Gianni Pezzani

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Gianni Pezzani, all'anagrafe Giovanni Pezzani (Colorno, 18 giugno 1951), è un fotografo italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Gianni Pezzani è nato il 18 giugno 1951 a Colorno, comune in Provincia di Parma. Ha frequentato l'Università degli Studi di Firenze dove nel 1979 si è laureato[1] in Scienze Agrarie.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

La buona conoscenza della chimica, acquisita durante gli studi universitari, gli consente di affrontare la ricerca sui viraggi fotografici a cui, sul finire degli anni settanta, inizia ad interessarsi. Questo percorso lo porta ad essere uno dei primi fotografi in Italia ad approfondire lo studio sul colore affrancandosi dal predominio del bianco e nero.

La ricerca sui viraggi gli permette, nel 1981, di essere selezionato dalle edizioni Time Life tra i sei più importanti fotografi emergenti dell'anno e di vedere la pubblicazione del suo portfolio nell'annuario Photography Year[2][3].

Dal 1981 inizia a lavorare per le edizioni Condé Nast[4], collaborazione che è proseguita fino al 2017. Allo studio in campo professionale sulla fotografia di moda, continua una ricerca che lo conduce nel 1982 a realizzare una serie di fotografie durante un viaggio negli Stati Uniti d'America in compagnia di Franco Fontana, che lo vedranno protagonista di una mostra alla Galleria Civica di Modena[5] nel 1984. Stesso anno in cui partecipa ad una mostra itinerante sulla fotografia italiana presso le più importanti gallerie della Cina.

Il 1984 è un anno fondamentale soprattutto per la decisione di trasferirsi in Giappone dove collabora con Mamiya Camera ed inizia a disegnare capi d'abbigliamento[6], proponendo al mercato giapponese una propria etichetta che faceva dell'invenzione di ironici personaggi il proprio marchio di fabbrica.

Tra il 1984 e il 1993 si sposterà tra Tokyo, Bali e la Nuova Zelanda continuando ad utilizzare la macchina fotografica in ricerche che, pur importanti per tracciare una storia completa della fotografia degli anni ottanta, rimarranno celate alla critica.

Nel 1993 torna in Italia e vive tra Milano e Torrechiara. I rapporti con le riviste di moda e design si intensificano come anche le mostre personali o collettive che lo vedono protagonista.

A partire dal 2008 inizia una nuova un'importante ricerca, “Milano Notte”: scatti in cui la città lombarda viene ripresa nella sua solitudine notturna, momento in cui le automobili parcheggiate diventano l'unico arredo urbano. Operazione che, a cavallo tra il gennaio del 2010 e il dicembre del 2011, condurrà anche nella città di Tokyo. Un progetto che, iniziato nel 2010, è tuttora in fase di sviluppo è “Mouche à lire”[7][8]: pagine di libri accuratamente selezionate su cui lascia posare una mosca, immortalando il dittero sulla pagina scritta, a testimoniare una lunga dedizione e passione alla lettura.

Una delle ultime ricerche è "Magnetica": un progetto che consiste nell'appoggiare su un magnete, che ruota a velocità costante, prismi di carta colorata o piccoli oggetti in vetro e plastica, che, grazie ai lunghi tempi di esposizione del mezzo fotografico, restituiscono l'illusione di forme tridimensionali.

L'ultimo progetto pubblicato è "Tensione superficiale": questo si concentra sulla restituzione del fenomeno chimico che viene evidenziato in immagini in cui l’acqua in caduta forma geometrie sferiche, che l’occhio umano difficilmente riesce a cogliere.

Principali serie[modifica | modifica wikitesto]

Margini, viaggio senza ritorno (1978-1985)[modifica | modifica wikitesto]

È il primo progetto realizzato dall'autore. Per la maggior parte è stato realizzato nelle zone limitrofe di Colorno, prevede un gruppo di immagini in cui l'autore riprende il paesaggio dall'interno dell'automobile, in modo che la vettura sia visibile. Un altro gruppo di immagini è costituito da riprese in cui l'automobile appare abbandonata sul ciglio della strada e l'inquadratura si concentra sia sull'autovettura che sul paesaggio circostante. Un ultimo gruppo di immagini prevede la ripresa di casolari abbandonati, passaggi a livello e distributori. Le fotografie sono state virate direttamente dell'autore, con proprie ricette chimiche.

Cucina della mamma sorpresa nella notte (1980-1983)[modifica | modifica wikitesto]

Le riprese sono state realizzate all'interno dell'abitazione dell'autore. La maggior parte delle immagini si concentra su alcuni oggetti di uso comune come il telefono, i piatti, una spugna o una tazzina. Anche in questo caso le fotografie sono state virate direttamente dell'autore.

Troppo cazzo (1980)[modifica | modifica wikitesto]

Il progetto consiste nel ricodificare il paesaggio della Bassa parmense attraverso l'inserimento di un fallo in gomma, una presenza straniante, ironica e volutamente provocatoria.

Passeggiata a Pisa (1981)[modifica | modifica wikitesto]

Il progetto nasce dalla richiesta di Giacinto Gnudi, all'epoca presidente dell'Ente Provinciale del Turismo di Pisa, di realizzare una documentazione fotografica sulla città toscana. Il centro urbano è ripreso, tranne in rari casi, escludendo completamente la presenza dell'uomo.

USA (1982)[modifica | modifica wikitesto]

Le fotografie sono state realizzate durante un viaggio negli Stati Uniti d'America in compagnia del fotografo Franco Fontana. Il progetto presenta forti analogie con "Margini, Viaggio senza ritorno", per l'indagine sul rapporto tra auto e paesaggio.

Tokyo perduta (1985-1987)[modifica | modifica wikitesto]

Il progetto prevede riprese sfuocate della città di Tokyo. L'intenzionalità dell'autore era quella di restituire l'impermeabilità emotiva della città.

Humus (2004-2013)[modifica | modifica wikitesto]

La serie si concentra sulla documentazione dell'Appennino parmense, in modo particolare sui boschi e sulle diverse tipologie di alberi presenti nella zona presa in esame.

Erbe (2008)[modifica | modifica wikitesto]

In questa serie il punto di vista non è più quello umano: il fotografo cambia prospettiva, si abbassa appoggiando il mezzo al suolo, simulando lo sguardo di un topo o addirittura di un insetto.

Milano Notte (2008-2015), Nippon Night (2011), Parma dorme (2013-2014)[modifica | modifica wikitesto]

I tre progetti prevedono riprese delle città durante la notte. Le fotografie sono caratterizzate dall'assenza dell'uomo e dalla presenza delle automobili che si confrontano con le diverse architetture della città.

Mouche à lire (2009-2015)[modifica | modifica wikitesto]

Le fotografie immortalano dei ditteri appoggiati su pagine di libri di autori che hanno caratterizzato le letture del fotografo come, ad esempio, Kerouac, Kafka e Flaiano.

Magnetica (2014-2015)[modifica | modifica wikitesto]

Il progetto consiste nel fotografare un prisma appoggiato su una piattaforma magnetica che ruota ad una velocità costante. Grazie a lunghi tempi d'esposizione, il risultato è l'illusione di un volume tridimensionale.

Tensione superficiale (2016)[modifica | modifica wikitesto]

Il progetto si concentra, come suggerisce il titolo, sulla restituzione del fenomeno chimico che viene evidenziato in immagini in cui l’acqua in caduta forma geometrie sferiche, che l’occhio umano difficilmente riesce a cogliere.

Blues Smoke (2017-2018)[modifica | modifica wikitesto]

Con questo lavoro Gianni Pezzani prosegue la sua ricerca sulla capacità del mezzo fotografico di restituire il non "visibile": nuvole di fumo che sembrano appoggiarsi su un fondo completamente nero, un'uniformità capace di evidenziare le linee e i volumi di contorsioni quasi trasparenti, di veli delicati che cambiano forma ad ogni istante.

Girovaghi (2019)[modifica | modifica wikitesto]

Utilizzando lo stesso espediente tecnico del progetto "Magnetica", alcuni ritratti realizzati ad amici e artisti sembrano muoversi vorticosamente nello spazio, restituendo personalità multiple.

Covidi (2020)[modifica | modifica wikitesto]

Durante il lungo periodo di isolamento causato dal Covid - 19, Gianni Pezzani trasforma la propria abitazione in un set fotografico mettendo, in relazione in un dialogo ironico e spesso grottesco, oggetti di uso comune. Racconti domestici, espressione di un'intimità surreale e di improbabili equilibri.

La collezione involontaria (2021)[modifica | modifica wikitesto]

Un progetto[9] commissionato dalla Società Umanitaria di Milano il cui obiettivo era quello di testimoniare la collezione dell'ente milanese, ricontestualizzando le opere all'interno dell'architettura ospitante.

Mondo adulto (2022)[modifica | modifica wikitesto]

Fotografie che, attraverso una narrazione sottilmente ironica, mostrano il corpo femminile nell'erotismo dei gesti quotidiani.

Principali pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Arturo Carlo Quintavalle, Enciclopedia pratica per fotografare, volume A-C, Milano, Fratelli Fabbri Editori, 1979.
  • Arturo Carlo Quintavalle, Gianni Pezzani, Milano, il Diaframma Ediphoto, 1980.
  • il diaframma, n. 248, Milano, il Diaframma Ediphoto, 1980.
  • (EN) Photography Year 1981, Alexandria, Virginia (USA), Time-Life Books, 1981, ISSN 0090-4406 (WC · ACNP).
  • (EN) Photography Year 1981-82, Londra, Time-Life Books, 1981, ISBN 0705403890.
  • Linee della ricerca artistica in Italia 1960-1980, Roma, De Luca Editore, 1981.
  • Giuseppe Bonini (a cura di), Luoghi dell’Immaginario, momenti della fotografia italiana contemporanea, 1982.
  • (EN) Selection 1983, Tokyo, Ginza, Kodak Nagase Photo Salon, 1983.
  • (JA) Camera Mainichi, n. 11, 1983.
  • Progresso Fotografico, febbraio, Milano, Editrice Progresso, 1984, ISSN 0033-0868 (WC · ACNP).
  • T-Show. Storia e nuovi stili della T-Shirt, Milano, Electa, 1984, ISBN 8843510282.
  • Giuseppe Bonini (a cura di), Simulacri del paesaggio: mostra di: Augusto De Luca, Gianni Pezzani, Mimmo Jodice, Maurizio Mantovi, Modena, Panini, 1984.
  • Ken Damy, Gianni Pezzani, Milano, Edizioni Progresso Fotografico, 1984.
  • (EN) British Journal of Photography (annuario), 1985, ISSN 0007-1196 (WC · ACNP).
  • Arturo Carlo Quintavalle (a cura di), Tendenze artistiche in Italia 1970-1985, Roma, 1985.
  • Fotografi italiani. Diario immaginario di Lanfranco Colombo, Bergamo, Bolis Edizioni, 1993, ISBN 8878270482.
  • Arturo Carlo Quintavalle, Messa a fuoco. Studi sulla fotografia, Milano, Feltrinelli, 1994, ISBN 880710010X.
  • VITA DA BAMBINO nelle immagini di 108 fotografi italiani, con un racconto di Bianca Pitzorno, Udine, Arti Grafiche Friulane, 1995, ISBN 88-86550-13-8.
  • (EN) Giannino Malossi (a cura di), The Style Engine, New York, New York (USA), The Monacelli Press, 1998, ISBN 1885254954.[10]
  • Giannino Malossi (a cura di), Il Motore della Moda, New York, New York (USA), The Monacelli Press, 1998, ISBN 8879400452.[10]
  • Arturo Carlo Quintavalle (a cura di), Gianni Pezzani, Quaderno n. 77, Parma, Centro Studio e Archivio della Comunicazione, Università di Parma, 2000.
  • Roberto Mutti (a cura di), “Immagine Fotografica”, n. 328, Portfolio, 2002.
  • Guido Vergani (a cura di), Dizionario della moda, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2004, ISBN 8880898663.
  • “TRASH. Impressioni sull'ambiente”, 2004.
  • Il Diaframma di Lanfranco Colombo. I Maestri della Fotografia, Peggy Guggenheim Collection, 2005.
  • Philippe Daverio e Jean Blanchaert (a cura di), 13 x 17. Mille artisti per un'indagine eccentrica sull'arte in Italia, Milano, Rizzoli, 2007, ISBN 8817018953.
  • Carlo Mambriani (a cura di), Il Bosco di Torrile: storia e futuro di una foresta perduta, Reggio Emilia, Diabasis, 2009, ISBN 978-88-8103-640-0.
  • Tempo Zero 2010, calendario del Comune di Milano, Nava Design, 2010.[11][12]
  • Arturo Carlo Quintavalle e Gloria Bianchino (a cura di), Nove100, Milano, Skira, 2010, ISBN 8857205614.
  • Arturo Carlo Quintavalle e Gloria Bianchino (a cura di), I Mille scatti per una storia d'Italia, Milano, Skira, 2012, ISBN 8857214265.
  • (ENIT) Arturo Carlo Quintavalle, Gianni Pezzani. Ombre., Milano, Skira, 2013, ISBN 8857221768.
  • Gianni Pezzani e Andrea Tinterri, Parma dorme, Milano, Skira, 2014, ISBN 8857225631.
  • Arturo Carlo Quintavalle (a cura di), Fuoco nero. Materia e struttura attorno e dopo Burri, Milano, Skira, 2014, ISBN 8857222047.
  • (ENIT) Noema Gallery (a cura di), Gianni Pezzani. Magnetica, con testi di Denis Curti e Andrea Tinterri, Pesaro, Greta Edizioni, 2015, ISBN 978-88-99367-01-5.,
  • (ENIT) L'Aperitivo Illustrato, n. 69, Pesaro, Greta Edizioni, 2015, ISSN 2037-0490 (WC · ACNP).
  • #AI Magazine - The Art Review, n. 75, 2017, ISSN 2037-0490 (WC · ACNP).
  • Gianni Pezzani, Inclassificabile, Parma, Nuova Editrice Berti, 2023, ISBN 9788873648123.

Principali esposizioni[modifica | modifica wikitesto]

Collettive[modifica | modifica wikitesto]

  • 1979: Pisa, "1º Incontro nazionale con i fotografi per la Regata delle Antiche Repubbliche Marinare"
  • 1981: Roma, Palazzo delle Esposizioni, "Linee della ricerca artistica in Italia 1960-1980"[13]
  • 1982: Modena, Galleria Civica, "Simulacri del paesaggio"
  • 1982: Suzzara, Galleria d'Arte Contemporanea, "Luoghi dell'Immaginario, momenti della fotografia italiana contemporanea"[14]
  • 1983: Pechino, mostra itinerante
  • 1983: Malmö, Malmö Art Museum
  • 1984: Parigi, Centro Georges Pompidou, "IMAGES ET IMAGINAIRE D’ARCHITECTURE"[15]
  • 1984: Milano, galleria Studio Marconi, "T-Show"
  • 1985: Roma, Palazzo delle Esposizioni
  • 1985: Belgrado, Befu '85, 7th World Biennal of Photography[16]
  • 1993: Bergamo, Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, "Fotografi italiani. Diario immaginario di Lanfranco Colombo"
  • 1998: Firenze, Stazione Leopolda, "Il motore della moda" (allestimento di Achille Castiglioni, Gianfranco Cavaglià, Italo Lupi)
  • 2003: Torino, Palazzo Barolo, "Viaggio in Giappone" (all'interno della mostra "Cosa c'è dietro al Kimono"[17])
  • 2004: Genova, "TRASH. Impressioni sull'ambiente"
  • 2005: Venezia, Peggy Guggenheim Collection, “Il Diaframma di Lanfranco Colombo. I Maestri della Fotografia”[18]
  • 2005: Venezia, Chiesa di San Gallo, "13 x 17. Mille artisti per un'indagine eccentrica sull'arte in Italia"
  • 2010: Parma, Palazzo del Governatore, "Nove100" (sezione fotografia)[19]
  • 2011: Reggio Emilia, Padiglione Italia (Sezione Emilia Romagna), 54. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia[20]
  • 2012: Parma, Palazzo del Governatore, "Mille scatti per una storia d'Italia"[21]
  • 2013: Milano, Fondazione Mudima, "Prove di fotografia"[22]
  • 2014: Parma, Palazzo della Pilotta (Salone delle Scuderie), "Fuoco nero: materia e struttura attorno e dopo Burri"[23]
  • 2021: Brescia, Macof, Brescia Photo Festival 2021 - "Patrimoni" [24]
  • 2021: Milano Photo Festival "Forms & Shapes" [25]

Personali[modifica | modifica wikitesto]

  • 1979: Milano, il Diaframma/Canon
  • 1980: Grenoble, Galerie Madeleine
  • 1983: Tokyo, Kodak Nagase Photo Salon Ginza
  • 1983: Torino, Libreria Agorà, "Edipo ed Elettra"[26]
  • 1984: Bruxelles, Paul Pia Gallery
  • 2000: Fondazione Magnani-Rocca, "Retrospettiva"
  • 2007: Milano, Hublab Gallery, "Humus"[27]
  • 2011: Brescia, WavePhotogallery, Antologica "1970 - 2011"[28]
  • 2014: Parma, Portici del Grano, "Parma dorme"[29]
  • 2015: Milano, showroom Boffi, "Magnetica"[30]
  • 2015: Brescia, Planet Vigasio, "Brescia Dorme" [31]
  • 2017: Milano, Società Umanitaria, "Milano Notte"[32]
  • 2018: Milano, Après-coup, "Viraggi"[33]
  • 2021: Brescia, Biblioteca Comunale di Vobarno, "Humus" [34]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dal catalogo titoli tesi di laurea dell'Università degli Studi di Firenze
  2. ^ Photography Year 1981, Alexandria, Virginia (USA), Time-Life Books, 1981, ISSN 0090-4406 (WC · ACNP).
  3. ^ Photography Year 1981-82, Londra, Time-Life Books, 1981, ISBN 0705403890.
  4. ^ In particolare collabora con L'Uomo Vogue, Vogue Bambini Archiviato il 21 aprile 2015 in Internet Archive., Casa Vogue, Vogue Gioiello, Vogue Pelle, Vogue Sposa
  5. ^ Sito web Galleria Civica di Modena
  6. ^ Distribuiti da STOCKMAN CO, LTD.
  7. ^ Articolo Letture per ditteri: il rapporto tra fotografia e scrittura attraverso gli scatti di Gianni Pezzani Archiviato il 22 giugno 2014 in Internet Archive.
  8. ^ Articolo STORIA DEL FOTORACCONTO: da Elio Vittorini a Gianni Pezzani Archiviato il 14 aprile 2015 in Internet Archive.
  9. ^ Società umanitaria. La collezione involontaria, Cinisello Balsamo, Silvana, 2021, ISBN 8836648029.
  10. ^ a b Sezione del sito di Italo Lupi che parla del libro, su italolupistudio.com. URL consultato il 6 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  11. ^ Comunicato stampa calendario “Tempo Zero”
  12. ^ Foto del calendario (Living-Corriere della Sera)
  13. ^ Sezione del sito del Palazzo delle Esposizioni dove viene citata la mostra
  14. ^ Sezione del sito della Galleria del Premio Suzzara dove si cita la mostra
  15. ^ [1] Sezione del sito del Centro Pompidou dedicata alla mostra "Images et imaginaires de l'architecture"
  16. ^ Articolo del Nevada Daily Mail che cita l'esposizione
  17. ^ Elenco delle mostre organizzate da Consolata Pralormo Design
  18. ^ Archivio mostre Peggy Guggenheim Collection
  19. ^ Sito web mostra Nove100, su palazzodelgovernatore.it. URL consultato il 30 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  20. ^ Comunicato stampa della mostra Padiglione Italia (sezione Emilia Romagna) della 54. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia Archiviato il 26 maggio 2015 in Internet Archive.
  21. ^ Sito web mostra Mille scatti per una storia d'Italia, su palazzodelgovernatore.it. URL consultato il 30 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  22. ^ Pagina Facebook con locandina della mostra "Prove di fotografia"
  23. ^ Sito web mostra Fuoco nero: materia e struttura attorno e dopo Burri
  24. ^ Brescia Photo Festival 2021 - "Patrimoni"
  25. ^ Milano Photo Festival "Form & Shapes"
  26. ^ Recensione della mostra da parte di Angelo Schwarz: "La cucina della mamma e l'oggetto da Sex-shop, il fallo di plastica (ma di primo acchito sembra vero). Due cose che non stanno facilmente insieme. Eppure, malgrado la diversità dei soggetti, il fotografo è sempre coerente, è sempre lui. E non soltanto per la preziosità dei colori delle immagini mirabilmente virate. Al proposito, sarebbe interessantissimo un workshop di Pezzani sulle tecniche di viraggio: non è facile, anche tecnicamente, produrre immagini del genere. Tornando al fotografo, nelle sue fotografie mi pare ci siano insieme dolcezza, tristezza, durezza e voglia di raccontare un quotidiano, senza ricorrere a quell' elogio del banale oggi così radicale che è ormai diventato di moda, quasi un genere. Finalmente una cucina della mamma senza il mammismo. Finalmente la rappresentazione del fallo in un mondo che lo ha sempre in bocca, che lo esorcizza usandolo in continuazione come un neologismo (questo cazzo di discorso, questa cazzo di politica, questa cazzo di cultura, ecc.), ma che lo nasconde perché fa paura, disturba, fa senso, non è estetico oppure lo si esibisce, adeguandolo alle esigenze di mercato. Pezzani è timido, ma come tutti i timidi se gli dai un po' di corda, ti rovescia addosso tanto coraggio da quasi far paura: ed è che non si può essere coraggiosi da soli. Tutto questo si può scrivere a proposito di Pezzani e delle sue fotografie, perché anche questo si può comunicare con delle immagini un po' meccaniche, un po' artigianali. Angelo Schwarz Stare attenti che in galleria non entrino dei minori, perché una denuncia e un processo non ce lo leva nessuno, e magari una condanna. L'episodio di Krims a Castel Fiorentino è finito così anche se il giudice (come persona) era progressista: ma la legge è un'altra cosa e ciò che è pudore o osceno è... variabile. A.S."
  27. ^ Sito web Hublab Gallery, su hublab.it. URL consultato il 30 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  28. ^ Archivio mostre WavePhotogallery
  29. ^ Sito web mostra Parma dorme Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.
  30. ^ Invito alla mostra "Magnetica"
  31. ^ "Brescia Dorme"
  32. ^ Evento dBell sound Fuori Salone 2017
  33. ^ Vernissage "Viraggi"
  34. ^ "Humus" Biblioteca Comunale di Vobarno

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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