George Howe

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George Howe (Worcester (Massachusetts), 17 giugno 188616 aprile 1955) è stato un architetto statunitense, un pioniere del movimento moderno, associabile a vari progetti CIA.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Aveva studiato in Svizzera e nel New England (1896-1900), Groton School (Connecticut)(1900-1904), Harvard, Massachusetts (1904-1907) dove si era diplomato in arte.[1] Trasferitosi a Parigi, dove lavorò come disegnatore presso lo studio di Victor Laloux, nel 1912 si laurea in architettura presso l'École des Beaux-Arts.[2] Dal 1913 al 1916 aveva lavorato nello studio di Filadelfia di Furness, Evans & Co.. Dopo il 1916 aprì il suo studio con i partners Mellor e Meigs, con i quali collaborò fino al 1928.

Nel 1929 Howe iniziò il sodalizio con William Lescaze, un architetto più giovane di lui di dieci anni; ne apprezzò l'ardore eversivo e volle soddisfarlo col suo prestigio sociale.[3] Nel 1930 i due architetti furono invitati a proporre una configurazione ideale per il nuovo edificio per il Museum of Modern Art di New York, in quell'occasione produssero diversi schemi, trovando varie soluzioni per portare luce nelle gallerie.[4] Tuttavia la loro realizzazione più importante fu il geniale edificio della Philadelphia Saving Fund Society Buiding del 1932, a Filadelfia, la struttura che progettarono non è considerata solo la cosa più bella dello skyline di Filadelfia ma anche il più grande grattacielo dell'International Style in America.[5] Ma questa stagione culminante dei due architetti durò appena 4 anni, Howe tentò una nuova collaborazione con Oskar Stonorov e Louis Kahn, ma ben presto si ritirò dal professionismo.[6]

Howe era amico di Franklin Delano Roosevelt e gli inviò un messaggio poi pubblicato nell'articolo Master plans for master politicians.[7] Nel 1942 diresse la Public Building Administration e la federal Works Agency ed infine divenne preside della facoltà di Yale University.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Emanuel Muriel (a cura di), Contemporary Architects, Macmillan Publishers, Londra, 1980 p. 377 ISBN 1558621822 leggi on line
  2. ^ Gaia Caramellino, Europe Meets America: William Lescaze, Architect of Modern Housing, Cambridge Scholars Publishing, 2016, p.35.
  3. ^ Bruno Zevi, Storia dell'architettura moderna, Giulio Einaudi editore, Torino, 1950-1075, p.358
  4. ^ George Howe, William Lescaze The Museum of Modern Art, New York (Scheme 4, First Variation) 1930
  5. ^ Paul Goldbeger, Architecture: A William Lescaze retrospective, New York Times, 1984 on line su The New York Times
  6. ^ B. Zevi, cit., p.358
  7. ^ pubblicato su Magazine of Art, New York, febbraio 1946. Successivamente ripubblicato sulla rivista Metron, n. 25, 1948, Roma

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Helen Howe West, George Howe Architect 1885-1955, Philadelphia, 1973
  • Robert Stern, Howe: Toward a Modern American Architecture, New Haven, Yale University Press, 1975
  • Bruno Zevi, George Howe: An aristocratic architect, Architecture, ottobre 1955, Washington D.C.
  • Bruno Zevi, George Howe, Metron, n. 25, 1948, Roma

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Controllo di autoritàVIAF (EN74780872 · ISNI (EN0000 0001 1673 3311 · ULAN (EN500017781 · LCCN (ENn90690745 · GND (DE124272592 · J9U (ENHE987007432702205171 · WorldCat Identities (ENlccn-n90690745