Giovane di Mozia

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Voce principale: Mozia.
Giovinetto di Mozia

Il Giovane di Mozia o Giovinetto di Mozia o ancora Efebo di Mozia è una statua in marmo, 450 a.C.-440 a.C., conservata al Museo Whitaker dell'isola di Mozia[1], presso Marsala, all'interno del territorio del Libero Consorzio comunale di Trapani.

La statua raffigura una figura maschile (un efebo) panneggiata, forse un auriga di scuola greca: fu probabilmente portata nell'isola di Mozia dai Cartaginesi dopo che ebbero saccheggiato Selinunte nel 409 a.C..

Ritrovamento[modifica | modifica wikitesto]

È stata ritrovata dall’operaio Antonino Monteleone[2] il 26 ottobre 1979 durante una serie di scavi di archeologi dell'università di Palermo, iniziati nel 1977.

Il ritrovamento dell'Efebo di Mozia sepolto nella colmata, venuto alla luce durante la campagna di scavi del 1979

Era stata sepolta per secoli sotto una colmata di argilla e marna calcarea gettata intenzionalmente, si suppone dagli stessi moziesi[3]. La colmata, dentro la quale venne ritrovata la statua, era stata sviluppata su di una zona disabitata dell'isola durante l'ultimo periodo storico moziese, ed al suo interno, oltre l'efebo, vi si rinvennero altri oggetti d'epoca classica, tra cui parecchie punte di freccia, oggetti che per alcuni studiosi rappresentano la prova evidente che quella colmata avvenne durante o subito dopo l'assedio dionisiano[4]. Si presentava con la testa staccata dal collo, il volto sfigurato e mancante di braccia e piedi[5].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'altezza è di 1,81 metri, senza le estremità inferiori[6], mancanti. Molti studiosi pensano potesse raffigurare un giovane alla guida di un cocchio, le altre ipotesi ritengono potesse essere un dio (in particolare Melqart/Eracle) o un magistrato punico (suffeta) a giudicare dalla posizione delle braccia (già perse al momento del ritrovamento).

Il braccio destro è sollevato (forse a brandire un frustino nell'ipotesi dell'auriga) ed il sinistro appoggiato sul fianco, dove ancora si vedono i resti della mano.

La scultura, vista da dietro, durante la mostra al British Museum

La testa del giovane parla il linguaggio dello stile Severo ovvero dello stile della prima fase dell'età classica, il suo corpo possente e sinuoso con la veste aderente appare stilisticamente più avanzato, la riconducono a un ambiente artistico influenzato dall'arte di Fidia[7]. Il giovinetto indossa una leggera tunica e sfoggia uno sguardo fiero, che arricchiscono il fisico atletico e prestante.

Esposizioni[modifica | modifica wikitesto]

La statua è stata esposta a Venezia, a palazzo Grassi, nel 1988 per la mostra "I Fenici" e nel 1996 per la mostra "I Greci in Occidente"[8]. Nel 2012 la statua è stata alle Olimpiadi di Londra, in mostra presso il British Museum di Londra, e poi al Getty Museum di Los Angeles. Il 18 gennaio 2014 la statua è stata riportata nella sua sede originaria, a Mozia.[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lorenzo Nigro, Mozia, X: rapporto preliminare della XXII campagna di scavi, 2002 ..., La Sapienza Expedition to Palestine & Jordan, 2004
  • La statua marmorea di Mozia e la scultura di stile severo in Sicilia, Atti della Giornata di studio (Marsala, 1º giugno 1986), L'Erma di Bretschneider, 1988
  • Carlo Odo Pavese, L'Auriga di Mozia, L'Erma di Bretschneider, 1996

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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