Giovanni Antonio Aprosio

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Giovanni Antonio Aprosio
NascitaVallecrosia, 19 marzo 1874
MorteCol del Rosso, 28 gennaio 1918
Cause della morteCaduto in combattimento
Luogo di sepolturaSacrario militare di Asiago
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armata Regio Esercito
ArmaFanteria
Anni di servizio1895-1918
GradoTenente colonnello
GuerreGuerra d'Abissinia
Prima guerra mondiale
CampagneCampagna di Libia (1913-1921)
Fronte italiano (1915-1918)
BattaglieBattaglia di Adua
Battaglia dei Tre Monti
Comandante di151º Reggimento fanteria "Sassari"
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Giovanni Antonio Aprosio (Vallecrosia, 19 marzo 1874Col del Rosso, 28 gennaio 1918) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Vallecrosia, provincia di Imperia, il 19 marzo 1874, figlio di Giuseppe e Caterina Lavagnino.[1] Frequentò la Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena da cui uscì con il grado di sottotenente nel febbraio 1895 assegnato all'arma di fanteria in forza al 79º Reggimento fanteria della Brigata Roma. L'anno successivo fu assegnato al corpo di spedizione italiano in Eritrea combattendo nella battaglia di Adua.[3] Ritornato in Patria venne promosso tenente nel luglio 1898, passando in servizio nel 1º Reggimento "Granatieri di Sardegna", e divenuto capitano al 6º Reggimento fanteria della Brigata Aosta. Operò in Libia dall'ottobre 1912 al settembre 1913, ritornando quindi in Italia in servizio, dal gennaio 1915, presso il 17º Reggimento fanteria della Brigata Acqui.[3] All'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, con il grado di primo capitano assunse il comando della 1ª Compagnia. Subito dopo la dichiarazione di guerra varcò il confine occupando San Pietro dell'Isonzo superando la resistenza del nemico. Schierato con il suo reparto alle pendici del Carso prese parte ai combattimenti per l'occupazione delle posizioni nemiche tra Selz e Monte Sei Busi, venendo decorato con una prima medaglia d'argento al valor militare per essersi distinto in azione tra Polazzo e Redipuglia (8-9 giugno).[3] Il 30 giugno fu insignito di una seconda medaglia d'argento al valor militare per aver guidato i suoi uomini in combattimento a Vermegliano, dove rimase ferito. Il 14 luglio rimase ferito per la seconda volta dallo scoppio di una mina e dovette essere ricoverato in ospedale. Promosso maggiore alla fine dell'anno, divenne tenente colonnello nel luglio 1917 assegnato in servizio al 18º Reggimento fanteria. Nell'ottobre dello stesso anno fu nominato comandante del 151º Reggimento fanteria della Brigata Sassari.[3] Nel gennaio del 1918, al comando del reggimento, prese parte alla battaglia dei Tre Monti, e fu ferito mortalmente sul Col del Rosso, colpito al petto da una scheggia di granata.[1] Con Decreto Luogotenenziale del 16 agosto 1918 fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

La salma venne inizialmente seppellita nel cimitero di Fontanelle di Conco[4] e successivamente le sue spoglie vennero traslate presso il Sacrario militare di Asiago.[5] Nella sua città natale di Vallecrosia è stata intitolata la via principale del paese (il tratto urbano della Aurelia) e nella vicina Ventimiglia una via secondaria. Alla sua memoria era intitolata una caserma a San Giorgio di Nogaro (Udine) che ospitava un autoreparto della Divisione "Folgore", poi dismessa alla fine degli anni settanta del XX secolo.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di un reggimento, visto che il nemico con un potente contrattacco aveva rioccupato un importantissimo punto poco prima conquistato e poi perduto da un nostro battaglione, accorreva prontamente sul posto, riordinando le proprie truppe, le rianimava, e, incurante del violento tiro dell’artiglieria avversaria, postosi alla loro testa, con magnifico impeto, che decise irresistibilmente a trascinarle, metteva in precipitosa fuga l’avversario. Prode fra i prodi, cadeva colpito a morte, chiudendo gloriosamente una vita che era stata tutta un continuo fulgido esempio di valore. Col del Rosso, 28 gennaio 1918.[6]»
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Con alto sentimento militare, pur non avendo a disposizione il suo reparto volle concorrere all'azione, disimpegnando lodevolmente un incarico affidatogli ed assumendo il comando del battaglione quando seppe che il suo maggiore era stato ferito. Colpito egli stesso, continuò a combattere valorosamente per tutto il giorno e in quello successivo. Polazzo-Redipuglia, 8 e 9 giugno 1915
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b Carolei, Greganti, Modica 1968, p. 30.
  3. ^ a b c d Coltrinari, Ramaccia 2018, p. 29.
  4. ^ http://www.archiviostoricodalmolin.com/eugenio-niccolai/
  5. ^ Sacrario di Asiago, su vecio.it. URL consultato il 3 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2014).
  6. ^ Scheda nel sito ufficiale del Quirinale

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le Medaglie d'oro al Valor Militare 1917, Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 178.
  • Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1918. L’anno della gloria: Dalla battaglia d'arresto, alla battaglia del solstizio, alla vittoria, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2018.
  • Corpo di stato maggiore. Ufficio storico (a cura di), Guerra italo-austriaca, 1915-18: Le medaglie d'oro, Roma, Stabilimento poligrafico per l'amministrazione della guerra, 1929.
  • Giorgio Geromet, 1915-1918 - La liberazione italiana di Gorizia, Trieste e Trento: fronte Carso-Isonzo, Udine e Piave, Trieste, 2008.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]