli venne assegnata la diocesi di Troyes.

Nel 1555 lasciò Troyes, su ordine di Enrico II, per recarsi a Roma come suo emissario presso il papa Paolo IV ma anche per interessi personali, poiché interessato alla nomina di cardinale, che non ottenne mai. Decise così di trasferirsi a Ginevra, entrando in contatto con Teodoro di Beza e Giovanni Calvino ed adottò le loro confessioni. Nel 1561 partecipò al colloquio di Poissy, cercando espedienti per la riconciliazione. Passò il resto della sua vita come eretico e morì in esilio a Châteauneuf-sur-Loire attorno al 1570.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Mirouer de vraye religion (Parigi, 1544)
  • Tre libri di rime sacre
  • Inno della gloria dei beati (1570)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Cesare Cantù, Gli eretici d'Italia, Unione Tipografico-Editrice, 1868
  • Bernard Barbiche, CARACCIOLO, Antonio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 19, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1976. Modifica su Wikidata
  • Joseph Roserot de Melin, Antonio Caracciolo, évêque de Troyes, Librairie Letouzey et Ané, 1923
  • Louis Mayeul Chaudon, G. M. Olivier-Poli, Nuovo dizionario istorico, Per Michele Morelli, 1791

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN27345975 · ISNI (EN0000 0000 0315 8533 · BNF (FRcb150284129 (data) · WorldCat Identities (ENviaf-27345975