Giacomo Gentili il Giovane

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Giacomo Gentili il Giovane (Castelli (Italia), 5 febbraio 1717Castelli (Italia), 4 febbraio 1765) è stato un ceramista italiano.

Maiolica di Castelli, Giacomo Gentili il Giovane, Scena pastorale Galleria Nazionale delle Marche (Urbino)

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giacomo Gentili il Giovane era figlio del ceramista di Castelli Carmine e di Caterina Amicucci ed era fratello di Bernardino.[1] Si formò e lavorò nella bottega di famiglia e la sua produzione ceramica si affianca quindi, e in certi casi poco si distingue da quella del padre Carmine e del fratello Bernardino Gentili il Giovane. A settembre 1748 si recò a Napoli, per vendere vasellame artistico da lui decorato.[2] Dipinse temi a soggetto sacro e mitologico e anche idilliache scene pastorali, con animali dagli occhi espressivi e che si ispiravano ad opere di Philipp Peter Roos, noto come Rosa da Tivoli.

La critica gli ha attribuito ceramiche istoriate, (Fittipaldi, pp. 140-142) tra cui sei piattini al Museo di San Martino, di Napoli, i cui soggetti sono ispirati alla serie di incisioni di Odoardo Fialetti Scherzi d'Amore. Un suo piatto con Venere che flagella Amore sorretto da un putto è riferibile ad una incisione di Agostino Carracci.[3]. Al Museo di San Martino, la serie di piattini con Susanna e i vecchioni, Tritone, Nereide e putti e Anchise allaccia il sandalo a Venere, è a lui attribuita.

Maiolica di Castelli, Giacomo Gentili il Giovane, Fauno e ninfa in paesaggio pastorale, Galleria Nazionale delle Marche (Urbino)

Un tondo istoriato con Adorazione del vitello d'oro, conservato nelle raccolte del Castello Sforzesco, sembra di sua mano.[4] Nella collezione Acerbo, ora alla Galleria delle antiche ceramiche abruzzesi di Loreto Aprutino, c'è una Adorazione dei pastori e una Adorazione dei Magi che riproducono la suggestione del presepe napoletano e potrebbero essere un ricordo del viaggio che Giacomo fece a Napoli.[5] Di sua mano sono anche il piatto con Galatea ed Aura e l'ovale con la Battaglia tra Turchi e cavalieri cristiani, al Museo di San Martino. Una possibile sua firma, sul retro delle targhe, è una J realizzata a puntini bianchi.

Maiolica di Castelli, Giacomo Gentili il Giovane, Sposalizio, Galleria Nazionale delle Marche (Urbino)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Qualche altra notizia biografia si trova in: Diego Troiano, Genealogia della famiglia Gentili di Castelli, su academia.edu. URL consultato il 13 gennaio 2018.
  2. ^ Rosa,  p. 138.
  3. ^ De Grazia,  p. 296.
  4. ^ Arbace,  p. XLIX.
  5. ^ Arbace,  p. 178 s.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Concezio Rosa, Notizie storiche delle maioliche di Castelli e dei pittori che le illustrarono, Sala Bolognese, A. Forni, 1978, SBN IT\ICCU\SBL\0321558. Facsimile dell'edizione Napoli, 1857.
  • Diane De Grazia Bohlin, Le stampe dei Carracci: con i disegni, le incisioni, le copie e i dipinti connessi: catalogo critico. Edizione italiana riveduta e aumentata tradotta e curata da Antonio Boschetto, Bologna, Alfa, 1984, SBN IT\ICCU\RAV\0003580.
  • Teodoro Fittipaldi (a cura di), Ceramiche: Castelli, Napoli, altre fabbriche, Napoli, Museo nazionale di San Martino-Electa Napoli, 1992, SBN IT\ICCU\VIA\0040892.
  • Luciana Arbace, Maioliche di Castelli: la raccolta Acerbo, Ferrara, Belriguardo, 1993, SBN IT\ICCU\BVE\0167103.

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