Giocoli

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Giocoli (disambigua).
Giocoli
in pulchritudine robur
Di rosso alla stella di otto raggi: filiera dentata; il tutto d'oro.
Stato Impero romano d'Occidente
Impero bizantino
Ducato Romano
Regno Longobardo
Ducato di Tuscia
Signoria di Ferrara
Ducato di Ferrara
Stato Pontificio
Regno di Napoli
Regno delle Due Sicilie
Regno d'Italia
Italia Italia
Casata principalePrincipi Giocoli di Jadera ramo di Ferrara (fiorenti)
Titoli[1][2][3][4][5][6][7][8][9][10][11][12][13][14][15][16][17]
Principe di Jadera
Principe di Ferrara
Duca del Castrum Ferrarae
Marchese Conte Patrizio Nobile e Signore di Ferrara
Conte Palatino
Conte del Sacro Romano Impero
Conte e Signore della Guardia
Conte e Signore di Gradizzola
Visconte e Signore di Adria
Visconte e Signore di Argenta
Visconte di Faenza
Visconte di Melara
Visconte e Patrizio di Rovigo
Signore di Serravalle
Signore di Copparo
Signore di Voghenza
Signore di Ariano
Signore di Zocca
Signore di Ro
Signore di Bozoleto
Signore di Fiesso
Signore di Palantone
Signore di Porporana
Signore di Scodosia
Signore del Castello di Rovere
Nobile di Sant'Arcangelo
Cardinale (non ereditario)
FondatoreJoculo dei Joculi
Data di fondazioneVI secolo
Etniaitaliana
Rami cadetti
  • Giocoli di Sant'Arcangelo (fiorenti)
  • Giocoli dei Roverella (estinti)
  • Giocoli-Raticheri (estinti)
  • Giocoli-Gruamonti (estinti)
  • Giocoli-Turchi (estinti)
  • Giocoli-Cati (estinti)
  • Giocoli-Cattanei de Lusia (estinti)
  • Giocoli-Caetani di Lendinara (estinti)
  • Giocoli-Traversari (estinti)
  • Giocoli di Bellombra (estinti)
  • Giocoli-Bertazzi (estinti)
  • Giocoli-Martinelli (estinti)
  • Giocoli-Mantolini (estinti)
  • Giocoli-Manfredini (estinti)
  • Giocoli di Serravalle (estinti)
  • Giocoli del Buonguadagno (estinti)
  • Giocoli di Fiorenza
  • Giocoli Giochi di Porta di Firenze (estinti)
  • Giocoli Guicci di Firenze (estinti)
  • Giocoli della Rena (estinti)
  • Giocoli di San Martino (estinti)
Stemma dei Principi Giocoli di Jadera
Stemma di Casa Giocoli

La Casata dei Giocoli è una nobile famiglia di Ferrara[18][19][20][21][22][23][24][25][26][27] di parte guelfa fra le più antiche d'Europa ancora fiorente, attestata storicamente sin dal VI secolo.[28] Fu alleata della famiglia Adelardi e nemica dei ghibellini Torelli e in seguito fu costantemente legata agli Este[29][30] con i quali si imparentò e partecipò attivamente al mecenatismo della corte ferrarese[31][32].

Secondo quanto storicamente documentato[33][34][35], gli esponenti del ramo principale dei principi di Jadera si sono radicati sul finire del XVI secolo a Sant'Arcangelo, in Basilicata.[36]

Origini leggendarie[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la tradizione familiare documentata gli Joculi Liburni di stirpe Illirica, contribuirono alla fondazione di un avamposto in una penisola che verrà denominata Jader intorno al IX secolo a.c.[37]

Ebbero un ruolo apicale di governo e militare durante le campagne romane contro i Dalmati schierati al fianco del re Genzio, durante la terza guerra macedonica intorno al 167 a.C.[38] e a seguire dopo il periodo in cui la Dalmazia divenne provincia romana, furono elevati alla dignità di Princeps di Jadera.[39]

Vi è anche traccia di questo titolo onorifico in un'epigrafe rinvenuta a Zara intorno al XV secolo in prossimità dello spessore del muro della Chiesa di Santa Domenica, che fu posta in salvo durante i lavori di demolizione[40][41][42][43].

Origini storiche[modifica | modifica wikitesto]

Resti delle dimore turrite dei principi Giocoli a Ferrara in via Cammello

Secondo i primi documenti storici, i principi Joculi di Jadera avrebbero lasciato la Dalmazia in seguito alla riconquista bizantina della regione da parte di Belisario nel 535 e sarebbero giunti in quell'anno a Ferrara dove ebbero un ruolo attivo e una crescente influenza nella vita politica della città. Il capostipite sarebbe stato, secondo queste ricostruzioni, Joculo dei Joculi, principe di Jadera[44].

Capostipite[modifica | modifica wikitesto]

Il capostipite fu Joculo dei Joculi, principe di Jadera che visse nel VI secolo, insediandosi con il suo casato a Ferrara nel 535 dalla Dalmazia.[45]

Dal VII al X Secolo[modifica | modifica wikitesto]

  • Feltrino Joculi compare nella cronaca agiografìca relativa alla vita di san Maurelio di Voghenza: insieme ad altri cavalieri lo avrebbe accompagnato nel 644 a Edessa e qui sarebbe stato ucciso dopo aver assistito al martirio del santo[46][47].
  • Feltrino II Signore di Ferrara compare in una storia nobiliare seicentesca[48].
  • Ridolfo Joculi, padre di Iannuro I nel 840 compare in una cronaca seicentesca[49].
  • Ursone Giocoli abate clunicense nel 869 con le sostanze del casato, unitamente a esponenti di famiglie nobili ferraresi e canonici di San Giorgio, edificò il complesso abbaziale di San Bartolo in Ferrara[50][51], col consenso del vescovo di Ferrara Viatore, che ottenne il privilegio conferito da Ludovico II, nipote di Carlo Magno[52].
  • il principe Uberto dei Joculi anch'egli citato in una locale storia nobiliare seicentesca[48], il 24 novembre dell'anno 875, in qualità di membro della Corte dei Nobili e dei Savii di Timoteo Bendedei Signore di Ferrara, con la Dignità di Grande Oratore, con una Delegazione di Nobili Ferraresi riceve al porto di San Biagio re Carlo di Francia detto Carlo il Calvo, che era in transito per Roma,[53] ove si recava per farsi incoronare Imperatore da papa Giovanni VIII il 29 dicembre[54] Il 31 agosto del 882 recita l'orazione funebre di Timoteo Bendedei[55].

Vi è una traccia storica nella cronaca del Maresti intorno al 897, si fa riferimento all'intensa attività politica della famiglia, ove i due potentissimi casati dei Giocoli e dei Guarmonti contrastavano la signoria di Ferrara[56].

  • Iannuro I figlio di Ridolfo e padre di Roberto I, valente capitano è citato nelle cronache nell'anno 880, ed in precedenza avrebbe combattuto al fianco dell'imperatore Carlo Magno e dell'imperatore Ludovico I detto il Pio[57].
  • Ildebrando I figlio di Petrone I e padre di Roberto III compare in una cronaca seicentesca e nell'albero genealogico della famiglia[58].
  • Roberto I compare in una cronaca seicentesca e nell'albero genealogico della famiglia come padre di Petrone I[59].
  • Giovanni I, nei primi del 900 fu generale del Re dei Franchi Orientali Lodovico IV ed a seguire con il suo successore Re Corrado I di Franconia. Fu padre di Giovanni III[60].
  • il duca Joculi, principe di stirpe dalmata duca del Castrum Ferrarae, nel X secolo avrebbe edificato un castello all'interno del castrum ferrarese[61][62] e si presume che fu detto dei Curtensi in virtù della presenza della corte dei principi Giocoli.[63] Successivamente in via Cammello in prossimità del suo castello, fece edificare la chiesa di San Gregorio Magno, pertanto nei documenti storici del tempo viene identificata come Parochia Sancti Gregori Ioculi[64], alla quale i Giocoli, nel XII secolo aggiunsero la torre campanaria[65][66].
  • Joculo II Joculi compare nell'albero genealogico della famiglia[67].
  • Petrone I Figlio di Roberto II e padre di Ildebrando I e Giovani II, compare in una cronaca seicentesca e nell'albero genealogico della famiglia[57].
  • Giovanni II figlio di Petrone I e padre di Fiorenzo II[57].
  • Roberto II Joculi padre di Ildebrando II e figlio di Iannuro[68].
  • Ugo Joculi compare nelle cronache a Ferrara nel 962, poi Ambasciatore di corte di Tedaldo di Canossa[69], conte di Ferrara e Reggio,[70] unitamente al vescovo di Ferrara, Leone III, avrebbe incontrato a Pavia nel 962 l'imperatore Ottone I detto il Grande[71].
  • Joculo III Joculi padre di Fiorenzo I, compare nell'albero genealogico della famiglia[72].
  • Fiorenzo I figlio di Joculo III Joculi, compare nell'albero genealogico della famiglia[72].
  • Ildebrando II Joculi si trasferì a Firenze insieme a Fiorenzo II nella prima metà del 900 dando vita alla nascita di uno dei rami cadetti, che fu denominato Giocoli di Fiorenza ed intorno all'anno 940 Petrone II, fu il capostipite del ramo dei Giocoli di Fiorenza[73].
  • Fiorenzo II Joculi figlio di Giovanni II, si trasferì a Firenze nella prima metà del 900 con i figli Petrone II, Martino I e Giovanni Bonizza, dando vita alla nascita di un ramo cadetto che fu denominato Giocoli di Fiorenza[74] e intorno all'anno 940 suo figlio Petrone II, fu il capostipite del ramo dei Giocoli di Fiorenza[75].
  • Petrone II detto Giocolo[76] figlio di Fiorenzo II, intorno all'anno 940 fu il capostipite del ramo dei Giocoli di Fiorenza unitamente ai figli Ildebrando III e Giovanni Giocolo[77][75].
  • Giovanni Giocolo intorno al 980 fu padre di Fiorenzo III, che ebbe come figli Martino II che darà vita al ramo dei Giocoli Martino e Giovanni Giocolo II, che a sua volta darà vita in Firenze al ramo dei Giocoli della Rena[78] e Pierro dai quali i Giocoli Giochi di Porta[79].

In Firenze, la stirpe dei “Giocoli di Fiorenza” fiorì nei secoli in più prestigiosi Casati: Giocoli della Rena, Giocoli di San Martino, Giocoli Guicci, Giocoli Porta. Ebbero numerosi possedimenti, quali le chiese di S. Stefano e quella di S. Martino a Farneto che acquistarono nel 1236 in un atto nel quale compare il Vescovo di Fiorenza[80]. Come narra il Malespini[81][82], stabilirono la loro dimora presso la badia di Fiorenza, edificando molto belle e possenti torri nella via che va da Sant'Apollinare a San Giovanni. Compaiono in una bolla di papa Pasquale II. Con Gieri figlio di Dolfo, furono elevati con il titolo di marchesi della Rena[83].

XI e XII secolo[modifica | modifica wikitesto]

I Giocoli nei secoli precedenti avevano edificato in Ferrara il loro castello che si estendeva nella zona detta del castrum e copriva il quadrilatero che partiva da via Cammello e si sviluppava lungo la zona est di via Ripagrande munito di torri e possenti mura[84] che continuò ad essere il fulcro dei loro interessi politici e di governo. L'influenza del casato nella vita politica di Ferrara sin da questo periodo storico divenne molto importante[85], ininterrottamente per molti secoli a seguire.

  • Giovanni Clementino Joculi padre di Clementino, con il titolo di Dominus, compare nella prima metà dell'anno 1000 fra i membri della nobiltà cittadina titolare di beni in feudo nel quartiere di S. Romano[86].
  • Giovanni IV dei Joculi signore di Ferrara muore nel 1052[87].
  • Albertino I, nipote di Giovanni IV de Joculi, durante il suo governo sulla Signoria di Ferrara fu inviato in qualità di ambasciatore nella Corte capetingia del Re di Francia, ove accumulò fama e ricchezze e al suo rientro a Ferrara alla morte di Giovanni IV, fu anch'egli ascritto nel primo Tomo delle Famiglie Nobili[87].
  • Roberto III padre di Roffredo detto Giocolo e figlio di Ildebrando I[76].
  • Joculo IV dei Joculi fondò nel suo feudo di Guarda Ferrarese la Chiesa Plebana della Beata Vergine Assunta[88].
  • Guglielmo I figlio di Joculo IV de Joculi[89].
  • Roberto V(?) dei Joculi Signore di Copparo, fece erigere nel suo feudo una chiesa nel XII secolo. Venne dedicata a San Michele, e fu sussidiaria alla pieve di San Pietro e Paolo[90][91][92][93][94][95][96][97].
  • Nicholaus Joculi detto Becarius (sapiente) de contrada Sancti Romani compare con il titolo di Dominus, unitamente ad altri membri del suo casato quali Clementino ed Alberico Joculi, fra i membri della nobiltà cittadina con beni in feudo in quella contrada[98].
  • Clementino Joculi figlio di Giovanni Clementino compare con il titolo di Dominus, unitamente ad altri membri del suo casato quali Nicholaus Joculi detto Becarius ed Albrico, fra i membri della nobiltà cittadina titolare di beni in feudo nella contrada di S. Romano[98].
  • Albrico Joculi, compare con il titolo di Dominus, unitamente ad altri membri del suo casato quali Nicholaus Joculi detto Becarius e Clementino Joculi figlio di Giovanni Clementino, fra i membri della nobiltà cittadina titolare di beni in feudo nella contrada di S. Romano[98].
  • Roffredo Joculi detto Giocolo[76] (Roffridus Joculi Duca) figlio di Roberto III, fu duca nel 1067, Nel 1090 contribuì all'edificazione della chiesa di Santa Croce, utilizzata come tomba di famiglia[99]. Fu il padre di Federigo Giocoli di Linguetta[100].
  • Il duca Federico Giocoli di Linguetta sposò Linguetta I (o Lentigueta) degli Adelardi[101][102], famiglia che signoreggiava Ferrara prima degli Estensi[103][104]. Fu padre di Giocolo I Giocoli, di Linguetta I[105], di Rodolfo Turco che diede origine al ramo poi detto dei Giocoli Turchi[106], di Reticherio, il quale diede origine al ramo cadetto dei Giocoli Reticheri[107] e di Dalmiana I. Signore di Ferrara sarebbe stato il primo a utilizzare Giocoli come cognome[108], contribuisce nel 1135 con cospicue risorse all'edificazione della cattedrale di San Giorgio a Ferrara su concessione di papa Anacleto II ottenuta nel 1132[109][110]. Secondo la Compilatio chronologica di Riccobaldo da Ferrara, nel 1147 Federico Giocoli partecipò alla seconda crociata per la liberazione di Edessa, in memoria del suo avo Principe Feltrino, colà martirizzato con San Maurelio di Voghenza nel 694[111][112]. Figlio del Duca Roffredo, fu sepolto a Ferrara nel 1096 nella chiesa di Santa Croce[113].
  • Almerigo I Giocoli, politico di parte guelfa, collaborò con Giocolo Giocoli I per consegnare la signoria di Ferrara agli Estensi avendo nel 1188[114] un ruolo primario nella vicenda legata alle nozze della nipote Marchesella Adelardi, figlia di Adelardo Adelardi dei Marchesella, signore di Ferrara, e di Dalmiana I Giocoli, con Azzo VI d'Este[114][115]. Fece edificare la Chiesa di Santa Croce in Ferrara nel sito detto Germiniana nel 1090, dotandola di molte e buone rendite[116], ove fu sepolto[99]. Il suo nome compare fra i protagonisti di un melodramma in tre atti dal titolo Marchesella[117].
  • Pietro I Giocoli uno dei capi della parte guelfa ferrarese, fu colui che ideò la strategia politica di dare in sposa la sua parente Marchesella Adelardi ad un esponente della casata d'Este, avvalendosi dell'appoggio dello zio della nobile giovinetta Giocolo I Giocoli, e del suo tutore il nobile ravennate Pietro Traversari, unitamente ad un altro esponente del suo casato Almerigo I Giocoli uomo molto ricco ed influente e politicamente attivo nella fazione dei guelfi[118][119][120][121][122][123][124]. Questa sua strategia politica supportata economicamente e politicamente dall'intera famiglia dei Giocoli, consentì agli Este di prendere la Signoria di Ferrara[125].
  • Jacomo I Giocoli, figlio naturale di Guglielmo I dei Joculi, fu legittimato dall’Imperatore Rodolfo di Svevia. Sposò Falentana della Fratta dalle cui nozze nacque Dalmiana II. Secondo alcune fonti manoscritte, sarebbe stato il suocero di Obizzo II d'Este, dandone in sposa sua figlia[126][127].

Il 6 e 7 dicembre del 1164 si riunisce in S. Maria in Vado l’assemblea dei feudatari dell’Arcivescovo Guido di Ravenna. Giocolo di Linguetta e suo fratello Rodolfo Turco, compaiono “in presentia” il 6 primo giorno dedicato ai componenti delle famiglie più cospicue della nobiltà cittadina, per conseguire il rinnovo dei beni in feudo e dei benefici ottenuti durante la prima curia del 1083 e nuove investiture di terre in feudo[128], in cambio del loro auxilium e del consilium[129].

  • Linguetta I Giocoli figlio del duca Federico Giocoli di Linguetta e fratello di Giocolo I Giocoli[105], Rodolfo Turco, Ratichiero, e Dalmiana I, nel 1164 è menzionato nelle cronache come console della città di Ferrara[130], Capitano di Ferrara e padre di Giocolo II e di Almerico II[76]. Fu sepolto nella chiesa di Santa Croce[113].
  • Giocolo I Giocoli detto anche di Linguetta[127], Principe[131] e Signore di Guardia[132], figlio del duca Federico, fu il personaggio storicamente più documentato della famiglia. Imparentato con la casata dei Linguetta[133] sposò Lentigueta II (o Linguetta[134]) una sorella di Guglielmo II Adelardi[135], alleandosi così con una delle più potenti e ricche famiglie ferraresi. Di parte guelfa, con il suo cospicuo patrimonio[136] e il suo appoggio politico contribuì significativamente al rafforzamento della posizione degli Estensi a Ferrara[118][137][138][139][140], favorendo la promessa di matrimonio della nipote Marchesella Adelardi, figlia di Adelardo Adelardi dei Marchesella, signore di Ferrara, e di sua sorella Dalmiana I Giocoli, con Azzo VI d'Este, figlio di Azzo V e nipote di Obizzo I[141]. Sebbene il matrimonio non venisse mai celebrato a causa della prematura morte della promessa sposa nel 1186, gli Este grazie ai Giocoli ereditarono in questo modo i considerevoli possedimenti allodiali della famiglia Adelardi[142], che si era estinta nei Giocoli trasferendo nel loro casato il titolo di Principe di Ferrara[125] e tutte le prerogative e dignità[143]. Questa scelta di campo si rivelò determinante per la fortuna degli Estensi, che da questo momento con l'alleanza dei principi Giocoli iniziarono ad assumere un sempre maggiore peso negli equilibri di potere locali[144][145]. Il Muratori afferma nelle Antichità Estensi: "che i Giocoli, a' quali deveniva l'eredità, permisero, ut eam Marchiones haberent, ut adjutores, et Capitanei suae partis essent Ferraria"[146][147]. I Giocoli benché eredi dei Marchesella Adelardi, pur mantenendone i titoli non vollero rivendicare la cospicua eredità, ma volentieri la concessero ai marchesi d'Este affinché fossero i capi del loro partito di Ferrara[148][149][150][151][152]. Fu console della città nel 1164 e nel medesimo anno fu fra i pochi consoli a ricevere il privilegio federiciano[153]. Compare con il titolo di Dominus, unitamente ad altri membri del suo casato fra i membri della nobiltà cittadina con beni in feudo nel quartiere di S. Romano[98]. Nel 1171 con suo cognato Guglielmo II Adelardi Marchesella e con altri esponenti del casato fra i quali Guidone dei Turchi e Rodolfo de’ Ratichieri, tutti con il titolo di “Dominus”, partecipano in Ferrara, presso la chiesa di Santo Stefano alla curia dei pari indetta fra i feudatari del Vescovo di Ferrara[154][155]. Nel 1191 assiste all'emanazione del privilegio dell'Imperatore del Sacro Romano Impero Enrico VI di Svevia[153]. Fu ambasciatore per Obizzo I nella devoluzione di Modena ove gli Antiani, giurarono nelle sue mani fedeltà agli Este[156]. Nel 1192 trattò con il papa Celestino III per ottenere la dignità pievana per la chiesa edificata nella sua signoria di Guardia, nella diocesi di Adria, donata alla Chiesa romana[157], della quale ne mantenne lo jus patronato[158]. L'anno seguente dona alla chiesa romana una proprietà nel suo feudo di Guardia oltre i confini del territorio ferrarese, sul Po, nella diocesi di Adria il Pontefice personalmente concede l'autorizzazione alla costruzione di una nuova chiesa e dispone che abbia anch'essa la dignità plebana. L'atto rafforza e testimonia la posizione ragguardevole di Giocolo I e del suo casato. Detenne numerosi beni in feudo in Guardia e copiosi possedimenti terrieri[159]. Per sé e per i suoi discendenti ottenne la concessione del beneficium di beni in feudo dalla chiesa ferrarese[160] e diritti di decima in varie località del territorio[161]. Nella sua fase matura lo si trova con posizione apicale nel consiglio cittadino[157]. Ebbe più figli, fra i quali Guglielmo II e Linguetta II Giocoli[157], Ferrante[162] e Albizino[163]. Suoi fratelli furono Rodolfo Turco che diede origine al ramo poi detto dei Giocoli Turchi[106], Linguetta I e Reticherio[164] e Dalmiana I.
  • Rodolfo Turco figlio duca Federico Giocoli di Linguetta[106], fu il fondatore del ramo cadetto della sua famiglia detta dei Giocoli Turchi, per sé e per i suoi eredi ebbe concessioni feudali dalle chiese ravvennate e ferrarese, ricoprendo magistrature comunali. Fu console nel 1155. Nel 1164 è presente a Pavia nell'emanazione del privilegio di Federico I[106]. Fu Signore del feudo di Ariano nel Polesine[165].
  • Guido Giocoli figlio del duca Federico Giocoli di Linguetta, padre di Giacomo e fratello di Giocolo Giocoli I e di Rodolfo Turco[106], fu console di Ferrara nel 1189 e nuovamente nel 1204.[165]
  • Reticherio Giocoli detto Giocolo Ratichiero, figlio del Duca Federico fu il capostipite e fondatore del ramo cadetto dei Giocoli Ratichieri[164],[166]. Padre di Graumonte I e nonno di Graumonte III detto de' Ratichieri di Lusia[167]. Morì nel 1164.
  • Graumonte I Giocoli per motivi politici trasferì la sua famiglia a Verona dando vita al ramo cadetto dei Giocoli Cattanei. Nel 1162 nobile personaggio fu scelto dall'imperatore Federico I, come compare in un elogio della storia nobiliare veronese[168][169].
  • Dalmiana I Giocoli figlia del duca Federico e sorella di Giocolo I Giocoli, Linguetta I, Ratichiero e Rodolfo Turco, andò in sposa ad Adelardo Adelardi dei Marchesella, Principe e Signore di Ferrara[105].

Altri personaggi noti della famiglia in quel periodo storico sono:

  • Guidone Giocoli de’ Turclo probabilmente figlio di Rodolfo Turcolus, nel 1171 con suo zio Guglielmo II Adelardi Marchesella e con altri esponenti del casato fra i quali Giocolo I Giocoli detto di Linguetta e Rodolfo de’ Ratichieri, tutti con il titolo di “Dominus”, partecipano in Ferrara, presso la chiesa di Santo Stefano alla curia dei pari indetta fra i feudatari del Vescovo di Ferrara[170][155]
  • Rodolfo Giocoli de’ Ratichieri figlio di Ratichiero, Il 4 giugno 1171 con suo zio Guglielmo II Adelardi Marchesella e con altri esponenti del casato fra i quali Giocolo I Giocoli detto di Linguetta e Guidone Giocoli de’ Turclo, tutti con il titolo di “Dominus”, partecipano in Ferrara, presso la chiesa di Santo Stefano alla curia dei pari indetta fra i feudatari del Vescovo di Ferrara[170][155]
  • Alessandro Giocoli, che avrebbe partecipato nel 1180 come comandante dell'esercito ferrarese all'assedio di Argenta, dal quale fu riportato come trofeo la grande catena che chiudeva il fiume Po a difesa di Ravenna, che venne appesa nella Cattedrale di San Giorgio. Sua moglie Livia Dentoli[171], avrebbe organizzato e inviato nuove truppe in aiuto ai ferraresi, per il suo valore sarebbe stata celebrata con una statua innalzata in suo onore nella piazza Regia, andata distrutta nel terremoto del 1223[172][173][174][175].
  • Turcolo Giocoli compare nell'albero genealogico del casato[176].
  • Giacomo Giocoli figlio di Guido rappresenta la città di Ferrara a Venezia nel 1191 in occasione della stipula di primari trattati commerciali[106][177].
  • Albertino II Giocoli, un altro membro della casata, dopo la conquista di Argenta fu nominato governatore e nel 1223 Signore di Argenta, che divenne feudo dei Giocoli[178].
  • Taurello Giocoli nel 1195 con altri nobili è Consigliere e membro dei Savi per la città di Ferrara in una disputa con la Signoria di Brescia con il titolo di Sapientum et Procuratorum Ferrariae[179].

Nel 1185 il Vescovo Tebaldo di Ferrara presso la chiesa di S. Giorgio, fece ascrivere in apposito elenco le famiglie nobili titolari di feudi e benefici, come ancora documentato presso l’Archivio Secreto Arcivescovile in un documento in pergamena ove compaiono alcuni membri della casata dei Giocoli fra i quali Linguetta I e Rodolfo Turcolus, i quali ebbero nella città di Ferrara, beni in feudo in hora Capitis Fossati[180][181][182].I beni suddivisi per contrade, si presume fossero concessi nella zona ove era edificato il loro castello[183], che si estendeva nell’area detta del castrum e copriva il quadrilatero che partendo dalla via Cammello si sviluppava lungo la zona est di via Ripagrande munito di torri e possenti mura, fino alla chiesa di “Sancti Gregori Ioculi” da loro fatta edificare, lungo tutto il quadrilatero in prossimità del fiume.

Duecento e Trecento[modifica | modifica wikitesto]

Chiostro della chiesa templare di Santa Maria del Tempio fatta edificare dai principi Giocoli

Questo periodo storico legò la famiglia dei principi Giocoli, che in più esponenti avevano partecipato alle crociate,[184] in maniera salda all'ordine del Tempio presente in Ferrara.[185] In prossimità del loro palazzo in Ferrara nella strada della Rosa[186][187], i principi contribuirono con importanti sostanze alla costruzione della chiesa di Santa Maria del Tempio[188] ove fecero realizzare l'imponente cappella gentilizia detta "della rosa" ove si custodirono per secoli parecchie sepolture degli esponenti del casato[189][190][191]. Il primo a esservi sepolto fu il templare Giocolo Giocoli II, già "capo dei nobili e signore del popolo", per il periodo 1270-1298.[192] La nobile famiglia Giocoli compare nella Chronica parva Ferrariensis fra le più ricche, antiche ed autorevoli in Ferrara fiorenti e presenti anteriormente al XIII secolo, che esercitavano lo jus patronato nella parrocchia di San Gregorio[193]. Nel Teatro Geneologico et Istorico del Maresti ed in altre cronache ferraresi, il 5 febbraio del 1265 i Giocoli, compaiono fra i familiari di Obizzo II d'Este, che unitamente al vescovo di Ferrara Filippo Fontana e al podestà Pietro Carrara ed una delegazione di nobili, partecipano all'insediamento del nuovo Marchese di Ferrara[194][195][196][197]. I Giocoli compaiono fra le casate di antica nobiltà ferrarese, nel censimento del 1262 ed in quello del 1286 delle famiglie nobili legate da rapporti feudali con la Casa d'Este[198].

  • Guglielmo II e Linguetta II Giocoli 1183 - 1219 furono i figli di Giocolo I Giocoli e di Lentigueta II (o Linguetta)[199] sorella di Adelardo Adelardi dei Marchesella, nominati nel 1183 nel testamento dello zio, Guglielmo II Adelardi[200][201][202]. Le cospicue proprietà ereditate alla morte di Marchesella, furono trasferite dai Giocoli agli Este, affinché potessero consolidare la fazione Guelfa e fortificarne il potere su Ferrara. ottennero privilegi e il titolo di Principe di Ferrara dei Marchesella Adelardi[203][204][205]. Ebbero parte attiva nella vita politica ferrarese, schierati dalla parte degli Estensi come il padre[206]. Linguetta II è ricordato nel 1198 come consigliere del comune[207], nel 1205, quando era podestà Azzo VI d'Este, divenendo in rappresentanza delle maggiori famiglie ferraresi e in qualità di membro del Consiglio Generale firmatario, di un importante accordo giurato in materia monetaria stipulato con il comune di Bologna[208]. Guglielmo II e suo fratello Linguetta II nel 1212 a Ferrara nel palazzo Vescovile con altri maggiorenti e nobili prestarono manleva, ponendo loro sostanze materiali in favore della parte guelfa dando ampio sostegno economico al partito del marchese Azzolino d'Este, contrapposto violentemente alla fazione imperiale[209]. Linguetta II fu padre di Giocolo II[163].
  • (?) Robertino (Roberto VI) Giocoli, ricevette per il casato, anche il feudo di Voghenza di cui ebbero la signoria intorno al 1200[5].
  • Raimondino Giocoli, durante il marchesato di Azzo VI d'Este, fu podestà di Ferrara nel 1210 intrattenne rapporti con la città di Bologna con il titolo di Dominus[210], comparendo nel 1228 in un annale della città di Bologna fra i nobili di parte Guelfa[211]. Fu pretore di Casio[212], podestà di Cesena[213][214], ed intorno al 1229 sviluppò rapporti diplomatici con la città di Rimini ed il comune di Ravenna, della quale ne divenne Podestà[215].
  • Guglielmo III Giocoli nel 1203 fu podestà di Ferrara con il titolo di domino[216], e nel 1216 in rappresentanza del Marchese Azzo VII d'Este giura un trattato con Mantova. Nel 1221 fu ambasciatore del comune estense[217]. Fu padre di Guidolino[218].
  • Guidolino Giocoli figlio di Guglielmo III, fece parte del consiglio di credenza nel 1217 sotto il governo del Marchese Azzo VII d'Este[161]. Fu padre di Pietro II, Aldovrandino di Guidolino e Garxendinus tutti con il titolo di “Dominus” i quali nel 1250 ricevettero da Azzo VII d'Este beni in feudo in Guarda, Palantone e Porporana e la dichiarazione in feudo di un sesto dell’intero Polesine de Ultrapadum, que est contra Guardam, benefici che furono confermati nel 1272 dal Marchese Obizzo II d'Este[219][220].
  • Albizino Giocoli, figlio di Giocolo I e Fratello di Guglielmo II e Linguetta II Giocoli e Ferrante[221] compare nell'albero genealogico del casato nel 1213[176].
  • Almerigo II Giocoli figlio di Linguetta I fu console della città dalla cui autorità dipendeva tutto il governo della patria[222]. Le sue spoglie riposano nel sepolcro della famiglia Giocoli sul braccio destro della tribuna della Cappella del Crocefisso nella Chiesa di San Domenico[223].
  • Aldovrandino di Guidolino Giocoli, figlio di Guidolino Giocoli, fu fratello di Pietro II, e Garxendinus, unitamente a suo padre tutti con il titolo di “Dominus” nel 1250 ricevettero da Azzo VII d'Este beni in feudo in Guarda, Palantone e Porporana e la dichiarazione in feudo di un sesto dell’intero Polesine de Ultrapadum, que est contra Guardam, benefici che furono confermati nel 1272 dal Marchese Obizzo II d'Este[219][220].
  • Guglielmo IV Giocoli figlio di Almerico I, fu Vescovo di Ferrara dal 1274 al 1288[224], sul principio del pontificato di Papa Martino IV[225]. Morì nel 1291[226].
  • Pietro II Giocoli, figlio di Guidolino Giocoli, fu fratello di Aldovrandino di Guidolino, e Garxendinus, unitamente a suo padre tutti con il titolo di “Dominus” nel 1250 ricevettero da Azzo VII d'Este beni in feudo in Guarda, Palantone e Porporana e la dichiarazione in feudo di un sesto dell’intero Polesine de Ultrapadum, que est contra Guardam, benefici che furono confermati nel 1272 dal Marchese Obizzo II d'Este[219][220].
  • Garxendinus Giocoli, figlio di Guidolino Giocoli, fu fratello di Aldovrandino di Guidolino, e Pietro II, unitamente a suo padre tutti con il titolo di “Dominus” nel 1250 ricevettero da Azzo VII d'Este beni in feudo in Guarda, Palantone e Porporana e la dichiarazione in feudo di un sesto dell’intero Polesine de Ultrapadum, que est contra Guardam, benefici che furono confermati nel 1272 dal Marchese Obizzo II d'Este[219][220].
  • (?) Ettore I Giocoli Signore di Copparo edificò nella prima metà del XII secolo un castello distrutto dai Veneziani all'inizio del XVI secolo. Nel medesimo periodo edificò la prima chiesa di Cesta, che venne intitolata a San Michele ed era sottoposta alla pieve di San Pietro di Copparo[227].
  • Raticherio I Giocoli figlio del duca Federico, fu il fondatore del ramo cadetto dei Giocoli de' Ratichieri. Nel 1244 fu eletto podestà di Ferrara con la suprema autorità[228]. Fu padre di Graumonte II detto de' Ratichieri di Lusia[229] e di altri figli che diedero inizio al casato dei de Cattanei de Luisa.
  • Graumonte II Cattaneo Giocoli detto de' Ratichieri di Lusia, fu Figlio di Ratichiero e nipote di Roffredo. Nel 1244 venne eletto podestà di Ferrara con la suprema autorità. Fu il capostipite della casata del ramo cadetto dei Giocoli Graumonte[229]. Fu eletto capitano di Lusia ove spostò il suo casato, dando vita con la sua prole anche al casato dei Cattanei de Lusia[230].
  • Giocolo Ratichiero II padre di Graumonte IV Giocoli Caetani di Lendinara, spostò il ramo del suo casato a Lendinara[231].
  • Giacopo nipote di Graumonte I, diede vita a Ferrara al ramo dei Giocoli Graumonti[232].
  • Pandolfo nipote di Graumonte I e fratello di Giacopo nel 1259 si trasferì a Lusia e diede vita al ramo dei Giocoli Catani de' Lusia[232].
  • Graumonte III Giocoli Cattani di Lusia, Figlio di Graumonte II fu il capostipite della casata del ramo cadetto dei Giocoli Cattani di Lusia[233].
  • Pansanino Giocoli Turchi ferrarese di antichissima nobiltà[234][235][236][237], fu padre di Aldobrandino I Giocoli Turchi e suocero del marchese di Ferrara Obizzo II[238]. Fu Ambasciatore per il Marchese Obizo VI, a trattare la lega tra Papa Clemente IV, e il Re di Francia[239].Nel 1272 divenne Signore del Feudo di Gambalunga e di numerosi altri feudi, unitamente a suo figlio Aldobrandino I e Rodolfino de Turclis, tutti con il titolo di “Dominus”[240].
  • Graumonte IV Giocoli Caetani di Lendinara, Figlio di Giocolo Ratichiero II fu il capostipite della casata del ramo cadetto dei Giocoli Caetani di Lendinara[231].
  • Guglielmo V Giocoli altro figlio di Giocolo II di Linguetta, nel 1240 è tra i membri del consiglio del comune ferrarese che riconsegnò ad Azzo VII d'Este la custodia del castello di Argenta.[241]
  • Un Giocoli del Buonguadagno, appare intorno al 1270 nella cronologia dei Giudici de' Savi[242].
  • Giocolo II Giocoli, Visconte di Faenza e valoroso Capitano, figlio di Linguetta II[163] partecipò nel 1264 con gli altri maggiorenti della città alla designazione di Obizzo II d'Este a signore di Ferrara dopo la morte di Azzo VII[243] ove il marchese lo designò tre giorni prima di morire quale testimone del rogito testamentario[244]. Giudice de' Savi e "zelante nell'amor di Dio restaurò molte chiese", secondo una fonte locale seicentesca sarebbe stato proclamato anche "capo dei nobili e signore del popolo", per il periodo 1270-1298[245] e nel 1274 avrebbe fatto erigere la chiesa di San Domenico[246][247], nel luogo ove il santo aveva dimorato nel suo passaggio per Ferrara[248][249]. Combatté e svolse incarichi diplomatici su mandato di Obizzo II: secondo una storia degli Estensi cinquecentesca, avrebbe guidato nel 1282 il contingente ferrarese che partecipò alla presa di Faenza[250][251] alla testa di mille fanti, i quali s'accompagnarono alle genti di Malatesta da Rimini, di Tribaldello Manfredi e de Bolognesi[252][253] e l'anno successivo lo stesso contro Forlì[254], ove ricoprendo la posizione Capitano delle truppe estensi, con il marchese Obizzo II convinse i faentini e gran parte delle città della Romagna a devolversi alla Chiesa[255]. Nel 1289 sarebbe stato inviato come ambasciatore a Modena per ricevervi in nome di Obizzo II d'Este il giuramento di fedeltà della città[256][257] e prenderne il possesso[258]. Alla sua morte ebbe una sepoltura templare nella cappella dei principi Giocoli detta "della rosa" all'interno della chiesa di Santa Maria del Tempio in Ferrara, oggi scomparsa[189]. Nel suo testamento destina una cospicua somma di pezzi di oro alla “domus sive collegium dominorum fratrum de Tempio” di S. Maria della Rosa al fine di dare solida continuità all'opera da lui edificata[259]. Fu padre di Guglielmo Pelizono, Fiandrina, Linguetta III e Beatrice[260].
  • Guglielmo VI Giocoli detto Pelizono, Figlio di Giocolo II, fu padre di Jacomo I, compare con il titolo di 'Dominus' in una cronaca medioevale titolare di beni in feudo[261][163].
  • Linguetta III, figlio di Giocolo II, compare in una cronaca medioevale nel 1213, fu padre di Giocolo III e Pietro II[163].
  • Ferrante Giocoli, fratello di Giocolo II dal 1270 al 1308 fu capo del popolo, sapiente e nobile di Ferrara[262].
  • Francesco I Giocoli, padre di Ledoisio e Jacomo II investito di feudi dal Vescovo di Adria, compare come de cuius in un rogito de contracta Divi Petri, del notaro Antonio da Zumigniano[263].
  • Giocolo III Giocoli, figlio di Linguetta III e padre di Aldobrandino I e Gualaldino della Torre, compare nelle cronache medioevali con il titolo di Dominus e titolare di beni in feudo[163][264].

Molti esponenti della casata dei Giocoli nel 1310, tutti distinti col «Dominus» e col «Nobilis» prestano giuramento di fedeltà alla Sede Apostolica, nelle mani di Papa Clemente V[265][266], fra questi dall’Archivio Vaticano risultano presenti Bulgarino I e Rampazino[267]. Intorno al 1300 i Giocoli edificarono e dotarono in Cesta nel loro feudo di Copparo la chiesa dedicata a San Michele, soggetta alla pieve di San Pietro in Copparo, acquisendone lo jus patronato “sotto le cui ragioni va ella tuttavia continuando”[268][269][270].

  • Aldobrandino I, figlio di Giocolo III e padre di Aldobrandino II compare nelle Antichità estensi del Muratori con il titolo di “Dominus”[271][163].
  • Gualadino Giocoli detto della Torre, figlio di Giocolo III e fratello di Aldobrandino I compare con il titolo di Dominus in una cronaca medioevale, titolare di beni in feudo[272]. Fu padre di Bulgarino I[163].
  • Bulgarino I Giocoli, figlio di Gualadino della Torre e padre di Pietro IV e Tommasino[163], fu Signore di Adria investito di terre in feudo nel territorio della diocesi di Adria, con il titolo di Visconte[273]. Compare fra i nobili ferraresi che nel 1310, unitamente a Rampazino Giocoli ed altri esponenti del casato, prestarono giuramento di fedeltà alla Sede Apostolica, nelle mani di Papa Clemente V[267][274][266].
  • Jacomo I Giocoli, figlio di Guglielmo VI detto Pelizono, sposò Falentina della Fratta. Fu padre di Dalmiana II e nel 1255 divenne suocero del Marchese Obizzo II d’Este quando la principessa sua figlia, ne divenne la sposa[275][276].
  • Aldobrandino II Giocoli Turchi, Figlio di Pansanino ferrarese di antichissima nobiltà[234][235][236][237] intorno al 1293 sposò Maddalena d'Este figlia del marchese di Ferrara Obizzo II[238]. Nel 1272 divenne Signore del Feudo di Gambalunga e numerosi altri feudi, unitamente a suo padre Panzanino e Rodolfino de Turclis, tutti con il titolo di Dominus[240]. Nobile appartenente alla corte estense unitamente ad altri esponenti del suo casato quali Francesco II ed Aldobrandino IV appare al fianco del giovane Marchese Obizzo II partecipando alla delegazione che il 12 gennaio del 1332 incornò in Bologna il Legato papale Beltrando del Poggetto, per ottenere il perdono e l'assoluzione di Papa Giovanni XXII, ufficializzando il dominio della Casa d'Este su Ferrara in cambio del giuramento di fedeltà e obbedienza alla Sede Apostolica[277].
  • Rampazino Giocoli compare fra i nobili ferraresi che nel 1310, unitamente a Bulgarino I ed altri esponenti del casato, prestarono giuramento di fedeltà alla Sede Apostolica, nelle mani di Papa Clemente V[278][279][280].
  • Dalmiana II Giocoli, una figlia di Jacomo I, secondo alcune fonti manoscritte nel 1255[281], avrebbe sposato molto presto lo stesso marchese Obizzo II d'Este[275][276][282]. Dalle nozze con Obizzo ebbe come figli: Matteo, Francesco e Rinaldo.[283]
  • Ugolino Giocoli nel 1325 avrebbe conquistato per il marchese Rinaldo II d'Este il castello di Monteveglio.[284] Le sue spoglie riposano nel sepolcro della famiglia Giocoli sul braccio destro della tribuna della Cappella del Crocefisso nella Chiesa di San Domenico[285].
  • Pietro IV e Tommasino Giocoli, figli di Bulgarino I Signore di Adria erano investiti di terre in feudo e delle decime descritte negli instrumentis antiquis nel territorio della diocesi di Adria, con il titolo di Visconte concessione che fu loro rinnovata dal vescovo Benvenuto il 6 maggio del 1331[286].
  • Ledoisio Giocoli, figlio di Francesco I de’ Joculi è titolare dell’investitura dei feudi e delle decime descritte negli instrumentis antiquis che i beneficiati ricevono dal vescovo di Adria[287], fu padre di Francesco II. Compare con il fratello Jacomo II in un rogito del 8 giugno 1346[263][282].
  • Ventura Giocoli Catani de' Lusia figlio di Pandolfo, nel 1309 Signore del Castello di Rovere, sarà il capostipite dei Giocoli-Roverella di Rovigo, che daranno vita a seguire alla casata detta de' Roverella[232].
  • Obizzo I Giocoli figlio di Pietro IV legato da rapporti familiari al Marchese Nicolò III d’Este[288][289] nel 1394 figura come podestà di Cornacervina[290][291] e titolare di un contado[292]. Padre di Taddea, lasciò metà della sua cospicua eredità quale dote quando la figlia andò in sposa a Matteo Gozzadini esponente di un’antica famiglia guelfa di banchieri nel 1423. Alla sua morte al fine di dare continuità al casato, trasferì i titoli ed il resto dei suoi beni allodiali del feudo a suo nipote Giocolo VII, figlio di Albertino III[293].
  • Jacomo II, figlio di Francesco I de’ Joculi, compare con il fratello Ledoisio in un rogito del 8 giugno 1346[263][282].
  • Francesco II Giocoli, fu figlio di Ledoisio. Benvenuto, vescovo di Adria, nel 1331 gli rinnova l’investitura dei feudi e delle decime descritte negli instrumentis antiquis che per mezzo di Aldrovandino I figlio di Giocolo III, in qualità di beneficiate fa esibire al Vescovo[286]. Su incarico di Rinaldo d'Este affiancò il figlio del marchese Obizzo nella delegazione diplomatica munita di mandato formata dai nobili ferraresi, che incontrò il 12 gennaio del 1332 in Bologna il cardinale Beltrando del Poggetto, legato papale per ottenere il perdono e l'assoluzione di papa Giovanni XXII, ufficializzando il dominio della Casa d'Este su Ferrara in cambio del giuramento di fedeltà e obbedienza alla Sede Apostolica[294][295].

Alcuni esponenti della casata dei Giocoli fra i quali Aldobrandino II figlio di Aldobrandino I, Francesco II ed Aldobrandino II Giocoli Turchi, appartenenti alla corte estense appaiono al fianco del giovane Marchese Obizzo II partecipando alla delegazione che il 12 gennaio del 1332 incornò in Bologna il Legato papale Beltrando del Poggetto, per ottenere il perdono e l'assoluzione di Papa Giovanni XXII, ufficializzando il dominio della Casa d'Este su Ferrara in cambio del giuramento di fedeltà e obbedienza alla Sede Apostolica[277].

  • Aldobrandino II Giocoli figlio di Aldobrandino I, unitamente ad altri esponenti del proprio casato appartenenti alla corte estense appare al fianco del giovane Marchese Obizzo II partecipando alla delegazione che il 12 gennaio del 1332 incornò in Bologna Beltrando del Poggetto, Legato papale di Papa Giovanni XXII[277].
  • Alberto Giocoli nel 1350 tenne l'orazione funebre di Filippo VI Bendedei durante le esequie del 2 dicembre[296].
  • Jacopo Giocoli nel 1360 compare come nobilem et sapientem virum de Ferrara in un atto fra Messer Giovanni de Levalossis Potestà di Monferrato e Messer Neri Brandano Sindaco della comune di San Marino[297].
  • Luigi e Bolgarino II Giocoli Signori di Serravalle si sarebbero ribellati al marchese Niccolò II d'Este e per questo motivo sarebbero stati giustiziati nel 1386,[298][299] estinguendosi così il ramo cadetto dei Giocoli di Serravalle, i cui possedimenti furono confiscati dagli Este e i titoli trasferiti ai Giocoli di Ferrara da sempre fedeli alla casata estense.

Una Cronaca Estense tramanda che esponenti del nobile casato dei principi Giocoli nel 1367 unitamente ad altri nobili cavalieri della corte accompagnarono il marchese Alberto V d'Este nei suoi viaggi presso il Papa a Roma, la corte del doge di Venezia Lorenzo Celsi e nel viaggio nella città Santa di Gerusalemme, ove ricevettero ulteriori investiture cavalleresche. Al ritorno in Italia la comitiva militum scortò Papa Papa Urbano V in Roma[14]. Nella metà del XIV Secolo la casata ricevette ulteriori beni in feudo nella zona nord occidentale del ferrarese divenendo Signori di Zocca, Ro e Bozoleto[15][16].

  • Albertino III Giocoli fu tra i consiglieri che governarono Ferrara durante la minore età di Niccolò III d'Este[300]. Dopo il funerale del marchese Alberto V d'Este suo padre, morto nel 1393, sarebbe stato lui a sollevare da terra il giovanissimo erede e ad invitare la folla a riconoscerlo come nuovo signore di Ferrara[301]. Consegnò al giovane marchese il bastone del comando in qualità di Spezial procuratore del comune[302]. Avrebbe inoltre fatto erigere la statua del marchese Alberto V d'Este posta sulla facciata della cattedrale di Ferrara. Nel medesimo anno ricoprì la dignità di senatore del popolo ferrarese[303]. L'anno successivo sarebbe stato proclamato "signore del popolo e capo dei nobili[304] e "giudice dei savi" nello stesso 1394[305][20]. Morì il 2 dicembre del 1396[306], le sue spoglie furono poste nel sepolcro della famiglia Giocoli sul braccio destro della tribuna della Cappella del Crocefisso nella Chiesa di San Domenico[307]. Fu padre di Iacopo[308] e Nicolò[309].
  • Martino IV Giocoli compare fra i nobili del consiglio di reggenza del minore marchese Niccolò III d'Este. Unitamente ad Antonio Bembo podestà di Ferrara fungente da tutore, il 3 aprile del 1395 partecipa nel palazzo del marchese ed al suo cospetto unitamente a quello dei procuratori del doge di Venezia Antonio Venier, alla stipula di un accordo finanziario fra la casa d'Este e la Repubblica di Venezia[310][311][312].
  • Nicolò Giocoli, figlio di Albertino III compare nelle Dissertazioni Storiche e Genealogiche[309].
  • Giocolo IV Giocoli visconte di Adria investito dei feudi e delle decime descritte negli instrumentis antiquis dal vescovo Benvenuto[313]. Fu consigliere del Nicolò III d’Este, nel 1401 ne divenne suo luogotenente ed ambasciatore durante l'assenza del marchese da Ferrara[314]. Fu padre di Aldobrandino III Giocoli[315].
  • Iacopo Giocoli figlio di Albertino III, il 27 dicembre del 1399 compare nella qualità di rappresentante del consiglio di reggenza del marchese Niccolò III d'Este. Unitamente al podestà di Ferrara Iacopo de' Gerardini da Firenze, partecipa nel palazzo del marchese ed al suo cospetto ad una disputa legale tenutasi per cospicui beni fra la casa d'Este contro i Manfredi da Ravenna, con la signoria di Venezia mediatrice principale, supportata dai rappresentanti del comune di Bologna ugualmente nel ruolo di mediatori[316].

Quattrocento e Cinquecento[modifica | modifica wikitesto]

Testamento del 6 marzo 1496, della Contessa Giocoli di Ferrara, vedova del Marchese Niccolò Strozzi

Nell'ambito della partecipazione degli Estensi di Ferrara alla guerra tra la Repubblica di Venezia e i da Carrara, signori di Padova dal 1404 al 1405, diversi membri della famiglia furono designati da Niccolò III d'Este Marchese di Ferrara come comandanti, militari ed ambasciatori.

  • Antonio I Giocoli nel 1365 notaro romano dei sacri palazzi, sotto il pontificato di Papa Urbano V[317].
  • Bartolomeo I Giocoli esponente di spicco dell'antica nobiltà ferrarese vicina alla casa d'Este[318][319], fu Visconte di Adria come suo Figlio Giocolo VIII[320][321][322][323]. Partecipò per conto del marchese Niccolò III d'Este nel 1371, in qualità di comandante insieme ad Aldobrandino II Giocoli alla riconquista di Reggio posta sotto il dominio dei Visconti[324][325][326]. È anche menzionato quale cavaliere singolarissimo e dottore di gran grido nelle cronache, avendo tenuto nel 1385, l'orazione funebre per il nobile Marco Cagnaci membro de dodici Saui Regi[327]. Le sue spoglie riposano nel sepolcro della famiglia Giocoli sul braccio destro della tribuna della Cappella del Crocefisso nella Chiesa di San Domenico[223].
  • Alberico Giocoli, personaggio di spicco della corte estense nel 1412 ricevette per il suo casato l'ulteriore elevazione al rango di conte da papa Gregorio XII[328][329].
  • Giocolo V Giocoli nel 1398 divenne Consigliere del marchese d'Este[330]. Gentiluomo di corte e di portata[331], valoroso uomo d'armi, fu consigliere[332] e Luogotenente del marchese Niccolò III d'Este[333][331] e nel 1401 fu inviato come ambasciatore per trattare con i da Carrara la pace con i Veneziani[334][335].
  • Aldobrandino III Giocoli figlio di Giocolo IV, esponente di spicco dell'antica nobiltà ferrarese vicina alla casa d'Este[318][336], Giudice dei Savi nel 1394[337], dal 1400 al 1401 podestà di Ferrara[338], Luogotenente a Modena nel 1402 e a seguire a Rovigo nel 1404[339]. Visconte di Rovigo dal 1405[340] e Signore di Ariano[341] nel 1413[342]. Nel 1331 Benvenuto vescovo di Adria gli rinnova l’investitura dei feudi e delle decime descritte negli instrumentis antiquis, che il beneficiante esibisce al vescovo[343]. Partecipò per conto del marchese Niccolò III d'Este nel 1371, insieme a Bartolomeo I Giocoli alla riconquista di Reggio posta sotto il dominio dei Visconti[324][325]. Fu Luogotenente nuovamente al servizio del marchese Niccolò III d'Este, e nel 1408 ricevette l'ulteriore titolo di Conte della Guardia[344][345][346]. Sotto l'egida del Marchese di Ferrara, dal 1413 creò dighe e cominciò l'opera di bonifica delle paludi del suo feudo di Ariano, opera che terminò nel 1428 trasformandole in "buon ordine e proficue"[347]. Fu inviato come ambasciatore presso il duca di Milano Giovanni Maria Visconti[348], perché tenesse sotto controllo Ottobuono de' Terzi che da Piacenza attaccava i possedimenti estensi; al ritorno venne preso prigioniero da Facino Cane, nonostante il salvacondotto.[349]. Ancora nel 1424 in qualità di gentiluomo principale della corte estense[350], fu inviato come ambasciatore a Forlì per perorare la causa di Filippo Maria Visconti[351], tutore di Tebaldo Ordelaffi[352][353], figlio minore di Giorgio Ordelaffi, morto l'anno precedente. Avrebbe comandato parte delle truppe ferraresi quando Niccolò III tentò di riprendere nuovamente Reggio nell'Emilia da Ottobuono de' Terzi[354]. Nello stesso anno, ancora Aldovrandino IV Giocoli difese Rovigo, che teneva come luogotenente del marchese, dall'attacco dei Carraresi[355][356]. Acquisì lo jus patronato della chiesa della natività della Beata Vergine nel suo feudo di Fiesso[357][358], intorno al 1410[359]. Fu inviato come ambasciatore a Bologna, Venezia e Forlì[339]. Ebbe come figli Giocolo VII ed una figlia, che con il titolo di contessa, andò in sposa al Marchese Niccolò Strozzi figlio di Nanni[360][361][362]. Le sue spoglie furono poste nel sepolcro della famiglia Giocoli sul braccio destro della tribuna della Cappella del Crocefisso nella chiesa di San Domenico[307].
  • Giovanni V Giocoli, patrizio ferrarese diede in sposa sua figlia Teresa al patrizio Andrea Rossi di Parma del ramo di Ravenna[363].
  • Giocolo VI Giocoli, gentiluomo di portata alla corte d'Este[364], personaggio di grande prudenza ed autorità[365], divenne Luogotenente di Niccolò III d'Este, nel 1401 sostituì il Marchese durante la sua assenza da Ferrara[366]. Nel gennaio del 1404 e nel 1405 fu nominato suo Consigliere[367]. Fu designato ambasciatore del Marchesato di Ferrara a Venezia per trattare la pace e l'amicizia[368] con il LXIII Doge dei Veneziani Michele Sten contro i de' Carraresi, che avevano invaso con scorribande i territori del Ferrarese[369][370], abbandonando l'alleanza con Padova[371]. In seguito sarebbe stato inviato anche a Padova presso Francesco Novello da Carrara, suocero del marchese Niccolò III[372]. Nel 1412 fu insignito da Papa Gregorio XII su espressa richiesta degli Este dell'ulteriore titolo di conte di Guardia[373][374].Le sue spoglie furono poste nel sepolcro della famiglia Giocoli sul braccio destro della tribuna della Cappella del Crocefisso nella Chiesa di San Domenico[307].
  • Giacomo IV dei Giocoli fu Signore di Guarda e Signore di Guardizzola. Ricevtte nel 1412 da papa Giovanni XXIII la conferma del giuspatronato della chiesa Plebana della Beata Vergine Assunta, fatta edificare dai suoi avi nel feudo di Guarda Ferrarese nel 1192, che rimase alla famiglia Giocoli fino al XVII secolo[375].
  • Albertino I de Giocoli Turchi Patrizio di Ferrara, nel 1454 con il conte, Giudice de Savii e cavaliere Paolo Costabili, contribuisce con le sue sostanze e con quelle del casato ai lavori di completamento della Cattedrale di S. Giorgio[376]. Morì nel 1468.
  • Una Contessa Giocoli figlia del conte di Guardia Aldovrandino II, andò in sposa al Marchese Niccolò Strozzi figlio di Nanni[377][378][379], esponente dell'antico casato fiorentino, "cavalere splendidissimo e sapientissimo", morto nel 1477. Entrambi furono sepolti nella cappella Strozzi-Giocoli in San Domenico[380].
  • Giocolo VII Giocoli figlio di Aldobrandino III Giocoli, ottenne in eredità dal padre i titoli di Conte di Guardia[344], Visconte di Rovigo[381] e Signore di Ariano[341], oltre a beni in feudo e beni allodiali[382][383] nel 1400[384].

Altri Giocoli sono citati successivamente nel Quattrocento e Cinquecento:

  • Antonio II Giocoli dei Roverella signore del Castello di Rovere, famiglia patrizia di Rovigo appartenente a un ramo cadetto del casato[385], si stanziò a Ferrara nella metà del XV secolo e acquistò "il grandioso palazzo che sta accanto al soppresso oratorio di S. Giovanni Battista"[17].
  • Giovanni Roverella dei Giocoli di Roverella[386], figlio di Bartolomeo di Gennaro, portò la sua famiglia da Rovigo nuovamente a Ferrara nel 1400[232].Nel 1444 sempre a Ferrara, fu notaio e ricoprì l'incarico di camerlengo nel Polesine del Marchese di Ferrara Leonello d'Este. Federico III d'Asburgo lo nominò conte palatino[387], concedendogli di inserire nello stemma di famiglia l'aquila nera in campo d'oro. Dal 1446 fu amministratore della chiesa di Ravenna per conto del figlio Bartolomeo, al tempo arcivescovo della città, in missione a Roma. Introdusse l'arte della lana a Rovigo.
  • Bartolomeo Roverella dei Giocoli di Roverella[388], figlio del conte palatino Giovanni de' Roverella e di Beatrice Leopardi da Lendinara, a vent'anni fu associato alla corporazione dei notai rodigini. Il 23 aprile 1438 si laureò in diritto civile nello studio bolognese. Decisivi per il suo destino furono personalità capaci e influenti quali Guarino da Verona, Ludovico Trevisan, Scipione Mainenti e papa Eugenio IV. Quest'ultimo lo ordinò vescovo di Adria il 15 luglio 1444 e, il 26 settembre 1445, lo consacrò arcivescovo metropolita di Ravenna. Papa Pio II lo elevò alla dignità cardinalizia nel concistoro del 18 dicembre 1461 e, il 26 gennaio 1462, gli assegnò il titolo di San Marcello. Nel 1473 il cardinale Bartolomeo celebrò le nozze di Ercole I d'Este con Eleonora d'Aragona, figlia di Ferrante, che il duca d'Este aveva incoronato Re di Napoli nel 1458[389][390]. Godette di antichi diritti feudali e detenne numerosi benefici nel territorio estense, tra cui le commende di San Romano a Ferrara, la vicina abbazia di San Pietro degli Umiliati a Reggio Emilia, e l'abbazia della Vangadizza. Nel 1474 ricevette la commenda del monastero di San Bartolomeo in Rovigo che fece assegnare alla congregazione olivetana. Il potere raggiunto portò le cronache storiche del tempo ad asserire che con i fratelli Lorenzo e Nicolò, Bartolomeo comandava uno Stato interno allo Stato estense. Fece amicizia e mantenne scambi epistolari con diversi dotti, come Girolamo Aleotti, Poggio Bracciolini, Leonardo Dati ed Enea Silvio Piccolomini[391]. Fu nominato Camerlengo del Collegio Cardinalizio nel 1476. Nel 1474 promosse la costruzione di un maestoso edificio, Palazzo Roverella, affacciato all'allora piazza Maggiore, in seguito intitolata a Vittorio Emanuele II, di Rovigo, il cui progetto è attribuito all'architetto ferrarese Biagio Rossetti. Suo segretario fu Callimachus Experiens. Il ramo comitale dei Giocoli Roverella si estinse nei Giocoli di Jadera.
  • Roberto VII Giocoli gentiluomo ferrarese, compare in una cronaca del tempo come nobile di corte convenuto al castello dei Bentivoglio a Bologna per le nozze di madonna Zoanna figlia del Signore Giovanni Bentivoglio, con il rampollo dei da Cara, Signori di Padova.[392].
  • Giovanni VI Giocoli, influente uomo nella corte estense, diede in sposa sua figlia la principessa Agnese, il 15 gennaio del 1533[393] al conte palatino Cristoforo di Messisbugo, patrocinandone la sua ascesa nella dignità di provveditore ducale alla corte Estense di Ferrara il quale seguì Alfonso I d'Este in importanti missioni politiche e diplomatiche[394][395].
  • Albertino IV Giocoli nel 1404 con Bartolomeo II Giocoli valente capitano, guidò numerosi soldati alla riconquista della città di Reggio per conto del Marchese Niccolò III[396].
  • Bartolomeo II Giocoli valente capitano nel 1404 con Albertino IV Giocoli guidò numerosi soldati alla riconquista della città di Reggio[396]. Avrebbe comandato parte delle truppe ferraresi quando il marchese Niccolò III tentò di riconquistarla da Ottobuono de' Terzi[354]. Nel 1403 aveva marciato con il Legato pontificio e l'esercito ecclesiastico fra i comandanti dell'armata che con Marchese estense volgevano verso il territorio di Bologna per unirsi alle truppe dei Malatesta e del gran connestabile Alberico conte di Barbiano[397]. Le sue spoglie furono poste nel sepolcro della famiglia Giocoli sul braccio destro della tribuna della Cappella del Crocefisso nella Chiesa di San Domenico in Ferrara.[398].
  • Giocolo VIII Giocoli, Figlio del Visconte Bartolomeo I[322], fu per conto del Marchese Leonello d'Este al governo della città di Adria dal 1445, con il titolo di Visconte di Adria[320][321][399].
  • Albertino V Giocoli, fu per conto del primo duca di Ferrara visconte di Melara, dal 1454[400][8][401].
  • Troilo Giocoli fu elevato al rango di conte palatino dall'imperatore Federico III d'Asburgo nel 1473[402], fu nominato anche Visconte d'Argenta, titolo che resse con prudenza e giustizia[7]. Colto e letterato ufficiale degli estensi, per conto del duca Borso d'Este nel 1466 era in Ferrara, Capitano del castello Vecchio[403]. Nel 1471 svolse delicati incarichi diplomatici su mandato personale di Ercole I d'Este presso la corte di Mantova del Marchese Lodovico Gonzaga[404][405]. Le sue spoglie furono poste nel sepolcro della famiglia Giocoli sul braccio destro della tribuna della Cappella del Crocefisso nella Chiesa di San Domenico[307].
  • Ettore II Giocoli nel 1503 fu nominato dal duca Alfonso I d'Este con lettera patente, commissario e magistrato di Brescello con pieni, ampli e latissimi poteri superiori a quelli del podestà, per governare il territorio in favore della casa d'Este[406][407][408].
  • Traiano Giocoli, Conte Palatino[409], doctor in utroque iure in virtù delle concessioni comitali rivevute[410] creò dottori di ricerca presso l'Università di Padova e sviluppò rapporti accademici con Università estere[411].
  • Pier Maria Giocoli Visconte di Adria è elencato tra i governatori ferraresi inviati dagli Estensi nella città di Adria per gli anni 1506-1508, con il conferimento dell'ulteriore titolo di visconte[412][413]. Nel secondo anno della sua carica fu affiancato da suo figlio[414] Albertino VI Giocoli come luogotenente[415].
  • Aldobrandino II Giocoli Turchi, acquistò a Ferrara quale dimora per il suo casato un palazzo ancora esistente, direttamente dal duca Ercole I d'Este che aveva cominciato ad edificarlo per sé nel 1498[416].
  • Ercole II Giocoli nel 1508 ottenne per il suo casato il giuspatronato della cappella e Benefìzio di San Pietro nella cattedrale di Ferrara, edificata da Francesco Tagliapietra nel 1380[417].
  • D. Ludovico Giocoli nel 1515 era rettore della basilica di Sant'Apollinare in Ferrara, fatta edificare dai suoi avi intorno all'anno 1105 e ne curò a proprie spese i restauri, come evidenzia la lapide sepolcrale del 1521ed una epigrafe posta sulla torre campanaria.[418].
  • Fortunato Giocoli (Ferrara 28-04-1476 - Ferrara 1548) fratello di Pier Maria, alchimista ed erudito nelle scienze ermetiche fu I gentiluomo di corte del duca Alfonso I d'Este, che accompagnò nella cavalcata al fianco del fratello Ippolito, percorrendo le vie di Ferrara, il giorno della investitura ufficiale del duca, avvenuta il 25 gennaio 1505[419]. Ospitò nel suo laboratorio il giovane Paracelso[420] negli anni in cui studiò presso l'Università di Ferrara ove si laureo nel 1516.
  • Albertino VI Giocoli figlio di Pier Maria, ad Adria nel 1507 fu luogotenente del visconte suo padre[421]. Dal 1508 al 1511 partecipò come Luogotenente del duca Alfonso I d'Este, ai combattimenti della lega di Cambrai contro la Repubblica di Venezia[422].
  • Emanuele I Giocoli fu mecenate e Gentiluomo di Corte del duca Ercole I d'Este e fu il promotore dell'arrivo a corte di celebri compositori valloni e fiamminghi, che resero la corte di Ferrara tra le più raffinate d'Europa.[423]
  • Uberto Giocoli fu un erudito degli inizi del Cinquecento di cui resta un manoscritto inedito degli Annali di Ferrara, custodito nella Biblioteca estense di Modena[424][425].
  • Agnese Giocoli figlia del principe Giovanni VI, il 15 gennaio del 1533[393] andò in sposa al conte palatino Cristoforo di Messisbugo provveditore ducale alla corte Estense di Ferrara il quale seguì Alfonso I d'Este in importanti missioni politiche e diplomatiche[394][395].

In quegli anni i Giocoli edificarono e dotarono la Chiesa di San Michele della Costa[426].

Seicento a Ferrara[modifica | modifica wikitesto]

Dopo che i componenti del ramo principale dei principi Giocoli di Jadera lasciarono Ferrara, le citazioni dei membri dei rami cadetti della famiglia si diradano: prima del 1657, un Giorgio Giocoli donò il giuspatronato della cappella di San Pietro nella cattedrale di Ferrara, che i Giocoli possedevano dal 1508, alla marchesa Virginia, vedova di Francesco Bevilacqua e ultima erede della famiglia Turchi di Ferrara anch'essi discendenti del ramo cadetto dai Giocoli-Turchi[427]. Un altro Giorgio Giocoli (1658 - 1736) fu parroco a Guarda Ferrarese[428]. Nel 1715 il Baruffaldi scriveva che i Giocoli del ramo cadetto rimasti erano rappresentati dal solo don Giorgio, vicario della Guardia Ferrarese[429] il quale riporta che ai suoi tempi il ramo cadetto della sua famiglia era estinta[430]. Nel 1809 il sacerdote don Carlo Giocoli di Adria, appartenente ad un ramo cadetto della famiglia detto dei Giocoli di Bellombra, figlio di Gaspare Matteo[431] con il fratello Gaspare Giocoli condussero una rivolta contro l'occupazione napoleonica. Gaspare Giocoli fu proclamato conte del Sacro Romano Impero ed aiutante generale da sua altezza imperiale l'arciduca d'Austria Giovanni d'Asburgo-Lorena,[432][433][434][435] che comandava l'esercito dell'Austria Interna, all'inizio della guerra della Quinta coalizione, combattendo contro le forze francesi di Eugene de Beauharnais in Italia.

Ramo principale dei principi di Jadera e ramo dei nobili di Sant'Arcangelo[modifica | modifica wikitesto]

Il torrione del palazzo Giocoli a Sant'Arcangelo
Palazzo Giocoli di Jadera a Potenza

Dopo la morte senza eredi di Alfonso II d'Este nel 1598 e la Devoluzione di Ferrara del ducato di Ferrara allo Stato della Chiesa per opera di papa Clemente VIII, i membri del ramo principesco della famiglia dopo aver venduto i propri cospicui feudi nella piana del Po di Volano si trasferirono a Sant'Arcangelo di Lucania[33][34], intuendo il declino che il territorio di Ferrara avrebbe avuto privato della corte estense, della quale ne furono per secoli, fra i maggiori animatori della vita quotidiana e dei suoi fasti[436][437]. Diedero vita a una delle più importanti e influenti casate del luogo unitamente ad altre illustri famiglie quale i Lucarelli, De Grandis, Ferro, de Ruggieri, Molfese, Cerabona, La Ragione, Scardaccione, e Guarini e dove venne iscritta nel Sedile Nobile di Sant'Arcangelo. Acquisirono importanti poderi nella valle della Val d'Agri, aggiungendo ai loro titoli quello di Nobili di Sant'Arcangelo[438] ed elevarono una cappella nel convento di San Michele dei frati riformati, nel quale si trova affrescato il loro stemma e una lapide sepolcrale del 1636.[439]

Il blasone dei Giocoli di Santarcangelo, con onde sormontate da tre stelle d'oro, compare anche in un locale sotterraneo della torre Giocoli, su una lapide, e nella locale chiesa di Sant'Anna.

Il primo componente della famiglia Giocoli radicato nel Regno di Napoli fu il notaio Don Antonio III Giocoli che esercitava a Castelsaraceno.

Molti notai, magistrati, giuristi, politici, diplomatici, filantropi e alti prelati, hanno avuto i natali nella casata dei Giocoli. Alla famiglia dei Giocoli di Jadera e di Sant'Arcangelo appartiengono:

  • don Carlo Francesco Giocoli[440] (Sant'Arcangelo 1665 - Napoli 1723), vescovo di San Severo (1703 - 1717) e quindi di Capaccio[441][442][443].
  • Ferdinando Giocoli, dottore in Sacra Teologia e Abate mitrato[444] dell'abbazia Cistercense del Sagittario di Chiaromonte dal 1678[445] titolare di potere temporale[446][447].
  • Guglielmo V Giocoli, Abate mitrato[448] dell'abbazia Cistercense del Sagittario di Chiaromonte dal 1705[445] titolare di potere temporale[446].
  • Rosa Giocoli, Madre Badessa del monastero delle Clarisse di Castrovillari (Santa Maria Scala Coeli) dal 1752[445].
  • Orazio Giocoli, Vicario Generale degli Episcopi[449], dottore in Sacra Teologia e in Filosofia[450], Abate e Vicario Generale di Gallipoli dal 1720 al 1721 delle Corti ecclesiastiche e della Corte arcivescovile[451].
  • Carlo Fortunato Giocoli, avvocato e noto ermetista fu Gran Maestro Vicario del Rito Egizio Tradizionale[452].
  • Michele Arcangelo Giocoli di Sant'Arcangelo, nato nel 1830, Giudice presso la Gran Corte Criminale della Basilicata.
  • Don Carlo Francesco II Giocoli di Jadera, Dottore in legge, avvocato, capo di nome e d'armi della Casa dei Giocoli di Jadera sul finire del XVIII secolo, trasferì la sede del ramo principale del casato a Potenza edificando il suo nuovo Palazzo di famiglia nell'arteria principale della città.
  • Suo figlio Don Michele Giocoli di Jadera Dottore in legge, avvocato, capo di nome e d'armi della Casa dei Giocoli di Jadera.
  • Suo figlio Don Emanuele II Giocoli di Jadera fu podestà di Potenza (1928-1932), capo di nome e d'armi della Casa dei Giocoli di Jadera .
  • Sua figlia, Donna Ada Giocoli di Jadera, filantropa e animatrice di un importante salotto culturale e politico[453] è stata decorata nel 1970 della medaglia d'oro di prima classe al merito della Croce Rossa Italiana[454], capo di nome e d'armi della Casa dei Giocoli di Jadera, e morta il 3 luglio del 2006 trasferendo ai suoi eredi diretti la continuità del casato.
  • Michele Giocoli, figlio di Don Emilio dei Giocoli di Jadera (1903 - 1989), pittore e intellettuale[455], partecipò alla Quadriennale di Roma del 1931[456] e alla Biennale d'arte di Venezia (edizioni del 1936, del 1940 e del 1978)[457] e nel 1953 al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Negli anni trenta fu membro della giuria del Sindacato nazionale delle arti. Alcune sue opere sono esposte presso la Pinacoteca Provinciale di Potenza[458].
  • Gerardo Giocoli Nacci (1925 - 2013), primario di Ginecologia a Brindisi, appartenuto al ramo fiorente dei Nobili di Sant'Arcangelo.
  • Paolo Giocoli Nacci (1927 - 2019), magistrato e professore emerito di diritto costituzionale all'Università di Bari, appartenuto al ramo fiorente dei Nobili di Sant'Arcangelo.
  • Gerardo Giocoli (1935), ginecologo a Matera, appartenente al ramo fiorente dei Nobili di Sant'Arcangelo.
  • Gianfranco Giocoli Nacci (1955), medico urologo a Bari, appartenente al ramo fiorente dei Nobili di Sant'Arcangelo.
  • Carlo Giocoli (1980), ricercatore presso l'Istituto Nazionale di Astrofisica - Osservatorio di Astrofisica e Scienza dello Spazio di Bologna[459].
Fede di Nobiltà del 1575 che conferma il titolo di Principi di Jadera già in uso nel ramo principale della famiglia sin dalla metà del VI secolo

Titoli[modifica | modifica wikitesto]

Secondo riscontri documentati storicamente della tradizione familiare furono sin da tempi antichissimi ben prima del VI secolo principi di Jadera[460] e nel X secolo anche duchi del castrum Ferrarae.[461][462][463] e a seguire Patrizi. Nel 1186 ereditarono il titolo e le prerogative di principi di Ferrara[3][125] acquisendone anche i titoli di marchesi[464] e conti[465][466] con tutte le consequenziali prerogative e dignità[467]. Diversi membri del casato ricevettero per se e per i loro eredi titoli comitali della nobiltà pontificia[468][469]. Molti membri della famiglia furono sotto gli Estensi ulteriormente elevati ricevendo altri titoli quali "conti della Guardia"[344][373][345][348][346], conti di Gradizzola[470][471] e visconti di Adria[472][473], d'Argenta[7], di Faenza[243] di Rovigo[340] e di Melara[11]. Furono inoltre Signori di Guardizzola[12], Guardia[474], Serravalle[475], Copparo, Argenta[178] e Signori di Ariano[165], Signori di Zocca, Ro, Bozoleto[15][16],Fiesso, Signore di Palantone, di Porporana[476] e di Scodosia[477]. Il casato ricevette anche il feudo di Voghenza di cui ebbero la signoria intorno al 1200[478] e patrizi di Voghenza[4] e di Rovigo[17]. Dal 1064 Signori del Castello di Rovere[10]. Dal 1473 ricevettero il titolo di conti palatini[479][402] e a seguire quello di Conte del Sacro Romano Impero[434][480]. Il ramo di Sant'Arcangelo fu ascritta al Sedile Nobile di quella città e acquisì il titolo di nobili di Sant'Arcangelo[439]. Fra le varie concessioni papali e feudali ed i privilegi, che la famiglia ottenne nei secoli va rammentata questa ulteriore conferita dall’Imperatore del Sacro Romano Impero Federico III d’Asburgo, che concedeva ai principi Giocoli in qualità di conti palatini, ai figli ed agli eredi, il diritto della cittadinanza di tutte le città dell'Impero [479][481]. Il capo delle armi e della famiglia, gode del titolo di Principe, del trattamento di cortesia di Serenissimo, colloquiale di Vostra Grazia Serenissima, alternativo di Eccellenza, informale di Don. Il suo primogenito e gli ultrogeniti godono del trattamento di Don[482].

Altri rami[modifica | modifica wikitesto]

Dal ramo dei Giocoli di Jadera di Ferrara derivarono anche:

  • Marchesi Turchi del ramo Turchi di Ferrara da Rodolfo Turco Giocoli Signore di Ariano[483], figlio del Duca Federico che diede origine al ramo cadetto detto dei Giocoli Turchi poi Turchi[106]. Ottennero gli ulteriori titoli di Conti e Marchesi di Ariano[484] e Signori di Gambalunga e di numerosi altri feudi[240].
  • Marchesi della Rena, da Giovanni Bonizza Joculi figlio di Fiorenzo II, intorno all'anno 940 trasferì il ramo del suo casato a Firenze. Con Gieri figlio di Dolfo, furono elevati dal Re Filippo IV di Spagna il Cattolico con il titolo di Marchesi di Giovagallo[485].
  • Marchesi Manfredini[486] dal ramo dei Giocoli Turchi nel 1266 con Albertino derivarono in Ferrara e Rovigo i Turchi de' Manfredini detti poi de' Manfredini[487].
  • Conti Palatini Roverella del S.R.I., con Ventura Giocoli Catani de' Lusia figlio di Pandolfo, nel 1309 Signore del Castello di Rovere, sarà il capostipite dei Giocoli-Roverella di Rovigo, che daranno vita a seguire alla casata detta de' Roverella[488][489]. Giovanni Roverella dei Giocoli di Roverella, figlio di Bartolomeo di Gennaro, Federico III d'Asburgo lo nominò Conte Palatino del Sacro Romano Impero, concedendogli di inserire nello stemma di famiglia l'Aquila nera in campo d'oro[490]. Furono anche Conti di Sorrivoli[487].
  • Conti Cattaneo di Lendinara dai Giocoli Graumonte, che generarono i Giocoli Cattanei di Lendinara che ne ebbero la giurisdizione dall'Imperatore Enrico VI di Svevia[491].
  • Conti Cati dai Giocoli Graumonte, che generarono i Cattanei di Lendinara che ebbero la giurisdizione dall'Imperatore Enrico, da questo ramo nel 1338 Cato de Lendinara si trasferì a Ferrara dando vita al ramo dei Cati fi Ferrara che furono elevati al rango di Conti[492].
  • Conti Cattanei di Verona con Graumonte I Giocoli per motivi politici trasferì la sua famiglia a Verona dando vita al ramo cadetto dei Giocoli Cattanei di Verona. Nel XIII secolo un nobile personaggio del casato fu scelto fra i maggiorenti della sua corte dall'imperatore Federico II di Svevia, come compare in un elogio della storia nobiliare veronese[168] altri si resero celebri per aver combattuto al fianco dei Principi scaligeri di Verona[169].
  • Conti Albertazzi, dai Giocoli Bertazzi[493], prima Montolini[494].
  • Nobili Ratichieri[495] da Reticherio Giocoli detto Giocolo Ratichiero, figlio del Duca Federico fu il capostipite e fondatore del ramo cadetto dei Giocoli Ratichieri[166], poi de’ Ratichieri di Lusia[495].
  • Nobili Cattanei di Lusia[496] da Graumonte II de’ Catani de Lusia[495], discendente del ramo cadetto dei Giocoli Ratichieri[387].
  • Nobili Graumonti da Graumonte II Cattaneo Giocoli detto de' Ratichieri di Lusia, fu Figlio di Ratichiero e nipote di Roffredo[497]. Ricevettero concessioni e beni in feudo da Rinaldo II d'Este, marchese di Ferrara nell'agro di Lusia[498].

Stemmi in uso nella famiglia Giocoli lungo i secoli[modifica | modifica wikitesto]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fede di Nobiltà del 1575 custodita presso l'Archivio storico del Comune di Ferrara-Archivio Antico (1393-1898) Sezione III Manoscritti
  2. ^ Adelmo Iosi, Memorie storiche della nobile famiglia Giocoli discendente dai Jocoli anteriori agli Estensi, custodito nella Biblioteca estense universitaria di Modena (catalogo dei manoscritti italiani, pp.2-3)
  3. ^ a b Riccobaldo da Ferrara, Chronica parva Ferrariensi, p.146-148
  4. ^ a b Francesco Leopoldo Bertoldi, Memorie storiche d'Argenta, in Ferrara, per Gaetano Bresciani, 1815
  5. ^ a b FERRUCCIO PASINI-FRASSONI, nelle "Dissertazioni Storiche e Genealogiche" - “LA STIRPE DEI GIOCOLI”, nella Rivista Araldica del Collegio Araldico - Roma, Anno XIII°, N. 4 - 20 aprile 1915
  6. ^ Costantino Gatta, La Lucania Illustrata- Alle Glorie immortali dell'Illustris., e Reverendis. Signore Principe D. Carlo Francesco Giocoli Vescovo di Velia, Pelio, Agropoli e Capaccio - Napoli 1723 per Antonio Abri
  7. ^ a b c Marcantonio Guarini, Compendio historico dell'origine, accrescimento, e prerogatiue delle chiese, e luoghi pij della città e diocesi di Ferrara, Eredi Baldini, 1621,(testo on line) p. 100.
  8. ^ a b Luigi Groto, Sulla condizione antica e moderna di Adria città del regno Lombardo Veneto succinte notizie, di Luigi Grotto nobile Adriese con memorie e dissertazioni relative alla città stessa di Francesco-Girolamo Bocchi nobile Adriese a cui si premettono le memorie intorno alla di lui vita, Volume 1, Seconda edizione, Venezia, Giuseppe Molinari, 1830, p. 66. URL consultato il 21 novembre 2020. Ospitato su Google Libri.
  9. ^ Giovan Battista di Crollalanza, Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili o notabili italiane estinte e fiorenti, Bologna, 1886, Vol.1.
  10. ^ a b Luigi Ughi, Dizionario storico degli uomini illustri Ferraresi nella pietà ..., Volume 2 p.146, Ferrara MDCCCIV(testo online)
  11. ^ a b Archivio Segreto Estense Cancelleria Carteggi con principi esteri (1144-1796 e s.d., fascc. 3132) Inventario di Laura Bandini, Aurelia Casagrande, Chiara Pulini 2015 (testo on line)
  12. ^ a b Giacomo dei Giocoli fu Signore di Guardizzola nominato intorno al 1412 - Stella Uggeri Patitucci Carta archeologica medievale del territorio ferrarese. I. Fo 76 Ferrara p. 56 (testo online)
  13. ^ La casata Giocoli di S.Arcangelo di Lucania di Carlo Caterini
  14. ^ a b Chron. Est. 413, 438, 492, 520-1
  15. ^ a b c ASM M. Bernintendi Investitura di Feudi, 11/9, 14, 15, 19
  16. ^ a b c Anna Laura Trombetti Budriesi, Vassalli e feudi a Ferrara e nel Ferrarese dall'età precomunale alla signoria estense secoli XI-XIII, S.A.T.E., 1980, p. 111 no. 16
  17. ^ a b c Giuseppe Manini Ferranti Compendio della storia sacra e politica di Ferrara, Volume 3 p.100 Ferrara MDCCCVII Pe' Socj Bianchi e Negri Stamp. del Seminario. (testo on line)
  18. ^ Annuario della Nobiltà Italiana, Elenco delle Famiglie di Nobiltà Generosa, Vol. III, parte IV, dell’Annuario della Nobiltà Italiana ed. XXXI pubblicato dalla S.A.G.I. n°5023-5025-5026
  19. ^ Rivista del Collegio Araldico (Rivista Araldica) Roma presso il Collegio Araldico, C.so Vittorio Emanuele 101, 1910 pp. 167 a 169
  20. ^ a b F. Ferruccio Pasini, Della Nobiltà Ferrarese, Considerazioni generali intorno alla Nobiltà ed al Blasone p. 123 in Giornale araldico, genealogico, diplomatico pubblicato a cura della reale Accademia Araldica Italiana diretta dal Comm. G. B. Cav. di Crollalanza anno 1885-1886 tomo XII- Pisa 1886 presso la Direzione del Giornale Araldico , Via Fibonacci n°6
  21. ^ Reale Accademia Araldica, Giornale Araldico Genealogico diretto da Goffredo di Crollalanza, Anno XXIII , 1895 nuova serie tomo IV, Bari 1895 presso la direzione del Giornale Araldico, p. 241
  22. ^ Antonio Frizzi, Araldica, (Mss. aut. con fogli stampati c.s. id. ibid)
  23. ^ Marc'Antonio Guarini, Famiglie illuistri della città di Ferrara
  24. ^ Elenco delle Famiglie Nobili Ferraresi nel codice Magalotti, nella Biblioteca Chigiana in Roma
  25. ^ Girolamo Baruffaldi Blasonario Ferrarese, Biblioteca comunale Ferrarese
  26. ^ Filippo Conti, Illustrazioni delle più cospicue e nobili famiglie ferraresi Forni, 1970, p. 195.
  27. ^ G.B. Di Crollalanza, Dizionario Storico Blasonico delle Famiglie Nobili e Notabili Italiane estinte e fiorenti, Vol I, Pisa 1886, Voce Gioccoli, p. 236.
  28. ^ Fede di Nobiltà del 1575 op. cit.
  29. ^ Ughi 1804, citato in bibliografia, p. 14.
  30. ^ Peregrino Prisciano, De ferrariens rebus, Biblioteca Estense annum 1490
  31. ^ Ferruccio Pasini-Frassoni, in Rivista del collegio araldico, 1915, p. 531.
  32. ^ Michele Russo, Il Palazzo del Verginese Una Delizia Estense nascosta, Sapienza Università Editrice 2018 Roma p.19 nota 2 (testo online)
  33. ^ a b Costantino Gatta, La Lucania illustrata, Alle Glorie immortali dell'Illustris., e Reverendis. Signore Principe D. Carlo Francesco Giocoli, Napoli per Antonio Abri, 1723
  34. ^ a b Carlo Caterini, La casata Giocoli di S. Arcangelo di Lucania Roma, 1825
  35. ^ Carlo Caterini, Famiglia Giocoli, su nobili-napoletani.it. URL consultato il 17 aprile 2021.
  36. ^ Gerardo Giocoli, Notizie storiche di Sant'Arcangelo, Tipografia Lucana, Lagonegro 1902, p.13
  37. ^ Riflessioni sopra la storia della Dalmazia dai suoi primordi Opera storica del cavalier Paolo Maria Duiella da Trau Dedicato al Signor Eccellenza Reverendissima Don Vittorio Priuli, Vescovo di Zara Canonico regolare della Congregazione del Santissimo Salvatore lateranense In Venezia MDCCXI con licenza dei superiori, p. 35
  38. ^ Giovanni Cattalinich, Storia della Dalmazia, Volume 1, Zara, per i tipi dei Fratelli Battara, 1834.
  39. ^ Simeone Gliubavaz, Cronache Dalmate, p. 27. Storico nato a Zara nel 1608, lasciò numerose opere sulla Storia della Dalmazia, in questo manoscritto cita l'elevazione dei Joculi a Principi di Jadera.
  40. ^ Alessandro Duran, La Dalmazia nell'arte italiana vol.1 Dalla preistoria all'anno 1450 Milano MCMXXI Fratelli Treves Editori
  41. ^ (DE) R. Eitelberger von Edelberg, Die Mittelalterlichen Kunstdenkmäler Dalmatiens, Wien 1884, parla di questa epigrafe che era presso il museo privato del conte Pellegrini conosciuta come galleria Pellegrini-Danieli di Zara, che unitamente ad altro prezioso materiale della collezione fu venduto nel 1859 al conte Pietro Cernazai di Udine.
  42. ^ G. Gazner, La collezione Cernazai di Udine, in «Atti dell’Accademia di Scienze Lettere ed Arti di Udine», LXXVII (1984), pp. 22-37.
  43. ^ Vedasi archivio Cernazai conservato presso la Biblioteca del Seminario Arcivescovile di Udine.
  44. ^ La notizia è documentata in un testo manoscritto di Adelmo Iosi, intitolato Memorie storiche della nobile famiglia Giocoli discendente dai Jocoli anteriori agli Estensi, custodito nella Biblioteca estense universitaria di Modena (catalogo dei manoscritti italiani, pp.2-3). Secondo Ferruccio Pasini-Frassoni ("Dissertazioni storiche e genealogiche. La stirpe dei Giocoli", in Rivista araldica (Collegio araldico), 13,4, 20 aprile 1915, pp.244-250) il capostipite dei Giocoli (o Joculi, o Giochi) sarebbe un certo Petrone, vivente nell'anno 940. Ma il Pasini non tiene conto che Petrone II figlio di Ildebrando I Joculi ferrarese, si trasferì a Firenze nella prima metà del 900 fondando così il ramo cadetto dei Giocoli di Fiorenza, cioè di Firenze, come ampiamente altrove documentato
  45. ^ Adelmo Iosi, op. cit.
  46. ^ Nicolò Casolio, Annali, p. 13 citato in Alfonso Maresti, Teatro genealogico, et istorico dell'antiche, & illustri famiglie, Volume 1, Ferrara, p. 62 e 10
  47. ^ P. D. Michelangelo da Ferrara Monaco di Mont'Oliveto, Legendario e vita et miracoli di Santo Maurelio, del 1489, manoscritto collazionato dal conte Alfonso Maresti
  48. ^ a b Maresti, 1678, citato in bibliografia, volume 2, pp.160-161
  49. ^ Gamurrini, Istoria genealogica op. cit., Albero Genealogico Volume II p.518
  50. ^ Memorie istoriche delle chiese di Ferrara e de' suoi Giuseppe Antenore Scalabrini· Ferrara 1773 p.46 (testo online)
  51. ^ Antica Ferrara complesso abbaziale di San Bartolo in Ferrara (testo on line)
  52. ^ Pubblicato a cura di Andrea Musacci:Il mistero del manoscritto ritrovato: era di un monaco ferrarese?, su “La Voce di Ferrara-Comacchio” dell’11 dicembre 2020 (testo online)
  53. ^ Teatro genealogico, et istorico dell'antiche, & illustri famiglie di Ferrara Volume 1 Di Alfonso Maresti pag.118.
  54. ^ Monumenta Germanica Historica, tomus V: Annales S. Benigni Divisionensis, Pag 39, anno 875.
  55. ^ Teatro genealogico, et istorico dell'antiche, & illustri famiglie di Ferrara -Volume 1 Di Alfonso Maresti pag.120.
  56. ^ Alfonso Maresti, Teatro genealogico, op. cit Volume 1 Di pag.52
  57. ^ a b c Gamurrini,Istoria genealogica Op. Cit., Volume 2 p.512, Albero Genealogico Volume II p.518.
  58. ^ Gamurrini,Istoria genealogica Op. Cit., Volume 2 p.512, Albero Genealogico Volume II p.518
  59. ^ Gamurrini,Istoria genealogica Op. Cit., Volume 2 p.512, Albero Genealogico Volume II p.518, Albero Genealogico Volume II p.518.
  60. ^ Gamurrini, Istoria genealogica Op. Cit., Volume 2 p.512, Albero Genealogico Volume II p.518 e p. 512, Albero Genealogico Volume II p.518.
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  66. ^ . Vi è ancora traccia nell'epigrafe presente sui resti murari di quello che fu il castello dei Giocoli in via Cammello angolo via Carlo Mayer a Ferrara "RESTI DELLE CASE TVRRITE DEI GIOCOLI, POTENTE E NOBILISSIMA STIRPE, ALLEATA CON GLI ADELARDI MARCHESELLI, CHE ERESSE, NEL X E NEL XII° SECOLO, LA VICINA CHIESA E TORRE CAMPANARIA DI SAN GREGORIO" Francesco Scafuri, Marcella Moggi, Mihaela Zamurca Le pietre ci parlano ancora, Alla scoperta di Ferrara e dei suoi personaggi tra epigrafi e iscrizioni, Comune di Ferrara, maggio 2021 p.23 scheda 11 (testo online)
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  68. ^ Eugenio Gamurrini,Istoria genealogica Op. Cit., Volume II p.519, Albero Genealogico Volume II p.518.
  69. ^ La notizia è riportata ancora nella cronaca nobiliare seicentesca (Maresti 1678, volume 1, p.130) e da Pompeo Vizzani, Istorie Annali, p.43
  70. ^ Annali di Pompeo Vizani, pag.43.
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  72. ^ a b Gamurrini, Istoria genealogica Op. Cit., Volume II p.512, Albero Genealogico Volume II p.518.
  73. ^ Eugenio Gamurrini Istoria genealogica delle famiglie nobili toscane et umbre, Fiorenza 1671 Volume II Albero Genealogico p.517. Cita web: (testo online)
  74. ^ Eugenio Gamurrini Istoria genealogica delle famiglie nobili toscane et umbre, Fiorenza 1671 Volume II Albero Genealogico p.517. (testo on line)
  75. ^ a b il Conte Ferruccio Pasini-Frassoni, nelle "Dissertazioni Storiche e Genealogiche" - “La Stirpe dei Giocoli”, nella Rivista Araldica del Collegio Araldico - Roma, Anno XIII°, N. 4 - 20 aprile 1915, dalla pagina 244 alla pagina 250, identifica il capostipite dei Giocoli (o Joculi, o Giochi) omettendo di specificare però che lo fu quale capostipite del casato dei Giocoli (o Joculi, o Giochi), ma del ramo di Firenze
  76. ^ a b c d Eugenio Gamurrini, pag. 512, Albero Genealogico Volume II p.518.
  77. ^ Gamurrini,Istoria genealogica Op. Cit., Volume II p.469
  78. ^ Gamurrini,Istoria genealogica Op. Cit., Volume II p.471, Albero Genealogico Volume II p.518.
  79. ^ Gamurrini,Istoria genealogica Op. Cit., Volume II Albero genealogico Giocoli di Fiorenza p.472
  80. ^ Gamurrini,Istoria genealogica op. cit., Volume II p.471
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  82. ^ Gamurrini,Istoria genealogica Op. Cit., Volume II p.470
  83. ^ Gamurrini,Istoria genealogica Op. Cit., Volume II p.471
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  112. ^ Al Sig.r Iulio Mosto, Ferrara 1530-1588. Secondo un testo erudito seicentesco (Eugenio Gamurrini, Istoria genealogica delle famiglie nobili toscane et umbre, volume II, Firenze 1671, testo on line, pp.510-511), i Giocoli ferraresi della fine dell'XI secolo, così come pure altri Giocoli noti invece a Firenze nella stessa epoca, sarebbero imparentati con la famiglia fiorentina dei Roverella.
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  200. ^ Castagnetti citato in bibliografia p.27
  201. ^ […] Si vero frater meus Adelardus decesserit fine filiis masculis habeat eius filia Marchesella centum libras imper. de meis bonis et Ecclesia S. Johannis de Hospitale habeat medietatem omnium bonorum meorum et alium medietatem habeant nepotes mei praedicti Gulielmus et Lingueta filii sororis meae […] A.FRIZZI, Memorie per la storia, II, pp.152-153;
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  204. ^ Giulio Righini, Due donne nel destino di Casa d'Este:Marchesella degli Adelardi, Laura Dianti, Ferrara 1964, p.14
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  410. ^ “Tibi auctoritate Romana cesarea presentiumconcedimus per tenorem et indulgemus,volentes et hoc nostro imperiali statuentes edicto quod doctores, magistri et milites huiusmodi sic per te, ut premittitur, creandi et instituendi universis et singulis gratiis, iuribus, privilegiis, libertatibus, honoribus et preminentiis tam in iudicio quam extra ac ubicumque locorum uti, frui et potiri seu gaudere possint et debeant quibus doctores et magistri in facultatibus illis et Studiis generalibus et privilegiatis promoti nostrique et imperii sacri milites quocumque pretextu militie ipsorum utuntur, fruuntur, gaudent et potiuntur quomodolibet, consuetudine vel de iure impedimento cessante quorumcumque” (Dalla particula del privilegio riportata nel documento di laurea di Cherubino Manzoni: ASP, Notarile, , Notarile, 5130, f. 196)
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  499. ^ Vi è ancora traccia nell'epigrafe presente sui resti murari di quello che fu il castello dei Giocoli in via Cammello angolo via Carlo Mayer a Ferrara "RESTI DELLE CASE TVRRITE DEI GIOCOLI, POTENTE E NOBILISSIMA STIRPE, ALLEATA CON GLI ADELARDI MARCHESELLI, CHE ERESSE, NEL X E NEL XII° SECOLO, LA VICINA CHIESA E TORRE CAMPANARIA DI SAN GREGORIO" Francesco Scafuri, Marcella Moggi, Mihaela Zamurca Le pietre ci parlano ancora, op.cit. p.23 scheda 11

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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  • Antonio Frizzi, Memorie per la storia di Ferrara, volume 1, Ferrara, F. Pomatelli, 1791; volume 2, Ferrara, F. Pomatelli, 1791; volume 3, Ferrara, F. Pomatelli, 1793, volume 4, Ferrara, F. Pomatelli, 1796; volume 5, Ferrara, Giuseppe Rinaldi (eredi),1809.
  • Luigi Ughi, Dizionario storico degli uomini illustri ferraresi, volume II, Ferrara, 1804, pp. 14–15 (testo on line).
  • Guarini, M. (1621). Compendio historico dell'origine, accrescimento, e prerogatiue delle chiese, e luoghi pij della città e diocesi di Ferrara e delle memorie di que' personaggi di pregio che in esse son sepelliti.... A Ferrara: Presso gli heredi di Vittorio Baldini (testo online)
  • Andrea Castagnetti, Società e politica a Ferrara dall'età postcarolingia alla Signoria Estense (Secoli X-XIII) Ed. Patron· 1985 (testo online)
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  • Ferruccio Pasini-Frassoni, "Dissertazioni Storiche e Genealogiche" - "La stirpe dei Giocoli", nella «Rivista Araldica del Collegio Araldico», Roma, Anno XIIIº, N. 4 (20 aprile 1915).
  • Caterini Carlo, Gens Catherina de terra Balii, Rende, Edizioni Scientifiche Calabresi, 2009, ISBN 9788889464571.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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