Giacomo I d'Aragona
| Giacomo I d'Aragona | |
|---|---|
| Re della Corona d'Aragona | |
| In carica | 14 settembre 1213 – 27 luglio 1276 |
| Predecessore | Pietro II il Cattolico |
| Successore | Pietro III il Grande |
| Re di Maiorca | |
| In carica | 1230 – 27 luglio 1276 |
| Predecessore | titolo creato |
| Successore | Giacomo II |
| Nome completo | Giacomo Perez |
| Altri titoli | Re di Valencia, Conte di Barcellona, di Berga, Besalú, Gerona e Osona, di Empúries e Urgell, di Pallars Jussà e Pallars Sobirà, di Rossiglione e Cerdagna, Marchese di Lerida e Tortosa e Signore di Val d'Aran. Signore di Montpellier e Carladès e di altri feudi dell'Occitania |
| Nascita | Montpellier, 1º febbraio 1208 |
| Morte | Valencia, 27 luglio 1276 (68 anni) |
| Luogo di sepoltura | Monastero di Santa Maria di Poblet |
| Casa reale | Casa d'Aragona |
| Padre | Pietro II d'Aragona |
| Madre | Maria di Montpellier |
| Consorti | Eleonora di Castiglia Iolanda d'Ungheria Teresa Gil di Vidaure |
| Figli | Alfonso, di primo letto Violante Pietro Costanza Giacomo Ferdinando Sancha Isabella Maria Sancho e Eleonora, di secondo letto Giacomo e Pietro, di terzo letto Ferdinando Pietro Pietro del re e Giacomo, illegittimi |
| Religione | Cattolicesimo |
Giacomo I d'Aragona, detto il Conquistatore (Jaume el Conqueridor in catalano, Chaime o Conqueridor in aragonese; Montpellier, 1º febbraio 1208 – Valencia, 27 luglio 1276), fu re di Aragona e conte di Barcellona (1213-1276), re di Valencia (1238-1276) e di Maiorca (1230-1276), signore di Montpellier, del Carladès (1219-1276) e di altri feudi dell'Occitania (1219-1258).
Origine
[modifica | modifica wikitesto]Giacomo era figlio del re d'Aragona e conte di Barcellona, Gerona, Osona, Besalú, Cerdagna e di Rossiglione, Pietro II il Cattolico e della signora di Montpellier, Maria, sia secondo la Cronaca piniatense[1][2], che secondo Alberico delle Tre Fontane[3][4].
Secondo il Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia e per la Gran enciclopedia catalana Maria era figlia del signore di Montpellier Guglielmo VIII e di Eudocia Comnena, figlia dell'imperatore Manuele Comneno[5],[6], quindi nipote dell'imperatore di Costantinopoli come confermano anche la Chronica Albrici Monachi Trium Fontium[3] e la Cronaca Piniatense[2],
Secondo le "Corónicas" Navarras[7], Pietro era figlio di Alfonso II (detto il Casto), re d'Aragona e conte di Barcellona, Gerona, Osona, Besalú, Cerdagna e di Rossiglione, e di Sancha di Castiglia (1154-1208)[8][9].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Sia secondo il Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia, che La web de las biografias e la Gran enciclopedia catalana Giacomo nacque a Montpellier tra il 1° e il 2 febbraio 1208[10][11][12].
Secondo una leggenda riportata dalla Gran enciclopedia catalana sua madre, Maria, per poter restare incinta dovette introdursi, nell'oscurità, nel letto del marito, al posto di una sua amante; ed il frutto di questo incontro fu la nascita del principe Giacomo[12].
Suo padre, Pietro, visse sempre lontano dal figlio[12].
Nel 1209 suo padre Pietro II era entrato in possesso della contea di Urgell[13], dopo la morte del conte Ermengol VIII di Urgell (1158-1209) senza eredi maschi, a nome di Giacomo, fidanzato con la figlia di Ermengol, la contessa d'Urgell, Aurembiaix di Urgell, come riporta Salazar y Acha, nel suo La casa del Rey de Castilla y León en la Edad Media (non consultato)[14]. Il fidanzamento venne annullato, nel 1212, quando Aurembiaix sposò Álvaro Pérez de Castro, figlio di Pedro Fernández de Castro el Castellano, signore della Casa di Castro[15].
Aurembiaix de Urgell (1192/1196-1231), dopo la separazione da Alvaro (1228), fece un accordo di concubinaggio con Giacomo I per poter assicurare un erede alla contea di Urgell[16], e, nel 1229 sposò in seconde nozze Pietro del Portogallo, come riportato nel documento delle Pruebas de la historia de la Casa de Lara[17].
All'età di tre anni, Giacomo fu allontanato dalla madre e, in quanto promesso ad una di lui figlia, consegnato a Simone di Montfort, che governava Carcassonne[12].
All'età di circa cinque anni, Giacomo rimase orfano di entrambi i genitori:
- sua madre, Maria, si era recata a Roma per opporsi alla richiesta di divorzio presentata da suo padre, Pietro II, e, poco dopo aver ottenuto da papa Innocenzo III il rifiuto a concedere il divorzio[18], il 21 aprile del 1213 morì e fu inumata nella cappella di santa Petronilla (in seguito distrutta) in San Pietro a Roma[18].
- suo padre, Pietro II, dopo che la (crociata albigese), indetta dal papa Innocenzo III nell'agosto del 1209, aveva ripreso vigore, si schierò apertamente con il conte di Tolosa, Raimondo VI e affrontò i crociati, nel tentativo di conquistare il paese di Muret, dove però morì, il 14 settembre 1213, durante la battaglia che si accese a seguito della controffensiva delle truppe francesi comandate da Simone IV di Montfort, Conte di Leicester[19]; la morte di Pietro II viene riportata anche dagli Annales Compostellani (Petrus Rex Aragoniæ fuit interfectus a Gallis apud Castrum quod dicitur Muret, II Idus Septembris Era MCCLI)[20].
Giovinezza e inizio del Regno
[modifica | modifica wikitesto]Dopo la morte del padre, Giacomo, che era a Carcassonne, venne trattenuto nella contea occitana (di fatto Giacomo era prigioniero) da Simone IV di Montfort, leader della crociata contro i Catari e nemico giurato degli Occitani. Giacomo venne riconsegnato agli Aragonesi, nel 1214, solo dopo varie pressioni del papa Innocenzo III[12].
Rientrato in Aragona, Giacomo, come da espresso desiderio della madre, rimase sotto la tutela dei Cavalieri templari, il cui gran Maestro era Guglielmo di Montredò, nel castello di Monzón[12], ed ebbe come reggente il Conte di Rossiglione, Sancho Raimúndez, prozio di Giacomo e figlio del Conte di Barcellona, Ramón Berenguer IV[12].
Aveva ereditato la Signoria di Montpellier alla morte della madre e a sei anni prestò giuramento alla Corte di Lleida nel 1214. Nel settembre del 1218 si celebrò per la prima volta a Lleida una Corte Generale tra Aragonesi e Catalani, nella quale venne dichiarato già maggiorenne[11], e la partenza del reggente, Sancho Raimúndez, per la sua terra stimolò Giacomo, che aveva un partito che lo sosteneva, a regnare sul regno d'Aragona, che era diviso e governato dall'indisciplina feudale, e nel mezzo di queste lotte egli fu coinvolto per diversi anni[12]: dal 1216 al 1227[21].

Il 6 febbraio del 1221, ad Ágreda (Soria), si era sposato con Eleonora di Castiglia[22] (1202-1244), figlia del re di Castiglia Alfonso VIII e di Eleonora Plantageneta (seconda figlia femmina legittima di Enrico II Plantageneto re d'Inghilterra e della duchessa Eleonora d'Aquitania), quindi sorella di Berenguela e zia di Ferdinando III di Castiglia[23].
Il matrimonio fu annullato, nel 1229, per consanguineità[24].
Durante i primi quindici anni del suo regno, turbato dalle mire ambiziose di molti nobili (desiderosi di affermare la propria indipendenza) e di membri della famiglia reale (desiderosi di impadronirsi della corona), Giacomo combatté diverse lotte contro la nobiltà aragonese che lo fece addirittura prigioniero nel 1224. Nel 1227 affrontò una nuova rivolta nobiliare degli Aragonesi, diretta contro l'infante Ferdinando (o Ferrante, che si ritirò nel Monastero di Santa Maria di Poblet), zio del re, che finì grazie all'intervento del papa attraverso l'arcivescovo di Tortosa, con la firma del concordato di Alcalá nel marzo del 1227[10]. Questo trattato segnò il trionfo della monarchia sui nobili ribelli, dando la stabilità necessaria per cominciare le campagne contro i musulmani. Questa stabilità pose fine alle lotte intestine della nobiltà aragonese.
Nel 1231 Giacomo I firmò il trattato di Tudela con il re di Navarra, Sancho VII che prevedeva che colui che fosse sopravvissuto avrebbe occupato il regno dell'altro re[25].
Ma quando, nel 1234, il re Sancho VII morì, Giacomo I non pretese l'applicazione del trattato[26] e non avendo Sancho VII discendenti maschi legittimi, il regno venne assunto da Tebaldo I di Navarra, che era figlio di Bianca di Navarra, (sorella di Sancho VII) e di Tebaldo, conte di Champagne e Brie[27].


La Conquista di Maiorca
[modifica | modifica wikitesto]Per porre fine alla minaccia dei pirati di Maiorca i mercanti di Barcellona, Tarragona e Tortosa chiesero aiuto a Giacomo I. In una riunione delle cortes a Barcellona nel dicembre del 1228 i catalani gli offrirono le proprie navi, mentre i nobili si accordarono per partecipare all'impresa in cambio di parte del bottino e dei domini territoriali da conquistare. In un'altra riunione a Lleida i nobili aragonesi accettarono le stesse condizioni, ma consigliarono al sovrano di dare la precedenza alla lotta contro i musulmani di Valencia, questo fece sì che la loro partecipazione alla battaglia contro i maiorchini non fosse significativa[28].
Alla campagna per la conquista di Maiorca partecipò così solo una piccola guarnigione di nobili aragonesi, l'impresa fu quindi merito principalmente dei catalani, che poi furono coloro che in maggioranza vi si sarebbero stabiliti[28]. Nel 1229, le forze catalane partirono da Salou per andare contro le armate di Abū Yahya, il governatore almohade semi-indipendente dell'isola[10].
Le truppe aragonesi sbarcarono a Santa Ponsa e sconfissero i musulmani nella Battaglia di Portopi[12] il 13 settembre 1229. L'isola venne conquistata in pochi mesi (Giacomo I entrò nella capitale dell'isola il 31 dicembre del 1229, dopo un prolungato assedio[28]), solo un piccolo nucleo di resistenza musulmana permase fino al 1232. Le popolazioni musulmane dell'isola fuggirono in Africa o vennero fatti schiavi.
Dopo avere sterminato gli abitanti di Medina Mayurqa la quantità di cadaveri fu tale da produrre un'epidemia che dimezzò l'esercito di Giacomo I. Inoltre i nobili catalani tentarono di tenersi tutto il bottino, provocando una rivolta che indebolì ulteriormente il potere militare del sovrano aragonese.
Il Regno di Maiorca venne annesso alla corona di Aragona sotto il nome di regnum Maioricarum et insulae adyacentes, ottenendo la carta di franchigia nel 1230, dopo avere deposto il wali Abu Yahya Hiqem[10].
L'istituzione nel 1249 del comune di Maiorca (l'attuale Palma de Maiorca) contribuì all'istituzionalizzazione del regno.
La conquista di Minorca
[modifica | modifica wikitesto]Il monarca aragonese si vide impossibilitato a conquistare Minorca a causa delle divisioni interne del suo esercito aragonese-catalano, per via del bottino e della riduzione delle sue forze armate. Il sovrano nonostante tutto riuscì a ottenere un vassallaggio su Minorca grazie al "Trattato di Capdepera", con il quale i musulmani minorchini accettarono la sua sovranità (1231)[10][12]. Dopo la morte di Giacomo I il governo vassallo di Minorca venne riunito sotto il regno di Maiorca. L'isola venne conquistata definitivamente solo dall'erede di Giacomo, Alfonso III di Aragona, dopo la capitolazione di Abū ‘Umar nel 1287[29].
La conquista delle isole Pitiuse, Ibiza e Formentera
[modifica | modifica wikitesto]Le ultime isole del Mediterraneo a cedere alla sottomissione catalana furono Ibiza e Formentera, conquistate grazie al contributo determinante di Guglielmo de Montgrí, arcivescovo di Tarragona, di suo fratello Bernardo di Santa Eugenia e dell'aristocrazia catalana, che concluse l'impresa nel 1235[28].
Nel 1236 le isole furono ripopolate da contadini provenienti dall'Empúries.

La conquista di Valencia
[modifica | modifica wikitesto]La conquista di Valencia, a differenza di quella di Maiorca, venne compiuta con un'importante contingente di aragonesi. Nel 1231 Giacomo I si riunì, ad Alcañiz, con il nobile Blasco di Alagón e il maestro degli ospitalieri, Hugo de Folcalquer, per fissare un piano di conquista dei territori valenciani. Blasco raccomandò di assediare le città della piana ed evitare le città fortificate, tuttavia i primi luoghi a essere conquistati furono due avamposti arroccati fra le montagne. Il primo fu Morella, al nord di Castellón, conquistato da Blasco d'Alagon, nel 1232, che approfittò della debolezza del governo musulmano locale, mentre Giacomo I andò alla conquista del secondo, Ares, e da qui si recò a Morella, dove Blasco fece atto di sottomissione e ottenne la città come feudo[30].
Nel 1233 venne pianificata la campagna ad Alcañiz, che consistette in tre tappe:
- La prima tappa si diresse contro le terre di Castellón, con la presa di Burriana e di Peñíscola nel 1233[10];
- La seconda tappa venne diretta a sud arrivando fino al fiume Júcar, partendo da Monzón, nell'ottobre 1236[10]. Nell'agosto 1237 venne conquistata Puig. Dopo la disfatta della squadra inviata dal re tunisino per aiutare la resistenza musulmana a Valencia, il 28 settembre del 1238, ci fu la capitolazione[31] e il re aragonese entrò nella città il 9 ottobre, proclamandosi re di Valencia, nello stesso anno[10], detronizzando il wali, Zayyan ibn Mardanish, nominando governatore della città Zayd Abu Zayd, precedente governatore della città che era stato detronizzato da Zayyan ibn Mardnish. Poco dopo, nel 1240, i Mori di Alicante gli offrirono la sottomissione del loro regno, ma Giacomo si rifiutò di accettare in quanto esisteva un patto con il re di Castiglia che destinava le terre di Alicante al regno di Castiglia[10];
- La terza tappa durò un anno circa, tra il 1243 e il 1245, assieme al regno di Castiglia, venne portata a termine l'occupazione del territorio valenciano e vennero stabiliti i limiti territoriali con il Trattato di Almizrra del 1244, firmato tra Giacomo I e l'infante Alfonso (futuro Alfonso X di Castiglia)[11], per delimitare le aree di espansione sul territorio musulmano compreso tra la Castiglia e la Corona di Aragona, che confermava il trattato, del 1179[10], siglato tra Alfonso VIII di Castiglia e Alfonso II d'Aragona, a Cazorla[30]. Le terre al sud della linea Biar-Villajoyosa rimasero nelle mani castigliane (incluso il Regno di Murcia), mentre il regno di Valencia venne consegnato definitivamente agli aragonesi solo dopo il 1305 con i trattati di Torrellas ed Elche, quando sul trono sedeva già Giacomo II
Negli anni seguenti a quest'ultima tappa Giacomo I dovette fare fronte a diverse rivolte dei Mori[30]. A livello amministrativo decise di mantenere, rispettando gli usi e i costumi locali, separati il Regno di Valencia con quello della Corona di Aragona (al quale quello Valencia era comunque unito), per evitare un'eccessiva espansione territoriale da parte della nobiltà aragonese che reagì rabbiosamente a questa decisione.
| Denaro di Giacomo I | |
|---|---|
| +•BARQVINONA | IACOB REX, croce |
| Zecca di Barcellona | |
Il secondo matrimonio e la contea di Rossiglione
[modifica | modifica wikitesto]Giacomo, annullato il primo matrimonio, contrasse una seconda unione con la principessa ungherese Violante (1215-1251), figlia del re di Ungheria Andrea II e nipote dell'imperatore di Costantinopoli (la madre era Iolanda di Courtenay, figlia di Pietro II di Courtenay, imperatore latino di Costantinopoli), sposata l'8 settembre 1235 a Barcellona[32].
Nel 1241, con la morte di suo cugino, il figlio di Sancho Raimundez, Nuño Sánchez, senza discendenti, come viene confermato anche dalla Ex Gestis Comitum Barcinonensium[33], ereditò, per testamento, le contee di Rossiglione e Cerdagna e la confinante viscontea di Fenolleda attualmente in Francia.
Inquisizione e rapporti con gli Ebrei
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1232 convocò il primo concilio e, nel 1242, il secondo concilio di Tarragona in cui in Aragona venne avviata l'inquisizione, che fu lasciata nelle mani del potente Raimondo di Peñafort, che durerà per tutto il regno di Giacomo I[34].
Non fu un persecutore degli Ebrei e anzi a Barcellona, nel 1263, patrocinò la contesa tra il cristiano Pablo Cristiani e il giudeo Mosè Nachmanidi in cui fece da arbitro, forse non troppo parziale[35].
La politica con la Francia
[modifica | modifica wikitesto]Il rapporto di Giacomo I con il regno di Francia fu abbastanza conflittuale:
- nel 1240, permise a Raimondo Trancavel (figlio di Raimondo Ruggero, conte di Narbona e Carcassonne, spodestato da Simone di Montfort, nel 1209), visconte di Béziers e Carcassonne, scomunicato e privato delle sue terre, nel 1227, di partire dalla Catalogna, con alcuni fuoriusciti albigesi e alcuni nobili aragonesi, assalì Carcassonne, che conquistò, ma i difensori della cittadella, guidati dall'arcivescovo di Narbona e dal vescovo di Tolosa, resistettero circa un mese, permettendo all'esercito regio, inviato dalla regina madre di Luigi il Santo di Francia, Bianca di Castiglia, di intervenire. Il Trencavel, che attendeva, invano, l'aiuto del conte di Tolosa, Raimondo VII, fuggì e i suoi sostenitori furono chi impiccato e chi spogliato di tutti i beni[36];
- nel 1242, assieme al re d'Inghilterra Enrico III e al conte di Tolosa Raimondo VII, diede sostegno al marchese di La Marche Ugo X di Lusignano, che guidava la ribellione dei baroni del Poitou e della Guascogna contro Alfonso III di Poitiers, il fratello del re di Francia Luigi il Santo; la ribellione venne schiacciata e il re Enrico III che era sbarcato in Aquitania, a Royan, dovette ritornare in Inghilterra[37];
- nel 1245, alla morte del conte di Provenza Raimondo Berengario IV, dato che l'erede era una ragazzina di dodici anni, Beatrice di Provenza, Giacomo cercò di rientrare in possesso della contea; ma il promesso sposo di Beatrice, il conte Carlo d'Angiò, fratello del re di Francia, Luigi IX il Santo, nel gennaio del 1246, entrò in armi in Provenza, togliendo a Giacomo ogni pretesa[38].
Con il Trattato di Corbeil (1258) Giacomo I pose fine alle sue pretese sull'Occitania, territorio appartenuto agli antichi conti di Barcellona e alla contea di Tolosa, mantenne solo la signoria di Montpellier e Carladès[14]. Come contropartita Luigi IX di Francia rinunciava ai suoi diritti, come discendente di Carlo Magno, sui territori catalani che facevano parte della Marca di Spagna, le contee della Catalogna e la contea di Rossiglione.
Il figlio del re di Francia, Filippo, il 28 maggio 1262 sposò la figlia di Giacomo I, Isabella d'Aragona[39].
Nello stesso anno, il figlio Pietro (il futuro Pietro III di Aragona) sposò Costanza, figlia di Manfredi di Sicilia e nipote di Federico II di Svevia.
Terzo matrimonio
[modifica | modifica wikitesto]Dopo essere rimasto vedovo, Giacomo, secondo la Gran enciclopedia catalana, nel 1255, iniziò una relazione con Teresa Gil di Vidaure, figlia di Giovanni di Vidaure[40], alla quale Giacomo I aveva fatto promessa di matrimonio, per cui fu considerato come un terzo matrimonio[40], citata nella Cronaca piniatense[41].
Teresa era vedova di Sancho Pérez de Lodosa[40] e, dopo circa dieci anni di matrimonio contrasse la peste e si separò definitivamente da Giacomo I e si ritirò nel convento di Saïdia a Valencia, da lei fondato[40].
Teresa ricordata nel testamento di Giacomo I, datato 1272 (Domna Teresia Ægidii de Bidaure), come riportato dallo Spicilegium, Volume 3[42], sopravvisse al marito[40].

La conquista del Regno di Murcia
[modifica | modifica wikitesto]I castigliani avevano sottomesso il Regno di Murcia nel 1243[43], ma i murciani nel 1264 si ribellarono con l'appoggio del Regno di Granada e i governanti del Nord Africa. La regina di Castiglia Violante d'Aragona (sposa di Alfonso X il Saggio) chiese aiuto al padre, Giacomo I. Le truppe aragonesi comandate dall'infante Pietro (il futuro Pietro III il Grande) riconquistarono Murcia nel 1265-66; nel gennaio del 1266, il regno fu conquistato dagli aragonesi, che lo riconsegnarono alla Corona di Castiglia[44]; più di 10.000 aragonesi, dopo la conquista, rimasero in quei territori.

Gli ultimi anni
[modifica | modifica wikitesto]Nel settembre del 1269 Giacomo I partì da Barcellona con la sua armata per la spedizione in Terra santa, ma una tempesta disperse le sue navi e dovette sbarcare ad Aigues-Mortes, rinunciando così all'impresa. Comunque il gruppo di crociati aragonesi che raggiunse Acri fu di notevole aiuto ai cristiani che difendevano la città dai musulmani[44].
Nel 1271, alla morte di Alfonso di Poitiers, rivendicò parte dei territori della contea di Foix, senza ottenere alcuna soddisfazione[45].
Nel 1274 il concilio di Lione accolse con indifferenza i suoi propositi di riorganizzare una spedizione in Terra santa.
Giacomo I, nel corso del suo regno, pubblicò una raccolta (Compilacion de Canellas o de Huesca) che, oltre a un compendio dei principi giuridici del diritto aragonese tradizionale, offriva, quali fonti supplementari, il buon senso e l'equità, e pur non abrogando i fueros delle città era ritenuta la fonte della giurisprudenza[46].
Dopo un regno di sessantatré anni morì a Valencia il 27 luglio 1276[47]dopo aver redatto un secondo testamento, nel 1272 (un primo testamento lo aveva redatto dieci anni prima[48]), in cui lasciava al figlio Pietro, i Regni di Aragona e di Valencia e le contee catalane, mentre all'altro figlio, Giacomo ereditò il Regno di Maiorca, che comprendeva anche Minorca (Isole Baleari), Ibiza e Formentera (isole Pitiuse) e la signoria di Montpellier[42].
Discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Giacomo I si sposò tre volte, avendo figli da tutte le tre consorti, ma ebbe anche più di un'amante, pure dalle quali ebbe figli.[14][49][50].
Dalla sua prima moglie Eleonora ebbe un solo figlio:
- Alfonso[51](ca. 1228- 26 marzo 1260), erede al trono di Aragona (secondo il progetto di spartizione del 1244[14]). Alfonso parteggiò per la Castiglia, contro suo padre[14]. A Calatayud, il 23 marzo 1260, aveva sposato Costanza di Béarn (1245/50-25 aprile 1310), figlia del visconte di Béarn, Gastone VII e di Mathe [Amata] di Marsan [Mastas] contessa di Bigorre, e premorì al padre, senza discendenza, come viene confermato dal capitolo LX degli Anales de la Corona de Aragon. Compuestos por Geronymo Çurita, Volume 1[52].
Dalla seconda moglie Violante di Ungheria ebbe dieci figli:
- Violante d'Aragona (1236-1301), moglie di Alfonso X il Saggio[53];
- Pietro[54](1239-1285), che gli successe al Regno di Aragona e di Valencia e delle contee catalane[42];
- Costanza (1240-ca. 1266), sposa dell'infante di Castiglia Don Manuele, fratello di Alfonso X il Saggio[55];
- Giacomo[56](1243-1311), che ereditò il Regno di Maiorca, che comprendeva anche le Isole Baleari, Minorca, Ibiza e Formentera e i territori dell'Occitania rimasti a Giacomo I, la signoria di Montpellier, le contee di Rossiglione e Cerdagna[42];
- Ferdinando (1245-1250), morto bambino[57];
- Sancha (1246-1262), morì durante un pellegrinaggio a Gerusalemme, come riportato ne Los Condes de Barcelona vindicados, Tome II[57];
- Isabella d'Aragona (1247-1271), sposò Filippo III l'Ardito, figlio di San Luigi di Francia[58];
- Maria[59] (1248-1267), monaca al Monastero di Santa María di Sigena;
- Sancho (1250- 21 ottobre 1275), abate di Valladolid, dal 1263, e arcivescovo di Toledo, dal 1266, ucciso dai Mori di Granada, alla battaglia di Martos[60];
- Eleonora (1251-?), morta giovane[49].
Dalla terza moglie Teresa ebbe due figli:
Dalla sua amante Bianca di Antillón, figlia del barone Sancho di Antillón[63], ebbe un figlio:
- Ferdinando (ca. 1241-ucciso (annegato) nel fiume Cinca 1275), Signore di Castro e Pomar, che partecipò alla spedizione in Terra santa[64], e che dalla moglie di cui non si conoscono né il nome né gli ascendenti ebbe un figlio[65]:
- Filippo Fernandez (?-prima del 1304), Signore di Castro, che aveva sposato María Álvarez de Haro, figlia del ricco castigliano don Juan Alfonso de Haro, signore di los Cameros, e di Constanza Alfonso de Menese[66], citato anche da Jerónimo Zurita y Castro[67] da cui ebbe due figli:
- Filippo (?-ca. 1330), Signore di Castro, sposò Eleonora di Saluzzo, figlia del governatore della Sardegna, Filippo di Saluzzo e sorella di Costanza di Saluzzo e Raimondo Peralta, come riporta lo storico e genealogista spagnolo, Jaime de Salazar y Acha, nel suo Las Dinastías Reales de España en la Edad Media[66], da cui ebbe due figli:
- Aldonza di Castro, che sposò, nel 1317, Raimondo di Peralta Saluzzo, I conte di Caltabellota, Grande Ammiraglio del Regno d'Aragona, Gran Cancelliere del Regno di Sicilia, Gran Camerlengo del Regno di Sicilia, Capitano generale della Sardegna[68], la cui discendenza ereditò la baronia di Castro[66]:
- Filippo di Castro, Signore di Castro e Peralta, sposò Francesca Alemany signora di Guimera, da cui ebbe tre figli:
- Filippo di Castro (?- impiccato nel 1371), Barone di Castro, Peralta e Guimera, che, nella guerra civile contro Pietro I il Crudele, fu sostenitore di Enrico II di Trastamara, di cui aveva sposato la sorella, Giovanna Alfonso di Castiglia, figlia illegittima del re di Castiglia Alfonso XI e di Eleonora di Guzmán, da cui ebbe una figlia e, che fu ucciso dai rivoltosi, durante una rivolta di Paredes de Nava, a causa delle tasse, come viene riportato nelle Cronicas de los reyes Castilla : don Pedro, don Enrique II, don Juan I, don Enrique III, tomo II[69];
- Raimondo di Castro (?-1355);
- Aldonza di Castro (?-prima del 1379). Baronessa di Castro, Peralta e Guimera.
- Filippo di Castro, Signore di Castro e Peralta, sposò Francesca Alemany signora di Guimera, da cui ebbe tre figli:
- Filippo Fernandez (?-prima del 1304), Signore di Castro, che aveva sposato María Álvarez de Haro, figlia del ricco castigliano don Juan Alfonso de Haro, signore di los Cameros, e di Constanza Alfonso de Menese[66], citato anche da Jerónimo Zurita y Castro[67] da cui ebbe due figli:
Dalla sua amante Berenguela Fernandez[70], ebbe un figlio:
Da una terza amante di cui non si conosce il nome ebbe un altro figlio:
Da una quarta amante di cui non si conosce il nome ebbe un altro figlio:
Ascendenza
[modifica | modifica wikitesto]Quadri e monumenti di Giacomo I
[modifica | modifica wikitesto]-
Ritratto immaginario di Giacomo I (1472 Matteo e Gonzalo Pérez)
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Ritratto immaginario di Giacomo I (palazzo della Generalitat Valenciana)
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Ritratto immaginario di Giacomo I (olio di Manuel Aguirre y Monsalbe)
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Ritratto a olio di Giacomo I (Palma di Maiorca)
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Statua di Giacomo I di Agapit Vallmitjana nella piazza d' Alfonso V d'Aragona, a Valencia
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Statua di Giacomo I di Manel Fuxà nel Salone dei Cento della Casa de la Ciutat di Barcellona
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Statua di Giacomo I nel municipio di Valencia, XIX secolo
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Testamento di Giacomo I che mostra Giacomo il Conquistatore nel momento di donare la sua spada al figlio Pietro III
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Busto di Giacomo I a Elche
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Miniatura del re Giacomo I con il vescovo di Barcellona, Berengario
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Giacomo I d'Aragona, il Conquistatore
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Giacomo I d'Aragona, il Conquistatore
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La Cronaca piniatense è una cronaca storiografica, voluta dal re d'Aragona, Pietro IV, del regno di Aragona, dalle sue origini comitali sino alla Corona d'Aragona (1336, morte di Alfonso IV di Aragona)
- ^ a b (ES) Crónica de San Juan de la Peña, capitulo XXXIV, righe 26 - 29, pag. 80
- ^ a b (LA) MGH SS 23, Chronica Albrici Monachi Trium Fontium, anno 1213, pag. 898
- ^ (DE) Pietro II d'Aragona genealogie mittelalter Archiviato il 29 settembre 2007 in Internet Archive.
- ^ (ES) Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia - María de Montpellier
- ^ (CA) Gran enciclopedia catalana - Maria I de Montpeller
- ^ (DE) "Corónicas" Navarras mittelalter, su mittelalter-genealogie.de (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2007).
- ^ a b c d e f g h i j (ES) Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia - Jaime I
- ^ a b c (ES) La web de las biografias - Jaime I, Rey de Aragón (1208-1276). El Conquistador que transformó la Corona de Aragón
- ^ a b c d e f g h i j k l m (CA) Gran enciclopedia catalana - Jaume I de Catalunya-Aragó
- ^ (ES) Crónica de San Juan de la Peña, capitulo XXXIV, righe 106 - 118, pag. 83
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Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Fonti primarie
[modifica | modifica wikitesto]- (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, tome XII..
- (LA) España Sagrada, volume XXIII..
- (LA) "Corónicas" Navarras (PDF)..
- (LA) Crónica de San Juan de la Peña (PDF)..
- (LA) España Sagrada, volume XLIII..
- (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, Tomus XXIII. URL consultato il 1º marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015)..
- (es) (la) Los condes de Barcelona vindicados, vol. II..
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- (ES) #ES Cronicas de los reyes Castilla : don Pedro, don Enrique II, don Juan I, don Enrique III, Volume II.
Letteratura storiografica
[modifica | modifica wikitesto]- Rafael Altamira, La Spagna (1031-1248) in Storia del mondo medievale, (trad. ital della The Cambridge Medieval History, Milano, Garzanti, 1980, vol. V, pp. 865–896).
- Austin Lane Poole, L'interregno in Germania, in Storia del mondo medievale, vol. V, pp. 128–152.
- Charles Petit-Dutaillis, Luigi IX il Santo, in Storia del mondo medievale, vol. V, pp. 829–864.
- A.S. Turbeville, Le eresie e l'Inquisizione nel medioevo: 1000-1305 circa, in Storia del mondo medievale, vol. V, pp. 568–598.
- Hilda Johnstone, Francia: gli ultimi capetingi, in Storia del mondo medievale, vol. VI, pp. 569–607.
- Cecil Roth, Gli ebrei nel medioevo, in Storia del mondo medievale, vol. VI, pp. 848–883.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Sovrani d'Aragona
- Regno d'Aragona
- Elenco dei conti di Barcellona
- Regno d'Ungheria
- Sovrani di Castiglia
- Tabella cronologica dei regni della Penisola iberica
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Ramon d'Alòs-Moner i de Dou, GIACOMO I di Catalogna-Aragona, detto il Conquistatore, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1932.
- Giacomo I detto il Conquistatore, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- GIACOMO I, IL CONQUISTATORE, RE DʼARAGONA, in Federiciana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005.
- Giàcomo I (re di Aragona e di Maiorca), su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Emilio Sáez, James I, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (ES) Giacomo I d'Aragona, in Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia.
- (EN) Opere di Giacomo I d'Aragona / Giacomo I d'Aragona (altra versione), su Open Library, Internet Archive.
- (FR) Bibliografia su Giacomo I d'Aragona, su Les Archives de littérature du Moyen Âge.
- (ES) La web de las biografias - Jaime I, Rey de Aragón (1208-1276). El Conquistador que transformó la Corona de Aragón, su mcnbiografias.com.
- (CA) Gran enciclopedia catalana - Jaume I de Catalunya-Aragó, su enciclopedia.cat.
- (EN) Foundation for Medieval Genealogy : KINGS of ARAGON 1137-1410 - Infante don JAIME de Aragón, su fmg.ac.
- (EN) Foundation for Medieval Genealogy : KINGS of ARAGON 1137-1410 - Infante don JAIME de Aragón, su fmg.ac.
- (EN) Genealogy : Barcelona 2 - King JAIME I "el Conquistador", su genealogy.euweb.cz.
| Controllo di autorità | VIAF (EN) 261558200 · ISNI (EN) 0000 0001 2136 3829 · SBN SBLV294554 · BAV 495/127248 · CERL cnp00398620 · ULAN (EN) 500354862 · LCCN (EN) n78095707 · GND (DE) 118711512 · BNE (ES) XX978050 (data) · BNF (FR) cb11986754t (data) · J9U (EN, HE) 987007263238405171 · NDL (EN, JA) 01188461 · CONOR.SI (SL) 176450147 |
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