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Giacomo I d'Aragona

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Giacomo I d'Aragona
Giacomo I raffigurato in una miniatura del Vidal Mayor, seconda metà del XIII secolo.
Re della Corona d'Aragona
Stemma
Stemma
In carica14 settembre 1213 –
27 luglio 1276
PredecessorePietro II il Cattolico
SuccessorePietro III il Grande
Re di Maiorca
In carica1230 –
27 luglio 1276
Predecessoretitolo creato
SuccessoreGiacomo II
Nome completoGiacomo Perez
Altri titoliRe di Valencia, Conte di Barcellona, di Berga, Besalú, Gerona e Osona, di Empúries e Urgell, di Pallars Jussà e Pallars Sobirà, di Rossiglione e Cerdagna, Marchese di Lerida e Tortosa e Signore di Val d'Aran. Signore di Montpellier e Carladès e di altri feudi dell'Occitania
NascitaMontpellier, 1º febbraio 1208
MorteValencia, 27 luglio 1276 (68 anni)
Luogo di sepolturaMonastero di Santa Maria di Poblet
Casa realeCasa d'Aragona
PadrePietro II d'Aragona
MadreMaria di Montpellier
ConsortiEleonora di Castiglia
Iolanda d'Ungheria
Teresa Gil di Vidaure
FigliAlfonso, di primo letto
Violante
Pietro
Costanza
Giacomo
Ferdinando
Sancha
Isabella
Maria
Sancho e
Eleonora, di secondo letto
Giacomo e
Pietro, di terzo letto
Ferdinando
Pietro
Pietro del re e
Giacomo, illegittimi
ReligioneCattolicesimo

Giacomo I d'Aragona, detto il Conquistatore (Jaume el Conqueridor in catalano, Chaime o Conqueridor in aragonese; Montpellier, 1º febbraio 1208Valencia, 27 luglio 1276), fu re di Aragona e conte di Barcellona (1213-1276), re di Valencia (1238-1276) e di Maiorca (1230-1276), signore di Montpellier, del Carladès (1219-1276) e di altri feudi dell'Occitania (1219-1258).

Giacomo era figlio del re d'Aragona e conte di Barcellona, Gerona, Osona, Besalú, Cerdagna e di Rossiglione, Pietro II il Cattolico e della signora di Montpellier, Maria, sia secondo la Cronaca piniatense[1][2], che secondo Alberico delle Tre Fontane[3][4].
Secondo il Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia e per la Gran enciclopedia catalana Maria era figlia del signore di Montpellier Guglielmo VIII e di Eudocia Comnena, figlia dell'imperatore Manuele Comneno[5],[6], quindi nipote dell'imperatore di Costantinopoli come confermano anche la Chronica Albrici Monachi Trium Fontium[3] e la Cronaca Piniatense[2],
Secondo le "Corónicas" Navarras[7], Pietro era figlio di Alfonso II (detto il Casto), re d'Aragona e conte di Barcellona, Gerona, Osona, Besalú, Cerdagna e di Rossiglione, e di Sancha di Castiglia (1154-1208)[8][9].

Sia secondo il Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia, che La web de las biografias e la Gran enciclopedia catalana Giacomo nacque a Montpellier tra il 1° e il 2 febbraio 1208[10][11][12].
Secondo una leggenda riportata dalla Gran enciclopedia catalana sua madre, Maria, per poter restare incinta dovette introdursi, nell'oscurità, nel letto del marito, al posto di una sua amante; ed il frutto di questo incontro fu la nascita del principe Giacomo[12].
Suo padre, Pietro, visse sempre lontano dal figlio[12].

Nel 1209 suo padre Pietro II era entrato in possesso della contea di Urgell[13], dopo la morte del conte Ermengol VIII di Urgell (1158-1209) senza eredi maschi, a nome di Giacomo, fidanzato con la figlia di Ermengol, la contessa d'Urgell, Aurembiaix di Urgell, come riporta Salazar y Acha, nel suo La casa del Rey de Castilla y León en la Edad Media (non consultato)[14]. Il fidanzamento venne annullato, nel 1212, quando Aurembiaix sposò Álvaro Pérez de Castro, figlio di Pedro Fernández de Castro el Castellano, signore della Casa di Castro[15].
Aurembiaix de Urgell (1192/1196-1231), dopo la separazione da Alvaro (1228), fece un accordo di concubinaggio con Giacomo I per poter assicurare un erede alla contea di Urgell[16], e, nel 1229 sposò in seconde nozze Pietro del Portogallo, come riportato nel documento delle Pruebas de la historia de la Casa de Lara[17].

All'età di tre anni, Giacomo fu allontanato dalla madre e, in quanto promesso ad una di lui figlia, consegnato a Simone di Montfort, che governava Carcassonne[12].

All'età di circa cinque anni, Giacomo rimase orfano di entrambi i genitori:

  • sua madre, Maria, si era recata a Roma per opporsi alla richiesta di divorzio presentata da suo padre, Pietro II, e, poco dopo aver ottenuto da papa Innocenzo III il rifiuto a concedere il divorzio[18], il 21 aprile del 1213 morì e fu inumata nella cappella di santa Petronilla (in seguito distrutta) in San Pietro a Roma[18].
  • suo padre, Pietro II, dopo che la (crociata albigese), indetta dal papa Innocenzo III nell'agosto del 1209, aveva ripreso vigore, si schierò apertamente con il conte di Tolosa, Raimondo VI e affrontò i crociati, nel tentativo di conquistare il paese di Muret, dove però morì, il 14 settembre 1213, durante la battaglia che si accese a seguito della controffensiva delle truppe francesi comandate da Simone IV di Montfort, Conte di Leicester[19]; la morte di Pietro II viene riportata anche dagli Annales Compostellani (Petrus Rex Aragoniæ fuit interfectus a Gallis apud Castrum quod dicitur Muret, II Idus Septembris Era MCCLI)[20].
Lo stesso argomento in dettaglio: Crociata albigese.

Giovinezza e inizio del Regno

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Dopo la morte del padre, Giacomo, che era a Carcassonne, venne trattenuto nella contea occitana (di fatto Giacomo era prigioniero) da Simone IV di Montfort, leader della crociata contro i Catari e nemico giurato degli Occitani. Giacomo venne riconsegnato agli Aragonesi, nel 1214, solo dopo varie pressioni del papa Innocenzo III[12].
Rientrato in Aragona, Giacomo, come da espresso desiderio della madre, rimase sotto la tutela dei Cavalieri templari, il cui gran Maestro era Guglielmo di Montredò, nel castello di Monzón[12], ed ebbe come reggente il Conte di Rossiglione, Sancho Raimúndez, prozio di Giacomo e figlio del Conte di Barcellona, Ramón Berenguer IV[12].

Aveva ereditato la Signoria di Montpellier alla morte della madre e a sei anni prestò giuramento alla Corte di Lleida nel 1214. Nel settembre del 1218 si celebrò per la prima volta a Lleida una Corte Generale tra Aragonesi e Catalani, nella quale venne dichiarato già maggiorenne[11], e la partenza del reggente, Sancho Raimúndez, per la sua terra stimolò Giacomo, che aveva un partito che lo sosteneva, a regnare sul regno d'Aragona, che era diviso e governato dall'indisciplina feudale, e nel mezzo di queste lotte egli fu coinvolto per diversi anni[12]: dal 1216 al 1227[21].

Vista del castello di Monzón, dove fu educato Giacomo I durante la sua infanzia

Il 6 febbraio del 1221, ad Ágreda (Soria), si era sposato con Eleonora di Castiglia[22] (1202-1244), figlia del re di Castiglia Alfonso VIII e di Eleonora Plantageneta (seconda figlia femmina legittima di Enrico II Plantageneto re d'Inghilterra e della duchessa Eleonora d'Aquitania), quindi sorella di Berenguela e zia di Ferdinando III di Castiglia[23].
Il matrimonio fu annullato, nel 1229, per consanguineità[24].

Durante i primi quindici anni del suo regno, turbato dalle mire ambiziose di molti nobili (desiderosi di affermare la propria indipendenza) e di membri della famiglia reale (desiderosi di impadronirsi della corona), Giacomo combatté diverse lotte contro la nobiltà aragonese che lo fece addirittura prigioniero nel 1224. Nel 1227 affrontò una nuova rivolta nobiliare degli Aragonesi, diretta contro l'infante Ferdinando (o Ferrante, che si ritirò nel Monastero di Santa Maria di Poblet), zio del re, che finì grazie all'intervento del papa attraverso l'arcivescovo di Tortosa, con la firma del concordato di Alcalá nel marzo del 1227[10]. Questo trattato segnò il trionfo della monarchia sui nobili ribelli, dando la stabilità necessaria per cominciare le campagne contro i musulmani. Questa stabilità pose fine alle lotte intestine della nobiltà aragonese.

Nel 1231 Giacomo I firmò il trattato di Tudela con il re di Navarra, Sancho VII che prevedeva che colui che fosse sopravvissuto avrebbe occupato il regno dell'altro re[25].
Ma quando, nel 1234, il re Sancho VII morì, Giacomo I non pretese l'applicazione del trattato[26] e non avendo Sancho VII discendenti maschi legittimi, il regno venne assunto da Tebaldo I di Navarra, che era figlio di Bianca di Navarra, (sorella di Sancho VII) e di Tebaldo, conte di Champagne e Brie[27].

La conquista di Maiorca
Mappa delle Isole Baleari

La Conquista di Maiorca

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Per porre fine alla minaccia dei pirati di Maiorca i mercanti di Barcellona, Tarragona e Tortosa chiesero aiuto a Giacomo I. In una riunione delle cortes a Barcellona nel dicembre del 1228 i catalani gli offrirono le proprie navi, mentre i nobili si accordarono per partecipare all'impresa in cambio di parte del bottino e dei domini territoriali da conquistare. In un'altra riunione a Lleida i nobili aragonesi accettarono le stesse condizioni, ma consigliarono al sovrano di dare la precedenza alla lotta contro i musulmani di Valencia, questo fece sì che la loro partecipazione alla battaglia contro i maiorchini non fosse significativa[28].

Alla campagna per la conquista di Maiorca partecipò così solo una piccola guarnigione di nobili aragonesi, l'impresa fu quindi merito principalmente dei catalani, che poi furono coloro che in maggioranza vi si sarebbero stabiliti[28]. Nel 1229, le forze catalane partirono da Salou per andare contro le armate di Abū Yahya, il governatore almohade semi-indipendente dell'isola[10].

Le truppe aragonesi sbarcarono a Santa Ponsa e sconfissero i musulmani nella Battaglia di Portopi[12] il 13 settembre 1229. L'isola venne conquistata in pochi mesi (Giacomo I entrò nella capitale dell'isola il 31 dicembre del 1229, dopo un prolungato assedio[28]), solo un piccolo nucleo di resistenza musulmana permase fino al 1232. Le popolazioni musulmane dell'isola fuggirono in Africa o vennero fatti schiavi.

Dopo avere sterminato gli abitanti di Medina Mayurqa la quantità di cadaveri fu tale da produrre un'epidemia che dimezzò l'esercito di Giacomo I. Inoltre i nobili catalani tentarono di tenersi tutto il bottino, provocando una rivolta che indebolì ulteriormente il potere militare del sovrano aragonese. Il Regno di Maiorca venne annesso alla corona di Aragona sotto il nome di regnum Maioricarum et insulae adyacentes, ottenendo la carta di franchigia nel 1230, dopo avere deposto il wali Abu Yahya Hiqem[10].
L'istituzione nel 1249 del comune di Maiorca (l'attuale Palma de Maiorca) contribuì all'istituzionalizzazione del regno.

La conquista di Minorca

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Il monarca aragonese si vide impossibilitato a conquistare Minorca a causa delle divisioni interne del suo esercito aragonese-catalano, per via del bottino e della riduzione delle sue forze armate. Il sovrano nonostante tutto riuscì a ottenere un vassallaggio su Minorca grazie al "Trattato di Capdepera", con il quale i musulmani minorchini accettarono la sua sovranità (1231)[10][12]. Dopo la morte di Giacomo I il governo vassallo di Minorca venne riunito sotto il regno di Maiorca. L'isola venne conquistata definitivamente solo dall'erede di Giacomo, Alfonso III di Aragona, dopo la capitolazione di Abū ‘Umar nel 1287[29].

La conquista delle isole Pitiuse, Ibiza e Formentera

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Le ultime isole del Mediterraneo a cedere alla sottomissione catalana furono Ibiza e Formentera, conquistate grazie al contributo determinante di Guglielmo de Montgrí, arcivescovo di Tarragona, di suo fratello Bernardo di Santa Eugenia e dell'aristocrazia catalana, che concluse l'impresa nel 1235[28].
Nel 1236 le isole furono ripopolate da contadini provenienti dall'Empúries.

Mappa della regione che corrisponde approssimativamente ai domini della Corona d'Aragona prima della conquista di Valencia
Giacomo I d'Aragona sul trono

La conquista di Valencia

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La conquista di Valencia, a differenza di quella di Maiorca, venne compiuta con un'importante contingente di aragonesi. Nel 1231 Giacomo I si riunì, ad Alcañiz, con il nobile Blasco di Alagón e il maestro degli ospitalieri, Hugo de Folcalquer, per fissare un piano di conquista dei territori valenciani. Blasco raccomandò di assediare le città della piana ed evitare le città fortificate, tuttavia i primi luoghi a essere conquistati furono due avamposti arroccati fra le montagne. Il primo fu Morella, al nord di Castellón, conquistato da Blasco d'Alagon, nel 1232, che approfittò della debolezza del governo musulmano locale, mentre Giacomo I andò alla conquista del secondo, Ares, e da qui si recò a Morella, dove Blasco fece atto di sottomissione e ottenne la città come feudo[30].
Nel 1233 venne pianificata la campagna ad Alcañiz, che consistette in tre tappe:

Negli anni seguenti a quest'ultima tappa Giacomo I dovette fare fronte a diverse rivolte dei Mori[30]. A livello amministrativo decise di mantenere, rispettando gli usi e i costumi locali, separati il Regno di Valencia con quello della Corona di Aragona (al quale quello Valencia era comunque unito), per evitare un'eccessiva espansione territoriale da parte della nobiltà aragonese che reagì rabbiosamente a questa decisione.

Denaro di Giacomo I
+•BARQVINONA IACOB REX, croce
Zecca di Barcellona

Il secondo matrimonio e la contea di Rossiglione

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Giacomo, annullato il primo matrimonio, contrasse una seconda unione con la principessa ungherese Violante (1215-1251), figlia del re di Ungheria Andrea II e nipote dell'imperatore di Costantinopoli (la madre era Iolanda di Courtenay, figlia di Pietro II di Courtenay, imperatore latino di Costantinopoli), sposata l'8 settembre 1235 a Barcellona[32].
Nel 1241, con la morte di suo cugino, il figlio di Sancho Raimundez, Nuño Sánchez, senza discendenti, come viene confermato anche dalla Ex Gestis Comitum Barcinonensium[33], ereditò, per testamento, le contee di Rossiglione e Cerdagna e la confinante viscontea di Fenolleda attualmente in Francia.

Inquisizione e rapporti con gli Ebrei

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Nel 1232 convocò il primo concilio e, nel 1242, il secondo concilio di Tarragona in cui in Aragona venne avviata l'inquisizione, che fu lasciata nelle mani del potente Raimondo di Peñafort, che durerà per tutto il regno di Giacomo I[34].

Non fu un persecutore degli Ebrei e anzi a Barcellona, nel 1263, patrocinò la contesa tra il cristiano Pablo Cristiani e il giudeo Mosè Nachmanidi in cui fece da arbitro, forse non troppo parziale[35].

La politica con la Francia

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Il rapporto di Giacomo I con il regno di Francia fu abbastanza conflittuale:

  • nel 1240, permise a Raimondo Trancavel (figlio di Raimondo Ruggero, conte di Narbona e Carcassonne, spodestato da Simone di Montfort, nel 1209), visconte di Béziers e Carcassonne, scomunicato e privato delle sue terre, nel 1227, di partire dalla Catalogna, con alcuni fuoriusciti albigesi e alcuni nobili aragonesi, assalì Carcassonne, che conquistò, ma i difensori della cittadella, guidati dall'arcivescovo di Narbona e dal vescovo di Tolosa, resistettero circa un mese, permettendo all'esercito regio, inviato dalla regina madre di Luigi il Santo di Francia, Bianca di Castiglia, di intervenire. Il Trencavel, che attendeva, invano, l'aiuto del conte di Tolosa, Raimondo VII, fuggì e i suoi sostenitori furono chi impiccato e chi spogliato di tutti i beni[36];
  • nel 1242, assieme al re d'Inghilterra Enrico III e al conte di Tolosa Raimondo VII, diede sostegno al marchese di La Marche Ugo X di Lusignano, che guidava la ribellione dei baroni del Poitou e della Guascogna contro Alfonso III di Poitiers, il fratello del re di Francia Luigi il Santo; la ribellione venne schiacciata e il re Enrico III che era sbarcato in Aquitania, a Royan, dovette ritornare in Inghilterra[37];
  • nel 1245, alla morte del conte di Provenza Raimondo Berengario IV, dato che l'erede era una ragazzina di dodici anni, Beatrice di Provenza, Giacomo cercò di rientrare in possesso della contea; ma il promesso sposo di Beatrice, il conte Carlo d'Angiò, fratello del re di Francia, Luigi IX il Santo, nel gennaio del 1246, entrò in armi in Provenza, togliendo a Giacomo ogni pretesa[38].

Con il Trattato di Corbeil (1258) Giacomo I pose fine alle sue pretese sull'Occitania, territorio appartenuto agli antichi conti di Barcellona e alla contea di Tolosa, mantenne solo la signoria di Montpellier e Carladès[14]. Come contropartita Luigi IX di Francia rinunciava ai suoi diritti, come discendente di Carlo Magno, sui territori catalani che facevano parte della Marca di Spagna, le contee della Catalogna e la contea di Rossiglione.
Il figlio del re di Francia, Filippo, il 28 maggio 1262 sposò la figlia di Giacomo I, Isabella d'Aragona[39].
Nello stesso anno, il figlio Pietro (il futuro Pietro III di Aragona) sposò Costanza, figlia di Manfredi di Sicilia e nipote di Federico II di Svevia.

Terzo matrimonio

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Dopo essere rimasto vedovo, Giacomo, secondo la Gran enciclopedia catalana, nel 1255, iniziò una relazione con Teresa Gil di Vidaure, figlia di Giovanni di Vidaure[40], alla quale Giacomo I aveva fatto promessa di matrimonio, per cui fu considerato come un terzo matrimonio[40], citata nella Cronaca piniatense[41].
Teresa era vedova di Sancho Pérez de Lodosa[40] e, dopo circa dieci anni di matrimonio contrasse la peste e si separò definitivamente da Giacomo I e si ritirò nel convento di Saïdia a Valencia, da lei fondato[40].
Teresa ricordata nel testamento di Giacomo I, datato 1272 (Domna Teresia Ægidii de Bidaure), come riportato dallo Spicilegium, Volume 3[42], sopravvisse al marito[40].

Mappa politica della Penisola iberica nel 1360. Le frontiere iberiche della Corona d'Aragona (in verde) definiscono il regno di Giacomo il Conquistatore, con la Murcia assegnata alla Castiglia

La conquista del Regno di Murcia

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I castigliani avevano sottomesso il Regno di Murcia nel 1243[43], ma i murciani nel 1264 si ribellarono con l'appoggio del Regno di Granada e i governanti del Nord Africa. La regina di Castiglia Violante d'Aragona (sposa di Alfonso X il Saggio) chiese aiuto al padre, Giacomo I. Le truppe aragonesi comandate dall'infante Pietro (il futuro Pietro III il Grande) riconquistarono Murcia nel 1265-66; nel gennaio del 1266, il regno fu conquistato dagli aragonesi, che lo riconsegnarono alla Corona di Castiglia[44]; più di 10.000 aragonesi, dopo la conquista, rimasero in quei territori.

Viso della mummia di Giacomo I, fotografata nel 1856, durante la traslazione dei suoi resti a Tarragona

Gli ultimi anni

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Nel settembre del 1269 Giacomo I partì da Barcellona con la sua armata per la spedizione in Terra santa, ma una tempesta disperse le sue navi e dovette sbarcare ad Aigues-Mortes, rinunciando così all'impresa. Comunque il gruppo di crociati aragonesi che raggiunse Acri fu di notevole aiuto ai cristiani che difendevano la città dai musulmani[44].

Nel 1271, alla morte di Alfonso di Poitiers, rivendicò parte dei territori della contea di Foix, senza ottenere alcuna soddisfazione[45].

Nel 1274 il concilio di Lione accolse con indifferenza i suoi propositi di riorganizzare una spedizione in Terra santa.

Giacomo I, nel corso del suo regno, pubblicò una raccolta (Compilacion de Canellas o de Huesca) che, oltre a un compendio dei principi giuridici del diritto aragonese tradizionale, offriva, quali fonti supplementari, il buon senso e l'equità, e pur non abrogando i fueros delle città era ritenuta la fonte della giurisprudenza[46].

Dopo un regno di sessantatré anni morì a Valencia il 27 luglio 1276[47]dopo aver redatto un secondo testamento, nel 1272 (un primo testamento lo aveva redatto dieci anni prima[48]), in cui lasciava al figlio Pietro, i Regni di Aragona e di Valencia e le contee catalane, mentre all'altro figlio, Giacomo ereditò il Regno di Maiorca, che comprendeva anche Minorca (Isole Baleari), Ibiza e Formentera (isole Pitiuse) e la signoria di Montpellier[42].

Giacomo I si sposò tre volte, avendo figli da tutte le tre consorti, ma ebbe anche più di un'amante, pure dalle quali ebbe figli.[14][49][50].

Dalla sua prima moglie Eleonora ebbe un solo figlio:

  • Alfonso[51](ca. 1228- 26 marzo 1260), erede al trono di Aragona (secondo il progetto di spartizione del 1244[14]). Alfonso parteggiò per la Castiglia, contro suo padre[14]. A Calatayud, il 23 marzo 1260, aveva sposato Costanza di Béarn (1245/50-25 aprile 1310), figlia del visconte di Béarn, Gastone VII e di Mathe [Amata] di Marsan [Mastas] contessa di Bigorre, e premorì al padre, senza discendenza, come viene confermato dal capitolo LX degli Anales de la Corona de Aragon. Compuestos por Geronymo Çurita, Volume 1[52].

Dalla seconda moglie Violante di Ungheria ebbe dieci figli:

Dalla terza moglie Teresa ebbe due figli:

Dalla sua amante Bianca di Antillón, figlia del barone Sancho di Antillón[63], ebbe un figlio:

  • Ferdinando (ca. 1241-ucciso (annegato) nel fiume Cinca 1275), Signore di Castro e Pomar, che partecipò alla spedizione in Terra santa[64], e che dalla moglie di cui non si conoscono né il nome né gli ascendenti ebbe un figlio[65]:
    • Filippo Fernandez (?-prima del 1304), Signore di Castro, che aveva sposato María Álvarez de Haro, figlia del ricco castigliano don Juan Alfonso de Haro, signore di los Cameros, e di Constanza Alfonso de Menese[66], citato anche da Jerónimo Zurita y Castro[67] da cui ebbe due figli:

Dalla sua amante Berenguela Fernandez[70], ebbe un figlio:

  • Pietro (1245/49-1297), Barone di Hijar, da cui discesero i baroni di Hijar[12].

Da una terza amante di cui non si conosce il nome ebbe un altro figlio:

Da una quarta amante di cui non si conosce il nome ebbe un altro figlio:

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Raimondo Berengario IV di Barcellona Raimondo Berengario III di Barcellona  
 
Dolce I di Provenza  
Alfonso II d'Aragona  
Petronilla di Aragona Ramiro II d'Aragona  
 
Agnese d'Aquitania  
Pietro II di Aragona  
Alfonso VII di León Raimondo di Borgogna  
 
Urraca di Castiglia  
Sancha di Castiglia  
Richenza di Polonia Ladislao II l'Esiliato  
 
Agnese di Babenberg  
Giacomo I d'Aragona  
Guglielmo VII di Montpellier  
 
 
Guglielmo VIII di Montpellier  
Matilda di Borgogna  
 
 
Maria di Montpellier  
Isacco Comneno Giovanni II Comneno  
 
Piroska d'Ungheria  
Eudocia Comnena  
Irene Synadene  
 
 
 

Quadri e monumenti di Giacomo I

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  1. ^ La Cronaca piniatense è una cronaca storiografica, voluta dal re d'Aragona, Pietro IV, del regno di Aragona, dalle sue origini comitali sino alla Corona d'Aragona (1336, morte di Alfonso IV di Aragona)
  2. ^ a b (ES) Crónica de San Juan de la Peña, capitulo XXXIV, righe 26 - 29, pag. 80
  3. ^ a b (LA) MGH SS 23, Chronica Albrici Monachi Trium Fontium, anno 1213, pag. 898
  4. ^ (DE) Pietro II d'Aragona genealogie mittelalter Archiviato il 29 settembre 2007 in Internet Archive.
  5. ^ (ES) Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia - María de Montpellier
  6. ^ (CA) Gran enciclopedia catalana - Maria I de Montpeller
  7. ^ Le Crónicas navarras sono un insieme di narrazioni storiche, scritte in parte in latino e in parte in una lingua romanza, aragonese, inerente alla regione navarro-aragonese, a partire dal primo secolo, sino al 1186; le cronache sono divise in 6 parti, la prima riguarda i re di Aragona dal regno di Ramiro I di Aragona a quello di Alfonso il Casto o il Trovatore, mentre la seconda è dedicata alla dinastia di Rodrigo Diaz (el Cid)
  8. ^ (ES) "Corónicas" Navarras (PDF), su anubar.com, p. 32 item 1.11.
  9. ^ (DE) "Corónicas" Navarras mittelalter, su mittelalter-genealogie.de (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2007).
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  13. ^ (ES) Crónica de San Juan de la Peña, capitulo XXXIV, righe 106 - 118, pag. 83
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  15. ^ (ES) Nobiliario de D. Pedro Conde de Bracelos, pag. 91
  16. ^ (EN) Received as a woman”: rethinking the concubinage of Aurembiaix of Urgell
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  28. ^ a b c d Rafael Altamira, La Spagna (1031-1248), in «Storia del mondo medievale», vol. V, 1999, pag. 889
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  31. ^ (EN) #ES Muslim Spain and Portugal: A Political History of al-Andalus, pagg. 270 e 271
  32. ^ (ES) Crónica de San Juan de la Peña, capitulo XXXV, righe 59 - 62, pag. 87
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  34. ^ A.S. Turbeville, Le eresie e l'Inquisizione nel medioevo: 1000-1305 circa, in Storia del mondo medievale, vol. V, pag. 598
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  38. ^ Austin Lane Poole, L'interregno in Germania, in Storia del mondo medievale, vol. V, 1999, pag. 148
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  70. ^ (CA) Gran enciclopedia catalana - Berenguera Ferrandis

Fonti primarie

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Letteratura storiografica

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  • Rafael Altamira, La Spagna (1031-1248) in Storia del mondo medievale, (trad. ital della The Cambridge Medieval History, Milano, Garzanti, 1980, vol. V, pp. 865–896).
  • Austin Lane Poole, L'interregno in Germania, in Storia del mondo medievale, vol. V, pp. 128–152.
  • Charles Petit-Dutaillis, Luigi IX il Santo, in Storia del mondo medievale, vol. V, pp. 829–864.
  • A.S. Turbeville, Le eresie e l'Inquisizione nel medioevo: 1000-1305 circa, in Storia del mondo medievale, vol. V, pp. 568–598.
  • Hilda Johnstone, Francia: gli ultimi capetingi, in Storia del mondo medievale, vol. VI, pp. 569–607.
  • Cecil Roth, Gli ebrei nel medioevo, in Storia del mondo medievale, vol. VI, pp. 848–883.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore re della Corona d'Aragona Successore
Pietro II 1213-1276 Pietro III

Predecessore re di Maiorca Successore
wali Abu Yahya Hiqem
detronizzato
1230-1276 Giacomo II

Predecessore re di Valencia Successore
wali Zayyan ibn Mardanish
detronizzato
1238-1276 incluso nella Corona d'Aragona
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