Gioachino Rossini

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«Rossini, divino Maestro»

«Titano di potenza e di audacia. Il Napoleone d’un'epoca musicale.»

Gioachino Rossini

Gioachino Rossini, o Gioacchino, all'anagrafe Giovacchino Antonio Rossini[1] (Pesaro, 29 febbraio 1792Parigi, 13 novembre 1868), è stato un compositore italiano.

La sua attività ha spaziato attraverso vari generi musicali, ma è ricordato soprattutto come uno tra i più grandi operisti della storia, autore di testi famosissimi tra cui i più noti sono Il barbiere di Siviglia e il Guillaume Tell.

Alla sua figura è dedicato l'annuale Rossini Opera Festival e la sua opera è tutelata dalla Fondazione Rossini di Pesaro.

Biografia

La prima parte della sua vita fu come uno dei suoi celeberrimi, travolgenti crescendo (compose la prima opera all'età di quattordici anni); poi - come per iniziare una seconda esistenza - vennero il precoce ed improvviso abbandono del teatro, la depressione e il ritiro nella pace della campagna parigina di Passy, con molte pagine di musica ancora da scrivere.

Nato tre mesi dopo la morte di Wolfgang Amadeus Mozart, il Cigno di Pesaro - come fu definito - impresse al melodramma uno stile destinato a far epoca e del quale chiunque, dopo di lui, avrebbe dovuto tener conto; musicò decine di opere liriche senza limite di genere, dalle farse alle commedie, dalle tragedie alle opere serie e semiserie.

La sua famiglia era di semplici origini: il padre Giuseppe - detto Vivazza (morto il 20 aprile 1839) - fervente sostenitore della Rivoluzione francese, era originario di Lugo (Ravenna) e suonava per professione nella banda cittadina e nelle orchestre locali che appoggiavano le truppe francesi d'occupazione; la madre, Anna Guidarini, era nata ad Urbino ed era una cantante di discreta bravura. In ragione delle idee politiche del padre, la famiglia Rossini fu costretta a frequenti trasferimenti da una città all'altra dell'Emilia-Romagna.

Così il giovane Rossini trascorre gli anni della giovinezza o presso la nonna o in viaggio fra Ravenna, Ferrara e Bologna dove il padre era riparato nel tentativo di sfuggire alla cattura dopo il restauro del governo pontificio. Ed è proprio a Bologna, dopo aver appreso qualche rudimento dai fratelli Malerbi a Lugo, che si avvicina alla musica ed in particolare allo studio del canto (fu contralto e cantore all'Accademia filarmonica) e della spinetta presso Giuseppe Prinetti, suo primo maestro.

È il 1800 e Rossini ha otto anni; a quattordici (1806), si iscrive al Liceo musicale bolognese, studia intensamente composizione appassionandosi alle pagine di Haydn e di Mozart (è in questo periodo che si guadagna l'appellativo di tedeschino), mostrando grande ammirazione per le opere di Cimarosa e scrive la sua prima opera (Demetrio e Polibio, che sarà rappresentata però soltanto nel 1812).

Conosce Isabella Colbran, cantante lirica, maggiore di età, che sposerà a Castenaso il 16 marzo 1822 e da cui si separerà intorno al 1830.

Viaggio nel melodramma

A neanche vent'anni tre sue opere sono già state rappresentate e la quota, un anno dopo, salirà a dieci. L'esordio ufficiale sulle scene era avvenuto nel 1810 al Teatro San Moisè di Venezia con La cambiale di matrimonio.

Nel ventennio successivo Rossini compose una quarantina di opere, arrivando anche a presentarne al pubblico 4 o 5 in uno stesso anno; in occasione delle prime rappresentazioni dei suoi lavori, il pubblico italiano gli riserverà accoglienze controverse. Si passò infatti da straordinari successi (La pietra del paragone, La gazza ladra, Zelmira, Semiramide) ad accoglienze freddine e perfino a clamorosi insuccessi, tra i quali è divenuto storico quello del Barbiere di Siviglia, in occasione della cui "prima" al Teatro Argentina di Roma, nel 1816, vi furono addirittura dei tafferugli, causati con ogni probabilità dai detrattori del Maestro pesarese; l'opera ebbe infatti un grande successo pochi giorni più tardi.

Semiramide (1823) fu l'ultima opera di Rossini a debuttare in Italia. Successivamente il compositore si trasferì a Parigi, dove le sue opere furono accolte quasi sempre in modo trionfale. Guglielmo Tell - rappresentato a Parigi il 3 agosto 1829 con il titolo francese di Guillaume Tell - sarà la sua ultima opera.

Sei movimenti del suo Stabat Mater furono scritti nel 1832 e il resto fu completato nel 1839, anno della morte del padre.
Il successo di quest'opera regge il confronto con quelli ottenuti nel campo dell'opera lirica; ma è la ridotta produzione nel periodo che va dal 1832 alla sua morte, avvenuta nel 1868, a rendere la biografia di Rossini simile alla narrazione di due vite diverse: la vita del trionfo veloce ed immediato, e la lunga vita appartata e oziosa, nella quale i biografi hanno immortalato il compositore. Negli ultimi anni egli compose infatti solo pochissimi lavori, tra cui la memorabile Petite messe solennelle.

Tra pigrizia e peccati senili

Rossini, uomo dalle mille sfaccettature, è stato descritto dai numerosi biografi in molte maniere: ipocondriaco, umorale e collerico oppure preda di profonde crisi depressive, ma pure gioviale bon vivant amante della buona tavola e delle belle donne; spesso è stato ritenuto afflitto da pigrizia, ma la sua produzione musicale, alla fine, si rivelerà incomparabile (sebbene arricchita da numerosi centoni, brani musicati precedentemente e riutilizzati per nuove opere che il compositore prestava a se stesso in una sorta di auto-plagio).

Rossini smise di comporre per il teatro lirico all'età di trentasette anni, dopo il Guglielmo Tell, ritirandosi dalla mondanità a vita privata. Nonostante ciò continuò fino all'ultimo a comporre musica, per sé, per Olympe Pélissier (sposata in seconde nozze nel 1846, dopo la morte della Colbran, avvenuta l'anno prima) e per gli amici.

Tra le ultime opere composte occorre ricordare la versione definitiva dello Stabat mater (1841) ed innumerevoli brani di musica da camera, sonate e composizioni per pianoforte solo o con voce solista, come nel caso delle Soirées musicales (pubblicate nel 1835).

Nella produzione dell'ultimo Rossini ci sarà inoltre spazio anche per quelli che egli stesso definì autoironicamente i suoi «Péchés de vieillesse», semplici senili debolezze. L'ultima sua composizione di rilievo fu la Petite messe solennelle (1863) per dodici cantori di tre sessi, uomini, donne e castrati, due pianoforte ed armonium.

L'autore di opere come Il barbiere di Siviglia, La Cenerentola, Semiramide, Tancredi, La gazza ladra e Le Comte Ory (solo per citarne alcune) si spense per una forma tumorale nella sua villa di Passy, presso Parigi. I francesi - ma non solo - si stavano preparando a festeggiare il suo settantasettesimo compleanno.

Le sue spoglie furono tumulate nel cimitero parigino Père Lachaise e portate in Italia solo nel 1887, nove anni dopo la morte della Pélissier. Riposano nella basilica di Santa Croce, a Firenze.

Rossini ha lasciato ogni suo bene alla città natale, Pesaro, nella quale è attivo ancor oggi un importante Conservatorio a lui intitolato.

Il ritiro dalle scene teatrali

Molti storici della musica si sono interrogati sulle cause del suo ritiro. Probabilmente, all'origine di questa inaspettata scelta v'è l'incompatibilità tra Rossini e l'estetica romantica. All'esaltazione della forza trascinante del sentimento e l'identificazione coi personaggi, il pesarese contrappone, difatti, un settecentesco distacco razionale.

Molti critici hanno, comunque, fatto notare numerosi elementi romantici all'interno del suo Guglielmo Tell, come il soggetto storico-patriottico (la lotta per l'indipendenza degli Svizzeri dagli Austriaci nel XIV secolo), l'utilizzo di elementi folcloristici (come l'inserimento nell'organico orchestrale dei richiami svizzeri per le vacche, o ranz des vaches), e la grande importanza affidata al coro. Forse, Rossini, prima di andarsene, volle dimostrare che, se avesse voluto, avrebbe potuto dominare anche lo stile romantico.

La Rossini-Renaissance

Dai primi anni settanta ad oggi sta prendendo campo una rivalutazione delle opere del compositore pesarese, in particolare dei suoi melodrammi seri, una riscoperta che ha dato vita alla cosiddetta Rossini-renaissance.

I suoi capolavori, alcuni dei quali riportati in auge un paio di decenni prima con la interpretazione di Maria Callas, sia pure in edizioni tutt'altro che filologiche, sono rientrati ormai in repertorio e vengono rappresentati dai maggiori teatri lirici del mondo.

A Pesaro viene organizzato annualmente il Rossini Opera Festival: appassionati da tutto il mondo giungono appositamente per ascoltare opere del maestro eseguite filologicamente.

Le ricette del Rossini bon vivant

Rossini era un amante della buona cucina. Sin da bambino - secondo i suoi biografi - avrebbe fatto il chierichetto essenzialmente per poter bere qualche ultima goccia del vino contenuto nel calice del prete. Ma, lo si capisce facilmente, questa asserzione - pure riportata in passato - ha il sapore della leggenda che, nel tempo, si è costruita attorno ad un personaggio sicuramente dalle molte sfaccettature e ricco di ironica originalità.

Una delle frasi che gli vengono attribuite e che, per questo aspetto, meglio lo definiscono è quella secondo cui l'appetito è per lo stomaco quello che l'amore è per il cuore. Non conosco - soleva aggiungere - un lavoro migliore del mangiare.

Il compositore era spesso alla ricerca di prodotti di ottima qualità che faceva giungere da diversi luoghi: da Gorgonzola l'omonimo formaggio, da Milano il panettone, ecc.

Una delle ricette che Rossini amava di più è l'insalata che aveva personalmente ideato, composta da mostarda, limone, pepe, sale, olio d'oliva e tartufo.

Nel libro "Con sette note", di Edoardo Mottini, è scritto che un ammiratore - vedendolo così ilare e pacifico - chiese al maestro se egli non avesse mai pianto in vita sua: "Sì", gli rispose, "una sera, in barca, sul lago di Como. Si stava per cenare e io maneggiavo uno stupendo tacchino farcito di tartufi. Quella volta ho pianto proprio di gusto: il tacchino mi è sfuggito ed è caduto nel lago!"

Onorificenze

Cavaliere dell'Ordine Pour le Mérite (classe di pace) - nastrino per uniforme ordinaria

Immagini

Composizioni

Opere liriche

Tra parentesi luogo e data della prima rappresentazione

Musiche di scena

Cantate

  • Il pianto d'Armonia sulla morte di Orfeo (1808)
  • La morte di Didone (forse 1811 eseguita nel 1818)
  • Dalle quiete e pallid' ombre (1812)
  • Egle ed Irene (1814) conosciuta anche come Non posso, oh Dio, resistere
  • L'Aurora (1815)
  • Le nozze di Teti, e di Peleo (prima esecuzione 1816)
  • Omaggio umiliato a Sua Maestà dagli... ( prima esecuzione 1819)
  • Cantata da eseguirsi la sera del dì 9 maggio 1819... (esecuzione 09/05/1819)
  • La riconoscenza (1821)
  • La Santa Alleanza (1822)
  • Il vero omaggio (1822)
  • Omaggio pastorale (1823)
  • Il pianto delle Muse in morte di Lory Byron (1824)
  • Cantata per il battesimo del figlio del banchiere Aguado (1827)
  • Giovanna D'Arco (1832)
  • Cantata in onore del Sommo Pontefice Pio Nono (composta 1846, prima esecuzione 01/01/1847)

Inni e cori

  • Inno dell'Indipendenza: ("Sorgi, Italia, venuta è già l'ora") (1815)
  • De l'Italie et de la France (1825)
  • Coro in onore del Marchese Sampieri (1830)
  • Coro per il terzo centenario della nascita del Tasso ("Santo Genio de l'itala terra") (1844)
  • Grido di Esultazione Riconoscente al Sommo Pontefice Pio IX ("Su fratelli, letizia si canti") (1846)
  • Coro delle Guardia Civica di Bologna ("Segna Iddio né suoi confini") (1848)
  • Inno alla Pace ("È foriera la Pace ai mortali") (1850)
  • Hymne à Napoléon III et à son Vaillant Peuple ("Dieu tout puissant") (1867)

Musica sacra

  • Messa (Bologna 1808)
  • Messa (Ravenna 1808)
  • Messa (Rimini 1809) (di dubbia autenticità)
  • Messa (Lugo primi anni dell'800)
  • Laudamus
  • Quoniam (1813)
  • Miserere
  • Messa di Gloria, Napoli 1820
  • Preghiera ("Deh tu pietoso cielo") (probabilmente 1820)
  • Tantum ergo (1824)
  • Stabat Mater (1832/42)
  • Trois Chœure religieux: La Foi, L'Espérance, La Charité (1844)
  • Tantum ergo (1847)
  • O Salutaris Hostia (1857)
  • Laus Deo (1861)
  • Petite Messe Solennelle (1863)
  • Dixit Domino dubbia autenticità.

Musica vocale

  • Se il vuol la molinara (1801)
  • Dolce aurette che spirate (1810)
  • La mia pace io già perdei (1812)
  • Qual voce, quai note (1813)
  • Alla voce della gloria (1813)
  • Amore mi assisti
  • Pezzi per il Quinto Fabio (1817)
  • Il Trovatore ("Chi m'ascolta il canto usato") (probabilmente 1818)
  • Il Carnevale di Venezia ("Siamo ciechi, siamo nati") (1821)
  • Beltà crudele" ("Amori scendete propizi al mio cuore") (1821)
  • Canzonetta Spagnuola ("En medio a mis colores" o "Piangea un dì pensando") (1821)
  • Infelice ch'io son (1821)
  • Addio ai Viennesi ("Da voi parto, amate sponde") (1822)
  • Dall'oriente l'astro del giorno (1824)
  • Ridiamo, cantiamo che tutto sen va (1824)
  • In giorno sì bello
  • Tre Quartetti da Camera
  • Les Adieux à Rome ("Rome pour la dernière fois")
  • Orage et Beau Temps ("Sur le flots incostants") (1829-30)
  • La passeggiata (Anacreontica) ("Or che di fior adorno") (1831)
  • La Dichiarazione ("Ch'io mai vi possa lasciar d'amare") (probabilmente 1834)
  • Soirées Musicales Collezione di 8 ariette e 4 duetti. (1830-1835)
  • Deux Nocturnes (1835 circa)
  • Nizza ("Nizza, je puis sans peine") (1836 circa)
  • L'ame délaissée ("Mon bien aimé") (probabilmente 1844)
  • Francesca da Rimini ("Farò come colui che piange e dice") (1848)
  • La separazione ("Muto rimase il labbro") (probabilmente 1857)
  • Deux Nouvelles Compositions (circa 1861)

Musica strumentale

  • Sei sonate a quattro (1804)
  • Duetti per corno
  • Sinfonia in Re maggiore (1808)
  • Sinfonia in Mi bemolle maggiore (1809)
  • Variazioni in Fa maggiore a più strumenti obbligati (1809)
  • Variazioni in Do maggiore per clarinetto obbligato e orchestra (1809)
  • Andante e tema con variazioni per clarinetto (probabilmente 1812)
  • Andante e tema con variazioni per arpa e violino (probabilmente 1815-22)
  • Passo doppio per banda militare (1822)
  • Valzer in Mi bemolle maggiore (1823)
  • Serenata (1823)
  • Duetto per violoncello e contrabbasso (1824)
  • Rendez-vous de chasse (1828)
  • Fantasia per clarinetto e pianoforte (1829)
  • Mariage de S.A.R. le Duc d'Orléans; Trois marches militaires (1837)
  • Scherzo per pianoforte, in la minore (1843 e 1850)
  • Tema originale di Rossini variato per violino da Giovacchino Giovacchini (1845)
  • Marcia (pas-redoublé) (1852)
  • Thème de Rossini suivi de deux variations et coda par Moscheles Pere (1860)
  • La Corona d'Italia (1868)

Péchés de vieillesse

I cosiddetti Péchés de vieillesse sono costituiti da una raccolta di vari pezzi distribuiti in 14 volumi:

  • Volume I - Album italiano
  • Volume II - Album francese
  • Volume III - Morceaux reséservés
  • Volume IV - Quatre hors d'oeuvres et quadre mediantes
  • Volume V - Album poour les enfants adolescents
  • Volume VI - Album pour les enfants dégourdis
  • Volume VII - Album de chaumière
  • Volume VIII - Album de château
  • Volume IX - Album pour piano, violon, violoncello, harmonium et cor
  • Volume X - Miscellanée pour piano
  • Volume XI - Miscellanée de musique vocale
  • Volume XII - Qulques rien pour album
  • Volume XIII - Musique anodine
  • Volume XIV - ulteriori Pechés de vieillesse

Note

  1. ^ Sull'atto di battesimo il nome è "Giovacchino Antonio", ma Rossini preferì la grafia "Gioachino", e più raramente "Gioacchino", mentre quasi sempre si firmava "G. Rossini".

Bibliografia

  • Giuseppe Carpani, Le rossiniane, Padova 1824 (libro usato da Stendhal per la biografia di Rossini)
  • Stendhal, Vie de Rossini, Paris 1824; traduzione italiana: Vita di Rossini, EDT, Torino 1992
  • Giuseppe Radiciotti, Gioacchino Rossini: vita documentata, opere ed influenza su l'arte, Tivoli 1927-1929
  • Luigi Rognoni, Gioacchino Rossini, Parma 1956; terza ed ultima revisione Einaudi, Torino, 1977
  • Riccardo Bacchelli, Rossini e saggi musicali, Milano, 1968
  • Bruno Cagli, Philip Gossett, Alberto Zedda, Criteri per l'edizione critica delle opere di Gioachino Rossini, in «Bollettino del Centro rossiniano di studi», n. 1, 1974
  • Frederic Vitoux, Gioacchino Rossini, Mazarine, Parigi 1982
  • Alessandro Baricco, Il genio in fuga: due saggi sul teatro musicale di Gioachino Rossini, Il Melangolo, Genova 1988; rist. Einaudi, Torino 1997
  • Richard Osborne, Rossini, Londra 1986, nuova ed. Boston 1991
  • Fedele D'Amico, Il teatro di Rossini, Il Mulino, Bologna 1992 - ISBN 88-15-03459-5
  • Philip Gossett, voce Rossini, Gioachino del New Grove Dictionary of Music and Musicians, traduzione italiana in Philip Gossett, William Ashbrook, Julian Budden, Friedrich Lippmann, Rossini Donizetti Bellini, Milano, Ricordi, 1995
  • Gioachino Rossini, Lettere e documenti, tre volumi a cura di Bruno Cagli e Sergio Ragni: vol. I Urbino 1992, vol. II Urbino 1996, vol. III Urbino 2000
  • Eduardo Rescigno, Dizionario rossiniano, Milano 2002
  • Bollettino del Centro rossiniano di studi, 1955-60, 1967-2006.
  • A cura di Piero Mioli, con introduzione di Paolo Fabbri (edizione integrale in due volumi), Gioachino Rossini - Tutti i libretti d'opera, Newton&Compton, Milano, 1997 - ISBN 88-8183-805-2 - ISBN 88-8183-806-0
  • AA.VV. (a cura di Michele Porzio), Dizionario dell'opera lirica, collana Oscar Mondadori, Milano, 1991 (con schede riguardanti venti opere di Rossini, indicato come Gioachino nell'indice e Gioacchino nelle schede) - ISBN 88-04-35284-1
  • A cura dell'assessorato alla Cultura del Comune di Pesaro, Casa Rossini - Rossini's House, guida breve che dà conto della casa natale di Gioachino Rossini la cui storia ha inizio oltre cinquecento anni fa, Pesaro 2004
  • Franco Panzini, Storia e restauro della casa natale di Gioachino Rossini, Venezia 1992
  • Hommage an Rossini : Katalog zur Ausstellung - Omaggio a Rossini. Catalogo della mostra. Gioachino Rossini nei ritratti d'epoca, litografie, siderografie, xilografie, fotografie, caricature e cartoline raccolte da Reto Müller. Catalogo della mostra allestita dalla Società tedesca Rossini in occasione del suo 10° anniversario, Lipsia 1999 - ISBN 3-933240-80-8
  • Vittorio Emiliani, Il furore e il silenzio. Vita di Gioachino Rossini, il Mulino, Bologna 2007, ISBN 88-15-11616-8

Voci correlate

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