Gherardesca di Pisa

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Gherardesca di Pisa (Pisa, 1212 circa – Pisa, 1269 circa) è stata una religiosa italiana. Eremita camaldolese, il suo culto come beata è stato confermato da papa Pio IX nel 1856.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Appartenente alla famiglia dei conti della Gherardesca, attorno al 1231 fu costretta a sposare il nobile Alferio di Bandino ma il loro matrimonio rimase senza figli. Nel 1234 i coniugi decisero di separarsi e abbracciare la vita religiosa: Alferio tra i camaldolesi del monastero pisano di San Savino, Gherardesca da reclusa in una cella accanto a quel monastero.[2]

La tradizione le attribuisce visioni, estasi e poteri taumaturgici; a causa di ciò fu denunciata dai monaci di San Savino al generale dei camaldolesi e scomunicata ma, difesa dal suo confessore, fu poi assolta.[2]

Il culto[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la morte il suo corpo fu sepolto nella chiesa del monastero di San Savino, ma se ne perse traccia.[2]

Papa Pio IX, con decreto del 29 maggio 1856, ne confermò il culto con il titolo di beata.[3]

Il suo elogio si legge nel martirologio Romano al 29 maggio.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ G: Zaccagnini, La tradizione agiografica medioevale di santa Bona di Pisa, Pisa, Ers, 2004, pp. 99-103.
  2. ^ a b c Costanzo Somigli, BSS, vol. VI (1965), col. 317.
  3. ^ Index ac status causarum (1999), p. 429.
  4. ^ Martirologio romano (2004), p. 433.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il martirologio romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, ittà del Vaticano, LEV, 2004.
  • Index ac status causarum, Città del Vaticano, Congregatio de Causis Sanctorum, 1999.
  • Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli, Bibliotheca Sanctorum (BSS), vol. 12, Roma, Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, 1961-1969.
  • Mauro Ronzani, La beata Gherardesca di Pisa e il suo entourage, in Maria Teresa Brolis (a cura di), Personae Microstorie medioevali di vita religiosa, Edizioni Biblioteca Francescana, 2016.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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